Gino Strada: “L’idea di medicina che non c’è, ma che vorrei”

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Gino Strada: “L’idea di medicina che non c’è, ma che vorrei”

Gino Strada, fondatore di Emergency parla del senso e delle ragioni del meeting di Livorno con i 1.200 volontari della sua organizzazione. ” “Alla maggior parte dei cittadini è totalmente sconosciuto il fatto che la sanità è diventato un settore del mercato, dunque un business, come quello degli elettrodomestici, o delle automobili”

C’è un’idea di Medicina che attraversa tutta intera l’esperienza di Emergency, l’idea della gratuità e dell’eccellenza della cura, come requisito fondante di un modello d’assistnza sanitaria. Un’idea, del resto, messa in pratica nelle missioni in Afghanistan, in Iraq, nella Repubblica Centro Africana, in Sierra Leone, in Sudan, in Italia, e ancora con la creazione dell’ANME (African Network of Medical Excellence – Rete sanitaria d’eccellenza in Africa), con l’obiettivo di costruire in Africa centri medici di eccellenza, come il Centro Salam di cardiochirurgia. Ora, proprio in questi giorni, 1.200 volontari dell’organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada, provenienti da ogni dove, si trovano a Livorno per diffondere la loro idea di sanità pubblica, animando così dibattiti, confronti con esperti e studiosi della materia.

I guasti prodotti dal concetto di profitto. Gino Strada va dritto al problema e dice: “Alla maggior parte dei cittadini è totalmente sconosciuto il fatto che la sanità è diventato un settore del mercato, dunque un business, come quello degli elettrodomestici, o delle automobili. Senza arrivare ai casi limite degli interventi chirurgici inutili, sui quali indaga la magistratura, l’aver introdotto il concetto di profitto nell’esercizio dell’assistenza medica, ha prodotto una rottura culturale, con conseguenze devastanti per la salute della gente. Si potrebbero ripercorrere le tappe di questo processo degenerativo – ha aggiunto Strada – che ha visto la complicità di tutte le forze politiche del Paese. Tutte, senza eccezione. E comunque a dimostrare con i numeri questo dramma nazionale è il Censis, non io, dal quale apprendiamo che il 15% della popolazione italiana non si cura adeguatamente, cioè circa 9 milioni di persone. Ecco, l’aver creduto che il profitto potesse entrare in questo ambito e che gli ospedali si potessero trasformare in aziende, ha prodotto questi guasti”.

Quei 30 miliardi in tasca a “Qualcuno”.
 Insomma, il cittadino medio – chiamiamolo così – non sa che le prestazioni che riceve dal sistema sanitario spesso non sono quelle di cui ha davvero bisogno. La logica del profitto, appunto, fa sì che la scelta del percorso terapeutico prenda un strada piuttosto che un’altra, proprio per garantire quel margino di guadagno a questo o a quello. “D’altra parte – prosegue Gino Strada – se la spesa sanitaria globale in Italia è di circa 110 miliardi e di tutti quei soldi circa 30 miliardi finiscono nelle tasche di qualcuno, qualcosa vorrà pur dire. Che poi questo “Qualcuno” sia il proprietario di una clinica, oppure quel denaro vada a finire nel fitto labirinto del parassitismo burocratico della sanità pubblica, dove i dirigenti sono tutti, ma proprio tutti, di nomina politica, questo non cambia il quadro della situazione. Insomma – conclude Strada -non ha più senso parlare di sanità pubblica o privata. Sono tutti uguali”.

Quel diritto che non c’è.
  Dunque, il senso di questo dodicesimo appuntamento di Emergency in una città italiana, è appunto quello di far conoscere meglio un’idea di Medicina pubblica, capace di garantire l’accesso alla salute tutti coloro i quali, per ragioni diverse, vengono esclusi o comunque non adeguatamente curati. “Il nostro intento – ha poi aggiunto Gino Strada – è quello di far capire che la gente non può aspettare la riforma sanitaria per essere curata. Se non conoscono i loro diritti, noi cerchiamo di farglieli conoscere. Quelli cioè che la nostra organizzazione afferma da sempre e ovunque, e cioè: nessuno deve essere discriminato. Abbiamo cominciato nel 2006 con il poliambulatorio a Palermo, poi a Marghera, abbiamo proseguito con gli ambulatori mobili e ci apprestiamo a completare i presidi sanitari a Napoli e a Polistena”.

LE TAPPE DI UN LUNGO PERCORSO

1994 – Ristrutturato e riaperto il reparto di chirurgia dell’ospedale di Kigali in Ruanda. Durante una missione di 4 mesi, un team chirurgico ha operato oltre 600 vittime di guerra. Contemporaneamente Emergency ha anche riattivato il reparto di ostetricia e ginecologia dove oltre 2.500 donne hanno ricevuto assistenza medica e chirurgica.

1996-2005 – Costruito un Centro chirurgico a Sulaimaniya, in Nord Iraq, per curare le vittime delle mine antiuomo. La struttura comprende unità per il trattamento delle ustioni e delle lesioni spinali. Nel 2005 il Centro e i 22 Posti di primo soccorso aperti nel Paese sono stati dati in consegna alle autorità sanitarie locali.

1998-2005 – Realizzato un Centro chirurgico a Erbil, in Nord Iraq, per dare cura alle vittime delle mine antiuomo. La struttura comprende un’unità per il trattamento delle ustioni e una per le lesioni spinali. Nel 2005 il Centro è stato affidato alle autorità sanitarie locali.

1998-2012
 – Costruzione e gestione di un Centro chirurgico a Battambang e di 5 Posti di primo soccorso nel distretto di Samlot, in Cambogia.

1999 – Sostenuto l’orfanotrofio Jova Jovanovic Zmaj di Belgrado, in Serbia.

2000 – Inviato, su richiesta della Cooperazione Italiana, un team chirurgico in Eritrea. Il personale di Emergency ha lavorato due mesi nell’ospedale Mekane Hiwet, ad Asmara, curando le vittime del conflitto tra Etiopia ed Eritrea.

2001 – Costruito un Centro di riabilitazione e produzione protesi a Diana, Nord Iraq. Il Centro è stato dato in consegna alle autorità sanitarie locali.

2001 – Realizzato un programma di aiuti alle vedove di guerra con la distribuzione di bestiame per l’allevamento a 400 famiglie della Valle del Panshir, Afghanistan.

2003 – Forniti all’ospedale Al-Kindi di Bagdad, in Iraq, farmaci, materiali di consumo e combustibile per i generatori. Nello stesso periodo farmaci e materiale sanitario sono stati donati all’ospedale di Karbala, a sud di Bagdad.

2003 – Avviato un Centro di riabilitazione e produzione protesi a Medea, in Algeria. Emergency ha ristrutturato ed equipaggiato un edificio all’interno dell’ospedale pubblico, occupandosi anche della formazione del personale nazionale. La gestione del Centro, chiamato Amal, in arabo “speranza”, è stata trasferita alle autorità sanitarie locali nel 2004.

2003 – Costruito un Centro di riabilitazione e produzione protesi a Dohuk, in Nord Iraq. Il Centro è ora gestito dalle autorità sanitarie locali.

2003 – Intervenuti in Angola, nella provincia di Benguela, su invito di una congregazione di suore angolane. Due Centri sanitari sono stati ristrutturati, equipaggiati e gestiti per oltre un anno da Emergency, che ha provveduto anche alla formazione del personale nazionale.

2003-2004 – Inviato un team chirurgico presso l’unità ortopedica dell’ospedale pubblico di Jenin, in Palestina. Oltre allo svolgimento delle attività cliniche e alla formazione del personale sanitario, Emergency ha avviato un nuovo reparto di fisioterapia e una nuova corsia ortopedica.

2003-2004 – Rifornito di farmaci la Casa de la mujer, una rete di dispensari che presta assistenza alle donne malate di tumore e diabete in Nicaragua.

2003-2007 – Avviato un laboratorio di produzione di tappeti per favorire l’autonomia economica di donne, vedove o indigenti, della Valle del Panshir, Afghanistan.

2004 – Sostenuta la popolazione di Falluja, in Iraq, durante l’assedio della città cessato a maggio. Generi di prima necessità, acqua e farmaci sono stati distribuiti ai rappresentanti della comunità e all’ospedale cittadino.

2004-2005 – Ricostruito e allestito il reparto di Chirurgia d’urgenza dell’ospedale di Al Fashir in Nord Darfur, in Sudan. La struttura comprende un blocco chirurgico e una corsia da 20 posti letto. Il reparto è stato trasferito al ministero della Sanità nell’agosto 2005.

2005
 – Fornito all’ospedale generale di Kalutara, in Sri-Lanka, strumentario chirurgico e materiale di consumo per potenziare le attività cliniche dopo lo tsumani che ha colpito il Paese.

2005 – In seguito allo tsunami del 2004, è stato portato a termine il progetto Ritorno al mare che prevedeva la distribuzione di barche a motore, canoe e reti da pesca ai pescatori del villaggio di Punochchimunai in Sri-Lanka. Per favorire la ripresa delle attività quotidiane, inoltre, sono stati consegnati kit scolastici agli studenti.

2005-2007 – Organizzati corsi di igiene, prevenzione e primo soccorso rivolto ai detenuti del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso. Presso lo stesso carcere Emergency ha organizzato uno screening della tubercolosi. Emergency ha garantito l’assistenza di medici specialisti in alcuni istituti di pena del Lazio.

2005-2008 – Ricostruite 91 abitazioni in muratura destinate alle famiglie del villaggio Punochchimunai, in Sri-Lanka, rimaste senza casa dopo lo tsunami. La consegna delle abitazioni è avvenuta nel settembre 2008 a causa della ripresa delle ostilità tra governo e separatisti che ha bloccato i lavori per molti mesi.

2011 – Programma di chirurgia di guerra in Libia, nella città di Misurata sotto assedio.

 

 

tratto da:

http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2013/06/27/news/gino_strada-61943258/

Gino Strada: “L’idea di medicina che non c’è, ma che vorrei”ultima modifica: 2017-12-29T17:37:08+01:00da eles-1966
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