Ecco perchè il miele è più efficace degli antibiotici per curare la tosse secondo medici e scienziati…

 

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Ecco perchè il miele è più efficace degli antibiotici per curare la tosse secondo medici e scienziati…

È ufficiale: il miele è più efficace degli antibiotici per il trattamento della tosse, lo affermano gli scienziati.

Il miele è stato usato per secoli per trattare i sintomi del raffreddore e della tosse. Oltre ad essere delizioso, il miele non è altro che un tesoro liquido in termini di benefici per la salute. Antiossidante, antimicotico e antibatterico, è uno dei migliori antidoti naturalicontro molte malattie. Infatti, secondo il quotidiano Indipendent, gli esperti di salute hanno rivelato che il miele è più efficace degli antibiotici per curare la tosse.

Miele: il tuo primo alleato per curare la tosse

Gli esperti di salute hanno detto che per curare la tosse, il miele in combinazione con farmaci da banco è migliore degli antibiotici. Molte persone optano per la prescrizione degli antibiotici al primo sintomo di tosse e contrariamente a quello che pensano, questo automatismo non è assolutamente efficace.

Le nuove linee guida dell’Istituto nazionale di salute e cura (NICE) e della sanità pubblica inglese (PHE), hanno dimostrato che il miele può essere particolarmente efficace nel ridurre i sintomi di tosse acuta causata da infezioni del tratto respiratorio più alto. La tua tosse può quindi essere trattata in breve tempo senza l’uso di antibiotici.

La Dr. Tessa Lewis, presidente del NICE Antimicrobial Prescribing Guideline Group, ha dichiarato: “Se qualcuno ha il naso che cola, mal di gola e tosse, i sintomi possono andare via in due o tre settimane senza l’assunzione di antibiotici. Le persone possono controllare i loro sintomi chiedendo consiglio al loro farmacista”.

Tuttavia, il dott. Lewiss afferma che, dopo questo periodo, se i sintomi della tosse persistono o peggiorano e a ciò si aggiunge respiro corto o estremamente debole, è consigliabile consultare un medico. Inoltre, se una persona sviluppa una condizione preesistente come una malattia polmonare o fibrosi cistica, sarebbe meglio consultare un medico il prima possibile.

Secondo la bozza delle linee guida NICE, il miele, in combinazione con farmaci per la tosse, è una vera forza della natura e facilita la scomparsa dei sintomi della tosse.

Gli antibiotici possono essere efficaci nel trattamento delle infezioni causate da batteri. Tuttavia, la maggior parte delle tosse acuta è causata dai virus e non risponde agli antibiotici.

Gli antibiotici, oltre agli effetti collaterali, quando vengono utilizzati contro la tosse, non fanno alcuna differenza per quanto riguarda la gravità dei sintomi o la loro durata. Dovrebbero quindi essere usati solo quando l’infezione è batterica e non scompare da sola. Pertanto, gli antibiotici dovrebbero essere utilizzati solo quando assolutamente necessario in quanto i batteri sviluppano resistenza a questi farmaci, il che significa che più se ne prendono, più sono pericolosi per la salute.

La Dott.ssa Susan Hopkins, Assistant Director del Programma PHE per le infezioni associate all’assistenza sanitaria e la resistenza antimicrobica, ha dichiarato: “L’assunzione di antibiotici quando non ne hai bisogno mette a rischio te e la tua famiglia di contrarre un’infezione difficile da trattare”.

Invita inoltre i medici ad astenersi dal prescrivere antibiotici quando potrebbero non essere necessari.

Miele, perché è così prezioso e fa così bene?

Anche se le sue proprietà antibatteriche e antiossidanti sono molto efficaci,  in realtà è la natura appiccicosa del miele che fa la differenza. La sua viscosità lo rende un formidabile rimedio. È un lenitivo e un antimicrobico noto per alleviare le mucose irritate ed eliminare il sintomo della tosse.

Inoltre, secondo un altro studio sviluppato dal Dipartimento di Pediatria dell’Università della Pennsylvania,  il miele allevia i sintomi della tosse dei bambini, che si verificano di notte e allo stesso tempo curare i disturbi del sonno associato a un’infezione delle vie respiratorie nei bambini.

Come usare il miele per curare la tosse?

Ingredienti

· ½ limone, biologico

· 1 o 2 cucchiaini di miele puro, biologico

· Una tazza di acqua minerale

Preparazione

Bollire un pò d’acqua, riempire una tazza e spremere il succo di mezzo limone. Aggiungi uno o due cucchiaini di miele. Bevi il composto mentre è ancora caldo.

Puoi consumare questa bevanda la sera prima di andare a dormire.

 

tratto da: https://www.chedonna.it/2018/12/29/ecco-perche-il-miele-e-piu-efficace-degli-antibiotici-per-curare-la-tosse/

L’accusa di SlowFood – Buona parte delle mele che trovate oggi sui banchi del mercato sono dell’anno scorso!

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L’accusa di SlowFood – Buona parte delle mele che trovate oggi sui banchi del mercato sono dell’anno scorso!

 

Molte delle mele che trovate oggi sui banchi del mercato sono del 2016

Ve l’avevamo anticipato a maggio e puntualmente oggi vi possiamo parlare di un altro difetto di etichettatura e tracciabilità, un po’ come per i funghi di cui abbiamo scritto la settimana scorsa, anche se in questo caso non si tratta di comportamento truffaldino ed è tutto perfettamente legale. L’unico problema è che si tratta di una cosa che davvero pochi sanno, se non gli appartenenti al giro degli addetti ai lavori. Molte delle mele che trovate oggi sui banchi del mercato sono del 2016, e farete fatica a distinguerle da quelle della corrente annata. Già, perché non è obbligatorio scrivere la data di raccolta sull’etichetta delle mele, e quando capitano campagne particolarmente scarse, come per il 2017, questo strano miscuglio può accadere.

Si pensi che nell’ultimo secolo le altre uniche due annate così difficili, a causa delle gelate primaverili, furono soltanto la 1945/1946 e la 1956/1957.

A maggio, dicevamo, si verificarono due gelate notturne completamente impreviste in quasi tutta Europa. I meli erano in piena fioritura e la cosa ha poi effettivamente decimato il raccolto. Per esempio le renette si sono ridotte del 70%. Era facile prevederlo e fu a quel tempo che scattò una speculazione da parte di chi aveva ancora i magazzini pieni delle mele 2016, un’annata molto abbondante. Sapete già che le mele a fine campagna vengono stoccate in celle a temperatura e ambiente controllati, per renderle poi disponibili tutto l’anno. Le aziende più importanti, a maggio, viste le previsioni per l’anno successivo, prontamente ‘‘chiusero’’ le celle, cercando di fare tutto quello che legalmente potevano fare per allungare la vita ai prodotti che contenevano. Non è un caso che allora, all’improvviso, i prezzi aumentarono del 30% (e ve ne parlammo).

Le mele restavano immagazzinate in previsione di quest’autunno e non venivano distribuite. Un 30% in più del prezzo ‘‘normale’’ e basso che avevano prima di maggio le 2016, che tra l’altro era esattamente la metà di quello attuale. Nel 2017 il raccolto è scarso e quindi è normale che il prodotto costi di più. Però non è tanto giusto che anche le mele 2016, mescolate alle nuove, abbiamo lo stesso prezzo doppio rispetto allo scorso anno, quanto furono colte. Pura – e ricca – speculazione per chi ha messo da parte le vecchie scorte a maggio. Niente di illegale, lo ribadiamo, ma forse sarebbe il caso di saperle queste cose, e poter scegliere in piena consapevolezza.

Carlo Bogliotti
c.bogliotti@slowfood.it

Da La Stampa del 30 ottobre 2017

COLDIRETTI: IL SUCCO DI MELOGRANO È UN VACCINO NATURALE CONTRO L’INFLUENZA.

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COLDIRETTI: IL SUCCO DI MELOGRANO È UN VACCINO NATURALE CONTRO L’INFLUENZA.
Il succo di melograno rafforza il sistema immunitario,grazie ai suoi principi attivi pieni di vitamina c,che svolgono un’azione simile a quella di un vaccino.

Il succo di melograno è il vaccino naturale perfetto contro l’influenza: a dichiararlo sono stati gli esperti Coldiretti, che hanno individuato proprio in questo frutto il rimedio perfetto che la Natura mette a disposizione degli esseri umani per prevenire l’insorgere dell’influenza.

Infatti come citato sul sito della Coldiretti Puglia:

<<E’ il succo di melagrano il miglior vaccino contro influenza e raffreddore perché possiede il 40% del nostro bisogno giornaliero di vitamina C. Il frutto del melograno può essere impiegato non solo in campo alimentare ma anche in quello farmaceutico.>>

Stando ai dati presentati dai ricercatori infatti, un bicchiere di succo di melograno contiene circa il 40% del fabbisogno giornaliero consigliato di vitamina C, essenziale per riuscire a combattere fastidiose malattie stagionali come l’influenza ed il raffreddore.

Grazie alla vitamina C di cui è ricco, il melograno ha delle proprietà anti influenzali molto potenti, proteggendoci contro il raffreddore. Se credevamo che l’arancia riuscisse a proteggersi dall’influenza meglio di qualsiasi altro frutto, è arrivato il momento di ricredersi.

Si tratta comunque di una conclusione che non rappresenta certo una rivelazione per gli agricoltori pugliesi, che sono da tempo consapevoli delle straordinarie proprietà benefiche del melograno.

Infatti, in virtù di ciò Coldiretti, oltre a citare gli altri innumerevoli benefici di questo frutto della salute, specifica che negli ultimi 2 anni, in Puglia, la coltivazione del melograno è cresciuta addirittura del 422%, in seguito ad una esponenziale crescita della domanda e di una esplosione della sua popolarità.

Tuttavia questa situazione ha avuto anche risvolti negativi, perché numerosi agricoltori hanno deciso di cavalcare l’onda e speculare sulle richieste dei consumatori, spacciando partite di melograno provenienti dall’estero come made in Italy.
Infatti come dichiara il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele:

L’aumento della domanda di melograno alimenta le importazioni di prodotto oltre che dai paesi produttori dell’Europa del Sud, Spagna, Israele e Marocco, anche da Cile e Sudafrica, come al solito spacciati per ‘made in Puglia’. Oltre al prodotto fresco, sono i semi lavoratori ad essere importati perché destinati all’industria di trasformazione e alla cosmesi”. Oggi i paesi del bacino del Mediterraneo in cui la coltivazione è più diffusa, e si ha maggiore disponibilità di melegrane da commercializzare allo stato fresco, sono Israele e Spagna, ma altri Paesipossono diventare, in futuro, temibili concorrenti.

Sono proprio le melegrane importate dalla Turchia – commenta il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – al secondo posto dei cibi più contaminati da sostanze tossiche e il melograno importato da Israele sono al 9 posto dei cibi che inquinano maggioramene l’ambiente, dato che per raggiungere le tavole dei consumatori pugliesi percorrono 2.250 km, bruciando 1,3 chili di petrolio e liberando 4,05 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto

Quindi è un bene consumare succo di melograno, ma bisogna stare molto attenti nella scelta del made in Italy: molti spacciano le importazioni estere fatto da melograni contaminati per prodotti nostrani.

fonte: http://curiosity2015.altervista.org/coldiretti-il-succo-di-melograno-e-un-vaccino-naturale-contro-linfluenza/

Ha 30 volte più vitamina A delle carote, 50 volte più ferro degli spinaci, 6 volte più proteine del tofu… Scopriamo le fantastiche proprietà della Spirulina.

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Ha 30 volte più vitamina A delle carote, 50 volte più ferro degli spinaci, 6 volte più proteine del tofu… Scopriamo le fantastiche proprietà della Spirulina.

Si tratta di un alimento dalle origini molto antiche: maya e aztechi coltivavano e consumavano questo potente integratore naturale. La spirulina è una specie che cresce spontaneamente nei laghi, spesso confusa con un’alga, e che ha benefici potentissimi per la nostra salute.

Ricca di proteine e nutrienti come vitamine e minerali, la spirulina è considerata un vero e proprio super-alimento. Alcune organizzazioni sanitarie usano la spirulina come “cibo di emergenza” in situazioni particolarmente critiche, come catastrofi naturali o guerre, proprio per le sue grandiose proprietà nutritive.

La spirulina è un alimento rivitalizzante, efficace per le persone di qualsiasi età. E’ ricco di fenilalanina, un composto capace di agire direttamente sull’ipotalamo per ridurre l’appetito.

Ma non finisce qui. La spirulina regola la pressione, combatte la rinite allergica e disintossica i reni. Inoltre, può essere usata dagli sportivi per recuperare le energie dopo un allenamento.

Contiene acidi grassi polinsaturi, che riducono il colesterolo cattivo, ma anche ferro e vitamina B12, utilissimi per combattere l’anemia e regolare la circolazione.

Fonte rimedio-naturale.it

I 10 cibi più salutari al mondo ma i meno consumati.

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I 10 cibi più salutari al mondo ma i meno consumati.

 

Quali sono i cibi più salutari del mondo? Una domanda a cui sarebbe importante dare una risposta precisa, se vogliamo badare al nostro benessere generale.

Diciamo che possono esserlo tutti o nessuno, tutto varia in base a modalità di cottura o a una miriade di fattori. Tuttavia però possiamo stilare una lista di 10 cibi ritenuti i primi 10 salutari per caratteristiche , proprietà e utilità al nostro organismo. Purtroppo però, se rappresentano i primi dieci nella lista dei cibi più salutari, non non rappresentano i primi 10 cibi più consumati nel nostro paese, a causa di molte motivazioni che non descriveremo in questo articolo.

Andiamo invece a conoscere questi 10 alimenti e a capire il perché sono i migliori.

Ci sono molti studi scientifici sull’argomento, ma non c’è un accordo 100 % fra tutte queste ricerche, perché ciascuna di esse ci propone alimenti differenti, ad ogni modo nelle posizioni più alte troviamo:

 

I mirtilli

proprietà:

  • proprietà antiossidanti, per combattere i radicali liberi e per la prevenzione  dell’invecchiamento cellulare,
  • ricchi di fibre e per  la digestione e la motilità intestinale.

 

I semi di chia

proprietà:

  •  proprietà curative che dovrebbero rientrare come elementi d’eccellenza nell’ambito di un’alimentazione sana perché,
  • contengono molti omega 3, proteine e fibre.

 

Noci

proprietà:

fanno parte di questa classifica dei cibi più salutari al mondo perché:

  •  contengono acidi grassi omega 3, che agiscono contro l’invecchiamento,
  • sono  fonte naturale di melatonina, quella sostanza che ci aiuta a dormire bene.

 

Kiwi

Proprietà:

  • sono la più grande fonte di vitamina C, il doppio delle arance, si hai capito bene, al contrario di quanto si pensi,
  • sono ricchi di potassio nella stessa quantità di quanto lo siano le banane, il potassio è un altro elemento cardine della vita.

La quinoa

proprietà:

  •  permette di ottenere proteine nobili, senza ricorrere al consumo della carne,
  • versatile in cucina per la preparazione si di primi, aggiungendola alle zuppe, che per i secondi preparandone ricche insalate.

 

Il tè verde

proprietà:

  • è il miglior antiossidante,
  • contiene le  catechine, che agiscono nella prevenzione dei tumori. E’consigliabile berne  tre tazze al giorno.

 

 l’avena

proprietà:

  • alto contenuto di fibra solubile che riduce il colesterolo e previene malattie cardiache,
  • fornisce senso di sazietà.

 

I broccoli

proprietà:

  • Contengono gli  indoli, sostanze vegetali, che riducono il rischio di incorrere in alcune forme di tumore,
  •  contengono anche flavonoidi, che sono degli efficaci antinfiammatori.

 

Il salmone

proprietà:

  • La migliore fonte in assoluto di proteine magre,
  • abbonda di omega 3 e antiossidanti.

 

Gli spinaci

proprietà:

  • contengono molti antiossidanti, in grado di proteggere la salute degli occhi. Fra questi ci sono la luteina e la zeaxantinache riescono anche a prevenire i tumori,
  • Controllano  il diabete.

 

35 milioni di morti l’anno! Cocaina? Sigarette? Droga? NO, ZUCCHERO BIANCO !!

 

ZUCCHERO BIANCO

 

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35 milioni di morti l’anno! Cocaina? Sigarette? Droga? NO, ZUCCHERO BIANCO !!

 

Lo zucchero raffinato è tra i maggiori imputati dell’insorgere di quelle che vengono definite come malattie del benessere: diabete, obesità, problemi legati al metabolismo, ipertensione, danni a livello del fegato. Secondo studi recenti lo zucchero raffinato sarebbe da considerare tra le cause che ogni anno provocano la morte di 35 milioni di persone, con particolare riferimento al diabete ed alle malattie cardiocircolatorie.

Uso e abuso di un alimento nocivo e di largo consumo presente nella nostra alimentazione

La presenza dello zucchero è del 14% nella canna, del 17,20% nella barbabietola, insieme a clorofilla, microelementi e minerali. In questa concentrazione e composizione, lo zucchero, è un alimento di alto valore nutrizionale poiché contiene in forma organica molte sostanze nutritive necessarie alla vita.

Alimento che assumiamo in modo alterato attraverso dolci, caramelle, bevande commerciali, conserve, liquori, prodotti salati, ecc, è il prodotto finale di una lunga trasformazione industriale (circa 9 lavaggi chimici!) che uccide e sottrae tante sostanze vitali, come le vitamine presenti appunto nella barbabietola o nella canna da zucchero.

Le sostanze zuccherine sono alimenti importantissimi della nostra dieta poiché rappresentano la fonte primaria per la produzione di energia necessaria all’organismo e per questo motivo devono essere completi di tutto ciò che la natura ha loro fornito per cedere al nostro corpo, la loro ricchezza.

Perché lo zucchero bianco, è una sostanza nociva?

Lo scienziato Dr. M.O. Bruchner, specialista delle malattie interne, primario dell’ospedale Eben Ezer, LemgoLippe, (Germania), dopo diverse ricerche scientifiche sostiene che l’uomo necessita di carboidrati “zuccheri” per la sua attività vitale, quali fattori di energia. Di conseguenza viene da pensare: lo zucchero è uno degli alimenti più favorevoli per produrre energia, insieme ad altri zuccheri derivati da farina bianca come pane, pasta, riso, patate. Gli zuccheri industriali, quindi le farine bianche come pure lo zucchero d’uva, il fruttosio, l’aspartame, il saccarosio per esempio fabbricati sinteticamente, nel corpo agiscono ben diversamente.

Per la loro decomposizione e disposizione necessitano delle stesse vitamine, sostanze minerali ed enzimi come tutti gli zuccheri di frutta e amidi naturali, ma questi ultimi contemporaneamente li forniscono, mentre gli altri ne privano il corpo (andando a pescare nelle ossa, nelle cartilagini, nelle strutture tendinee ecc.) impoverendolo da un lato e disorientando le sue funzioni dall’altro. Purtroppo la scienza ha sempre voluto trascurare questo problema che è alla base di molte malattie a carattere infiammatorio autoimmunitario.

Dove passa lo zucchero che distrugge, arriva la medicina che tenta di riparare curando gli effetti del diabete, del colesterolo, della pancreatite, della iperglicemia ecc. Il consumo abituale dello zucchero bianco distrugge in gran parte le vitamine del gruppo B. La vitamina B1 d’altro canto è necessaria per l’assimilazione dei carboidrati.

La vitamina B

Quanto più zucchero viene introdotto, tanto maggiore è il fabbisogno di Vitamina B1, poiché esso l’asporta, causando:

  • Lesioni ai tessuti nervosi; dato l’alto fabbisogno di vitamina B1, essi perdono assai presto la loro capacità di funzionamento.
  • La vitamina B1 permette, in presenza di magnesio, la così importante decomposizione dell’acido lattico (prodotto di degradazione del glicogeno [glucosio immagazzinato]). Per mancanza di vitamina B1 aumenta il contenuto di questi acidi nel sangue e nei tessuti e ne sono soprattutto coinvolte l’ attività cerebrale e cardiaca.
  • La B1 regola il giusto scambio dell’insulina nel corpo. La sua carenza è causa di diabete.
  • La carenza di B1, causa inoltre una modifica nell’economia fosforica (ricordo che il fosforo è un minerale molto importante ai fini di molti processi metabolici) e un’elaborazione insufficiente del glucosio, che si manifestano con malattie cardiache croniche.
  • La B1, regola lo scambio dell’albumina (proteina del plasma prodotta dal fegato che regola in un certo senso i liquidi cellulari e le varie pressioni all’interno della cellula) e dei nuclei cellulari. La sua presenza abbatte gli stadi preliminari dell’acido urico prevenendo malattie degenerative come gotta, artrite ecc.
  • La carenza di B1 causa anormalità nella pressione del sangue, e nella sudorazione.
  • La B1 è necessaria per la sintesi degli acidi grassi essenziali (i famosi Omega 3 – Omega 6), che hanno il potere di arrestare l’arteriosclerosi.
  • La carenza di B1 causa disturbi nella formazione dell’acido cloridrico (prodotto per la digestione) nello stomaco, l’affievolimento e la degenerazione della muscolatura intestinale ed anche la degenerazione dei vasi sanguigni capillari, con conseguenti dilatazioni, ed emorragie.
  • La carenza di B1 fa sentire il bisogno di stimolanti come alcool, carne, caffè, tè, cioccolato, tabacco, poiché determina l’indebolimento degli effetti stimolanti dell’adrenalina.

Questi sono soltanto degli effetti più gravi causati dalla carenza di vitamina B1.

Spesso a stati carenziali metabolici come i problemi relativi al calo delle difese immunitarie, il medico dietologo, integra l’alimentazione con le vitamine del gruppo “B”, ma non consiglia al paziente di “abolire” lo zucchero bianco e limitare l’uso delle farine bianche; è come dire all’obeso di continuare a mangiare come fa di solito ma con la sola eccezione di mettere la saccarina nel caffè oppure consigliare l’aspirinetta o altro “come per esempio il doppler alla carotide” al cardiopatico che divora ogni giorno quantità ingenti di cibo e magari sta morendo!

Ma non è finita… La carenza di vitamina “B” causa disturbi nell’assimilazione degli zuccheri, crampi e ostacola pure la formazione dei globuli rossi, poiché i composti del ferro sono male utilizzati. Gli occhi non distinguono i colori e perdono la potenza visiva all’imbrunire; spesso è ostacolato il normale sviluppo del feto, con conseguenti malformazioni, accorciamento delle ossa delle braccia e delle gambe, della mandibola, fusione delle dita e delle costole, fenditure del palato e persino aborti, parti prematuri e nati morti.

Consideriamo inoltre ciò che può ancora causare lo zucchero quale distruttore dell’Acido Nicotinico, altro membro del gruppo delle vitamine B. Esso aiuta a promuovere le ossidazioni, vale a dire la combustione e la scomposizione dei prodotti intermedi del ricambio, degli zuccheri. Inoltre esso è di aiuto nell’utilizzazione dei grassi e delle proteine, nella trasformazione di sostanze minerali e degli ormoni, e partecipa in modo determinante alla respirazione cellulare, vale a dire allo scambio di assunzione dell’ossigeno e di eliminazione dell’acido carbonico nelle cellule (un prodotto del metabolismo cellulare).

Vanno ancora aggiunti come effetti nocivi all’uso abituale di zucchero bianco i più svariati quadri morbosi, fra cui: stanchezza, insonnia, debolezza nervosa, stati depressivi, mal di testa, disturbi nel ritmo del sonno, facile sudorazione, crampi e intorpidimento delle estremità, debolezza muscolare, inappetenza o bulimia (appetito insaziabile), stitichezza, atonia gastrica e intestinale, assenza di succhi gastrici, bruciori di stomaco, dismenorree (mestruazione dolorosa), metrorragie (perdita di sangue di origine uterina), aborti e parti prematuri, disturbi cardiaci e circolatori, anemia, disfunzioni ghiandolari, pruriti, infiammazioni della lingua, delle gengive e della laringe. ecc.

Lo zucchero raffinato ci sottrae anche l’acido pantotenico facente parte del gruppo “B”

La sua mancanza blocca addirittura l’effetto delle altre vitamine e ostacola la giusta rigenerazione del sangue e delle mucose. L’acido pantotenico agisce inoltre quale epatoprotettore (protettore del fegato) e aiuta la funzione della tiroide. I bruciori ai piedi e alla pianta dei piedi, con dolori passeggeri, fulminei agli arti inferiori, combinati ad arrossamento o colore bluastro della pelle, come pure la formazione della forfora sono, altri sintomi di carenza di questa vitamina. Lo zucchero raffinato per poter essere utilizzato sottrae inoltre anche altre vitamine e sostanze minerali importanti tra le quali vitamina E, H, con possibili altri danni causati da queste carenze.

Come viene prodotto lo zucchero bianco?

Meno di due secoli fa lo zucchero bianco non esisteva e l’unica fonte dolce, oltre al miele e alla frutta, era rappresentata dallo zucchero di canna integrale importato dai tropici. Come conseguenza delle guerre napoleoniche, l’Europa smise di importare lo zucchero dalle Americhe. Napoleone ebbe allora la brillante idea di estrarre lo zucchero dalla barbabietola. Essendo il prodotto dell’estrazione poco gradevole al gusto, si completò l’opera con un processo di raffinazione il quale, come avviene anche per la farina bianca, provoca la perdita di vitamine e minerali producendo una sostanza chimica pura e morta, ma bianca.

Il succo zuccherino proveniente dalla prima fase della lavorazione della barbabietola o della canna da zucchero, viene sottoposto a complesse trasformazioni industriali: prima viene sottoposto a depurazione con latte di calce che provoca la perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio; poi, per eliminare la calce che è rimasta in eccesso, il succo zuccherino viene trattato con anidride carbonica.

Il prodotto quindi subisce ancora un trattamento con il velenosissimo acido solforoso per eliminare il colore scuro e successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. Si arriva così allo zucchero grezzo.

Da qui si passa alla seconda fase di lavorazione: lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone animale e poi, per eliminare gli ultimi riflessi giallognoli, viene colorato con il colorante blu oltremare o con il blu idantrene (proveniente dal catrame e quindi cancerogeno). Il prodotto finale è una bianca sostanza cristallina che non ha più nulla a che fare con il ricco succo zuccherino di partenza e viene venduta al pubblico per zuccherare (avvelenare) gran parte di ciò che mangiamo.

Che cosa è rimasto del primo succo scuro ricco di vitamine, sali minerali, enzimi, oligoelementi che avrebbero dato tutto il loro benefico apporto, di energia e di salute? Nulla! Anzi, per poter essere assimilato e digerito, lo zucchero bianco ruba al nostro corpo vitamine e sali minerali (in particolare il calcio e il cromo) per ricostituire almeno in parte quell’armonia di elementi distrutta dalla raffinazione. Le conseguenze di tale processo digestivo sono la perdita di calcio, nei denti e nelle ossa, con l’indebolimento dello scheletro e della dentatura. Ciò favorisce la comparsa di malattie ossee (artrite, artrosi, osteoporosi, ecc.) e delle carie dentarie che affliggono gran parte della civiltà occidentale.

Cosa provoca il tossico zucchero bianco a livello intestinale?

A livello dello stomaco del pancreas e del duodeno provoca quello che tutti i giorni o quasi riscontro a studio: processi fermentativi con produzione di gas e tensione addominale e l’alterazione della flora batterica con tutte le conseguenze che ciò comporta (coliti, stipsi, diarree, formazione e assorbimento di sostanze tossiche, ecc.).

Come faccio ad asserire questo? Semplice, chiedo alle persone che si sottopongono ai miei trattamenti il loro stile alimentare e puntualmente mi confermano che adottano un’alimentazione “zuccherina”! Quindi questo prodotto così trasformato è necessario alla buona salute?

È stato ampiamente verificato che le popolazioni non raggiunte dalla cosiddetta “civiltà bianca” non sono soggette a carie o altre malattie dei denti. Con l’arrivo dei bianchi e dei loro prodotti alimentari raffinati (zucchero, dolciumi, alcool, pane, pasta…), gli aborigeni dell’Australia, i Maori della Nuova Zelanda, gli Indios del Perù e dell’Amazzonia, i Pellerossa del Nordamerica ecc. hanno anch’essi cominciato ad essere soggetti alle stesse malattie dei bianchi; l’incidenza della carie, che prima era una malattia a loro del tutto sconosciuta, è arrivata a colpire fino al 100% cosi come le altre malattie dell’organismo dall’artrite reumatoide all’osteoporosi, alle malattie autoimmuni ecc ecc.

Il pericoloso zucchero bianco ha una grossa influenza sia sul sistema nervoso sia sul metabolismo, creando prima stimolazione poi depressione. In realtà si crea una vera forma di dipendenza, come avviene con la droga, a tutti gli effetti! Ciò è causato dal rapido e violento assorbimento dello zucchero nel sangue che fa salire la cosiddetta glicemia. Di fronte a tale subitanea salita, il pancreas (l’organo per eccellenza che gestisce gli zuccheri) risponde immettendo insulina nel sangue e ciò provoca una brusca discesa del tasso glicemico detta “crisi ipoglicemica” caratterizzata da uno stato di malessere, sudorazione, irritabilità, aggressività, debolezza, bisogno di mangiare per sentirsi di nuovo su di tono (il classico stato down che avverte il tossicodipendente). La conseguenza di questa caduta degli zuccheri è l’immissione in circolo, da parte dell’organismo, di altri ormoni atti a far risalire la glicemia.

Questi continui “stress” ormonali con i loro risvolti psicofisici determinano un esaurimento delle energie con l’indebolimento di tutto l’organismo e impoverimento del sistema immunitario.

Quando mangiamo 50 gr. di zucchero bianco, la capacità fagocitaria dei globuli bianchi si riduce del 76% (ossia la capacità di questi organi a combattere le infezioni) e questa diminuzione del sistema di difesa dura circa 7 ore. Le gravi malattie che oggi affliggono l’umanità (cancro, AIDS, sclerosi, malattie autoimmuni, ecc.) nascono proprio da un indebolimento immunitario del quale lo zucchero bianco e l’alimentazione raffinata sono senz’altro tra i maggiori responsabili. I danni dello “squisito veleno” bianco sono tanti altri ancora e a tutti i livelli, per esempio, circolatorio (con l’aumento di colesterolo e danni alle arterie), epatico, intestinale, ponderale (con l’aumento di peso e l’obesità), cutaneo ecc., ecc. Ipotizziamo, ad esempio, di bere quattro tazzine di caffè zuccherato nell’arco della giornata: 40 g di zucchero corrispondono a 160 kcal che noi assumiamo come calorie vuote, prive di vitamine e minerali. Sarebbe molto diverso se le stesse 160 kcal le assumessimo sotto forma di riso integrale avena, orzo, miglio, o frutta dove risulterebbero accompagnate da fibre, enzimi, vitamine e sali. Se a questi primi 40 g di saccarosio aggiungiamo biscotti o marmellata o brioche o corn-flakes per colazione, un bel bicchiere di una qualche bibita gassata a pranzo, un gelato o uno snack al cioccolato o una brioche al pomeriggio, il gioco è fatto. Non dimentichiamoci però le salse (ketchup, maionese, cocktail…), i cibi inscatolati (piselli, mais), gli aperitivi: anche loro contengono saccarosio nascosto. Se sommiamo tutto questo zucchero, senza esagerare, arriviamo addirittura a 500 kcal. Ciò significa che delle 2000 kcal circa che dovremmo quotidianamente introdurre, solo 1500 sono rappresentate da cibi veri e propri, il resto sono calorie vuote, con una carenza del 25% circa del fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali.

L’uomo moderno, di fronte agli zuccheri ma anche ai grassi, assume un atteggiamento pressoché identico a quello dell’uomo preistorico. Anticamente l’umanità viveva alla ricerca continua di cibo con cui sfamarsi e il reperimento di frutta matura o di un favo di miele veniva vissuto come un’occasione da non lasciarsi sfuggire: di fronte a tali leccornie l’atteggiamento era quello di sfruttarle al massimo, rimpinzandosi per bene così da accumulare più energia possibile, in previsione di tempi di magra. La mente e il corpo dell’uomo del ventunesimo secolo non sono cambiati molto e di fronte a torte farcite, brioche alla crema e dolci al cioccolato ragioniamo e ci comportiamo esattamente nello stesso modo: nasce dentro di noi un desiderio incontrollabile che ci spinge a grandi abbuffate nel tentativo di farci delle scorte, come se un’altra occasione non dovesse capitarci mai più e dimenticando che la nostra dispensa è colma di altrettante schifezze. Per chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire, nonché un cervello che funzioni, tutto questo dovrebbe essere sufficiente per portarlo a riesaminare le sue abitudini “dolcificanti” e a correggerle per una vita migliore.

Alternative allo zucchero raffinato: La Melassa, il succo d’Agave, lo sciroppo d’Acero, il Malto d’Orzo, l’Amasake, la Stenia, il Miele, Lo Zucchero di Canna Integrale e non Raffinato.

Autore: Dott. Giuseppe Pensieri
D.O. Osteopata M.R.O.
Laureato in Scienze Motorie e Sportive
Specialista in Prevenzione e Rieducazione Università di Roma
(IUSM) Italian University Sports and Moviment

Fonte: avisnovara.it e altre

INCREDIBILE ma VERO – Frutta e verdura hanno l’80% in meno di vitamine e minerali rispetto a 30 anni fa!!

 

Frutta e verdura

 

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INCREDIBILE ma VERO – Frutta e verdura hanno l’80% in meno di vitamine e minerali rispetto a 30 anni fa!!

Gli scienziati confermano: la frutta e verdura che mangiamo ha perso quasi tutti i suoi nutrienti a causa delle ibridizzazioni delle specie, l’impoverimento dei terreni, lunga conservazione e l’inquinamento atmosferico. Si è arricchita invece di metalli pesanti.

Quanti di noi concordano che ormai la frutta ha perso il suo sapore? Che le verdure marciscono subito e non sono per nulla gustose? Certamente farne dei frullati e aggiungere tanto condimento aiuta a renderle più gradevoli però dovremmo mangiarne almeno 7 volte tanto per ottenere le stesse vitamine e minerali che assumevano i nostri genitori e i nostri nonni.

Il Dr. Donald Davis, un ex ricercatore presso l’Istituto Biochimica presso l’Università del Texas, Austin, ha guidato un team che ha analizzato 43 tipi di frutta e verdura confrontando i valori di vitamine e minerali nel 1950 e nel 1999. Il calo più sostanziale riguarda calcio, proteine, vitamina C, fosforo, ferro e riboflavina. «Hanno avuto un crollo medio del 40%» afferma il ricercatore.  Ad esempio 100 gr di broccoli che nel 1950 contenevano 130 mg di calcio nel 1999 quel valore è sceso a 48 mg.

Non accusiamo semplicemente la dieta moderna delle malattie in crescita esponenziale della nostra epoca: una carenza di vitamine e minerali può innescare ogni serie di disturbi ed aumentare la mortalità, ed oggi è sempre più difficile assimilare questi nutrienti preziosi.  Già 30 anni fa la sola dieta sarebbe stata sufficiente a fornire un adeguato apporto vitaminico: ecco perché i nostri avi riuscivano a lavorare nei campi tutto il giorno senza mangiare molto ed erano più forti. Oggi invece, il cibo si è impoverito dei micronutrienti necessari per mantenere uno stato di salute ottimale.

Un’analisi del Kushi Institute dei nutrienti nel periodo 1975-1997 ha trovato che i livelli medi di calcio in 12 verdure fresche è sceso del 27%; i livelli di ferro 37%; i livelli di vitamina A il 21%, e livelli di vitamina C del 30%. Un analogo studio britannico dei nutrienti nella frutta e verdura nel periodo 1930-1980, pubblicato sul British Food Journal, ha scoperto che in 20 verdure il contenuto medio di calcio era diminuito del 19%; ferro 22%; e potassio 14%. Ancora un altro studio ha concluso che si dovrebbero mangiare oggi otto arance per ricavare la stessa quantità di vitamina A che i nostri nonni avrebbero ottenuto da una.

Infatti oggi la situazione è molto peggiorata rispetto a 20-30 anni fa. Una ricerca eseguita in Germania dal Prof. Liesen di Monaco, sono state effettuate analisi su campioni di vegetali regolarmente in vendita nei negozi e supermercati (sia grande che piccola distribuzione). I dati riportano le differenze nutrizionali nell’arco di circa dieci anni (1985-1996) nel contenuto di calcio, acido folico, magnesio, vitamina C e vitamina B in alcuni frutti e verdure espresse in mg.

Come possiamo vedere dalla tabella dal 1985 al 1996 c’è una diminuzione generale di circa il 50% e dal 1996 al 2002 (in soli 6 anni) c’è un ulteriore diminuzione media del 40%. Ed oggi nel 2016 dopo 14 anni, cosa dobbiamo aspettarci? Già la situazione nel 1985 non era ottima dato che come dimostra lo studio britannico, c’era già un calo medio del 20% rispetto al 1930. Se vogliamo fare un calcolo medio riassuntivo possiamo quindi dire che se nel 1930, ad esempio, un frutto conteneva 100mg di vitamine, nel 2002 ce ne sono solo 24mg! Ovvero per assimilare lo stesso contenuto vitaminico nel 2002 bisogna mangiare circa 5 frutti anziché 1! Ed oggi nel 2016??

Perché oggi frutta e verdura sono così svuotate di nutrienti?

Secondo il Dr. Donald Davis: «la colpa è delle nuove tecniche competitive usate dagli agricoltori […] per aumentare i profitti sono costretti a maggiorare la produzione, usando sistemi che fanno incrementare e maturare i raccolti assai più velocemente. […] Frutta e verdura pompate all’inverosimile e in maniera artificiale non hanno il tempo di sviluppare le naturali proprietà nutrizionali, tipiche di uno sviluppo normale. Gli sforzi per allevare nuove varietà di colture che forniscono una maggiore resa, la resistenza dei parassiti e la capacità di adattamento del clima hanno permesso colture a crescere più grandi e più rapidamente, ma la loro capacità di produrre ed aassorbire sostanze nutritive non può tenere il passo con la loro rapida crescita. Gli agricoltori vengono pagati a peso, non a seconda delle vitamine nei loro prodotti. […] Gli scienziati lo chiamano “effetto diluizione”: più la frutta e la verdura diventano grandi e rigogliose, meno contengono minerali, vitamine e altre sostanze nutritive. E’ un rapporto inversamente proporzionale, il raccolto più ricco diventa automaticamente il più povero».

Quindi secondo il ricercatore americano, l’uso di fertilizzanti sintetici, fitofarmaci e pesticidi insieme all’ibridizzazione delle specie impedisce alla pianta di sviluppare il suo contenuto nutritivo.

Una storia diversa avviene quindi con prodotti biologici. “Evitando fertilizzanti sintetici, gli agricoltori biologici mettono sotto stress le piante, e quando le piante avvertono lo stress, si proteggono dall’ambiente producendo i fitonutrienti”, spiega Alyson Mitchell, PhD, professore di scienza della nutrizione presso l’Università della California. Il suo studio di 10 anni nel Journal of Agricultural and Food Chemistry ha dimostrato che i pomodori biologici possono avere fino al 30% di fitonutrienti in più rispetto a quelli convenzionali.

Un’altra ragione per la carenza vitamina è dovuta alla grande produzione estensiva che richiede lunghi tempi di conservazione e trasporto che non fanno altro che accelerare la perdita di nutrienti. I nutrienti in frutta e verdura cominciano a diminuire appena li raccogliamo dalla pianta. Questa perdita di sostanze nutritive può essere minimizzata con il surgelamento e l’essiccazione a massimo 42 °C. L’ideale è quindi acquistare quindi da un piccolo produttore locale che raccoglie solo quando necessario. In alternativa avere il proprio piccolo orto è sempre la soluzione migliore quando ne abbiamo la possibilità.

Infine c’è un fattore di perdita di nutrienti molto sottile di cui si parla poco ed è l’inquinamento dei terreni dovuto ai metalli pesanti presenti nei terreni. L’alluminio rilasciato nell’atmosfera e nelle falde acquifere oltre ad essere tossico per il cervello umano è anche tossico per le piante perché acidifica il terreno alterandone il pH ed impedendo quindi alle piante di assorbire i nutrienti dal suolo. Il problema dei metalli pesanti riguarda anche i residui presenti nel cibo infatti molti pesticidi sono a base di metalli che rimangono e sono stati trovati nelle analisi.

 

fonte: http://curiosity2015.altervista.org/incredibile-vero-frutta-verdura-l80-meno-vitamine-minerali-rispetto-30-anni/