Un Cult – Alberto Sordi in Finché c’è guerra c’è speranza – La fantastica scena del resoconto con la famiglia – un calcio nelle palle all’ipocrisia italiana. Tutti dovremmo vedere questa scena almeno una volta ogni 15 giorni!!

 

Alberto Sordi

 

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Un Cult – Alberto Sordi in Finché c’è guerra c’è speranza – La fantastica scena del resoconto con la famiglia – un calcio nelle palle all’ipocrisia italiana. Tutti dovremmo vedere questa scena almeno una volta ogni 15 giorni!!

 

La trama del film

Pietro Chiocca, commerciante milanese di pompe idrauliche, riconvertitosi ad un più lucroso commercio internazionale di armi, gira per i paesi del Terzo Mondo, dilaniati dalle guerre civili. Per mezzo di alcune astuzie, riesce a vincere un suo rivale diventando dipendente di un’industria più importante ed assai più redditizia.

La sua famiglia, già benestante e residente nel centro di Milano, può finalmente trasferirsi in una lussuosa villa nel verde, esaudendo così il desiderio di una viziatissima moglie.

Tutto pare andare a gonfie vele, finché un giornalista del Corriere della Sera, che gli aveva procurato il contatto per la vendita di armi ad un movimento di liberazione nazionale nello stato africano della Guinea-Bissau, denuncia all’opinione pubblica l’operato di Chiocca con un articolo dal titolo «Ho incontrato un mercante di morte».

Davanti allo sdegno e al disprezzo dei propri familiari, Chiocca si offre di tornare al suo vecchio e onesto lavoro, ma costoro, posti di fronte all’alternativa di una rinuncia all’altissimo tenore di vita, preferiscono ignorare l’origine dei guadagni del loro capofamiglia.

Un vero e proprio calcio nelle palle all’ipocrisia italiana.

Tutti dovremmo vedere questa scena almeno una volta ogni 15 giorni!!

 

 

Ogni due minuti un bambino muore di malaria! Per debellarla basterebbe rinunciare a due giorni di spese militari. Ma per “loro” la “nostra sicurezza” è troppo importante per metterla in pericolo per qualche moccioso che crepa! (sostituisci “nostra sicurezza” con “business” e capirai meglio).

 

malaria

 

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Ogni due minuti un bambino muore di malaria! Per debellarla basterebbe rinunciare a due giorni di spese militari. Ma per “loro” la “nostra sicurezza” è troppo importante per metterla in pericolo per qualche moccioso che crepa! (sostituisci “nostra sicurezza” con “business” e capirai meglio).

 

Sradicare la malaria? Basta rinunciare a tre ore all’anno di spese militari

Nel mondo ogni due minuti un bambino muore per la malaria. Ma per rendere accessibili i farmaci a tutte le persone colpite e fare interventi strutturali che cancellino la malaria dal mondo basterebbero tra gli 8,5 e i 11,2 miliardi di euro. «Equivale a due giorni, al massimo due e mezzo di spese militari», denuncia Francesco Vignarca, portavoce di Rete Disarmo

Saw Zar Li è uno degli «eroi anti-malaria» del Mekong. Come lui, sono 20mila gli operatori che girano i villaggi della Cambogia, del Laos, del Myanmar, della Thailandia e del Vietnam, in prima linea per distribuire zanzariere, test rapidi per la diagnosi della malaria, medicinali e buoni consigli. La malaria, che il drammatico caso della piccola Sofia ha riportato alla nostra attenzione, non è una malattia incurabile né inguaribile. Abbiamo tutte le conoscenze per abbatterla e sradicarla e invece continua a uccidere, per quanto solitamente lo faccia lontano da noi.

Ogni anno – ha ricordato Mondo e Missione ieri – vi sono ancora 212 milioni di casi registrati e 429 mila morti di malaria: il 70% delle vittime sono bambini sotto i cinque anni, significa un bambino ogni due minuti. Un dato che leggiamo e scorre via, come se la malaria fosse una compagnia inevitabile per chi vive in un Paese tropicale. Invece le cose non stanno così: la storia di tanti Paesi (compresa l’Italia) dimostra che la malaria si può combattere e debellare.

Il mondo si è assunto questo impegno la creazione del Fondo Globale per la lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria, nel 2002 (la storia di Saw Zar è raccontata proprio sul sito The Global Fund). L’Onu negli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile ha porto come meta l’abbattimento del 90% dei casi di malaria entro il 2030.

Uno studio pubblicato su PloSOne il 31 dicembre 2014 affermava che sradicare la malaria in quindici anni (fra il 2015 e il 2030) costa circa 1,84 dollari all’anno per ogni persona che vive nei 34 Paesi a rischio, complessivamente 8,5 miliardi di dollari. Altri studi arrivano a stimare un costo massimo di 11,2 miliardi. Sradicare la malaria significa rendere accessibili i farmaci per tutte le persone che ne sono colpite ma anche fare interventi strutturali, ad esempio sull’accesso all’acqua, la bonifica di aree stagnanti, la prevenzione. Tutte conoscenze che abbiamo. E i soldi? «Abbiamo anche quelli», afferma Francesco Vignarca, portavoce di Rete Disarmo: «il costo stimato per sradicare la malaria sta fra gli 8,5 e gli 11,2 miliardi di dollari da qui al 2030, equivale a due giorni, al massimo due giorni e mezzo di spese militari nel mondo. Se volessimo invece suddividere la cifra per anno, significa che se ogni anno da qui al 2030 rinunciassimo a tre ore di spese militari, tre ore all’anno complessivamente nel mondo, lo ripeto, avremmo i 600 milioni annui necessari per sradicare la malaria».

fonte: http://www.vita.it/it/article/2017/09/08/sradicare-la-malaria-basta-rinunciare-a-tre-ore-allanno-di-spese-milit/144422/?utm_content=buffer1dcb8&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer