La lezione di Josè Pepe Mujica: “La vita è un miracolo, non sprecatela nel consumismo. Per essere felici trovate il tempo di vivere”

 

 

Mujica

 

.

.

seguiteci sulla pagina Facebook Curiosity 

.

.

 

La lezione di Josè Pepe Mujica: “La vita è un miracolo, non sprecatela nel consumismo. Per essere felici trovate il tempo di vivere”

“È fondamentale difendersi dagli attacchi del mercato. E per far ciò serve la sobrietà nel vivere, che consiste nel trovare il tempo di vivere. Questo è l’unico reale esercizio della nostra libertà”. Sono le parole di Josè Pepe Mujica, ex presidente dell’Urugay e personaggio di rilievo internazionale per la particolarità della sua presidenza, cinque anni che hanno segnato una svolta nel paese uruguayano.

Ma il suo è stato anche un esempio per il mondo. E lo ha dimostrato anche oggi, ospite al Teatro Palladium di Roma per presentare il libro “La felicità al potere” e per incontrare gli studenti. Ha parlato di capitalismo, di cultura e dell’importanza della libertà, diretta espressione della felicità, tema a lui molto caro. “Tutti gli esseri umani sono liberi – ha proseguito Mujica – ma è fondamentale che utilizzino il proprio libero arbitrio. Ad esempio, quando lavoro, perché ne ho necessità, non sono libero. Però, quando faccio qualcosa che mi piace, allora sì che sono libero”.

Per Mujica è tutta una questione di come ci si pone nei confronti del mondo: o soggiogare alle regole del mercato, del sistema e del materialismo, divenendone schiavi, oppure cercare di distaccarsi da tutto questo: “Se non posso cambiare il mondo posso cambiare la mia condotta personale e la posso cambiare adoperandomi nella ricerca della felicità”.

Una lotta individuale, quindi. Una lotta che deve avere un solo risultato, un solo scopo: la felicità. Un valore, questo, che purtroppo non è proprio del sistema vigente – se non apparentemente – nella nostra società, come sottolinea la “pecora nera al potere”, in cui domina una cultura egemonizzata dall’economia capitalista: “E’ logico che un sistema generi una cultura a suo favore, sarebbe innaturale il contrario. E questa cultura di cui parlo è molto presente nella nostra società. E che cosa ci porta? Ci porta solitudine e infelicità. Il nostro mondo moderno è caratterizzato da questi due fattori: un dato che lo dimostra è la quantità di suicidi che registriamo, un numero maggiore delle vittime di guerra sommate a quelle degli omicidi”.

Un fenomeno molto complesso quello messo in luce da Mujica. Secondo lui, questi suicidi sono l’emblema della contraddizione insita nel capitalismo: “Se da un lato, infatti, ci permette di aver un maggior grado di benessere e di vivere più a lungo, allo stesso tempo ci porta anche molti elementi negativi, come dimostrano i dati sui suicidi nel mondo”.

Non sono sfuggite a Mujica anche un paio di battute sulle prossime elezioni americane: “Non mi preoccupa tanto se vincerà Trump, perché lui passerà, così come tutti i presidenti. In Europa c’è stato Hitler, e anche lui è passato, alla fine. Quello che mi preoccupa veramente è la gente che lo voterà: loro sì che rimarranno. Loro rappresentano una classe media che, vivendo nell’incertezza, attribuisce le colpe ora ai cinesi, ora ai messicani. In realtà sta esprimendo una patologia”. Una patologia che deriva dalla concentrazione di ricchezza e benefici nelle mani di poca gente. “Un fenomeno che, negli Usa come in Europa – ha sottolineato – sta creando delle aspettative nella grande moltitudine delle classe media: sono quelli che votano Trump o che in Francia sostengono i nazionalisti. Una contraddizione che appartiene alle destre di tutto il mondo, proprio perché l’economia è globalizzata”.

“Certo – ha affermato Mujica, ritornando sulle presidenziali Usa – anche Clinton è abbastanza conservatrice”. “Il paradosso di oggi, del mondo moderno – ha proseguito – è che i candidati sono commercializzati come fossero dei prodotti, e questo lo dobbiamo alla tecnologia”. “La rivoluzione informatica che ha investito il nostro mondo – ha avvertito – avrà ripercussioni istituzionali pesanti nella forma di democrazia che avremo in futuro, così come la sta avendo sulla cultura, le università e il sistema scolastico”.

Poi un ultimo messaggio rivolto ai giovani e a chi si prepara a vivere le dinamiche del mondo e della nostra società: “La vita è un miracolo, essere vivi è un miracolo. E non possiamo vivere oppressi dal mercato che ci obbliga a comprare, ancora e ancora. Anche perché non paghiamo con i soldi, ma con il tempo della nostra vita”.

 

La geniale ricetta Svedese contro il consumismo dell’usa e getta: IVA dimezzata ai riparatori e sull’usato!!

 

consumismo

 

.

.

seguiteci sulla pagina Facebook Curiosity 

.

.

 

La geniale ricetta Svedese contro il consumismo dell’usa e getta: IVA dimezzata ai riparatori e sull’usato!!

Svezia: stop all’ “usa e getta” grazie al taglio dell’Iva
Allo studio del governo alcune misure fiscali per rivitalizzare il settore riparazioni dell’usato in declino da decenni.
Sorpresa! Dopo decenni di revisioni verso l’alto, la curva dell’Iva svedese potrebbe tornare a scendere. Il Governo, infatti, ha deciso di affrontare definitivamente, e con decisione, il problema rappresentato da una crescente tendenza della cultura “usa e getta”, escogitando una serie di misure fiscali ad hoc che, al contrario, mirano a rivitalizzare il settore da decenni in declino delle riparazioni dell’usato.L’Iva dimezzata per gli esperti in riparazioni – In pratica, per gli operatori attivi, per esempio, nei settori della riparazione di biciclette, abiti e scarpe, l’Iva scenderebbe dal 25 al 12 per cento, determinando, almeno secondo quanto stimato dai tecnici dell’Economia, un risparmio netto per utente, o cliente, di circa 40 euro per singola riparazione. Ed è solo l’inizio d’una serie di agevolazioni alternative ancora allo studio che, a regime, renderebbero insensato economicamente, oltreché sconveniente fiscalmente, buttare fuori gli oggetti vecchi o rotti e comprarne di nuove. Insomma, il fisco scenderebbe in campo per rivitalizzare l’industria del riuso, delle riparazioni, frenando il ricorso al consumo sfrenato di beni e oggetti.

Spazio anche agli elettrodomestici e lavatrici – L’eco-impulso del fisco svedese non si fermerebbe alle piccole riparazioni ma coprirebbe anche il riutilizzo di elettrodomestici quali frigoriferi, forni, lavastoviglie e lavatrici, e naturalmente caldaie e refrigeratori, condizionatori ecc….Al riguardo però non soltanto si provvederà alla rimodulazione verso il basso dell’Iva ma si varerà un credito d’imposta su misura che permetterà di compensare le imposte sui redditi dovute con le spese sostenute in corso d’anno per le riparazioni di questi beni, il cui elenco potrebbe essere ulteriormente arricchito.

Spazio all’usato – “Crediamo che queste misure potrebbero contribuire ad abbassare notevolmente i costi delle riparazioni e, al contempo, rendere più razionale il comportamento economico del riparare la merce, il bene piuttosto che disfarsene per correre a riacquistarne di nuovi”, è la dichiarazione rilasciata da Per Bolund, ministro svedese per i mercati finanziari e per i problemi dei consumatori, all’indomani dell’annuncio della svolta fiscale pro-usato e pro-riparazioni.
In pratica, la speranza del Governo è che la riduzione fiscale sulle riparazioni fornirà uno stimolo decisivo per la creazione di una nuova industria, quella dei servizi di riparazione, fornendo posti di lavoro tanto necessari in particolare per i nuovi immigrati che non hanno istruzione formale.

Non solo fisco-verde, ma una sottile strategia economica della crescita – Naturalmente, gli incentivi sono parte di uno spostamento di attenzione del governo dalla questione della riduzione delle emissioni nocive di anidride carbonica prodotte a livello nazionale al freno delle emissioni legate, in questo caso, ai beni prodotti altrove, soprattutto beni d’importazione quindi provenienti dall’estero. E ciò potrebbe determinare la levata di scudi di altri Paesi membri dell’Unione europea, critici nei riguardi d’una linea fiscale giudicata come un freno all’export, ai consumi e ai trend commerciali tradizionali. D’altra parte, la Svezia è difficilmente criticabile visto che ha provveduto al taglia delle sue emissioni annue di anidride carbonica del 23%, dal 1990 ad oggi, e già genera più della metà della sua energia elettrica da fonti rinnovabili.

La tempistica – Le proposte saranno presentate in Parlamento come parte della legge di bilancio predisposta dal Governo. A questo punto, qualora raccogliessero voti sufficienti nel corso delle sedute di dicembre, saranno legge a partire dall’1 gennaio 2017.

Stefano Latini
fonte: http://www.fiscooggi.it/dal-mondo/articolo/svezia-stop-all-usa-e-getta-grazie-al-taglio-dell-iva