Un Cult: Benigni e Troisi in “Non ci resta che piangere” – La lettera a Savonarola.

 

Troisi

 

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Un Cult: Benigni e Troisi in “Non ci resta che piangere” – La lettera a Savonarola.

 

Un cult – La lettera che Saverio (Roberto Benigni) e Mario (Massimo Troisi) scrivono a Savonarola… Divertentissomo.

SAVERIO: Dammi un foglio!

Troisi prende un foglio di carta con sul retro i conti della macelleria.
SAVERIO: Ma che mi dai un foglio con dietro i conti della macelleria?
MARIO: Ma dietro è bianca, puoi scrivere qua!
SAVERIO: Devo scrivere  al Papa con dietro i conti della macelleria? Imbecille, allora vuoi risparmiare!

Troisi gli dà un foglio pulito. Manca la penna. Benigni strappa una penna a un “pennuto” della macelleria dove si trovano (di Vitellozzo), esclamando: “Qui c’è la cartoleria a portata di mano!”.
MARIO: M’arraccumando, Saverio!
SAVERIO: Stai tranquillo.
MARIO: Con educazione, non ci dobbiamo far riconoscere…cerchiamo di  farla un po’ anonima.
SAVERIO: Allora dettala te! Vai!
MARIO: Caro Savonarola.
SAVERIO: Prima la data; quanto sarà?
MARIO: Quasi il 1500.
SAVERIO: Quasi il 1500?
MARIO: Lo sai tu quanto ne avimmo?
SAVERIO: (pensando alla loro vita “normale”) Che scrivi? Ti arriva una lettera, Roma quasi 2000?
MARIO: Metti, estate quasi 1500.
SAVERIO: Mi informo io della data.
MARIO: Allora leva la data.
SAVERIO: Caro…? Non è nostro amico…
MARIO: Aspetta un attimo, non scrivere subito. Santissimo Savonarola…
SAVERIO: Santissimo …

MARIO: Come sei bello!
SAVERIO: Santissimo Savonarola! Quanto ci piaci a noi due! L’esclamativo ce l’avrà?
MARIO: Allora, se non si sa se ci sta l’esclamativo, “scusa la volgarità!”.
SAVERIO: Scusa la volgarità? E perché?
MARIO: Quello ogni cosa è peccato! E’ capace, vede il punto esclamativo … cos’è ‘sta cosa;  l’uomo con il puntino sotto, è peccato, noi ci mettiamo con le spalle al sicuro. Scusa le volgarità…
SAVERIO: Allora  mettiamo una freccia, questo è un esclamativo, non una volgarità!
MARIO: No, no; scusa le volgarità… eventuali.
SAVERIO: Eventuali?
MARIO: Eventuali! La vuoi scrivere come dico io, o no? Allora quello dice, perché hanno scritto le volgarità se non ci sono volgarità? Allora vuol dire che volevano essere volgari e non ci sono riusciti. Volgarità eventuali!
SAVERIO: Lascia vivere Vitellozzo.
MARIO: Potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi?
SAVERIO: Savonarola!
MARIO: Savonarola! Mò dobbiamo cercare di spiegare per bene…
SAVERIO: Savonarola!
MARIO: Savonarola!
SAVERIO: Che c’è?
MARIO: Savonarola, e che è?
SAVERIO: Diamoci una calmata!
T. E che è? Qua pare che ogni cosa uno non si può muovere, e questo e quello, pure per te, oh!
SAVERIO: Oh!
MARIO: Due persone, due personcine, noi siamo due personcine per bene che non farebbero male nemmeno a una mosca…
SAVERIO: Figuriamoci!
MARIO: Figuriamoci a un santo come te!
SAVERIO: Un santone!
MARIO: Un santone come te! Anzi…
SAVERIO: Varrai più di una mosca.
MARIO: Lascia perdere, pare che lo mettiamo in competizione. Anzi, anzi spiega ogni cosa, varrai più di una mosca.
SAVERIO: Ciao.
MARIO: No, no, qua ci vuole un saluto per bene, da peccatore umile. Noi ti salutiamo con, proprio, non sappiamo nemmeno… scrivi, ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti!
SAVERIO: Cioè, che vuol dire?
MARIO: La faccia sotto i piedi e può camminare; quello pensa siamo proprio due umili.
SAVERIO: Una bellissima immagine, la nostra faccia sotto i tuoi piedi e puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
MARIO: Scusa il paragone di prima tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offenderti,  i tuoi peccatori di prima con la faccia dove sappiamo.
SAVERIO: Gli si è detto …
MARIO: Con la faccia dove sappiamo.
SAVERIO: Sempre zitti.
MARIO: Sempre zitti.

 

Arriva oggi il blue monday, il giorno più triste dell’anno…

 

blue monday

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Arriva oggi il blue monday, il giorno più triste dell’anno…

Ricerca, 4 italiani su 5 si sentono più o meno depressi

(ANSA) – Che si creda o meno al temutissimo Blue Monday, il giorno più triste dell’anno, che cade sempre il terzo lunedì del mese, gennaio è spesso associato a tristezza e umore nero. Infatti, mentre i ricordi del Natale si spengono – insieme alle luci della festa – quel che resta sono le brevi e grigie giornate, le lunghe notti buie e un conto in banca spesso più magro, al contrario del girovita che si allarga denunciando gli eccessi festivi. Combinando poi tutto questo con il ritorno al lavoro e le condizioni meteorologiche che non aiutano, non si può non essere trascinati in questo mood di mestizia e stanchezza. Ma una cosa positiva c’è: non siamo soli. Una recente ricerca promossa da Almond Board of California ha infatti rivelato che l’inverno è la stagione in cui gli italiani si sentono più scarichi, con meno di uno su cinque che dichiara di sentirsi al top delle energie in questo periodo dell’anno e un 44% che viaggia con le batterie cariche per metà o anche meno.

Tuttavia, secondo gli esperti, ci sono alcuni semplici accorgimenti che si possono adottare per contribuire a recuperare energie e buon umore: come fare dell’attività fisica, uscire con gli amici o concedersi qualche sfizio a tavola, nonostante le recenti feste, o ancora cambiare la nostra dieta inserendo alcuni nutrienti che possono aiutare a ridurre la stanchezza, come ad esempio le mandorle che contengono niacina (vitamina B3), acido folico e ferro e sono ricche di riboflavina (vitamina B2) e magnesio, tutti i nutrienti che contribuiscono a ridurre stanchezza e affaticamento. (ANSA).

tratto da:

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/stili_di_vita/2019/01/19/arriva-il-blue-monday-il-giorno-piu-triste-dellanno_a5645b39-fb05-4156-8245-8e961009c170.html

21 gennaio – Giornata degli abbracci, fanno bene a mente e corpo, una difesa da stress, infarto e infezioni

 

Giornata degli abbracci

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21 gennaio – Giornata degli abbracci, fanno bene a mente e corpo, una difesa da stress, infarto e infezioni.

“L’abbraccio è il linguaggio più alto dell’anima e del corpo.”
[Jacques de Bourbon]

Gli abbracci sono un toccasana per la salute: rilasciano ormoni salutari come l’ossitocina, riducono i livelli di stress percepiti e misurati oggettivamente (con la riduzione del principale ormone dello stress, il cortisolo), fanno bene alla salute cardiovascolare, difendono dalle infezioni e sono in grado di sprigionare emozioni positive.

Abbracciarsi fa bene, insomma, tanto che dagli anni ’80 si festeggia in Usa la giornata nazionale degli abbracci, divenuta poi Giornata Mondiale (il 21 gennaio di ogni anno).

La giornata nasce ed è stata fissata in questo periodo che è ritenuto il più triste dell’anno perché segue le feste natalizie con il loro ‘lascito’ di nostalgia e precede un altro appuntamento per molti spinoso, San Valentino.

“Il sostegno sociale e le emozioni che siamo in grado di ricevere / trasmettere mediante un abbraccio aumentano il rilascio di ossitocina – spiega all’ANSA Francesco Bruno dell’Università Sapienza di Roma, autore insieme a Sonia Canterini di ‘La scienza degli abbracci’ (Franco Angeli) – da parte del sistema neuroendocrino”. Ciò si ripercuote positivamente sugli aspetti psicologici, emotivi e sociali della salute e del benessere. Gli abbracci, infatti – continua l’esperto – favoriscono la riduzione dei conflitti, il rafforzamento di attaccamento e legami, l’aumento della capacità di riconoscere le emozioni altrui (empatia), di fedeltà e sincerità. (ANSA).

DIECI sono i benefici che portano gli abbracci: 

1 – Gli abbracci ci fanno sentire “felici”!
Quando abbracciamo un’altra persona, i nostri corpi rilasciano ossitocina, un ormone associato con la “felicità”.

2 – Gli abbracci alleviano lo stress!
Un buon abbraccio diminuisce il nostro cortisolo o livelli “stress”.

3 – I bambini hanno bisogno di abbracci tanto quanto dell’acqua e del cibo!

4 – Gli abbracci ci rendono studenti migliori!
Gli studenti che ricevono un tocco di sostegno da un insegnante hanno il doppio delle probabilità di volontariato in classe.

5 – Gli abbracci migliorano il nostro gioco!
Più sono affettuosi i membri di una squadra l’uno con l’altro, più è probabile vincere.

6 – Un abbraccio al giorno toglie il medico di torno!
Un abbraccio stimola la ghiandola del timo, che regola la produzione di globuli bianchi, che ci tengono in buona salute e liberi da malattie.

7 – Un abbraccio ferma i virus!
Per le persone malate, ricevere un abbraccio, vuol dire rendere meno gravi i sintomi e ottenere una guarigione più velocemente.

8 – Un cuore che abbraccia è un cuore sano!
Un buon abbraccio, attenua il flusso di sangue e i livelli di cortisolo, e contribuisce a ridurre le frequenze cardiache.

9 – Una coppia che si abbraccia è una coppia felice!
Le coppie che sperimentano l’amore dei loro partner attraverso affetto fisico distribuiscono livelli superiori di ossitocina.

10 – Gli abbracci fanno sapere a qualcuno che ti interessa, senza dover dire una parola!

Parole durissime di Padre Zanotelli: la strage nel Mediterraneo peserà sulla coscienza di Salvini

 

Padre Zanotelli

 

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Padre Zanotelli: la strage nel Mediterraneo peserà sulla coscienza di Salvini

Il missionario pacifista: abbiamo un governo di barbari senza cuore, stiamo perdendo la nostra umanità.

Parole durissime: La nuova strage di migranti nel Mediterraneo dove secondo i dati forniti dall’Oim ci sono state altre 120 vittime “peserà sulla coscienza di Salvini”.

Padre Alex Zanotelli, il missionario pacifista, interpellato dall’Adnkronos, dice di non trovare “quasi più parole per quanto sta avvenendo”.

Racconta: “In questi giorni mi sono letto il rapporto dell’Onu su diritti umani dei rifugiati in Libia datato 18 dicembre 2018: è devastante. Abbiamo un governo di barbari senza cuore, stiamo perdendo la nostra umanità. La situazione è insostenibile. Non riesco a capire come si possa avere un governo a cui manca l’umanità”.

Padre Zanotelli riflette quindi sul nuovo recupero, da parte della Sea Watch, di altri 47 immigranti e pensa alle parole del ministro dell’Interno che ha detto che “finchè i porti resteranno aperti, i trafficanti continueranno ad uccidere”. Al che osserva Zanotelli: “Vediamo se ora riceve questi 47 disperati. Dal momento che i porti sono aperti – perché per chiuderli serve un documento scritto del ministro e non mi pare di averlo mai visto – li dovrà ricevere da qualche parte”.

Il missionario pacifista riflette anche sui sondaggi che danno sempre la Lega in testa: “Questa è un’altra sofferenza enorme. Purtroppo nel popolo italiano, ma nel resto dell’Europa la situazione non è diversa, non so cosa sia avvenuto. Siamo usciti da una Seconda guerra mondiale, da un crogiuolo terribile, avevamo la patria dei diritti e ora all’improvviso è caduta. Le ragioni fondamentali credo siano che la tribù bianca si sente ora minacciata. Abbiamo conquistato tutto e adesso ci sentiamo minacciati, abbiamo paura e allora dobbiamo difendere il nostro benessere. E’ assurdo vivere in un mondo così disuguale. Questo è ancora peggio di Salvini”.

 

fonte: https://www.globalist.it/news/2019/01/19/padre-zanotelli-la-strage-nel-mediterraneo-pesera-sulla-coscienza-di-salvini-2036277.html

Buon compleanno Sic – Oggi 20 gennaio Marco Simoncelli avrebbe compiuto 33 anni – Un ricordo.

 

Marco Simoncelli

 

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Buon compleanno Sic – Oggi 20 gennaio Marco Simoncelli avrebbe compiuto 33 anni – Un ricordo.

Il 20 gennaio 1987 nasceva Marco Simoncelli – Sic – il gigante buono del motaciclismo. Un ragazzone dalla faccia scanzonata che diceva di se “Voglio essere ricordato come uno che regala emozioni”.

E di emozioni ce ne ha regalate. Alcuni entrano nel cuore delle persone perché un tragico destino li ha strappati alla vita anzitempo; diventano miti, ricordi indelebili, volti che si trasformano in icone per la loro generazione per quelle a seguire.

E quel 23 ottobre 2011 Sic è uscito dalle nostre vite per entrare per sempre nei nostri cuori.

Davvero quel 23 ottobre ce l’hai stampato nel cervello, come il 1 maggio di Senna, il 14 febbraio di Pantani, l’8 maggio di Villeneuve. I giorni in cui quel pezzo del tuo cuore che avevi delegato al tuo idolo, al tuo campione, se n’è andato irrimediabilmente con lui. Perché Marco Simoncelli apparteneva a quella razza. Non tanto e non solo dei campioni (chissà dove sarebbe oggi Marco nell’immaginaria griglia di partenza di questa MotoGp: quel che è certo è che con i big aveva dimostrato di poterci stare alla grande…).

Il Sic apparteneva a quella rara stirpe di fenomeni che ti entrano sotto pelle, ti portano in moto o in auto o in bici con loro, ti entrano in casa e diventano parte di te, della tua quotidianità.

Lo abbiamo capito dopo, ahinoi, che cosa era diventato Marco, per i suoi tifosi, per i suoi fan, ad uno ad uno, in centinaia di migliaia, aggrappati ai suoi riccioli biondi e castani per provare invano a invertire il senso di un destino infame e avverso, che invece il Sic ce lo aveva portato via, in quell’umido pomeriggio di otto anni fa, a Sepang: Marco che cade, le moto di Edwards e Rossi che lo urtano, l’immediata percezione che quanto avevamo appena visto era troppo grave per sperare in un miracolo.
Fu in quell’istante che scoprimmo la “generazione Sic”: quella di quei giovani che nel sorriso bonario, nell’accento, nei riccioli di Marco s’identificavano, come lo facevano twettando all’impazzata, o ascoltando le note di Vasco Rossi. Un popolo immenso e dolente, che abbracciò l’amico e l’idolo al ritorno del feretro dalla Malesia fino alla sua Coriano.

Sepang, l’incidente, i soccorsi inutili, la tragedia, le lacrime, il cordoglio: un Paese intero si scoprì affratellato nello strazio, per aver perso, insieme a quei riccioli, un pezzetto del proprio futuro, della propria fantasia, della propria immaginazione. Perché Marco era soprattutto questo: un frammento maledettamente prezioso e nascosto del nostro domani, dei nostri sogni, delle nostre attese. E’ allora – come faranno molti suoi fan – ricordiamolo con una bella sgasata, pronto a scattare dal via, destinazione infinito.

 

Il fantastico monologo di Paola Cortellesi sulla famiglia dell’amore – Mi chiamo Anna e credo nella famiglia, la famiglia dell’amore…

 

Paola Cortellesi

 

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Il fantastico monologo di Paola Cortellesi sulla famiglia dell’amore – Mi chiamo Anna e credo nella famiglia, la famiglia dell’amore…

“Mi chiamo Anna e credo nella famiglia”. Sono appena apparsa nella pancia di mia mamma e sono piccola piccola. I miei genitori hanno 19 anni e si amano di una passione infinita infatti tra di loro sento arrivare parole di incoraggiamento….La prima volta che ci siamo visti è stato durate l’ecografia, loro mi guardavano e io guardavano loro. Mia madre era bellissima e mi ha detto: “Ciao Amore”. Io non conosco ancora il significato delle parole…ma sto imparando alcune frasi….ho sentito mia nonna: “siete degli incoscienti,ci potevate pensare prima”. Ho sentito anche mio papà: “sono troppo giovane e non ce la faccio” E poi mia mamma: “ma io ti amo”. 

Mi chiamo Anna e credo nella famiglia. Sono alta un metro perché sono ancora piccola ma ho due occhi azzurri e tutti mi dicono che sono bellissima.
Mamma invece ha gli occhi neri ma è bellissima anche lei. Io e mamma  abitiamo da sole in un casa piccola ma con una terrazza piccola grande dove vediamo il parco…. certe volte stiamo zitte e sentiamo gli uccellini cantare sugli alberi e stiamo benissimo. Ho tre giocattoli preferiti: un orsetto che se gli pigi la pancia emette peti strazianti, una signorina bionda di plastica…..e un tamburo di latta che io e mamma prendiamo a bastonate e ridiamo ridiamo finché non dormiamo sul lettone.
Io e mamma siamo felici. A scuola mi prendono in giro perché dicono che non ho un papà…ma non mi serve un papà se ho una mamma che mi vuole così bene. 

Mi chiamo Anna e credo nella famiglia. Faccio la terza elementare, ho una bicicletta rossa che però posso usare solo nel cortile, e sono fortissima a campana e un genio a un due tre stella. L’unico gioco in cui stento è nascondino….perché i maschi barano perché sono dei puzzoni. Sono un po’ agitata perché mamma la vedo meno. Esce con uno…sembrano fidanzati…Lui si chiama Massimo….con me è molto gentile ma non mi fa tanto piacere quando rimane a dormire con noi. Prima passavo tutto il mio tempo con mamma e adesso lei vuole stare con lui. L’altro giorno Massimo mi ha accompagnato a scuola e la bidella mi ha chiesto: “Eh chi è questo bel signore? E’ il tuo papà?”. No è solo Massimo, un amico di mamma. Non mi piace che venga a scuola e poi mamma non è più completamente mia . Massimo è simpatico ma con me non c’entra niente. Una volta ho fatto una marachella a scuola…ho messo dei sassi nel cesso delle femmine. Hanno subito chiamato mia madre ma lei era al lavoro…..è arrivato Massimo…mi ha dato un bacino….mi ha fatto una carezza. Si è chiuso nella stanza della direttrice e difendeva me. Mi ha fatto un’altra carezza e mi ha detto: “Andiamo a casa”. 

Mi chiamo Anna e credo nella famiglia. Io, mamma e Massimo, balliamo cantiamo e cuciniamo insieme. Massimo mi aiuta anche a fare i compiti. Io quest’anno ho gli esami di terza media e mi fa un po’ paura anche se la paura più grande è un’altra…Mamma da qualche settimana ha cominciato a stare poco e bene. Ha smesso di lavorare e sta poco bene. Prende quelle medicine che le fanno cadere i capelli. Questa notte ho sognato che ballavamo tutti e tre insieme…in equilibrio su una corda sospesa tra due grattacieli. Alla fine mi sono svegliata e quando mi sono voltata mamma non c’era più. Sono rimasta da sola con Massimo. Da sola con Massimo. Mi dicono che Massimo era solo il compagno di mia madre ma non mio padre……mi dicono che un padre vero in realtà io ce l’ho….mi dicono che devo andare a vivere con lui. Mi dicono che lui vuole conoscermi e continuare la sua vita con me. Questo signore…me lo hanno fatto conoscere e quando ha pronunciato il mio nome…..io non ho riconosciuto la sua voce: “Anna io sono Claudio tuo padre”.

E’ un bell’uomo. Ha i miei stessi occhi, la mia bocca e anche il mio sorriso. Gli somiglio tanto ma lui non assomiglia alla mia anima, alla mia vita non somiglia a me. Mi dicono che posso scegliere con chi stare….mi dicono che dipende da me. Quando sono arrivato a casa, Massimo stava preparando da mangiare come sempre…l’ho abbracciato stretto stretto: ” Ti serve una mano papà?”

Mi chiamo Anna e credo nella famiglia, la famiglia dell’amore. 

Un altro fantastico spettacolo dal cielo – Il 21 gennaio ecco l’Eclissi totale di Luna – La prossima solo nel 2028…!

 

Eclissi

 

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Un altro fantastico spettacolo dal cielo – Il 21 gennaio ecco l’Eclissi totale di Luna – La prossima solo nel 2028…!

Dopo la conquista cinese del lato nascosto della Luna, cresce ancora più forte l’attesa per l’eclissi totale del 21 gennaio: meglio puntare la sveglia prima dell’alba per non perdere lo spettacolo, perché il nostro satellite si concederà per una replica solo nel 2028. A dare questa e altre utili `istruzioni per l’uso´ agli astrofili è Mauro Messerotti, ricercatore dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

«L’eclissi del 21 gennaio non sarà visibile in tutte le sue fasi, perché la Luna tramonterà prima della fine dell’eclissi parziale, ma tutta la fase di eclissi totale sarà ben visibile, meteo permettendo: sarà al mattino presto e durerà un’ora e 2 minuti», spiega Messerotti. Al centro dell’eclissi, alle ore 06:12, «la Luna si troverà a 14 gradi di altezza sull’orizzonte, nella costellazione del Cancro, in direzione Ovest-Nord-Ovest».

Dunque occhi puntati al cielo, magari con l’ausilio di un semplice binocolo per osservare meglio la superficie della Luna oscurata dal cono d’ombra della Terra. «Altrimenti bisognerà attendere quasi 10 anni prima di avere l’opportunità di vedere un evento simile», ricorda l’esperto. «Nel periodo 2001-2050, infatti, si hanno 21 eclissi totali di Luna visibili, di cui 10 interamente e 11 solo nella fase di totalità. La prossima eclissi di cui sarà visibile tutta la fase di totalità avverrà il 31 dicembre 2028, mentre la prossima eclissi totale visibile in tutte le sue fasi avverrà il 20 dicembre 2029».

tratto da: https://www.lastampa.it/2019/01/17/scienza/eclissi-totale-di-luna-il-gennaio-ecco-come-non-perdere-lo-spettacolo-del-satellite-rosso-yrNV28If3MH3KLrpig236N/pagina.html

Spese veterinarie gratuite per chi adotta cani e gatti – Così meno soli animali e persone…!

 

cani e gatti

 

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Spese veterinarie gratuite per chi adotta cani e gatti – Così meno soli animali e persone…!

Spese veterinarie gratuite per chi adotta cani e gatti, la proposta di legge in Toscana

La proposta di legge, che si ispira a quanto già realizzato in Umbria, prevede l’erogazione di prestazioni veterinarie gratuite, compresa la sterilizzazione di cani e gatti, per soggetti in svantaggio economico, per i disabili e per le persone sole con più di 65 anni di età. Secondo i firmatari così si unisce due soggetti con carenze affettive: “Sarebbero meno soli cani e persone”

Veterinario gratis per chi fa un gesto d’amore per gli animali abbandonati adottando un cane o un gatto da gattili e canili nonostante sia in una situazione di svantaggio economico. È quanto prevede una nuova proposta di legge appena presentata al consiglio regionale della Toscana dal gruppo di Fratelli d’Italia e cheha come obiettivo “l’erogazione di prestazioni veterinarie gratuite, compresa la sterilizzazione di cani e gatti, per soggetti in svantaggio economico, per i disabili e per le persone sole con più di 65 anni di età”. Si tratta di una legge “di buon senso e non di bandiera, porta a una riduzione dei costi e unisce due soggetti con carenze affettive: sarebbero meno soli cani e persone” ha spiegato al quotidiano La Nazione il primo firmatario, il  capogruppo regionale FdI Paolo Marcheschi

Il progetto di legge, per stessa ammissione dei firmatari, si ispira a quanto già realizzato nella vicina Umbria dove dal dicembre scorso una proposta analoga presentata non a caso dai consiglieri regionali  locali dello stesso partito  è diventata legge.  “L’Umbria però ha fatto una scelta diversa, l’ha inserito nel bilancio nell’ultima seduta 2018. In Toscana invece l’iter è più lungo perché la nostra è una vera e propria legge” ha spiegato Marcheschi, sottolineando: “In Toscana abbiamo inserito un articolo in più rispetto all’Umbria. Vogliamo disincentivare anche gli abbandoni. C’è anche un sostegno psicologico per le persone che devono mantenere il cane in casa, oltre a un’assistenza per quei cani difficili”. Inoltre, secondo i firmatari, la proposta vedrebbe una riduzione sensibile dei costi per i canili perché “prevede di rimborsare anche  l’utilizzo di microchip”. “Ogni giorno, nei 69 canili toscani, si spendono 5 euro per il mantenimento di un cane e quindi si arriva a spendere circa 6 milioni di euro annui”

Tratto da: https://www.fanpage.it/spese-veterinarie-gratuite-per-chi-adotta-cani-e-gatti-la-proposta-di-legge-in-toscana/

Un Cult – Robin Williams: il mitico monologo del professor Keating ne «L’attimo fuggente» – «Dobbiamo sempre guardare le cose da prospettive diverse»

 

Robin Williams

 

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Robin Williams: il mitico monologo del professor Keating ne «L’attimo fuggente» – «Dobbiamo sempre guardare le cose da prospettive diverse»

 

“Perchè sono salito quassù? Chi indovina?”
“Per sentirsi alto?”
“No! Grazie per aver partecipato.
“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.
E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi!” Coraggio!
E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.  Anche se può sembrarvi sciocco o assurdo: ci dovete provare.  Ecco: quando leggete, non considerate soltanto l’autore. Considerate quello che voi pensate. Figlioli dovete combattere per trovare la vostra voce. Più tardi cominciate a farlo, più alto è il rischio di non trovarla affatto!
Thoreau dice: “Molti uomini hanno vita di quieta disperazione”, non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno!
Osate cambiare, cercate nuove strade.!”

 

15 gennaio 1929, nasceva Martin Luther King… Se non fosse stato ammazzato oggi avrebbe compiuto 91 anni – La figlia Bernice King ci racconta l’uomo che ha sfidato il razzismo…

 

Martin Luther King

 

 

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15 gennaio 1929, nasceva Martin Luther King… Se non fosse stato ammazzato oggi avrebbe compiuto 91 anni – La figlia Bernice King ci racconta l’uomo che ha sfidato il razzismo…

Bernice King: vi racconto mio padre Martin Luther che ha sfidato il razzismo

Un’intervista a Bernice King, la figlia più piccola di Martin Luther, il leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, ucciso 50 anni fa a Memphis.

Il Guardian ha pubblicato un’intervista a Bernice King, la figlia più piccola di Martin Luther, il leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, ucciso 50 anni fa a Memphis. E’ un colloquio bello, profondo, commovente quello del giornalista Ed Pilkington con una delle eredi del pastore pacifista. Si spazia dai ricordi intimi e privati di quella che era una bambina di soli 5 anni quando il 4 aprile del 1968 le venne ucciso il padre alle riflessioni di una donna adulta sull’America di oggi, quella segnata dalle politiche di da Donald Trump.

“Quando tornava nella nostra casa sulla Sunset Avenue, ad Atlanta in Georgia, dopo aver sfidato razzisti e manganelli, mio padre faceva con noi il gioco del bacio. Per ognuno aveva un bacio in un posto zuccherino del viso. Ognuno di noi ne aveva uno – il punto di zucchero della mamma era, naturalmente,  sulle labbra; per i miei due fratelli su entrambe le guance; per Yolanda poco fuori  l’angolo della bocca e per me sulla fronte”. Bernice e i suoi fratelli – Yolanda, che morì nel 2007, Martin e Dexter – sono associati per sempre alla famosa frase di Martin Luther King del 1963, quella che risuonò come un grande monito durante la Marcia su Washington: “Ho un sogno: che i miei quattro bambini piccoli vivranno un giorno in una nazione in cui non saranno giudicati dal colore della loro pelle ma per la qualità  del loro carattere “. Bernice ricorda molto poco dell 4 aprile 1968 . “Rammento che mia mamma Coretta, mentre salivamo sull’aereo che ci avrebbe portati a Memphis disse: ‘Papà è morto, non ci parlerà più ma
il suo “spirito” è andato a vivere con Dio'”.

Scrive ancora Il Guardian: “Bernice King ha trascorso una buona parte degli ultimi 50 anni cercando di comprendere il momento in cui suo padre le è stato sottratto. È stato un viaggio personale che si abbina in modo sorprendente al viaggio pubblico che l’America ha intrapreso nel tentativo di dare un senso compiuto alla missione di uno suoi figli più cari”.

Avanzano i razzismi nel mondo, le disuguaglianze crescono assieme alle povertà. La lezione di Martin Luther si è persa? “Non credo – dice Bernice – . Le sfide degli ultimi 15 mesi hanno ulteriormente rafforzato l’eredità di King, non l’hanno diminuita. Il mese scorso alla March for Our Lives in Washington ho visto uomini e donne marciare, soprattutto centinaia di migliaia di bambini guidati dagli studenti sopravvissuti al massacro alla scuola superiore Marjory Stoneman Douglas, che hanno chiesto a gran voce alla politica di fermare la violenza armata”. Quel giorno ha preso la parola Yolanda Renee King, di nove anni, la nipote di Bernice che ha raccontato al mondo il sogno di un mondo senza armi.

“La lotta – dice ancora Bernice King al Guardian – è un processo senza fine, la libertà deve essere guadagnata da ogni generazione. E vedendo nelle strade del mio Paese i ragazzi che protestano io dico che questa nazione si è svegliata, c’è un nuovo, diverso tipo di attenzione verso i grandi problemi dell’umanità, un’attenzione che forse si era smarrita negli ultimi 25 anni. Alla fine ho ancora la stessa speranza di mio padre: che la verità disarmata e l’amore incondizionato avranno l’ultima parola”.
Bernice sarà intervistata martedì 3 aprile alle ore 21  su Rai Storia che subito dopo  trasmetterà “Un uomo nel mirino. Martin Luther King e l’Fbi”,  un documentario in prima visione che racconta la feroce opposizione politica, in parte sostenuta direttamente dal governo americano, contro il leader nero. Per molti anni infatti il reverendo King fu vittima di una campagna intimidatoria messa in atto dall’Fbi di Edgar Hoover, con atti così estremi da far sospettare ancora oggi l’opinione pubblica che l’agenzia federale fosse in qualche modo coinvolta nell’assassinio avvenuto a Memphis. Il documentario rivela la durezza della campagna d’odio ideata da Hoover, esamina nel dettaglio le strategie intimidatorie utilizzate dall’FBI nei confronti di Martin Luther King, e delinea il possibile legame oscuro tra questa campagna segreta e spesso illegale e i valori della società americana di oggi.

 

 

fonte: https://www.globalist.it/world/2018/04/02/bernice-king-vi-racconto-mio-padre-martin-luther-che-ha-sfidato-il-razzismo-2022008.html