Benessere: il deodorante naturale è nel nostro frigo

 

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Benessere: il deodorante naturale è nel nostro frigo

È il lime il deodorante naturale per eccellenza! Grazie alla sua azione disinfettante, non avremo più bisogno di ricorrere ai deodoranti chimici che spesso non ci soddisfano

 

Addio al deodorante! Stanchi con quei deodoranti chimici che garantiscono i loro effetti soltanto per qualche ora? Niente paura, arriva il deodorante naturale, dovete soltanto assicurarvi di avere nel vostro frigo un unico ingrediente. Quale? Il lime! La scoperta arriva ancora una volta dalla beauty blogger Farah Dhunkai, che ha mostrato alle sue centinaia di migliaia di followers un trucco provato sulla sua stessa pelle. Inutile dire che il video in cui la blogger mostra come utilizzare il frutto per deodorare le ascelle è diventato virale in pochissimo tempo, tra i commenti dei più scettici che la tacciano come folle, e quelli invece più entusiastici, convinti effettivamente delle proprietà di questo frutto ancora troppo poco diffuso.


Ma veniamo all’utilizzo del lime come deodorante naturale
: in realtà, non c’è molto da spiegare, Farah si limita a tagliare a metà un comunissimo lime, per poi procedere a passarlo sotto le ascelle dalla parte della polpa (qui potete vedere il video completo). È la stessa blogger a rivelare le motivazioni di questa beauty routine così singolare: “È così difficile trovare un deodorante che garantisca assorbenza e freschezza perpetue senza doverlo riapplicare, usare il succo del lime invece, mi fa sentire asciutta e mi fa profumare di fresco per tutto il giorno!”.In realtà, non si tratta di una trovata del tutto assurda, il lime infatti vanta tantissime proprietà: applicare il succo di lime direttamente sulla pelle la mantiene brillante e sana, proteggendola dalle infezioni. L’effetto deodorante sarebbe poi garantito dalla presenza in grandi quantità di vitamina C, flavonoidi, antibiotici e disinfettanti. Tra l’altro, non è la prima volta che la blogger dispensa consigli utilissimi per l’igiene e la cura personali, avevamo infatti già parlato della possibilità di far crescere velocemente i capelli grazie al collutorio e della pasta di curcuma e olio di cocco per ottenere denti bianchissimi. Pare proprio che l’era dei prodotti beauty costosissimi sia finita e questo deodorante naturale ne è soltanto l’ultima dimostrazione.

La morte? “Niente paura, è come farsi una bella dormita” – Lo afferma un testimone.

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La morte? “Niente paura, è come farsi una bella dormita” – Lo afferma un testimone.

 

Il suo nome non è noto, ma una cosa è certa: nessuno al mondo può dire di conoscere la morte meglio di lui.

Sì perché il lui in questione è ‘morto’, e poi tornato in vita, per ben due volte: la prima dopo un incidente in moto; la seconda, in sala operatoria, a causa di un’overdose di antidolorifici. In entrambe le occasioni il suo cuore ha smesso di battere per alcuni minuti (due secondo i medici).

Scampato per ben due volte alla morte l’uomo ha deciso di raccontare la sua esperienza su Reddit, dove – a beneficio degli scettici – ha allegato anche le ‘prove’ dell’incidente e del ricovero. “La prima volta – scrive sul social network – è stata poco prima dell’incidente, e l’unico pensiero nella mia mente era: ‘Oh dannazione’. Poi ho sentito il mio corpo venire meno per il dolore e ho perso completamente coscienza”.

La sua seconda esperienza è avvenuta in sala operatoria: “Sentivo dolore dappertutto e ad un certo punto non ho sentito più nulla, semplicemente non c’era più la vita. Poi mi sono risvegliato e ho sentito di nuovo il dolore”.

Di quei momenti il sopravvissuto ha ricordi molto confusi. A chi gli ha chiesto di descrivere cosa si prova, ha risposto: “Era come un vuoto nero, senza pensieri e senza coscienza. Tutte e due le volte ho sentito di ‘non essere lì’. È stato come schiacciare un sonnellino senza sogni: ci si sveglia e si ha la sensazione di aver dormito a lungo, anche se in realtà sono passati solo pochi minuti. Se i medici non mi avessero detto nulla, avrei pensato di aver fatto solo un un lungo sonno”.

Insomma, se avete paura di morire sappiate che è un timore mal riposto. Lui ne è sicuro: “Ora so che non è molto peggio che farsi una dormita. Quando si muore, semplicemente si smette di esistere: non c’è nulla di cui preoccuparsi!”.

Ciao mondo!

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Per rinfrescarVi la memoria – L’oncologa Patrizia Gentilini: Bayer-Monsanto, chi fa profitto con farmaci e pesticidi può avere a cuore la salute?

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L’oncologa Patrizia Gentilini: Bayer-Monsanto, chi fa profitto con farmaci e pesticidi può avere a cuore la salute?

La recente notizia dell’acquisto della Monsanto da parte di Bayer è fonte di preoccupazioni molto serie in chi ha a cuore la salute pubblica perché le grandi manovre condotte dalle multinazionali dell’agrochimica stanno portando alla concentrazione in pochissime mani di un enorme potere di controllo sia sulla produzione di cibo che su quella dei farmaci: elementi fondamentali per la salute delle popolazioni. Se prima bastavano le dita di due mani per contare i soggetti che controllavano il settore, oggi, dopo le concentrazioni in atto, le dita di una mano sono sovrabbondanti: in pratica, quando le fusioni in atto andranno definitivamente in porto, saranno solo tre i soggetti che si spartiranno un mercato da cui dipendono le vite dell’intera popolazione mondiale: Du Pont-Dow ChemicalSyngenta- ChemChina e Bayer-Monsanto. L’unica multinazionale del settore che è rimasta tagliata fuori è la Basf, che pure aveva tentato la scalata a Syngenta, ma è stata battuta dal colosso cinese ChemChina, lo stesso che ha acquisito la nostra Pirelli.In particolare è l’ultimo accordo in ordine di tempo tra Bayer e Monsanto, quello destinato a generare il maggiore scalpore per la grande esposizione mediatica della multinazionale statunitense, leader nella produzione di sementi Ogm, in particolare di quelli resistenti all’erbicida Roundup. Come è ben noto anche l’erbicida è prodotto dalla Monsanto ed è a base di glifosato, sostanza recentemente classificata come probabile cancerogeno per l’uomo ed al centro di grande dibattito nei mesi scorsi per quanto riguarda il rinnovo della sua commercializzazione in Europa.

In realtà le promesse degli Ogm faticano sempre di più ad essere mantenute, sia perché le spese a carico degli agricoltori sono quadruplicate ed guadagni non sono quelli sperati, sia perché stanno aumentando le piante che presentano resistenza al glifosato e molecole sempre più potenti e pericolose per la salute vengono messe in commercio con tutto ciò che ne consegue. Già nel 2015 un articolo sul New England Journal of Medicine segnalava l’utilizzo di un nuovo composto ottenuto dalla aggiunta al glifosato del 2-4D, un componente del famigerato “agente arancio” usato come defoliante in Vietnam.

Ma sia ben chiaro, l’effetto cancerogeno è solo la punta dell’iceberg del complesso delle patologie umane cronico-degenerative correlabili ad esposizione cronica a pesticidi, compreso il glifosato. La letteratura scientifica che correla l’esposizione a pesticidi a malattie quali Parkinson, Alzheimer, Sla, diabete, infertilità, endometriosi, patologie respiratorie, autoimmuni, renali, cardiache, malformazioni etc è imponente e purtroppo si conferma che il solo vivere in prossimità di aree in cui si pratica l’agricoltura industriale diminuisce nei bambini le capacità cognitive e ne aumenta il rischio di cancro.

Anche la Bayer è una delle massime multinazionali della chimica, produttrice contemporaneamente di farmaci e di pesticidi, specie insetticidi organofosforici utilizzati in ambiente domestico, ma estremamente pericolosi se l’esposizione avviene durante l’infanzia, la gravidanza o addirittura prima del concepimento. Dati raccolti a livello internazionale e di recente pubblicati hanno dimostrato che i rischi per tutti i tipi di leucemia nella prole aumentano dal 30 al 55% e lo studio conclude con la raccomandazione di limitare il più possibile l’esposizione indoor a tali sostanze nelle fasi più precoci della vita. Ma come si può pensare che chi trae profitto dal vendere farmaci e pesticidi non eserciti ancor più di ora azioni lobbistiche volte ad intralciare qualunque politica orientata alla prevenzione primaria, alla sostenibilità e alla sicurezza alimentare?