Un fuoco chiamato Peppino – A 42 anni dall’assassinio di Peppino Impastato NOI NON LO DIMENTICHIAMO

 

Peppino Impastato

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Un fuoco chiamato Peppino – A 42 anni dall’assassinio di Peppino Impastato NOI NON LO DIMENTICHIAMO

Peppino Impastato, assassinato il 9 maggio 1978, come Roberto Mancini, Rita Atria, Ilaria Alpi e tantissimi altri e altre, non è rimasto mai alla finestra. La commemorazione che non è accompagnata dalla stessa determinazione del gridare contro tutte le mafie e nel costruire ogni giorno un mondo diverso è solo un mantello di ipocrita complicità. Smettiamola con l’antimafia da parata, l’antimafia da salotto, l’antimafia vuota e retorica. Peppino Impastato non è un laico santino per un giorno ma è un fuoco che ci deve ardere dentro.

 

“Chi lascia fare e s’accontenta, è già un fascista”

(Cesare Pavese, da La casa in collina)

 

“È successa la stessa cosa con Falcone e Borsellino, le persone che hanno lavorato per questo Paese sono riconosciute dopo la morte”. Questa le amare parole di Monica Dobrowolska, la vedova di Roberto Mancini, nell’intervista a Il Fatto Quotidiano Tv del 28 febbraio di quest’anno, mentre ribadiva che l’unico vero rispetto alla memoria del marito è sconfiggere le ecocamorre e “salvare” la Terra dei Fuochi. Un’intervista dura e intensa che ricorda le parole del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, ormai nove anni fa. È ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire, è l’ora invece di dimenticare le lacrime, è l’ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finché avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda”.

Ogni ricordo, ogni commemorazione, ogni anniversario, lo si è scritto tante volte in questi anni, nasconde la più insidiosa delle trappole: la retorica vuota e buona solo per sfilate e cerimonie piene di belle parole e la creazione di laici santini. E poi tornare alla vita di sempre. Ma Peppino Impastato, Roberto Mancini, Rita Atria e tanti altri non sono vissuti per alimentare annuali prefiche. Hanno pagato l’altissimo prezzo di un fuoco ardente dentro, di una tensione etica, politica, civile fortissima. Hanno aperto gli occhi sul mondo che li circondava, non si sono accontentati di lamentarsi ma hanno speso le loro esistenze per lasciarlo migliore di come l’avevano trovato.

Monica Dobrowolska fu intervistata in occasione dell’uscita del libro “Io morto per dovere”, sulla storia di Roberto e il suo impegno per la “Terra dei Fuochi”, insieme all’autore Nello Trocchia. Nello è un cronista che da anni segue e insegue fatti, crimini, documenta, denuncia. È un giornalista con la schiena dritta e che mai è rimasto in silenzio per convenienza o connivenza. E il suo omaggio, col libro scritto insieme a Luca Ferrari, è tappa di questo percorso d’impegno, si ricollega con un fortissimo filo rosso a tutto quanto ha realizzato in questi anni. Infatti il libro non descrive un santino, non fa un’agiografia strappalacrime. Riporta trame, nomi, cognomi, circostanze. Chiede giustizia per chi ha denunciato anni e anni prima quel che accadeva nella “Terra dei Fuochi”, per quel silenzio e quelle denunce rimaste inevase.

Il sistema che ha impedito a Roberto Mancini di salvare la “terra dei fuochi” e di combattere le eco camorre è lo stesso nel quale s’imbatterono Ilaria Alpi, Mauro Rostagno e tantissimi altri. E non rimasero in silenzio, si ribellarono, denunciarono, si posero contro le trame di mafiosi, imprenditori senza scrupoli, politici collusi e conniventi, massoneria più o meno deviata (si rilegga a questo proposito quanto riportato nella relazione finale della “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari” del 1994). Quel sistema è ancora in piedi, vive e prolifera nei silenzi, nelle complicità, nelle finestre affollate mentre la coscienza chiama. In Campania, in Sicilia, nel Lazio e altrove. Anche nell’Abruzzo da dove sto scrivendo. Dove ci sono piccole e grandi “terre dei fuochi” conosciute o sconosciute, dove la camorra è arrivata a stoccare i suoi rifiuti, tra Abruzzo e Molise, nelle cave dell’interno e in altri posti. Ma molti girano la testa dall’altra parte, fanno finta di non sapere.

Le commemorazioni degli occhi chiusi e delle bocche cucite sono le commemorazioni delle tre scimmiette, sono inutili, offensive, sono ipocrite complicità. Lamentarsi che è tutto uno schifo, che siamo circondati da un mondo marcio e rimanere inerti è accettarlo. Un’accettazione che diventa reale ogni volta che si sceglie la prevaricazione, la raccomandazione, la clientela, la legge del più forte, che si piega la testa di fronte al “padrone” feudale. Si chiama complicità, è il brodo di coltura della mafiosità, del marcio che Peppino Impastato, Roberto Mancini, Rita Atria hanno ripudiato e combattuto. Le mafie non sono organizzazioni isolate che violano banalmente e soltanto una formale legalità. Perché, lo si è già accennato poc’anzi, si può essere mafiosi senza violare un solo articolo di legge. E le mafie sono immerse e si alimento in ben precisi contesti sociali, politici, culturali.

Rita Atria si ribellò alla sua famiglia, ai suoi codici, all’omertà e alla complicità ai boss. Un medioevo familista e borghese, ipocrita e perbenista. Peppino Impastato non fu un “bel giovine” scapestrato. Peppino era marxista, si era reso conto che la mafia e le classi dominanti sono un blocco unico, espressione del padrone oppressore, apriva gli occhi quotidianamente e documentava, denunciava, ricostruiva. Non era antico quel mondo che Peppino ripudiò e denunciò, era mafioso, omertoso, connivente, servo. E lui capì che le uniche catene dell’oppressione che non si spezzano sono quelle che si accettano. E lo spezzare di quelle catene, di quel sistema borghese e oppressivo, di quella cultura ipocrita e servile continua. È un altro inganno sempre dietro l’angolo: guardare al passato, pensare che tutto sia finito in anni ormai lontani. Non è così. Perché le trame continuano, prosperano, infettano. Per dirla con Pippo Fava, ancora “i mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione”. E c’è chi documenta, denuncia, si ribella.

Commemorare chi non c’è più e dimenticarsi dei vivi è “rimanere alla finestra” ed è già, parafrasando Pavese, essere mafioso. Esiste l’antimafia da parata, l’antimafia da salotto, l’antimafia vuota e retorica, l’antimafia di chi in realtà si amalgama (per dirla con le parole di Roberto Mancini) al sistema. E c’è chi quotidianamente rifiuta favori e clientele feudali, chi ripudia il sistema marcio e lo documenta, denuncia, facendo nomi, cognomi, atti, trame. Senza fare sconti e pagando prezzi altissimi, senza mai farsi comprare.  L’elenco potrebbe essere lunghissimo. Così come potrebbe essere lunghissimo l’elenco delle trame, delle connivenze, dell’oppressione mafiosa e criminale. Chi veramente vuol realizzare commemor-azione, chi vuol aprire gli occhi nomi, cognomi, atti e fatti li conosce e li trova facilmente. Per gli altri c’è poco, anzi nulla, da fare. Non ne ho fatti di nomi in quest’articolo (a partire da chi fu denunciato da Rita, ed ha complicità in altissimo, da chi tentò di “silenziare” le inchieste di Ilaria Alpi e Roberto Mancini, di chi per decenni depistò le indagini sulla morte di Peppino e così via, da chi quotidianamente è puparo o pupazzo di sistemi intrisi di mafiosità) per questo. Chi non vuol vedere non vede. Chi sente il peso della propria schiena troppo esagerato per alzarsi, chi non si vuol muovere ed è addirittura infastidito da chi lo fa, non si smuove. Sono i complici più ipocriti e servili del Sistema, del padrone e del feudatario. E sono falsi. Perché non vogliono ammettere la realtà. Che la mafia la vogliono non perché ne hanno paura ma perché la loro sopravvivenza è all’insegna del fascistissimo “me ne frego”, perché è comodo girarsi dall’altra parte, perché una raccomandazione, una “leccata”, un prostarsi può sempre essere utile. Perché è tanto, troppo facile puntare il dito giudicando chi lotta perché “tanto si è tutto uguali” (ma chi paga il prezzo della coscienza e chi si fa pagare quello del “materasso di piume” non saranno mai uguali!), credere che Peppino Impastato era un terrorista, che Pippo Fava e don Peppe Diana andavano per “fimmine”, che Ilaria Alpi fu vittima di una rapina, che nulla potrà mai cambiare, che chi rifiuta la raccomandazione è uno che non vuol lavorare, che la difesa del territorio è un inutile e dannoso fastidio burocratico.

Ma Peppino Impastato, Pippo Fava, Rita Atria, Roberto Mancini sono molto più vivi di lor signori, perche è ancora possibile lottare, non arrendersi, impegnarsi perché – come scrisse Rita Atria – “se ognuno di noi prova a cambiare forse ce la faremo”. Perché Peppino Impastato non è un laico santino per un giorno ma è un fuoco che ci deve ardere dentro, imponendoci di non rassegnarci, di  non essere complici, di mettere a nudo ogni mafia e mafiosetta piccola o grande che sia. Un fuoco che dobbiamo far ardere anche per chi non sa neanche che esiste, per chi lo ha spento. E se a qualcuno darà fastidio, se qualche borghese in poltrona e alla finestra sarà infastidito, se i moralisti a basso prezzo ci sentono come minaccia e li turbiamo, è una soddisfazione in più.

I 10 cibi più salutari al mondo ma i meno consumati.

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I 10 cibi più salutari al mondo ma i meno consumati.

 

Quali sono i cibi più salutari del mondo? Una domanda a cui sarebbe importante dare una risposta precisa, se vogliamo badare al nostro benessere generale.

Diciamo che possono esserlo tutti o nessuno, tutto varia in base a modalità di cottura o a una miriade di fattori. Tuttavia però possiamo stilare una lista di 10 cibi ritenuti i primi 10 salutari per caratteristiche , proprietà e utilità al nostro organismo. Purtroppo però, se rappresentano i primi dieci nella lista dei cibi più salutari, non non rappresentano i primi 10 cibi più consumati nel nostro paese, a causa di molte motivazioni che non descriveremo in questo articolo.

Andiamo invece a conoscere questi 10 alimenti e a capire il perché sono i migliori.

Ci sono molti studi scientifici sull’argomento, ma non c’è un accordo 100 % fra tutte queste ricerche, perché ciascuna di esse ci propone alimenti differenti, ad ogni modo nelle posizioni più alte troviamo:

 

I mirtilli

proprietà:

  • proprietà antiossidanti, per combattere i radicali liberi e per la prevenzione  dell’invecchiamento cellulare,
  • ricchi di fibre e per  la digestione e la motilità intestinale.

 

I semi di chia

proprietà:

  •  proprietà curative che dovrebbero rientrare come elementi d’eccellenza nell’ambito di un’alimentazione sana perché,
  • contengono molti omega 3, proteine e fibre.

 

Noci

proprietà:

fanno parte di questa classifica dei cibi più salutari al mondo perché:

  •  contengono acidi grassi omega 3, che agiscono contro l’invecchiamento,
  • sono  fonte naturale di melatonina, quella sostanza che ci aiuta a dormire bene.

 

Kiwi

Proprietà:

  • sono la più grande fonte di vitamina C, il doppio delle arance, si hai capito bene, al contrario di quanto si pensi,
  • sono ricchi di potassio nella stessa quantità di quanto lo siano le banane, il potassio è un altro elemento cardine della vita.

La quinoa

proprietà:

  •  permette di ottenere proteine nobili, senza ricorrere al consumo della carne,
  • versatile in cucina per la preparazione si di primi, aggiungendola alle zuppe, che per i secondi preparandone ricche insalate.

 

Il tè verde

proprietà:

  • è il miglior antiossidante,
  • contiene le  catechine, che agiscono nella prevenzione dei tumori. E’consigliabile berne  tre tazze al giorno.

 

 l’avena

proprietà:

  • alto contenuto di fibra solubile che riduce il colesterolo e previene malattie cardiache,
  • fornisce senso di sazietà.

 

I broccoli

proprietà:

  • Contengono gli  indoli, sostanze vegetali, che riducono il rischio di incorrere in alcune forme di tumore,
  •  contengono anche flavonoidi, che sono degli efficaci antinfiammatori.

 

Il salmone

proprietà:

  • La migliore fonte in assoluto di proteine magre,
  • abbonda di omega 3 e antiossidanti.

 

Gli spinaci

proprietà:

  • contengono molti antiossidanti, in grado di proteggere la salute degli occhi. Fra questi ci sono la luteina e la zeaxantinache riescono anche a prevenire i tumori,
  • Controllano  il diabete.

 

A noi non ci fanno sapere niente, ma Chernobyl brucia ancora…!

 

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A noi non ci fanno sapere niente, ma Chernobyl brucia ancora…!

 

Chernobyl brucia ancora

Preoccupante allarme lanciato dall’europarlamentare Dario Tamburrano . «Un grande impianto, finanziato con fondi UE, usa come combustibile legno contaminato proveniente da Chernobyl; i fumi vanno per l’aria e le ceneri tossiche vengono impiegate come fertilizzante in tutta l’Ucraina avvelenando i raccolti. Che poi vengono esportati (anche in Italia)».

Preoccupante la denuncia dell’europarlamentare Dario Tamburrano .

«Chernobyl brucia ancora. Il fuoco é finanziato con i soldi dei cittadini europei ed il risultato é l’arrivo di cibo radioattivo sulle nostre tavole. Lo dice l’associazione di volontariato “Mondo in cammino” , e sullo scandalo che essa denuncia desideriamo fare luce. Tanto per cominciare stiamo preparando un’interrogazione alla Commissione Europea. Oggi – il 31mo anniversario della tragedia – é il giorno più adatto per parlarne»: spiega Tamburrano.

«Nella zona di Ivankiv (Ucraina), a poca distanza da Chernobyl, la banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (ERBD , che é sostenuta dalle istituzioni UE, ha finanziato la costruzione di Ekotes, un enorme impianto a biomassa che produce energia elettrica usando come combustibile non solo il legno locale, fortemente radioattivo, ma anche sembrerebbe il legno ancor più radioattivo che viene illegalmente tagliato nella “zona di interdizione” attorno alla centrale nucleare esplosa il 26 aprile 1986. Gli alberi bruciati da Ekotes hanno assorbito ed incorporano le sostanze radioattive depositatesi al suolo a causa dell’incidente: soprattutto (ma non solo) Cesio 137 e Stronzio 90 . Durante la combustione queste sostanze in parte vengono disperse nell’atmosfera e in parte si concentrano nelle ceneri che, a quanto afferma “Mondo in cammino” – vengono distribuite ai contadini di tutta l’Ucraina affinché le usino come fertilizzante nei campi. Così la radioattività delle ceneri viene incorporata dal cibo: e l’Ucraina esporta verso l’UE grandi quantità di derrate alimentari».

«Secondo i dati di “Mondo in cammino”, la centrale a biomasse Ekotes arriva a bruciare in un solo giorno quasi 6.500 quintali di legno; ogni quintale di legno produce – oltre alle emissioni in atmosfera – un chilo di cenere con una radioattività media pari a 3.000 Becquerel. E’ impossibile sapere dove esattamente finisce il cibo concimato con le ceneri radioattive. Tuttavia dal 2014 l’Ucraina é legata all’UE da un accordo di associazione e dal primo gennaio 2016 UE ed Ucraina formano una zona di libero scambio. Per fare un solo esempio, già nel 2015 l’Ucraina ha quadruplicato la quantità di grano venduta all’Italia ed é diventata il terzo maggior fornitore di grano destinato alla panificazione nel nostro Paese. Noi ci preoccupiamo – giustamente – per la pagnotta germogliata sulle ceneri  radioattive: ma la gente che vive attorno alla centrale a biomasse, oltre a mangiare cibo contaminato, respira la radioattività diffusa nell’aria dall’impianto. Secondo “Mondo in cammino”, circa il 90% dei bambini della zona di Ivankiv soffre di turbe cardiache correlate all’incorporazione nel tempo di Cesio 137 e nei cimiteri le lapidi di bambini e ragazzi stanno occupando uno spazio spropositato. La banca EBRD (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo), che ha finanziato la centrale a biomassa Ekotes, annovera fra i fondatori l’Unione Europea (a quel tempo si chiamava Comunità Europea) e la Banca Europea degli Investimenti, che è l’istituzione finanziaria dell’UE. Ha finanziato in Ucraina addirittura 377 progetti per un ammontare complessivo di oltre 12 miliardi di euro: fra di essi c’è anche il mantenimento in funzione delle vecchie e pericolose centrali nucleari “sorelle” di Chernobyl che hanno raggiunto e superato l’età pensionabile. A suo tempo ne abbiamo chiesto conto alle istituzioni UE, ricevendo rassicurazioni dall’EBRD e dalla Commissione Europea . Interrogheremo presto la Commissione Europea per verificare se quelle promesse siano state mantenute, sia per sollevare la questione della centrale elettrica a biomasse Ekotes».

Tamburrano sul suo portale pubblica anche i  documenti ricevuti da “Mondo in cammino” sull’impianto sulle ceneri radioattive.

fonte: http://www.terranuova.it/News/Ambiente/Chernobyl-brucia-ancora

È ALLARMANTE: I bambini non sanno più fare capriole!

 

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È ALLARMANTE: I bambini non sanno più fare capriole!

 

Palestre scolastiche inesistenti o inadeguate, nessuna programmazione per i corsi di educazione fisica a scuola e niente più gioco all’aria aperta, né nei parchi né nei ‘vecchi’ cortili di casa. Ed ecco cosa ci ritroviamo: bambini sempre più fragili e inadeguati all’attività sportiva.

Sono questi i risultati di un’inchiesta condotta dal Corriere della Sera sulla forma fisica dei giovani italiani, che peggiora anno dopo anno e fa crescere una generazione senza forza, senza resistenza e incapace dei più semplici gesti atletici. “In prima media due ragazzi su tre non sanno eseguire una capovolta in avanti: si bloccano, contorcono, accasciano su un fianco. Un tempo le capriole si apprendevano in maniera naturale giocando, tra i 6 e gli 8 anni, dopo aver imparato a rotolare e strisciare. Doverla insegnare a ragazzi di 11-12 anni che pesano già 40 chili significa recuperare un ritardo”, spiega al quotidiano Sergio Dugnani, docente di Scienze del Movimento all’Università di Milano. “Vedo ragazzini in difficoltà se chiedi loro di saltare a piedi pari una riga disegnata sul pavimento. Non sono disabili: semplicemente non l’hanno mai fatto“, aggiunge laconicamente Annalisa Zapelloni, professoressa di educazione fisica e moglie del compianto Giorgio Guarnelli, fra i più apprezzati allenatori di lancio della Fidal.

Andare in bicicletta o correre, nel frattempo, non sono più patrimonio comune della gioventù, che sulle strade ha da sempre provato – fra sbucciature e gare con gli amici – i primi assaggi dell’attività agonistica. “Non è un caso che a scuola tanti ragazzi siano perennemente infortunati. La loro muscolatura è così poco tonica da creare problemi di postura: dopo pochi minuti in piedi devono sedersi. Sono stanchi”: così Mario Bellucci, curatore di uno studio che illustra come le capacità aerobiche degli adolescenti italiani stiano calando al ritmo dell’1% l’anno.

Non solo capriole e due ruote. Mancano proprio forza e resistenza, tanto che più di un ragazzo su due non ha sufficiente forza nelle braccia, l’80% neanche nelle gambe e quasi la metà manca di coordinazione: questi gli esiti dei test creati e condotti in un istituto superiore della provincia di Rimini. A spiegare il perché di questi drammatici numeri è sempre Dugnani: “Il gioco nel cortile, quello che permetteva lo sviluppo armonico involontario del corpo, è scomparso. Dal rincorrersi, saltare la corda, lanciarsi la palla ci si è ridotti all’immobilità dell’appartamento e del videogioco“.

Nicola Mattei

 

fonte: http://lospillo.info/cosi-il-sistema-crea-rammolliti-i-bimbi-non-sanno-piu-fare-capriole/?utm_campaign=coschedule&utm_source=facebook_page&utm_medium=Lo%20Spillo

Per non dimenticare: esattamente 2 anni fa sembrava lo scandalo del secolo. Poi improvvisamente nessuno ne ha parlato più – Truffavano la gente spacciando olio di oliva per extravergine. Ecco i nomi dei 7 primari marchi che sarà meglio evitare!!

 

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Era il Novembre 2015. Sembrava lo scandalo del secolo. Poi improvvisamente nessuno ne ha parlato più. Noi vogliamo ricordarvelo – Truffavano la gente spacciando olio di oliva per extravergine. Ecco i nomi dei 7 primari marchi che da ora sarà meglio evitare!!

“Taroccavano l’olio”, spacciando olio di oliva per extravergine, ecco i nomi delle sette aziende italiane sotto inchiesta

L’accusa è pesante: frode. Il pm Raffaele Guariniello accusa sette  case produttrici di olio di aver venduto olio vergine di oliva, spacciandolo per olio extravergine di oliva. La segnalazione era arrivata al pm da un periodico specializzato in informazione alimentare. A seguito della segnalazione si sono mobilitati i carabinieri del Nas che hanno scoperto, dopo […]

 

da il Corriete.it

«Olio d’oliva venduto come extravergine»: inchiesta a Torino
Indagate 7 aziende italiane

Il pm Raffaele Guariniello ha aperto fascicolo su sette aziende italiane leader nel settore tra cui Carapelli e Bertolli. L’accusa: vendevano olio d’oliva come extravergine.

Olio d’oliva spacciato come extravergine quando in realtà non lo era. È bufera su molte grandi aziende italiane, finite al centro di un’inchiesta dei Nas di Torino coordinata dal procuratore Raffaele Guariniello. Sul registro degli indagati sono stati iscritti per frode in commercio i rappresentanti legali di Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Coricelli, Sasso, Primadonna e Antica Badia. Dai campionamenti effettuati dai Nas, che hanno prelevato bottiglie di tutte le marche, tra cui le più vendute, è emerso che le sette imprese avrebbero dichiarato al consumatore, scrivendolo sulle confezioni, che l’olio venduto era extravergine – o al cento per cento o comunque presente e miscelato con altri oli – quando in realtà sarebbe semplicemente stato «olio vergine», cioè appartenente a una categoria inferiore per qualità, con parametri fisico-chimici diversi dall’olio più costoso.

I campionamenti

Guariniello ha anche informato il ministero delle Politiche agricole illustrando il lavoro finora svolto dai Nas. I campionamenti sono stati fatti nei laboratori dell’Agenzia delle dogane, uno degli enti più autorevoli e affidabili per l’analisi dell’olio di oliva. Al termine delle verifiche, i risultati delle marche esaminate sarebbero risultati al di sotto dei valori definiti dall’Unione europea come necessari per dichiarare un olio «extra vergine».

Segnalazione da un mensile

L’inchiesta è nata nel giugno del 2015 con l’arrivo di una segnalazione, inviata al procuratore Guariniello in persona, dal mensile Il Test (ex Salvagente). Al magistrato era stato spedito anche un articolo, uscito la scorsa estate, in cui si descriveva l’esito di una mini-inchiesta svolta dalla redazione del periodico in un’annata particolarmente dura per la produzione di olio. Un anno con una produzione in forte calo, anche per via della xylella, e con il rischio per i produttori, per risparmiare, di rivolgersi all’estero o di vendere oli più scadenti.

I test

Venti bottiglie di olio delle marche più vendute erano state analizzate dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il Comitato di assaggio dell’ente, dopo i test organolettici, che sono considerati solitamente attendibili e sufficienti per la valutazione, aveva declassato nove degli oli provati e aveva sostenuto che fossero semplici «oli di oliva vergine» perché presentavano difetti. In seguito, erano stati fatti i controlli chimico-fisici sui principali parametri di acidità, perossidi e alchil esteri.

Potenziale inganno al consumatore

L’inchiesta di Guariniello non verte sulla potenziale nocività degli oli venduti. Nessuna delle sostanze analizzate infatti ha messo in commercio prodotti nocivi per la salute. L’unico problema è quello – secondo l’accusa – del potenziale inganno rivolto al consumatore, che avrebbe pagato circa il 30percento in più una bottiglia di olio pensando che fosse “extra vergine” quando in realtà non lo era. Gli oli “incriminati” sono stati giudicati dall’agenzia delle dogane «scarsi» non in assoluto, ma in rapporto alla dicitura che riportavano sull’etichetta.

Il ministro Martina: «Rafforzati i controlli»

«Seguiamo con attenzione l’evoluzione delle indagini della Procura di Torino, perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell’olio d’oliva italiano», scrive in una nota il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. «Da mesi abbiamo rafforzato i controlli, soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014 il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro. È importante ora fare chiarezza per tutelare i consumatori e migliaia di aziende oneste impegnate oggi nella nuova campagna di produzione».

L’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ha dichiarato che il GLIFOSATO non è cancerogeno e non provoca mutazioni genetiche. Inoltre fa dimagrire, aiuta la diuresi e fa nascere figli biondi e con gli occhi azzurri …ma vaffanculo, va!!

Glifosato

 

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L’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ha dichiarato che il GLIFOSATO non è cancerogeno e non provoca mutazioni genetiche. Inoltre fa dimagrire, aiuta la diuresi e fa nascere figli biondi e con gli occhi azzurri …ma vaffanculo, va!!

Glifosato, siamo sicuri che non sia cancerogeno?

Il 15 marzo 2017 l’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ha dichiarato che il glifosato  – il noto erbicida della Monsanto – non è cancerogeno e non provoca mutazioni genetiche, riconoscendo tuttavia che provoca seri “danni agli occhi” ed è “tossico con effetti duraturi sulla vita in ambienti acquatici”.

Conclusioni quindi abbastanza simili a quelle cui già l’Efsa nel novembre 2015 era pervenuta dichiarando che “improbabile” che il glifosato fosse cancerogeno. La decisione dell’Echa era nell’aria e non ha quindi destato troppa sorpresa, ma è comunque interessante analizzarla in dettaglio. Va ricordato che al momento della sua immissione sul mercato il glifosato era stato propagandato come una molecola assolutamente sicura, nociva solo per le “erbacce” che disseccava, immediatamente degradabile, che non comportava rischi di alcun tipo né per l’ambiente né per le persone. Già il fatto che ora se ne riconosca una tossicità duratura per l’ambiente acquatico la dice lunga sulle rassicurazioni a suo tempo fornite.

Del resto è innegabile che glifosato e il suo metabolita Ampa siano le sostanze più presenti nelle acque superficiali e profonde della Lombardia – l’unica regione che sistematicamente le ricerca. Le molecole tuttavia sono ampiamente presenti anche nelle acque di Toscana ed Emilia Romagna dove solo negli anni più recenti sono state ricercate. In Emilia Romagna su 20 campionamenti esaminati nel 2016 solo 3 rientrano nel limite di 0,1µg/l e le peggiori situazioni si sono riscontrate nel canale Fossatone a Cesenatico  con  1 ,2 µg/l di glifosato e a Ravenna dove l’Ampa raggiunge 6,1 µg/l.

Il recente parere formulato dall’Echa ancora una volta  ha considerato anche studi non pubblicati, non sottoposti a revisione e condotti dall’industria produttrice e – comunque come ha prontamente replicato la Iarc (Agenzia per la Ricerca sul Cancro) questo non inficia la classificazione di “cancerogeno probabile“(2A) del marzo 2016 dalla stessa Iarc.

Inoltre, come ammette la stessa Echa, il parere è basato “esclusivamente sulle proprietà dannose della sostanza. Non tiene conto della possibilità di esposizione alla sostanza e quindi non tratta dei rischi di esposizione”. Questa  affermazione è veramente paradossale perché non può essere considerato rassicurante il fatto che il glifosato non induca in modelli sperimentali il cancro o mutazioni genetiche, senza che sia stata valutata l’esposizione prolungata e “a piccole dose” quale quella cui sono sottoposti non solo gli agricoltori, ma anche i consumatori dal momento che il glifosato si ritrova ormai comunemente anche negli alimenti.

Di fatto sono proprio queste  esposizioni a rappresentare un rischio per la salute delle persone, specie delle frange più vulnerabili quali donne in gravidanza e bambini, che quindi non sono stati tenuti in alcun conto. Non va infine dimenticato che alcuni membri della commissione dell’Echa presentano potenziali conflitti di interesse avendo lavorato anche per l’industria chimica.

Comunque, a parte l’effetto cancerogeno, sono purtroppo molti altri i rischi per la salute umana correlati alla molecola: in particolare nella formulazione commerciale agisce anche come interferente endocrino e può influenzare l’apoptosi in cellule placentari umane. Secondo un altro recente lavoro il glifosato, rappresenta un fattore di rischio anche per la celiachia e numerose altre patologie attraverso modificazioni del microbioma intestinale (in particolare di  lactobacilli e bifidobatteri). Si indurrebbero così infiammazione, malassorbimento, allergie alimentari, intolleranza al glutine, diminuita sintesi di vitamine e acido folico.

Una vasta opposizione sociale è già da tempo in atto contro l’uso di questa sostanza: in Italia è presente da oltre un anno una coalizione di 45 grandi associazioni ambientalisti e anche in Europa l’8 febbraio scorso è sta avviata una Ice (Iniziativa Cittadini Europei) di valore giuridico con l’obiettivo di spingere la Ue a vietarla definitivamente. E’ necessario raggiungere 1.000.000 di firme nei prossimi mesi in tutta Europa e già oltre 400.000 sono state raccolte. Qui si può sottoscrivere, unitamente agli estremi di un  documento di identità.

Dietro questa molecola si muovono interessi enormi, specie ora che la Monsanto sta per confluire  nella tedesca Bayer e non va dimenticato che glifosato è strategico nella produzione di organismi geneticamente modificati (Ogm) quali mais, soia colza resi resistenti all’erbicida, che quindi può essere usato in dosi ancora più massicce.

La battaglia contro il glifosato è comunque ormai chiaramente diventata  il simbolo di una guerra più ampia contro l’agricoltura industriale. Fortunatamente sta  sempre più emergendo, anche nella comunità scientifica, la necessità di un nuovo concetto di agricoltura in grado di preservare la qualità dei suoli, la salubrità del cibo e quindi della salute umana.

Anche un altro recentissimo lavoro non solo rafforza questo concetto, evidenziando che la sostenibilità ambientale deve improrogabilmente entrare nel calcolo della sostenibilità delle produzioni agricole affinché questa possa essere considerata attuabile e realistica, ma mette anche in seria discussione la necessità, data per scontata dal mondo scientifico, di dover raddoppiare le quantità di cibo entro il 2050 per garantire alimenti a tutta la popolazione mondiale e da sempre invocata per giustificare l’agricoltura industriale.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/19/glifosato-siamo-sicuri-che-non-sia-cancerogeno/3459661/

Tumori: dall’Università di Padova una nuova terapia tutta Italiana che uccide solo le cellule malate

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Tumori: dall’Università di Padova una nuova terapia tutta Italiana che uccide solo le cellule malate

Tumori: una nuova terapia uccide solo le cellule malate

Uno studio italiano ha fatto luce su un nuovo meccanismo per sottoporre le cellule cancerogene a stress ossidativo, risparmiando al contrario quelle sane: un passo avanti rispetto alla normale chemioterapia

Dall’Università di Padova, un team di scienziati ha posto le basi per una nuova terapia antitumorale. I ricercatori sono riusciti infatti a sintetizzate nuove molecole che causano l’alterazione della funzioni dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule: in tal modo le unità cancerose vanno incontro a un forte stress ossidativo, il quale però risparmia le cellule sane. Il processo, descritto sulla rivista Cancer Cell, è stato testato in vitro su alcune cellule isolate e ha dato risultati più che positivi.

Nello specifico, queste nuove molecole bloccano farmacologicamente il funzionamento del canale ionico Kv1.3 mitocondriale, determinando un’eccessiva produzione di radicali liberi dell’ossigeno nelle cellule tumorali che esprimono la cosiddetta proteina Kv1.3.

«In esperimenti di laboratorio su cellule isolate – dichiara Ildiko Szabo, principale autrice dello studio – abbiamo verificato che i composti progettati e sintetizzati dal nostro gruppo di ricerca portano alla morte delle cellule tumorali, anche quando queste sono resistenti ai chemioterapici. Le cellule sane invece sono risparmiate, sia perché il canale ionico è presente in quantità più basse sia per via della limitata produzione di radicali liberi dell’ossigeno».

Questi nuovi composti sintetizzati, dunque, eliminano quasi del tutto le cellule B leucemiche che sono state utilizzate in laboratorio e sono state ottenute da pazienti affetti da leucemia linfatica cronica, una delle malattie ematologiche più diffuse nel mondo occidentale. Nel sangue ottenuto da questi pazienti solo i linfociti B patologici vengono eliminati, mentre i linfociti T sani, importanti per la difesa immunitaria, non vengono aggrediti, dimostrando l’azione selettiva di queste molecole verso le cellule tumorali.

«Inoltre – conclude la prof.ssa Szabo – abbiamo ottenuto ottimi risultati, sempre su topi di laboratorio, anche per il melanoma e per l’adenocarcinoma del dotto pancreatico, i quali rappresentano due tipi di tumori con prognosi sfavorevole. In entrambi i casi è stata osservata una significativa riduzione del volume tumorale (rispettivamente del 90% e del 60%), senza alcun effetto collaterale per gli animali. In particolare è stata preservata la funzionalità cardiaca e immunitaria, che sono spesso compromesse in seguito ai cicli di chemioterapia»

fonte: http://salute.ilgiornale.it/news/25489/cellule–sane-molecole-/1.html

La rivincita dei Grani Antichi Siciliani contro i prodotti tossici che ci arrivano dall’estero: arrivano 22 nuovi “custodi” per dieci varietà!

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La rivincita dei Grani Antichi Siciliani contro i prodotti tossici che ci arrivano dall’estero: arrivano 22 nuovi “custodi” per dieci varietà!

 

Da I Nuovi Vespri

Grani antichi siciliani: arrivano 22 nuovi ‘custodi’ per dieci varietà

Il parere favorevole è stato espresso dalla  Commissione sulle varietà da conservazione dei grani antichi, presieduta dal Dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Gaetano Cimò. Ad ognuna di queste richieste accolte corrisponde un agricoltore che diventa custode della varietà. Iniziativa lodevole, anche se per il grano duro la Regione potrebbe fare molto di più

“La Commissione sulle varietà da conservazione dei grani antichi, presieduta dal Dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Gaetano Cimò, ha espresso parere favorevole in merito a 22 richieste di iscrizione di varietà di grano al Registro nazionale delle varietà da conservazione”.

La notizia la leggiamo in un comunicato diffuso dall’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici. 

“I pareri saranno inviati al Ministero Politiche Agricole per l’emanazione dei successivi decreti ministeriali di iscrizione al registro – leggiamo sempre nel comunicato diramato da Cracolici -. Le nostre varietà di grano e i prodotti trasformati di qualità certificata e biologici, uniti alla straordinaria forza attrattiva del made in Sicily, possono intercettare una domanda crescente nel mondo ed aprire nuovi spazi di mercato. Abbiamo riattivato i processi di iscrizione e certificazione per le varietà autoctone siciliane e per la valorizzazione dei grani antichi, per dare la possibilità alle aziende interessate di cogliere questa opportunità”.

“ La valutazione ha riguardato 46 richieste di iscrizione pervenute – sottolinea il Dirigente generale del dipartimento, Agricoltura, Cimò -. Dall’esame sono stati rilasciati 22 pareri favorevoli che riguardano varietà di grano. Altre 22 domande di iscrizione saranno oggetto di chiarimenti ed integrazione documentale e saranno valutate in Commissione non appena verranno completate, mentre 2 istanze sono state rigettate”.

La Commissione, come già ricordato, ha accolto 22 richieste. Eccole:

due per la varietà Bidì; una per la varietà Romano; una per la varietà Regina, una per la varietà Capeiti; una per la varietà Tripolino; una per la varietà Tumminia Reste Bianche; sei per la varietà Perciasacchi; quattro per la varietà Russello; una per la varietà Maiorca; e quattro richieste per la varietà Tumminia Reste Nere.

Ad ognuna di queste richieste accolte corrisponde un agricoltore che diventa custode della varietà. Ruolo che ha onori ed oneri. L’onore è quello di custodire questa varietà di grano antico della Sicilia; l’onere è legato alla cura che l’agricoltore è tenuto a dedicare alla varietà di grano che custodisce.

Com’è possibile notare, una varietà può avere due o più custodi:a la varietà Perciasacchi – nota varietà di grano duro antico della Sicilia – ha ben sei custodi.

Ogni custode diventa, in piccolo, il titolare di una ditta sementiera: produce il seme e lo può vendere.

La costituzione della Commissione sulle varietà da conservazione dei grani antichi è un fatto importante, perché aiuta a valorizzare grani antichi che, altrimenti, avrebbe avuto difficoltà di diffusione; per non parlare della difficoltà nel commercializzare, ad esempio, pasta prodotta con grani antichi non registrati.

Insomma, il Governo regionale, questa volta, ha fatto una cosa buona. Anche se per il grano duro della Sicilia dovrebbe fare molto di più: per esempio, difendendo gli agricoltori dalle speculazioni al ribasso dei prezzi; e difendendo il grano duro della Sicilia dall’invasione di grani duri esteri di pessima qualità.

fonte: http://www.inuovivespri.it/2017/04/21/grani-antichi-siciliani-arrivano-22-nuovi-custodi-per-dieci-varieta/

Sale, un killer silenzioso: ecco i 5 cibi più salati che proprio non ti aspetti …è sconcertante!

 

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Sale, un killer silenzioso: ecco i 5 cibi più salati che proprio non ti aspetti …è sconcertante!

Il sale fa male, ormai lo sanno anche i bambini. È in corso in questi giorni la Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo di sale, promossa dall’associazione mondiale World Action on Salt & Health (WASH). Purtroppo, anche se si fa attenzione a ridurne le quantità in cucina, molto spesso il sale si nasconde in alimenti considerati insospettabili.

L’eccessivo consumo di sale provoca l’aumento della pressione e favorisce malattie cardiovascolari, infarto del miocardio e ictus cerebrale, ma è associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, come i tumori dell’apparato digerente, l’osteoporosi e la malattia renale cronica.

Limitare l’utilizzo del sale è utile ma non basta se si considera che gran parte del sale che consumiamo ogni giorno proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato, dal pane ai formaggi.

1. Cioccolata calda

Ebbene sì. Pensando a una bella tazza bollente, la prima cosa che ci viene in mente è lo zucchero. Ma la cioccolata contiene anche tanto sale, il cui sapore è ovviamente nascosto dallo zucchero.

2. Cereali per la colazione

Una porzione di cornflakes Kellogg contiente 0,34 grammi di sale, la stessa quantità trovata nei cereali più dolci, come quelli al caramello ad esempio.

3. Insalate preconfezionate

Inutile dire che farsele da soli è decisamente la soluzione. Ciò vale ancora di più se si considera che alcune insalate contengono tantissimo sale.

4. Maionese

Anche la maionese contiene troppo sale. Forse non è proprio tra gli insospettabili ma magari ad essa è solitamente associata una grande quantità di grassi. Come sempre, il nostro consiglio è di preparla in casa.

5. Hummus e creme di formaggio

Il formaggio è certamente un alimento saporito ma le creme lo sono ancora di più. Anche l’hummus acquistato nella grande distribuzione contiene troppo sale. Meglio prepararlo in casa abbondando di spezie e aromi, non credete?

Cosa si può fare inoltre per ridurre il consumo di sale?

  • Leggiamo sempre le etichette
  • Scegliamo gli alimenti che ne contengono meno, meglio se a basso contenuto di sale, cioè inferiore a 0.3 grammi per 100 g
  • Riduciamo il sale a tavola preferendo il sale marino integrale, le spezie, le erbe aromatiche
  • Riduciamo gli alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola)
Importante, nel primo anno di vita evitare il sale nelle pappe dei bambini.

 

Francesca Mancuso

fonte: https://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/23382-sale-nei-cibi

Attenzione a cosa bevi! Ecco le bibite da EVITARE perchè nocive per la salute!

 

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Attenzione a cosa bevi! Ecco le bibite da EVITARE perchè nocive per la salute!

In estate soprattutto…meglio stare attenti a cosa si beve per dissetare la sete…

Di cose poco salutari ne mangiamo davvero tante. Amcune vote perché ci troviamo fuori casa, altre perché non abbiamo tempo di cucinare e quindi, il pranzo o la cena si trasformano in un mix di grassi e quant’altro. MA SAPETE CHE OLTRE A MANGIARE, BEVIAMO ANCHE BIBITE ALTAMENTE NOCIVE?

Ecco perchè oggi vi mostriamo la lita delle bevande più tossiche per il nostro organismo, le quali andrebbero proprio evitate!
Ovviamente le più scontate sono proprio le bibite gassate, soprattutto quelle DIET…Ebbene, di Dietetico, in queste bibite vi è solo la scritta!!!

Questo perchè vi è la sostituzione dello zucchero con dolcificanti artificiali altamente nocivi, per non parlare poi dei coloranti e conservanti ormai presenti ovunque!
Insomma, le varietà di bibite in commercio sono davvero molte ma alla luce dei fatti non ci si può più fidare di esse. Sarà la concorrenza spietata e le richieste sempre più elevate di mercato…Fatto sta di che a noi ci vendono le sempre le solite schifezze.
Per andare sul sicuro, dovremmo fidarci solo di ciò che produciamo e confezioniamo noi stessi.

Ecco una dettagliata lista delle peggiori bibite da evitare…

1. SUCCHI DI FRUTTA INDUSTRIALI

SUCCO DI FRUTTA?
Ma siamo davvero sicuri?
Infatti contengono solo una percentuale di frutta (che in quelli di sottomarca è veramente minima). Il resto è acqua addizionata da coloranti e zuccheri artificiali. Per questo motivo è buona regola leggere con attenzione l’etichetta
Essi altro non sono, che un’ insieme di aromi e dolcificanti vari che accompagnati da coloranti e conservanti ci danno VAGAMENTE l’idea di succo di frutto. In realtà di frutta ci è ben poco e si salutare altrettanto! Meglio se ve lo preparate in casa…Almeno sapete cosa state bevendo…

2. ENERGY DRINK
Ebbene, la maggior parte degli Energy Drink contiene un quantitativo altamente eccessivo di sostanze eccitanti, come ad esempio la Caffeina. Essa, accompagnata da zuccheri raffinati diventa ancor più un mix nocivo per la nostra salute e per le nostre energie. Questo perchè tali bibite riescono a darci energie A BREVE TERMINE, una volta cessati i benefici ci sarà un rapido calo delle forze.

3. INFUSI AROMATIZZATI ALLA FRUTTA O AI FIORI
La maggior parte di queste bevande, si ammassano sugli scaffali dei supermercati soprattutto con l’ arrivo dell’estate. Ve ne sono di ogni genere e misura. Per grandi e piccini ma… Sempre le solite brodaglie. Ultimamente si è diffusa la moda degli infusi freddi aromatizzati ai fiori o anche alla frutta… Anche qui ovviamente abbiamo per poco di infuso…e tantissimo di aromi e dolcificanti. Se proprio volete bere qualcosa di leggero e naturale è consigliabile preparare il vostro decotto naturale in casa. Potete adoperare la frutta di stagione e frutta secca. Magari fare una limonata fresca e dissetante!

4. BIBITE GASSATE DI VARIO GENERE
Che problema queste bibite! Ultimamente, seguendo lo studio di una ricerca, è stato dimostrato che tali bevande sono una delle cause principali legate all’obesità. Soprattutto nei più piccini… NON VI PARE UN SEGNALE DI ALLARME? Esse sono un surplus di coloranti artificiali, zuccheri raffinati e chissà quale altra sostanza nociva Probabilmente è impossibile individuare anche delle proprietà benefiche legate al potere digestivo, ovviamente assunte raramente e con una moderata quantità, ma la lista dei problemi è ben più rilevante e lunga rispetto ai punti a favore. Come per i the già pronti, anche le bevande gassate sono le responsabili di obesità e diabete, per non parlare del comune problema della carie.

5. TE CONFEZIONATO IN BOTTIGLIA
Altre che bibite dissetanti…Esseno sono solo capaci di creare dipendenza in modo tale da indurti a consumarne ancora e ancora! Queste bevande affollano gli scaffali dei nostri supermercati, sia in bottiglie grandi che piccole. Addirittura vi sono i concentrati per i più piccini. Sia il tè freddo confezionato che il preparato per tè freddo in polvere possono contenere conservanti e coloranti, oltre ad una smoderata presenza di zucchero raffinato. Pensate che il te in polvere (come preparato già pronto da essere sciolto in acqua) causa casi di diabete per via dei contenuti elevati di zuccheri ed alte sostanze

. 6. LIMONATA IN BOTTIGLIA
Wow…Chiamarla limonata è già un azzardo di per se! La limonata confezionata può contenere dolcificanti aggiunti, coloranti e conservanti. Di limoni naturali o anche artificiali non vi è nessuna traccia. Compare solo la scritta…ed pè anche troppo! Ovviamente, non essendoci limoni, scordatevi anche che vi siano tracce di vitamina C.

7. LIQUORI VARI Una comune abitudine del post pranzo/cena… Magari utilizzati come digestivi o semplicemente come passatempo quando non siamo in casa! Consumare tali bibite, oltre che a provocare obesità, può generare problemi al fegato e ai reni, degenerando spesso in patologie ben più serie di semplici disturbi. L’American Cancer Society ha reso noto che coloro che consumano 3 o più bicchieri di liquore al giorno hanno oltre il 36% di probabilità di ammalarsi di tumore. MICA POCO!?

8. BIBITE PER LO SPORT
Uno sportivo vero devo stare attento a ciò che mangia ma anche a ciò che bene…E assumere questo genere di bevanda, certamente non lo premia! Questa, come le altre, sono bevande artificiali le quali vengono spacciate per bibite vitaminiche ricche di sali minerali…Ma non è tutto oro quello che luccica… Esse infatti contengono molti coloranti, conservanti ed un mix di zuccheri naturali e artificiali. Dunque non sai mai cosa bevi! Forse è meglio affidarsi ad un buon bicchiere di acqua fresca…e il gioco è fatto!