35 milioni di morti l’anno! Cocaina? Sigarette? Droga? NO, ZUCCHERO BIANCO !!

 

ZUCCHERO BIANCO

 

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35 milioni di morti l’anno! Cocaina? Sigarette? Droga? NO, ZUCCHERO BIANCO !!

 

Lo zucchero raffinato è tra i maggiori imputati dell’insorgere di quelle che vengono definite come malattie del benessere: diabete, obesità, problemi legati al metabolismo, ipertensione, danni a livello del fegato. Secondo studi recenti lo zucchero raffinato sarebbe da considerare tra le cause che ogni anno provocano la morte di 35 milioni di persone, con particolare riferimento al diabete ed alle malattie cardiocircolatorie.

Uso e abuso di un alimento nocivo e di largo consumo presente nella nostra alimentazione

La presenza dello zucchero è del 14% nella canna, del 17,20% nella barbabietola, insieme a clorofilla, microelementi e minerali. In questa concentrazione e composizione, lo zucchero, è un alimento di alto valore nutrizionale poiché contiene in forma organica molte sostanze nutritive necessarie alla vita.

Alimento che assumiamo in modo alterato attraverso dolci, caramelle, bevande commerciali, conserve, liquori, prodotti salati, ecc, è il prodotto finale di una lunga trasformazione industriale (circa 9 lavaggi chimici!) che uccide e sottrae tante sostanze vitali, come le vitamine presenti appunto nella barbabietola o nella canna da zucchero.

Le sostanze zuccherine sono alimenti importantissimi della nostra dieta poiché rappresentano la fonte primaria per la produzione di energia necessaria all’organismo e per questo motivo devono essere completi di tutto ciò che la natura ha loro fornito per cedere al nostro corpo, la loro ricchezza.

Perché lo zucchero bianco, è una sostanza nociva?

Lo scienziato Dr. M.O. Bruchner, specialista delle malattie interne, primario dell’ospedale Eben Ezer, LemgoLippe, (Germania), dopo diverse ricerche scientifiche sostiene che l’uomo necessita di carboidrati “zuccheri” per la sua attività vitale, quali fattori di energia. Di conseguenza viene da pensare: lo zucchero è uno degli alimenti più favorevoli per produrre energia, insieme ad altri zuccheri derivati da farina bianca come pane, pasta, riso, patate. Gli zuccheri industriali, quindi le farine bianche come pure lo zucchero d’uva, il fruttosio, l’aspartame, il saccarosio per esempio fabbricati sinteticamente, nel corpo agiscono ben diversamente.

Per la loro decomposizione e disposizione necessitano delle stesse vitamine, sostanze minerali ed enzimi come tutti gli zuccheri di frutta e amidi naturali, ma questi ultimi contemporaneamente li forniscono, mentre gli altri ne privano il corpo (andando a pescare nelle ossa, nelle cartilagini, nelle strutture tendinee ecc.) impoverendolo da un lato e disorientando le sue funzioni dall’altro. Purtroppo la scienza ha sempre voluto trascurare questo problema che è alla base di molte malattie a carattere infiammatorio autoimmunitario.

Dove passa lo zucchero che distrugge, arriva la medicina che tenta di riparare curando gli effetti del diabete, del colesterolo, della pancreatite, della iperglicemia ecc. Il consumo abituale dello zucchero bianco distrugge in gran parte le vitamine del gruppo B. La vitamina B1 d’altro canto è necessaria per l’assimilazione dei carboidrati.

La vitamina B

Quanto più zucchero viene introdotto, tanto maggiore è il fabbisogno di Vitamina B1, poiché esso l’asporta, causando:

  • Lesioni ai tessuti nervosi; dato l’alto fabbisogno di vitamina B1, essi perdono assai presto la loro capacità di funzionamento.
  • La vitamina B1 permette, in presenza di magnesio, la così importante decomposizione dell’acido lattico (prodotto di degradazione del glicogeno [glucosio immagazzinato]). Per mancanza di vitamina B1 aumenta il contenuto di questi acidi nel sangue e nei tessuti e ne sono soprattutto coinvolte l’ attività cerebrale e cardiaca.
  • La B1 regola il giusto scambio dell’insulina nel corpo. La sua carenza è causa di diabete.
  • La carenza di B1, causa inoltre una modifica nell’economia fosforica (ricordo che il fosforo è un minerale molto importante ai fini di molti processi metabolici) e un’elaborazione insufficiente del glucosio, che si manifestano con malattie cardiache croniche.
  • La B1, regola lo scambio dell’albumina (proteina del plasma prodotta dal fegato che regola in un certo senso i liquidi cellulari e le varie pressioni all’interno della cellula) e dei nuclei cellulari. La sua presenza abbatte gli stadi preliminari dell’acido urico prevenendo malattie degenerative come gotta, artrite ecc.
  • La carenza di B1 causa anormalità nella pressione del sangue, e nella sudorazione.
  • La B1 è necessaria per la sintesi degli acidi grassi essenziali (i famosi Omega 3 – Omega 6), che hanno il potere di arrestare l’arteriosclerosi.
  • La carenza di B1 causa disturbi nella formazione dell’acido cloridrico (prodotto per la digestione) nello stomaco, l’affievolimento e la degenerazione della muscolatura intestinale ed anche la degenerazione dei vasi sanguigni capillari, con conseguenti dilatazioni, ed emorragie.
  • La carenza di B1 fa sentire il bisogno di stimolanti come alcool, carne, caffè, tè, cioccolato, tabacco, poiché determina l’indebolimento degli effetti stimolanti dell’adrenalina.

Questi sono soltanto degli effetti più gravi causati dalla carenza di vitamina B1.

Spesso a stati carenziali metabolici come i problemi relativi al calo delle difese immunitarie, il medico dietologo, integra l’alimentazione con le vitamine del gruppo “B”, ma non consiglia al paziente di “abolire” lo zucchero bianco e limitare l’uso delle farine bianche; è come dire all’obeso di continuare a mangiare come fa di solito ma con la sola eccezione di mettere la saccarina nel caffè oppure consigliare l’aspirinetta o altro “come per esempio il doppler alla carotide” al cardiopatico che divora ogni giorno quantità ingenti di cibo e magari sta morendo!

Ma non è finita… La carenza di vitamina “B” causa disturbi nell’assimilazione degli zuccheri, crampi e ostacola pure la formazione dei globuli rossi, poiché i composti del ferro sono male utilizzati. Gli occhi non distinguono i colori e perdono la potenza visiva all’imbrunire; spesso è ostacolato il normale sviluppo del feto, con conseguenti malformazioni, accorciamento delle ossa delle braccia e delle gambe, della mandibola, fusione delle dita e delle costole, fenditure del palato e persino aborti, parti prematuri e nati morti.

Consideriamo inoltre ciò che può ancora causare lo zucchero quale distruttore dell’Acido Nicotinico, altro membro del gruppo delle vitamine B. Esso aiuta a promuovere le ossidazioni, vale a dire la combustione e la scomposizione dei prodotti intermedi del ricambio, degli zuccheri. Inoltre esso è di aiuto nell’utilizzazione dei grassi e delle proteine, nella trasformazione di sostanze minerali e degli ormoni, e partecipa in modo determinante alla respirazione cellulare, vale a dire allo scambio di assunzione dell’ossigeno e di eliminazione dell’acido carbonico nelle cellule (un prodotto del metabolismo cellulare).

Vanno ancora aggiunti come effetti nocivi all’uso abituale di zucchero bianco i più svariati quadri morbosi, fra cui: stanchezza, insonnia, debolezza nervosa, stati depressivi, mal di testa, disturbi nel ritmo del sonno, facile sudorazione, crampi e intorpidimento delle estremità, debolezza muscolare, inappetenza o bulimia (appetito insaziabile), stitichezza, atonia gastrica e intestinale, assenza di succhi gastrici, bruciori di stomaco, dismenorree (mestruazione dolorosa), metrorragie (perdita di sangue di origine uterina), aborti e parti prematuri, disturbi cardiaci e circolatori, anemia, disfunzioni ghiandolari, pruriti, infiammazioni della lingua, delle gengive e della laringe. ecc.

Lo zucchero raffinato ci sottrae anche l’acido pantotenico facente parte del gruppo “B”

La sua mancanza blocca addirittura l’effetto delle altre vitamine e ostacola la giusta rigenerazione del sangue e delle mucose. L’acido pantotenico agisce inoltre quale epatoprotettore (protettore del fegato) e aiuta la funzione della tiroide. I bruciori ai piedi e alla pianta dei piedi, con dolori passeggeri, fulminei agli arti inferiori, combinati ad arrossamento o colore bluastro della pelle, come pure la formazione della forfora sono, altri sintomi di carenza di questa vitamina. Lo zucchero raffinato per poter essere utilizzato sottrae inoltre anche altre vitamine e sostanze minerali importanti tra le quali vitamina E, H, con possibili altri danni causati da queste carenze.

Come viene prodotto lo zucchero bianco?

Meno di due secoli fa lo zucchero bianco non esisteva e l’unica fonte dolce, oltre al miele e alla frutta, era rappresentata dallo zucchero di canna integrale importato dai tropici. Come conseguenza delle guerre napoleoniche, l’Europa smise di importare lo zucchero dalle Americhe. Napoleone ebbe allora la brillante idea di estrarre lo zucchero dalla barbabietola. Essendo il prodotto dell’estrazione poco gradevole al gusto, si completò l’opera con un processo di raffinazione il quale, come avviene anche per la farina bianca, provoca la perdita di vitamine e minerali producendo una sostanza chimica pura e morta, ma bianca.

Il succo zuccherino proveniente dalla prima fase della lavorazione della barbabietola o della canna da zucchero, viene sottoposto a complesse trasformazioni industriali: prima viene sottoposto a depurazione con latte di calce che provoca la perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio; poi, per eliminare la calce che è rimasta in eccesso, il succo zuccherino viene trattato con anidride carbonica.

Il prodotto quindi subisce ancora un trattamento con il velenosissimo acido solforoso per eliminare il colore scuro e successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. Si arriva così allo zucchero grezzo.

Da qui si passa alla seconda fase di lavorazione: lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone animale e poi, per eliminare gli ultimi riflessi giallognoli, viene colorato con il colorante blu oltremare o con il blu idantrene (proveniente dal catrame e quindi cancerogeno). Il prodotto finale è una bianca sostanza cristallina che non ha più nulla a che fare con il ricco succo zuccherino di partenza e viene venduta al pubblico per zuccherare (avvelenare) gran parte di ciò che mangiamo.

Che cosa è rimasto del primo succo scuro ricco di vitamine, sali minerali, enzimi, oligoelementi che avrebbero dato tutto il loro benefico apporto, di energia e di salute? Nulla! Anzi, per poter essere assimilato e digerito, lo zucchero bianco ruba al nostro corpo vitamine e sali minerali (in particolare il calcio e il cromo) per ricostituire almeno in parte quell’armonia di elementi distrutta dalla raffinazione. Le conseguenze di tale processo digestivo sono la perdita di calcio, nei denti e nelle ossa, con l’indebolimento dello scheletro e della dentatura. Ciò favorisce la comparsa di malattie ossee (artrite, artrosi, osteoporosi, ecc.) e delle carie dentarie che affliggono gran parte della civiltà occidentale.

Cosa provoca il tossico zucchero bianco a livello intestinale?

A livello dello stomaco del pancreas e del duodeno provoca quello che tutti i giorni o quasi riscontro a studio: processi fermentativi con produzione di gas e tensione addominale e l’alterazione della flora batterica con tutte le conseguenze che ciò comporta (coliti, stipsi, diarree, formazione e assorbimento di sostanze tossiche, ecc.).

Come faccio ad asserire questo? Semplice, chiedo alle persone che si sottopongono ai miei trattamenti il loro stile alimentare e puntualmente mi confermano che adottano un’alimentazione “zuccherina”! Quindi questo prodotto così trasformato è necessario alla buona salute?

È stato ampiamente verificato che le popolazioni non raggiunte dalla cosiddetta “civiltà bianca” non sono soggette a carie o altre malattie dei denti. Con l’arrivo dei bianchi e dei loro prodotti alimentari raffinati (zucchero, dolciumi, alcool, pane, pasta…), gli aborigeni dell’Australia, i Maori della Nuova Zelanda, gli Indios del Perù e dell’Amazzonia, i Pellerossa del Nordamerica ecc. hanno anch’essi cominciato ad essere soggetti alle stesse malattie dei bianchi; l’incidenza della carie, che prima era una malattia a loro del tutto sconosciuta, è arrivata a colpire fino al 100% cosi come le altre malattie dell’organismo dall’artrite reumatoide all’osteoporosi, alle malattie autoimmuni ecc ecc.

Il pericoloso zucchero bianco ha una grossa influenza sia sul sistema nervoso sia sul metabolismo, creando prima stimolazione poi depressione. In realtà si crea una vera forma di dipendenza, come avviene con la droga, a tutti gli effetti! Ciò è causato dal rapido e violento assorbimento dello zucchero nel sangue che fa salire la cosiddetta glicemia. Di fronte a tale subitanea salita, il pancreas (l’organo per eccellenza che gestisce gli zuccheri) risponde immettendo insulina nel sangue e ciò provoca una brusca discesa del tasso glicemico detta “crisi ipoglicemica” caratterizzata da uno stato di malessere, sudorazione, irritabilità, aggressività, debolezza, bisogno di mangiare per sentirsi di nuovo su di tono (il classico stato down che avverte il tossicodipendente). La conseguenza di questa caduta degli zuccheri è l’immissione in circolo, da parte dell’organismo, di altri ormoni atti a far risalire la glicemia.

Questi continui “stress” ormonali con i loro risvolti psicofisici determinano un esaurimento delle energie con l’indebolimento di tutto l’organismo e impoverimento del sistema immunitario.

Quando mangiamo 50 gr. di zucchero bianco, la capacità fagocitaria dei globuli bianchi si riduce del 76% (ossia la capacità di questi organi a combattere le infezioni) e questa diminuzione del sistema di difesa dura circa 7 ore. Le gravi malattie che oggi affliggono l’umanità (cancro, AIDS, sclerosi, malattie autoimmuni, ecc.) nascono proprio da un indebolimento immunitario del quale lo zucchero bianco e l’alimentazione raffinata sono senz’altro tra i maggiori responsabili. I danni dello “squisito veleno” bianco sono tanti altri ancora e a tutti i livelli, per esempio, circolatorio (con l’aumento di colesterolo e danni alle arterie), epatico, intestinale, ponderale (con l’aumento di peso e l’obesità), cutaneo ecc., ecc. Ipotizziamo, ad esempio, di bere quattro tazzine di caffè zuccherato nell’arco della giornata: 40 g di zucchero corrispondono a 160 kcal che noi assumiamo come calorie vuote, prive di vitamine e minerali. Sarebbe molto diverso se le stesse 160 kcal le assumessimo sotto forma di riso integrale avena, orzo, miglio, o frutta dove risulterebbero accompagnate da fibre, enzimi, vitamine e sali. Se a questi primi 40 g di saccarosio aggiungiamo biscotti o marmellata o brioche o corn-flakes per colazione, un bel bicchiere di una qualche bibita gassata a pranzo, un gelato o uno snack al cioccolato o una brioche al pomeriggio, il gioco è fatto. Non dimentichiamoci però le salse (ketchup, maionese, cocktail…), i cibi inscatolati (piselli, mais), gli aperitivi: anche loro contengono saccarosio nascosto. Se sommiamo tutto questo zucchero, senza esagerare, arriviamo addirittura a 500 kcal. Ciò significa che delle 2000 kcal circa che dovremmo quotidianamente introdurre, solo 1500 sono rappresentate da cibi veri e propri, il resto sono calorie vuote, con una carenza del 25% circa del fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali.

L’uomo moderno, di fronte agli zuccheri ma anche ai grassi, assume un atteggiamento pressoché identico a quello dell’uomo preistorico. Anticamente l’umanità viveva alla ricerca continua di cibo con cui sfamarsi e il reperimento di frutta matura o di un favo di miele veniva vissuto come un’occasione da non lasciarsi sfuggire: di fronte a tali leccornie l’atteggiamento era quello di sfruttarle al massimo, rimpinzandosi per bene così da accumulare più energia possibile, in previsione di tempi di magra. La mente e il corpo dell’uomo del ventunesimo secolo non sono cambiati molto e di fronte a torte farcite, brioche alla crema e dolci al cioccolato ragioniamo e ci comportiamo esattamente nello stesso modo: nasce dentro di noi un desiderio incontrollabile che ci spinge a grandi abbuffate nel tentativo di farci delle scorte, come se un’altra occasione non dovesse capitarci mai più e dimenticando che la nostra dispensa è colma di altrettante schifezze. Per chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire, nonché un cervello che funzioni, tutto questo dovrebbe essere sufficiente per portarlo a riesaminare le sue abitudini “dolcificanti” e a correggerle per una vita migliore.

Alternative allo zucchero raffinato: La Melassa, il succo d’Agave, lo sciroppo d’Acero, il Malto d’Orzo, l’Amasake, la Stenia, il Miele, Lo Zucchero di Canna Integrale e non Raffinato.

Autore: Dott. Giuseppe Pensieri
D.O. Osteopata M.R.O.
Laureato in Scienze Motorie e Sportive
Specialista in Prevenzione e Rieducazione Università di Roma
(IUSM) Italian University Sports and Moviment

Fonte: avisnovara.it e altre

La geniale ricetta Svedese contro il consumismo dell’usa e getta: IVA dimezzata ai riparatori e sull’usato!!

 

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La geniale ricetta Svedese contro il consumismo dell’usa e getta: IVA dimezzata ai riparatori e sull’usato!!

Svezia: stop all’ “usa e getta” grazie al taglio dell’Iva
Allo studio del governo alcune misure fiscali per rivitalizzare il settore riparazioni dell’usato in declino da decenni.
Sorpresa! Dopo decenni di revisioni verso l’alto, la curva dell’Iva svedese potrebbe tornare a scendere. Il Governo, infatti, ha deciso di affrontare definitivamente, e con decisione, il problema rappresentato da una crescente tendenza della cultura “usa e getta”, escogitando una serie di misure fiscali ad hoc che, al contrario, mirano a rivitalizzare il settore da decenni in declino delle riparazioni dell’usato.L’Iva dimezzata per gli esperti in riparazioni – In pratica, per gli operatori attivi, per esempio, nei settori della riparazione di biciclette, abiti e scarpe, l’Iva scenderebbe dal 25 al 12 per cento, determinando, almeno secondo quanto stimato dai tecnici dell’Economia, un risparmio netto per utente, o cliente, di circa 40 euro per singola riparazione. Ed è solo l’inizio d’una serie di agevolazioni alternative ancora allo studio che, a regime, renderebbero insensato economicamente, oltreché sconveniente fiscalmente, buttare fuori gli oggetti vecchi o rotti e comprarne di nuove. Insomma, il fisco scenderebbe in campo per rivitalizzare l’industria del riuso, delle riparazioni, frenando il ricorso al consumo sfrenato di beni e oggetti.

Spazio anche agli elettrodomestici e lavatrici – L’eco-impulso del fisco svedese non si fermerebbe alle piccole riparazioni ma coprirebbe anche il riutilizzo di elettrodomestici quali frigoriferi, forni, lavastoviglie e lavatrici, e naturalmente caldaie e refrigeratori, condizionatori ecc….Al riguardo però non soltanto si provvederà alla rimodulazione verso il basso dell’Iva ma si varerà un credito d’imposta su misura che permetterà di compensare le imposte sui redditi dovute con le spese sostenute in corso d’anno per le riparazioni di questi beni, il cui elenco potrebbe essere ulteriormente arricchito.

Spazio all’usato – “Crediamo che queste misure potrebbero contribuire ad abbassare notevolmente i costi delle riparazioni e, al contempo, rendere più razionale il comportamento economico del riparare la merce, il bene piuttosto che disfarsene per correre a riacquistarne di nuovi”, è la dichiarazione rilasciata da Per Bolund, ministro svedese per i mercati finanziari e per i problemi dei consumatori, all’indomani dell’annuncio della svolta fiscale pro-usato e pro-riparazioni.
In pratica, la speranza del Governo è che la riduzione fiscale sulle riparazioni fornirà uno stimolo decisivo per la creazione di una nuova industria, quella dei servizi di riparazione, fornendo posti di lavoro tanto necessari in particolare per i nuovi immigrati che non hanno istruzione formale.

Non solo fisco-verde, ma una sottile strategia economica della crescita – Naturalmente, gli incentivi sono parte di uno spostamento di attenzione del governo dalla questione della riduzione delle emissioni nocive di anidride carbonica prodotte a livello nazionale al freno delle emissioni legate, in questo caso, ai beni prodotti altrove, soprattutto beni d’importazione quindi provenienti dall’estero. E ciò potrebbe determinare la levata di scudi di altri Paesi membri dell’Unione europea, critici nei riguardi d’una linea fiscale giudicata come un freno all’export, ai consumi e ai trend commerciali tradizionali. D’altra parte, la Svezia è difficilmente criticabile visto che ha provveduto al taglia delle sue emissioni annue di anidride carbonica del 23%, dal 1990 ad oggi, e già genera più della metà della sua energia elettrica da fonti rinnovabili.

La tempistica – Le proposte saranno presentate in Parlamento come parte della legge di bilancio predisposta dal Governo. A questo punto, qualora raccogliessero voti sufficienti nel corso delle sedute di dicembre, saranno legge a partire dall’1 gennaio 2017.

Stefano Latini
fonte: http://www.fiscooggi.it/dal-mondo/articolo/svezia-stop-all-usa-e-getta-grazie-al-taglio-dell-iva

INCREDIBILE ma VERO – Frutta e verdura hanno l’80% in meno di vitamine e minerali rispetto a 30 anni fa!!

 

Frutta e verdura

 

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INCREDIBILE ma VERO – Frutta e verdura hanno l’80% in meno di vitamine e minerali rispetto a 30 anni fa!!

Gli scienziati confermano: la frutta e verdura che mangiamo ha perso quasi tutti i suoi nutrienti a causa delle ibridizzazioni delle specie, l’impoverimento dei terreni, lunga conservazione e l’inquinamento atmosferico. Si è arricchita invece di metalli pesanti.

Quanti di noi concordano che ormai la frutta ha perso il suo sapore? Che le verdure marciscono subito e non sono per nulla gustose? Certamente farne dei frullati e aggiungere tanto condimento aiuta a renderle più gradevoli però dovremmo mangiarne almeno 7 volte tanto per ottenere le stesse vitamine e minerali che assumevano i nostri genitori e i nostri nonni.

Il Dr. Donald Davis, un ex ricercatore presso l’Istituto Biochimica presso l’Università del Texas, Austin, ha guidato un team che ha analizzato 43 tipi di frutta e verdura confrontando i valori di vitamine e minerali nel 1950 e nel 1999. Il calo più sostanziale riguarda calcio, proteine, vitamina C, fosforo, ferro e riboflavina. «Hanno avuto un crollo medio del 40%» afferma il ricercatore.  Ad esempio 100 gr di broccoli che nel 1950 contenevano 130 mg di calcio nel 1999 quel valore è sceso a 48 mg.

Non accusiamo semplicemente la dieta moderna delle malattie in crescita esponenziale della nostra epoca: una carenza di vitamine e minerali può innescare ogni serie di disturbi ed aumentare la mortalità, ed oggi è sempre più difficile assimilare questi nutrienti preziosi.  Già 30 anni fa la sola dieta sarebbe stata sufficiente a fornire un adeguato apporto vitaminico: ecco perché i nostri avi riuscivano a lavorare nei campi tutto il giorno senza mangiare molto ed erano più forti. Oggi invece, il cibo si è impoverito dei micronutrienti necessari per mantenere uno stato di salute ottimale.

Un’analisi del Kushi Institute dei nutrienti nel periodo 1975-1997 ha trovato che i livelli medi di calcio in 12 verdure fresche è sceso del 27%; i livelli di ferro 37%; i livelli di vitamina A il 21%, e livelli di vitamina C del 30%. Un analogo studio britannico dei nutrienti nella frutta e verdura nel periodo 1930-1980, pubblicato sul British Food Journal, ha scoperto che in 20 verdure il contenuto medio di calcio era diminuito del 19%; ferro 22%; e potassio 14%. Ancora un altro studio ha concluso che si dovrebbero mangiare oggi otto arance per ricavare la stessa quantità di vitamina A che i nostri nonni avrebbero ottenuto da una.

Infatti oggi la situazione è molto peggiorata rispetto a 20-30 anni fa. Una ricerca eseguita in Germania dal Prof. Liesen di Monaco, sono state effettuate analisi su campioni di vegetali regolarmente in vendita nei negozi e supermercati (sia grande che piccola distribuzione). I dati riportano le differenze nutrizionali nell’arco di circa dieci anni (1985-1996) nel contenuto di calcio, acido folico, magnesio, vitamina C e vitamina B in alcuni frutti e verdure espresse in mg.

Come possiamo vedere dalla tabella dal 1985 al 1996 c’è una diminuzione generale di circa il 50% e dal 1996 al 2002 (in soli 6 anni) c’è un ulteriore diminuzione media del 40%. Ed oggi nel 2016 dopo 14 anni, cosa dobbiamo aspettarci? Già la situazione nel 1985 non era ottima dato che come dimostra lo studio britannico, c’era già un calo medio del 20% rispetto al 1930. Se vogliamo fare un calcolo medio riassuntivo possiamo quindi dire che se nel 1930, ad esempio, un frutto conteneva 100mg di vitamine, nel 2002 ce ne sono solo 24mg! Ovvero per assimilare lo stesso contenuto vitaminico nel 2002 bisogna mangiare circa 5 frutti anziché 1! Ed oggi nel 2016??

Perché oggi frutta e verdura sono così svuotate di nutrienti?

Secondo il Dr. Donald Davis: «la colpa è delle nuove tecniche competitive usate dagli agricoltori […] per aumentare i profitti sono costretti a maggiorare la produzione, usando sistemi che fanno incrementare e maturare i raccolti assai più velocemente. […] Frutta e verdura pompate all’inverosimile e in maniera artificiale non hanno il tempo di sviluppare le naturali proprietà nutrizionali, tipiche di uno sviluppo normale. Gli sforzi per allevare nuove varietà di colture che forniscono una maggiore resa, la resistenza dei parassiti e la capacità di adattamento del clima hanno permesso colture a crescere più grandi e più rapidamente, ma la loro capacità di produrre ed aassorbire sostanze nutritive non può tenere il passo con la loro rapida crescita. Gli agricoltori vengono pagati a peso, non a seconda delle vitamine nei loro prodotti. […] Gli scienziati lo chiamano “effetto diluizione”: più la frutta e la verdura diventano grandi e rigogliose, meno contengono minerali, vitamine e altre sostanze nutritive. E’ un rapporto inversamente proporzionale, il raccolto più ricco diventa automaticamente il più povero».

Quindi secondo il ricercatore americano, l’uso di fertilizzanti sintetici, fitofarmaci e pesticidi insieme all’ibridizzazione delle specie impedisce alla pianta di sviluppare il suo contenuto nutritivo.

Una storia diversa avviene quindi con prodotti biologici. “Evitando fertilizzanti sintetici, gli agricoltori biologici mettono sotto stress le piante, e quando le piante avvertono lo stress, si proteggono dall’ambiente producendo i fitonutrienti”, spiega Alyson Mitchell, PhD, professore di scienza della nutrizione presso l’Università della California. Il suo studio di 10 anni nel Journal of Agricultural and Food Chemistry ha dimostrato che i pomodori biologici possono avere fino al 30% di fitonutrienti in più rispetto a quelli convenzionali.

Un’altra ragione per la carenza vitamina è dovuta alla grande produzione estensiva che richiede lunghi tempi di conservazione e trasporto che non fanno altro che accelerare la perdita di nutrienti. I nutrienti in frutta e verdura cominciano a diminuire appena li raccogliamo dalla pianta. Questa perdita di sostanze nutritive può essere minimizzata con il surgelamento e l’essiccazione a massimo 42 °C. L’ideale è quindi acquistare quindi da un piccolo produttore locale che raccoglie solo quando necessario. In alternativa avere il proprio piccolo orto è sempre la soluzione migliore quando ne abbiamo la possibilità.

Infine c’è un fattore di perdita di nutrienti molto sottile di cui si parla poco ed è l’inquinamento dei terreni dovuto ai metalli pesanti presenti nei terreni. L’alluminio rilasciato nell’atmosfera e nelle falde acquifere oltre ad essere tossico per il cervello umano è anche tossico per le piante perché acidifica il terreno alterandone il pH ed impedendo quindi alle piante di assorbire i nutrienti dal suolo. Il problema dei metalli pesanti riguarda anche i residui presenti nel cibo infatti molti pesticidi sono a base di metalli che rimangono e sono stati trovati nelle analisi.

 

fonte: http://curiosity2015.altervista.org/incredibile-vero-frutta-verdura-l80-meno-vitamine-minerali-rispetto-30-anni/

 

I cibi più salutari del mondo: ecco la classifica.

 

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I cibi più salutari del mondo: ecco la classifica.

 

Primo posto: i mirtilli
Volete allontanare rughe e invecchiamento? Allora fate il pieno di mirtilli, un tipo di frutta che ha tantissime caratteristiche antiossidanti. Inoltre, la loro ricchezza in fibre li rende ottimi per la regolarità intestinale.

Secondo posto: semi di chia
semi di chia sono un vero concentrato di benessere: basti pensare che sono ricchi di antiossidanti che aiutano a combattere i radicali liberi, hanno molte fibre che abbassano il colesterolo, e contengono inoltre minerali fondamentali per la salute come il calcio, il fosforo, il magnesio e il manganese. E, non contenendo glutine, sono ottimi per chi soffre di celiachia. Inoltre, possono essere un ottimo sostitutivo delle uova per combattere il colesterolo: infatti lo strato esterno dei semi di chia, quando è miscelato con i liquidi, si gonfia e forma un gel. Questo quindi può sostituire il ruolo addensante delle uova nei prodotti da forno. Per sostituire un uovo, miscelate un cucchiaio di semi di chia con 3 cucchiai d’acqua e lasciate riposare per un quarto d’ora.

Terzo posto: le noci
Le noci sono ricchissime di proteine, vitamine, omega 3 e minerali come magnesio, fosforo e ferro. Le noci aiutano a prevenire le malattie cardiache perché abbassano il colesterolo. Inoltre, aiutano a migliorare la memoria e la concentrazione, dimostrandosi un ottimo rimedio per aumentare le funzioni cognitive.

Quarto posto: i kiwi
I kiwi non solo sono alimenti sani in quanto frutta, ma hanno delle proprietà ancora sconosciute che hanno dimostrato di ridurre l’asma e combattere tosse e respiro affannoso, soprattutto nei bambini. Inoltre proteggono il DNA da mutazioni, forniscono molte vitamine e antiossidanti e aiutano a prevenire il cancro del colon in quanto hanno un alto contenuto in fibre.

Quinto posto: la quinoa
La quinoa è uno ‘pseudocereale’, in quanto è solo simile agli altri cereali. La somiglianza consiste nel fatto che il seme della pianta è simile, ma a parte ciò ha proprietà più ‘potenti’. Innanzitutto ha molte più proteine per nutrire i muscoli, per cui è utilissima per gli sportivi. Inoltre, avendo carboidrati complessi, aiuta il rilascio dell’energia in modo graduale, e questo tiene a bada i morsi della fame. Il suo alto contenuto in fibre aiuta a ridurre il colesterolo, ed è anche ottimo per i diabetici. Contenendo, inoltre, molto ferro, zinco e calcio, va benissimo per le donne che stanno allattando.

Sesto posto: il tè verde
Un antico proverbio cinese afferma che è meglio non mangiare per tre giorni che non bere tè per un giorno solo. In effetti, constatando quante sono le proprietà del tè verde, non si può che dare ragione a questo proverbio! Bere tè verde riduce il rischio di cancro dell’esofago, abbassa i livelli di colesterolo ‘cattivo’ (LDL), migliora il sistema immunitario e riduce le infezioni.

Settimo posto: l’avena
I vantaggi dell’avena per la salute sono davvero tanti! Innanzitutto va benissimo per il cuore, in quanto riduce il colesterolo cattivo. Poi, aiuta a controllare i livelli di glicemia nel sangue. L’avena, come altri alimenti di origine vegetale, contiene molte sostanze fitochimiche che combattono il cancro, come nel caso di composti fitoestrogeni chiamati ‘lignani’. L’avena, inoltre, è ricchissima di fibre, il ché vuol dire che aiuta a controllare il peso corporeo e a ridurre il senso di fame.

Ottavo posto: i broccoli
Oltre ad essere saporitissimi, i broccoli hanno anche molti benefici per la salute. Sono infatti un’ottima fonte di potassio, che aiuta a mantenere sano il sistema nervoso e fa funzionare il cervello a perfezione, oltre a favorire la crescita muscolare. Contengono inoltre molto magnesio e calcio, che aiutano a regolare la pressione sanguigna, e sono ricchissimi di vitamina C, un antiossidante davvero imbattibile contro i radicali liberi.

Nono posto: il melograno
Il melograno ha importanti proprietà antiossidanti, antibatteriche e antimicrobiche, il tutto concentrato in sole 70 calorie a frutto. Contrasta il diabete, le malattie cardiache e il cancro. L’estratto di melograno, inoltre, combatte alcuni batteri che causano la placca, per cui è utilissimo contro la parodontite cronica.

Decimo posto: gli spinaci
Braccio di ferro ci aveva visto bene facendo ogni volta la sua bella scorta di spinaci! Innanzitutto va bene per gli sportivi in quanto è ricco di vitamine e sali minerali. Poi, ancora, riduce il rischio di cancro grazie alla sua elevata quantità di flavonoidi che agiscono come antiossidanti, neutralizzando i radicali liberi. Per lo stesso motivo, gli spinaci hanno un forte effetto anti-aging, anche grazie alla vitamina K, e riescono a favorire la perdita di peso, grazie al grande senso di sazietà che danno. Sono inoltre ricchi in ferro, per cui sono ottimi per contrastare il senso di debolezza delle persone anemiche.

 

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Aloe Vera? Gli Egiziani la chiamavano la pianta dell’immortalità! Ecco perché…

Aloe

 

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Aloe Vera? Gli Egiziani la chiamavano la pianta dell’immortalità! Ecco perché…

 

Per gli egiziani era la pianta dell’immortalità e per i nativi americani era la bacchetta del cielo, l’aloe vera può vantare una vasta gamma di proprietà curative sorprendenti. Si potrebbe anche avere la propria pianta di aloe vera in casa per le piccole emergenze come graffi, tagli e ustioni, ma l’aloe vera non è solo limitata ad uso topico, in realtà ha tantissimi altri vantaggi per il vostro corpo.

Aloe vera contiene più di 200 costituenti biologicamente attivi che includono polisaccaridi, vitamine, enzimi, aminoacidi e minerali che favoriscono l’assorbimento dei nutrienti.

Secondo il Journal of Environmental Science possiede anche proprietà antibatteriche, antivirali e anti-fungine che aiutano il sistema immunitario nella pulizia del corpo dalle tossine e agenti patogeni.

MINERALI

L’Aloe vera contiene diversi minerali compreso calcio, magnesio, zinco, cromo, selenio, sodio, ferro, potassio, rame e manganese. Questi minerali lavorano insieme per aumentare le vie metaboliche.

ENZIMI

L’Aloe Vera contiene enzimi importanti come amilasi e lipasi, che possono aiutare la digestione, abbattendo le molecole di grassi e zuccheri. Una molecola in particolare, Bradykinase, aiuta a ridurre l’infiammazione.

VITAMINE

Uno studio ha dimostrato che l’aloe vera contiene effettivamente  la vitamina B12 , che è richiesto per la produzione di globuli rossi. Sarebbe una grande notizia per i vegetariani e vegani in particolare, che spesso non ricevono adeguate quantità di vitamina B12 attraverso la loro dieta regolare. Tenete a mente però, che era solo un esempio e non si dovrebbe fare affidamento soltanto sull’aloe per le vostre esigenze quotidiane di vitamina B12.

Altri studi hanno dimostrato che l’assunzione di aloe può aiutare con la biodisponibilità della vitamina B12, cioè il corpo la riesce ad assorbire e utilizzarla più facilmente. L’Aloe vera è anche una fonte di vitamine A, C, E, acido folico, colina, B1, B2, B3 (niacina), e B6. Può essere utilizzata in combinazione con un integratore  per contribuire ad aumentare l’assorbimento.

AMINOACIDI

L’Aloe vera contiene 20 dei 22 amminoacidi essenziali che sono richiesti dal corpo umano. Contiene anche l’acido salicilico, che combatte l’infiammazione, quindi i batteri.

ALTRI USI PER L’ALOE

Oltre ad essere un ottimo detergente per il corpo, eliminando sostanze tossiche dallo stomaco, reni, milza, della vescica, del fegato e del colon, l’aloe può anche offrire sollievo efficace ai disturbi più immediati, come indigestione, mal di stomaco, ulcere, e l’infiammazione dell’intestino. Rafforza anche il tratto digestivo e allevia l’infiammazione delle articolazioni, il che rende una grande opzione per chi soffre di artrite.

Uno studio ha dimostrato che il succo di aloe vera, quando utilizzato come colluttorio, è altrettanto efficace. Questa è un’alternativa migliore, perché tutta naturale, a differenza delle opzioni tipiche chimiche chr si trovano nei negozi.

Il gel di aloe vera è anche un ottimo rimedio per curare in modo efficace l’ulcere della bocca.

COME PRENDERE L’ALOE?

L’Aloe può essere consumata direttamente dalla pianta, ma l’opzione più semplice e più gradevole al palato è probabilmente il succo di aloe, che potete trovare nella maggior parte dei negozi di alimenti naturali.

Celiachia, scovati virus che potrebbero scatenare la malattia

 

Celiachia

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Celiachia, scovati virus che potrebbero scatenare la malattia


Non solo origine genetica: in soggetti predisposti il contatto con reovirus può provocare l’intolleranza e il glutine viene visto come un virus da combattere . Lo studio su Science

Non solo origine genetica. Anche un virus potrebbe avere un ruolo nella celiachia (intolleranza alla proteina del grano, il glutine): si tratta di un virus di per sé asintomatico che sembrerebbe ridurre la tolleranza naturale dell’organismo per la molecola. Lo suggerisce uno studio sulla rivista Science condotto tra università di Chicago e University of Pittsburgh School of Medicine che potrebbe gettare le basi per un vaccino preventivo da somministrare a bambini ad alto rischio di celiachia. Lo studio vede tra gli autori anche l’italiana Valentina Discepolo dell’Università di Chicago e Università Federico II di Napoli.

La malattia

La celiachia, che colpisce circa 170 milioni di italiani, è sempre stata considerata di origine generica, ma da qualche anno si susseguono studi che indicano come ad accelerare la sua comparsa potrebbero essere infezioni virali in soggetti già predisposti. La malattia è autoimmune: le difese immunitarie del paziente, impropriamente «risvegliate» dal glutine, vanno a danneggiare le pareti dell’intestino.

Il glutine come un virus da combattere

«In questo lavoro sono stati studiati i Reovirus, che – spiega uno degli autori Terence Dermody – sono una comune famiglia di virus che infettano quasi tutti gli esseri umani durante la loro vita. La maggior parte delle persone risultano infettate già in età prescolare. Tali infezioni raramente causano una malattia». Gli esperti hanno testato due ceppi di reovirus su topi vedendo che solo uno dei due è in grado di ridurre la tolleranza al glutine e quindi scatenare lo sviluppo della celiachia. L’infezione con questo virus induce una reazione infiammatoria intestinale e la perdita della tolleranza al glutine nella bocca. «L’infezione ha scatenato un meccanismo che ha mandato in confusione il sistema immunitario e gli ha fatto “vedere” il glutine come fosse un virus da combattere» , spiega a la dottoressa Discepolo, dell’università Federico II di Napoli e dell’università di Chicago.

Gli anticorpi

Gli esperti hanno poi visto che pazienti celiaci presentano nel sangue una quantità eccessiva di anticorpi specifici contro i reovirus e che questi pazienti presentano anche una quantità eccessiva della molecola «IRF1», coinvolta nella perdita di tolleranza al glutine nella bocca. «I nostri dati suggeriscono che in bambini ad alto rischio di celiachia (con familiari malati) l’infezione da reovirus al momento dell’introduzione del glutine nella dieta (durante lo svezzamento) potrebbe scatenare una reazione immunologica al glutine culminando nella malattia», conclude Dermody.

fonte: http://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/17_aprile_07/celiachiascovati-virus-che-potrebbero-scatenare-malattia-c9f4a998-1baa-11e7-a7aa-d3cb5d83b09d.shtml

Il Cumino – La spezia che riduce la massa grassa. Un cucchiaino al giorno aiuta a perdere peso, ridurre la massa grassa e abbassa il colesterolo !!

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Il Cumino – La spezia che riduce la massa grassa. Un cucchiaino al giorno aiuta a perdere peso, ridurre la massa grassa e abbassa il colesterolo !!

Chi sta provando a perdere peso dovrebbe considerare di inserire ilcumino nella propria dieta: uno studio dell’Università iraniana Shahid Sadoughi ha rilevato che questa spezia è utilissima per perdere peso, riduce la massa grassa e aiuta ad abbassare il colesterolo. I ricercatori iraniani hanno diviso 88 donne obese o in sovrappeso in due gruppi. Per tre mesi entrambi i gruppi hanno ricevuto consulenza da nutrizionisti e diminuito l’apporto calorico giornaliero di 500 calorie. Ad uno dei due gruppi, però, sono stati somministrati 3 grammi di cumino al giorno e alla fine dello studio, durato tre mesi, le donne che avevano assunto cumino erano dimagrite di 1,4 kg in più rispetto a quelle dell’altro gruppo. Per di più, le donne che hanno integrato il cumino nella propria dieta hanno visto ridurre la propria massa grassa del 14,64%.

Non solo per ridurre la massa grassa: tutti i benefici del cumino

Leggiamo su Greenme:

Il cumino è considerato come una spezia particolarmente ricca di ferro. I suoi benefici per la salute sono stati presi in considerazione fin dai tempi antichi dall’Ayurveda, la medicina tradizionale indiana, che ha attribuito al cumino proprietà che al giorno d’oggi iniziano a trovare conferma all’interno della ricerca scientifica.

Riguardo al cumino è possibile reperire numerosi studi scientifici, che si sono occupati di verificarne le proprietà benefiche di applicazione in caso di diabete, nella riduzione di colesterolo e trigliceridi, per il miglioramento della risposta immunitaria e nel contrastare l’osteoporosi.

Al cumino inoltre è stato attribuito un elevato contenuto di antiossidanti, la cui presenza si manterrebbe più a lungo nei semi interi, piuttosto che nel cumino pestato o macinato, che a tale scopo dovrebbe essere conservato in frigorifero. Il cumino può essere annoverato tra gli alimenti a cui ricorrere per la disintossicazione naturale dell’organismo, insieme ad altre spezie utili in proposito, come zenzero, cannella, semi di finocchio, curcuma e pepe nero.
Il cumino contribuisce ad aiutare l’organismo nell’assorbimento degli elementi nutritivi, migliora la digestione e stimola le difese immunitarie. Il suo olio essenziale è considerato benefico nel combattere le affezioni respiratorie. Al cumino vengono attribuire proprietà anti-infiammatorie, che hanno motivato il suo impiego tradizionale per dare sollievo in caso di problemi di stomaco e di irritazioni della pelle.

I semi di cumino vengono considerati una spezia dal potere riscaldante, adatta ad essere utilizzata durante la stagione invernale. Il consumo di semi di cumino viene considerato utile per contrastare i gonfiori addominali. Al cumino sono state, infine, riconosciute, proprietà calmanti e sedative“.

 

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Sorpresa: mangiare cioccolato a colazione fa dimagrire. È la scienza che lo sostiene!!

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Sorpresa: mangiare cioccolato a colazione fa dimagrire. È la scienza che lo sostiene!!

 

Sorpresa: mangiare cioccolato a colazione fa dimagrire

Secondo una ricerca degli scienziati dell’Università di Tel Aviv mangiare cioccolato a colazione fa dimagrire: vediamo perché.

Generalmente quando pensiamo ad una dieta e alla necessità di #dimagrire, il cioccolato è uno dei primi alimenti a cui ci proponiamo di rinunciare, ritenendolo il nemico numero uno della perdita di peso. Ma secondo più di uno studio, in realtà se assunto a #colazione – e ovviamente senza esagerazioni – potrebbe essere persino un alleato della perdita di peso. Proprio così: nonostante abbia un elevato apporto calorico, mangiare cioccolato a colazione avrebbe un effetto positivo, poiché eliminerebbe o quanto meno riduce la voglia di zuccheri durante il resto della giornata. Inoltre il nostrometabolismo lo elabora rapidamente, fornendo le energie necessarie per iniziare al meglio la giornata. E’ quanto sostiene una ricerca israeliana coordinata dalla dottoressa Daniela Jkubowicz.

La ricerca degli scienziati dell’Università di Tel Aviv

Molte persone che cercano di dimagrire vanificano i loro sforzi cedendo alle “tentazioni”, voglie che talvolta riescono a sopraffare la forza di volontà,  con spuntini fuori dai pasti e magari in orari inappropriati. I ricercatori dell’Università di Tel Aviv sostengono che ingerire cioccolato a colazione, insieme a carboidrati e proteine, avrebbe l’effetto di placare la voglia di zuccheri per il resto della giornata, aiutando a controllare le proprie abitudini alimentari e dunque la possibilità di “cedere” alle voglie nel pomeriggio.

Lo studio che lo dimostra

Lo studio è stato condotto su un campione di 193 persone ritenute “clinicamenteobese” e si è protratto per circa otto mesi. I partecipanti alla ricerca sono stati divisi in due gruppi di una novantina di persone: al primo gruppo è stato chiesto di iniziare la giornata con una prima colazione composta da 300 calorie, mentre il secondo gruppo ne ha assunte 600, includendo nel pasto anche un budino al cioccolato.

Gli esiti della ricerca sono stati sorprendenti: il gruppo che iniziava la giornata con la colazione più sostanziosa è riuscito durante il periodo della ricerca a perdere in media 16kg in più rispetto a coloro che iniziavano la giornata con un pasto piùpovero, e che per questo erano maggiormente sottoposti a voglie di zucchero durante il resto della giornata. L’assunzione di cioccolato a colazione pertanto renderebbe più “controllabile” la voglia di zuccheri, riducendo quelle tentazioni che spesso finiscono per vanificare gli sforzi di chi cerca di dimagrire.

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Glifosato e malattie: non solo Sla, c’è anche l’autismo. Ecco gli studi del MIT

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Glifosato e malattie: non solo Sla, c’è anche l’autismo. Ecco gli studi del MIT

 

Non solo SLA e Alzheimer, ma una lunga lista di malattie legate all’uso di glifosato nelle coltivazioni di grano che importiamo e che finiscono nella nostra pasta e nel nostro pane. Ecco i link agli studi del Massachusetts Institute of Technology

C’è chi è scettico per natura. E questo articolo è per loro. C’è anche chi parla per conto di quelle multinazionali che si sono non poco infastidite (lo hanno dimostrato con una controffensiva a pagamento su alcuni siti) dal rumore che i nostri articoli sui veleni contenuti nel grano importato (e che finiscono nel pane e nella pasta) hanno fatto sulla rete. E questo articolo è anche per loro.

Parliamo, ovviamente, dell’articolo sul glifosato: “E’ ufficiale: il glifosato contenuto nella pasta provoca la Sla e il morbo di Alzheimer”  che ha registrato un vero e proprio boom di lettori interessati alla propria salute e consapevoli della loro forza (ricordiamo che se le industrie stanno dicendo addio all’olio di palma è proprio grazie alla mobilitazione del web).

La pubblicazione di questo articolo, come detto, oltre all’apprezzamento di migliaia e migliaia di lettori, ha suscitato qualche domanda anche tendenziosa.Del tipo “il link al citato studio del Massachusetts Institute of Technology porta in realtà ad un altro sito, chi ci dice che sia vero”? Nell’articolo, infatti, come è corretto che sia, noi abbiamo riportato il link del sito che aveva dato la notizia. Non avendo nessun motivo di dubitare della sua affidabilità.

Ora, che il glifosato sia un veleno, lo dicono tutti. Che i grandi media non diano spazio a questo problema è scontato: quanta pubblicità perderebbero dalla multinazionali della pasta?

In ogni caso, per gli scettici di buona fede e per i salariati delle multinazionali ecco i link che riportano direttamente agli studi dei ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, Anthony Samsel e Stephanie Seneff. Che come potrete vedere, dicono molto più di quello che noi abbiamo scritto. I testi sono in inglese ma di facile comprensione, basta ricordare che alcuni acronimi sono diversi: la SLA, ad esempio, in inglese diventa ALS. 

Ebbene, troveremo un lunghissimo elenco di malattie oltre a quelle da noi citate legate al glifosato, tra cui anche l’Autismo, l’asma, la celiachia, l’Alzheimer, il Parkinson e tante altre patologie.

Cominciamo:

Questo lo studio da noi citato e pubblicato dal Journal of Biological Physics and Chemistr

Questa una presentazione di Samsel in power point

Questa una presentazione di Seneff al Congresso USA

Tutti i link, come potete vedere, portano direttamente al MIT.

Buona lettura.

By I Nuovi Vespri

Le cose più abominevoli che facciamo in cucina tutti i giorni e che è meglio non fare più…

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Le cose più abominevoli che facciamo in cucina tutti i giorni e che è meglio non fare più…

Ecco un elenco delle cose peggiori che si possono fare in Cucina. Si tratta di comportamenti molto comuni, ma molto dannosi per la salute.

Nella nostra epoca è già difficile fidarsi di quello che troviamo nei supermercati (e infatti è meglio non fidarsi e leggere sempre le etichette), quindi, almeno, prestiamo attenzione a come ci comportiamo durante la preparazione dei nostri pasti!

1 – Usare la Vanillina

Quando si inizia a preparare un dolce, nella lista degli ingredienti troviamo spessissimo la cosiddetta Vanillina. Ma cos’è la Vanillina? Non è nient’altro che un aroma artificiale, utilizzato in maniera diffusa nell’industria alimentare. Molto meglio, quindi, utilizzare la vera vaniglia per fare una torta!

2 – Lavare le pentole senza risciacquarle bene

I detersivi moderni non sono certo ecologici, ne tanto meno adatti ad essere ingeriti; lasciarne perciò dei residui sulle stoviglie non è certo salutare. Questi residui finiranno infatti, come è ovvio, nel cibo che mangiamo e di conseguenza dentro di noi. Quindi quando lavate piatti e pentole, fate molta attenzione a come le sciacquate.

3 – Bruciare i cibi

I cibi sbruciacchiati non fanno per niente bene alla salute, sono cancerogeni e non sono nemmeno buoni al palato.

4 – Utilizzare pentole in Alluminio

L’alluminio è un metallo tenero, basta pochissimo per graffiarlo. Le pentole di alluminio rilasciano sempre alluminio negli alimenti, soprattutto se sono rovinate. L’alluminio può provocare serie malattie come la Sclerosi Multipla.

5 – Utilizzare la carta di Alluminio per impacchettare limone, aceto o cibi acidi

Anche la carta di alluminio a contatto con sostanze acide, come limone, aceto, pomodoro ecc. rilascia molecole di alluminio.

6 – Utilizzare la scorza di Agrumi Trattati

Gli agrumi vengono trattati in superficie per mantenere la buccia bella lucida e omogenea, con composti chimici come l’E230 (difenile), un composto derivato dal carbone che è anche utilizzato come pesticida. Quindi prima di utilizzare la buccia, assicurarsi che gli agrumi provengano da agricoltura biologica.

7 – Utilizzare il Dado da cucina

Il dado è da molti considerato indispensabile, ma il dado che acquistiamo al supermercato contiene ingredienti altamente dannosi (anche quello senza glutammato monosodico). Molto meglio perciò non utilizzarlo. Se volete un Dado saporito, sano e soprattutto fatto con ingredienti di cui sapete la provenienza, fatevelo voi in casa.

Il glutammato monosodico fa parte degli additivi alimentari utilizzati a livello industriale per insaporire i cibi confezionati, e soprattutto per la preparazione dei dadi da brodo, vegetali o di carne. E’ sufficiente controllare gli elenchi degli ingredienti presenti sulle confezioni, per rendersi conto della sua onnipresenza. Il suo consumo è stato, purtroppo associato ad obesità, intolleranze, allergie, sensibilizzazioni, sintomi momentanei e patologie degenerative molto gravi.

8 – Cuocere il soffritto per troppo tempo

Cuocendo per tanto tempo il soffritto, le proprietà di qualsiasi verdura spariscono, le vitamine se ne vanno, le proprietà nutritive scompaiono; in pratica si finisce per mangiare qualcosa privo di qualsiasi nutrimento.