Basta animali nei circhi, finalmente approvata la legge anche in Italia

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Basta animali nei circhi, finalmente approvata la legge anche in Italia

Una legge dice basta agli animali nei circhi. Anche in Italia non potranno più partecipare agli spettacoli itineranti

Stop agli animali nei circhi grazie ad una legge. La norma per il riordino del settore dello Spettacolo, è stata approvata con 265 voti favorevoli e 13 contrari. Il regolamento ha come scopo quello di eliminare la presenza di animali nei circhi e nelle attività di spettacolo itineranti. La legge è stata fortemente voluta dalla Lav, che ha accolto con entusiasmo questo grande cambiamento.

“Dopo decenni di silenzio sul tema da parte di Governo e Parlamento – ha commentato la Lega Antivivisezione in un comunicato -, salutiamo positivamente la trasformazione in legge di questo impegno, un importante passo in avanti verso la tutela degli animali e il rilancio di uno spettacolo davvero umano. Anche in Italia non si potranno più utilizzare animali in circhi e spettacoli viaggianti, come già succede in oltre 50 Paesi di tutto il mondo – continua la Lav – Sarà un ‘graduale superamento’ e su questo impegno, oggi diventato legge, il Governo in carica o il prossimo dopo le elezioni di marzo, sono tenuti a formulare, entro la fine del prossimo anno, un decreto legislativo”.

Gli esperti hanno assicurato che vigileranno affinché la norma venga rispettata e perché si realizzi in breve tempo il “graduale superamento” della presenza di animali, definito dalla legge.

“Vigileremo perché il ‘superamento’ sia effettivo e perché ‘graduale’ non diventi il pretesto per lasciar tutto com’è a tempo indeterminato – ha annunciato l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista -. Il progetto di legge approvato dall’assemblea di Palazzo Madama è arrivato ‘blindato’ nell’aula della Camera, dove sono stati respinti tutti gli emendamenti e qualsiasi tentativo di rendere più stringente l’impegno anche attraverso un ordine del giorno”.

Ciò che temono gli animalisti è che una formulazione così “blanda” e poco specifica, possa dare spazio ad equivoci e far sì che moltissimi animali continuino a rimanere di fatto all’interno dei circhi. “Il prossimo passo – ha assicurato l’ex ministro – sarà un decreto legislativo, che l’esecutivo (verosimilmente il prossimo) dovrà predisporre. In quell’occasione stabiliremo tempi e modi certi per metter fine davvero a questa vecchia barbarie”.

tratto da: http://www.supereva.it/basta-animali-circhi-approvata-legge-italia-44756?ref=virgilio

Vuoi eliminare i pesticidi su frutta e verdura? La ricetta è semplice ed economica: il bicarbonato. Ne elimina il 96%…!

 

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Vuoi eliminare i pesticidi su frutta e verdura? La ricetta è semplice ed economica: il bicarbonato. Ne elimina il 96%…!

 

Pesticidi su frutta e verdura: uno studio afferma che il bicarbonato di sodio è in grado di eleminarne il 96%

Il bicarbonato di sodio ha moltissimi utilizzi: sbianca, pulisce e deterge. Un recente studio ha dimostrato che il bicarbonato di sodio sia anche in grado di rimuovere fino al 96% dei pesticidi che possiamo trovare su frutta verdura acquistata. Se il bicarbonato viene mescolato con l’acqua e strofinato sulla buccia degli alimenti bastano 15 minuti di questo semplice trattamento per mangiare un frutto o una verdura poco o nulla contaminati dai prodotti chimici che si usano in campagna.

Il motivo per cui il bicarbonato è così efficace è che ha un pH estremamente alcalino, che agisce sulle molecole dei pesticidi e le frantuma trasformandole in molecole completamente innocue. L’autore principale di questo studio è il dottor Lili He, dell’Università del Massachussetts, che ha spiegato come sia “normale” la presenza di antiparassitari sui prodotti agricoli, ma sia altrettanto necessario eliminarli prima di mangiarli.

Dopo diversi esperimenti i ricercatori hanno così scoperto che il bicarbonato di sodio rimuove fino al 96% dei residui di pesticidi su frutta e verdura, aggiudicandosi così la corona del miglior modo per eliminare questi prodotti dannosi per la nostra salute. Quelli più difficili da togliere sono al tiabendazolo perché questo componente chimico si infila nella buccia porosa della frutta: il bicarbonato di sodio però riesce ad eliminarlo.

Ovviamente potrete anche pensare che, invece di lavare la frutta con il bicarbonato di sodio, sia più facile levare la buccia per non avere problemi di sicurezza alimentare legata ai pesticidi. È vero, ma allo stesso tempo i ricercatori sottolineano che sbucciando la frutta si perde anche un elevato quantitativo di vitamine. Meglio allora perdere qualche minuto in più per lavare con il bicarbonato frutta e verdura.

Fonte: http://www.greenstyle.it/pesticidi-frutta-verdura-bicarbonato-di-sodio-ne-elimina-96-percento-236440.html

 

Salute, lʼinfluenza sta arrivando in Italia: “Sarà la peggiore degli ultimi decenni”

 

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Salute, lʼinfluenza sta arrivando in Italia: “Sarà la peggiore degli ultimi decenni”

In Australia lʼepidemia ha già ucciso 52 persone e ora sta facendo rotta verso lʼEuropa. Lʼallarme: “Se prenderanno il sopravvento i virus, dovremo fare i conti con casi gravi e numerosi”

Con i primi freddi alle porte è in arrivo anche il classico malanno di stagione, l’influenza. Secondo i media dell’Australia, si tratterebbe della peggiore epidemia degli ultimi decenni. Proprio nel “continente rosso”, il ceppo ha ucciso 52 persone tra giovani e bambini negli ultimi mesi. Ora sta facendo rotta verso l’Europa l’Italia. Gli esperti avvisano che nell’emisfero boreale bisognerà fare i conti con un’ondata pari a quella australiana.

Nel suo tragitto, il virus ha già raggiunto il sud-est asiatico e la penisola araba. Sull’epidemia in arrivo, gli esperti hanno affermato: “Se prenderanno il sopravvento i virus che si sono scatenati in Australia, dovremo fare i conti con casi gravi e numerosi”.

Il presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’Agata, ha precisato che per difendersi dall’influenza in arrivo sarà fondamentale la prevenzione attraverso la vaccinazione. Ma anche: lavarsi le mani, coprirsi la bocca con un fazzoletto o con il braccio quando si starnutisce o tossisce, e in particolare restare a casa quando si presentano i sintomi dell’influenza.

Il periodo più a rischio sarà come sempre quello dopo Natale quando un mix tra basse temperature e incontri tra parenti darà un’accelerata alla diffusione dei virus influenzali.

 

fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/salute-l-influenza-sta-arrivando-in-italia-e-la-peggiore-degli-ultimi-decenni-_3104902-201702a.shtml

Viviamo in un mondo dove 24.000 persone (tra cui 8.000 bambini) ogni giorno muoiono per fame, mentre la metà del cibo prodotto, anche se ancora buono, finisce nella spazzatura!

 

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Viviamo in un mondo dove 24.000 persone (tra cui 8.000 bambini) ogni giorno muoiono per fame, mentre la metà del cibo prodotto, anche se ancora buono, finisce nella spazzatura!

 

Vivi in un sistema progettato a tuo discapito – Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame – La metà del cibo prodotto nel mondo, finisce nella spazzatura, benché sia commestibile. Il dato, è stato rilevato dalla FAO.

Se i Tg o i giornali dessero queste notizie spazzerebbero via il senso di tutte le altre, non potrebbero tentare di commuovere qualcuno perchè è morto un disoccupato sulla Tuscolana. Quindi nella consapevolezza che ogni essere umano è giusto che si consideri in parte responsabile di tutto ciò che accade ma anche di ciò che non accade nel mondo, desidero diffondere queste due brevi notizie:

A) Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. I dati sono migliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa.(Secondo me perchè la popolazione è diminuita..sai quando non c’è cibo, capita).
Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d’età.

B) La metà del cibo prodotto nel mondo, circa due miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura, benché sia commestibile. Il dato, è stato rilevato dalla FAO.

Senza contare il cibo che viene gettato in mare per non far abbassare i prezzi,quello che scade e quello non vendibile perchè in scadenza, quello gettato via perchè non conforme allo standard .. dunque escluse tutte le assurdità occidentali..
Fatta 100 la quantità complessiva, a livello mondiale, di cibo sprecato nelle varie fasi della catena dalla produzione alle nostre tavole, ecco le stime della FAO sullo spreco nelle singole fasi, in percentuale e in milioni di tonnellate.

32% –> 510 milioni di tonnellate
si sprecano durante la produzione agricola
22% –> 355 milioni di tonnellate
nelle fasi immediatamente successive alla raccolta
11% –> 180 milioni di tonnellate
durante la trasformazione industriale
13% –> 200 milioni di tonnellate
durante la distribuzione
22% –> 345 milioni di tonnellate
li spreca il consumatore, a livello domestico
e nella ristorazione

fonte: http://anarchiaunicavia.altervista.org/vivi-un-sistema-discapito-circa-24-000-persone-muoiono-giorno-fame-la-meta-del-cibo-prodotto-nel-mondo-circa-due-miliardi-tonnellate-finisce-nella-spazzatura-benche-sia-co/

Da “Il Salvagente” tutti gli abbinamenti tra alimenti e farmaci assolutamente da evitare.

 

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Da “Il Salvagente” tutti gli abbinamenti tra alimenti e farmaci assolutamente da evitare.

 

Banane e arance da non mangiare poco prima o poco dopo aver assunto farmaci per abbassare la pressione del sangue. Broccoli da tenere lontani dalla classica pillola per fluidificare il sangue. Liquirizia “vietata” a chi prende farmaci per l’insufficienza cardiaca…

Sono decine gli alimenti, tra cui molti che fanno parte di una dieta sana che vengono ritenuti rischiosi se mescolati ad alcuni farmaci.
Questo non significa, spiegano da Consumer Report che ne ha fatto una lista parziale, che si debbano evitare completamente: basta essere cauti. Nella maggior parte dei casi, “generalmente si consiglia di lasciare almeno tra le 2 e le 4 ore tra il cibo o il succo e l’assunzione del farmaco”, dice al mensile dei consumatori nordamericani Dima Qato, professore ordinario presso l’Università di Illinois a Chicago, che ha studiato interazioni alimentari e farmacologiche. Oltre, ovviamente a parlare con il medico circa i farmaci specifici e la dieta.

Vediamo, però, le principali associazioni pericolose tra alimenti e farmaci

 

 

tratto da: https://ilsalvagente.it/2017/11/03/farmaci-e-alimenti-la-lista-delle-coppie-da-evitare/27709/

Jackfruit: il frutto gigante e supernutriente che potrebbe sfamare il mondo…

 

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Jackfruit: il frutto gigante e supernutriente che potrebbe sfamare il mondo…

Jackfruit. Chi ha viaggiato in paesi tropicali sicuramente l’avrà assaggiato o quanto meno notato. Si tratta di uno dei frutti più grandi del mondo dotato di una parte interna commestibile dalle caratteristiche molto particolari. Si pensa che proprio il Jackfruit potrebbe aiutare a combattere la fame nel mondo.

Il Jackfruit (Artocarpus heterophyllus), noto anche come Giaca o Català, è originario dell’India ma si trova disponibile anche in altri paesi del Sud Est Asiatico. Si tratta di un frutto molto particolare per via delle dimensioni (è il più grande al mondo a crescere su un albero) ma anche per le sue caratteristiche nutrizionali.

Immaginate un frutto dal diametro medio di circa 40 centimetri e un peso che si aggira intorno ai 30 chili, ecco questo è un jackfruit ma considerate che ne esistono anche di più grandi. La forma è ovale, il colore della buccia spinosa è verde mentre la polpa all’interno è gialla. Il sapore è dolce e ricorda quello dell’ananas e della vaniglia, ma una volta cotto c’è chi avverte un gusto simile a quello della porchetta (ma in versione un po’ più esotica).

Perché è così interessante a livello nutrizionale? La polpa carnosa di questo frutto contiene proteine, potassio, calcio e ferro, tutte sostanze fondamentali per il corpo. Un jackfruit singolo può produrre centinaia di piccoli bulbi gialli ognuno dei quali contiene un seme altamente nutriente. Il frutto in sé è una buona fonte di vitamina C, mentre i semi sono ricchi di proteine, potassio, calcio e ferro. Ma le sue potenzialità non finiscono qui.

Oltre al cibo, quest’albero da frutto ha molte altre potenzialità:

  • Le foglie possono diventare cibo per capre e altri animali da allevamento
  • La corteccia di colore arancione si utilizza tradizionalmente come colorante per gli abiti da monaco
  • Gli alberi producono una sostanza appiccicosa che si può utilizzare come colla
  • I tronchi si utilizzano come legname

Il Jackfruit sfamerà il mondo?

Viste le caratteristiche del jackfruit, e considerando anche il fatto che un solo albero ogni stagione può produrre addirittura 150 frutti, questo alimento potrebbe rivelarsi un cibo di qualità per milioni di persone nel mondo che attualmente soffrono la fame o sono malnutrite.

Un singolo frutto potrebbe nutrire una famiglia per un intero pasto. Questo è in parte dovuto alla sua dimensione, ma anche al fatto che questo frutto si può gustare in diversi modi all’interno di molte preparazioni. Si può mangiare sia maturo, quando è morbido e dolce ma anche quando è più acerbo e assomiglia un po’ ad una patata.

In Bangladesh e in altre parti del Sud Est Asiatico, il jackfruit viene servito in decine di modi. Sotto forma di curry, succo di frutta, patatine, gelati e dai semi essiccati, cotti e macinati si ricava anche una farina di notevole versatilità in cucina.
Mentre milioni di famiglie in Vietnam, Bangladesh, Malesia e in altre zone dell’Asia stanno usando sempre più il jackfruit nei loro piatti, l’India rimane riluttante. Fino al 75% dei frutti cresciuti in questo paese vengano infatti sprecati visto anche che il jackfruit si conserva solo per un paio di settimane.

Lo scoglio da superare in India sembrerebbe essere un fattore di tipo culturale, ovvero la “cattiva fama” che ha il jackfruit di essere un frutto dei poveri in quanto cresce ovunque in molte zone dell’India e dunque tutti lo hanno a disposizione.

L’opinione pubblica dovrebbe però essere sensibilizzata sul fatto che non solo il jackfruit è interessante per i suoi valori nutrizionali che lo rendono un alimento prezioso soprattutto nelle zone dove ci sono scarse risorse ma anche per le sue potenzialità extra che darebbero lavoro a tante persone che attualmente non lo hanno. In India la gestione di un solo albero di jackfruit potrebbe generare un profitto di circa $ 151 grazie alla versatilità degli utilizzi: frutti, corteccia, lattice e altro ancora. Tra l’altro si tratta di coltivazioni facili da gestire perché gli alberi non richiedono di essere ripiantati ogni anno né hanno bisogno di grandi cure.

Il Jackfruit riuscirà davvero a diventare una risorsa preziosa e contribuire a sfamare il mondo?

 

fonte: https://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/25360-jackfruit-fame-mondo

Il supergrano del futuro? È nato in Sardegna, diecimila anni fa!

 

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Il supergrano del futuro? È nato in Sardegna, diecimila anni fa!

 

Il supergrano del futuro è nato in Sardegna diecimila anni fa

Il monococco, coltivato nell’isola, è il primo a essere sfruttato dall’uomo. Ha una spiga piccola e piatta, un alto contenuto proteico e poco glutine

di Giandomenico Mele

Scoprire il grano di una terra che conosci fin da bambino e farne una ragione di vita, per trasformarla in un’impresa economica. Nella genesi di un’idea spesso si cela il ricordo di un’esperienza e Lorenzo Moi, cognome che evoca ascendenze sarde, ma padovano doc, 30 anni, in Sardegna ci viene fin da piccolissimo. Prima in vacanza nella zona di Orosei, poi in giro per l’isola dietro una passione e un mestiere. La prima nasce dalla laurea in Scienze e tecnologie agrarie, la seconda dal grano monococco, tipologia a spiga piccola, con glutine digeribile e indicato per la prevenzione della celiachia. Da lì è nata TricuMonOro, un’associazione che riunisce dal 2013 una trentina di persone che pensano di fare di questo tipo di grano un investimento economico e un’ipotesi di rilancio di un’intera filiera produttiva.

«Il grano monococco è il primo addomesticato dall’uomo oltre 10 mila anni fa – racconta Lorenzo Moi –. Ha una spiga piccola e piatta e si caratterizza per un alto contenuto proteico, che supera il 20% contro il 10% delle altre tipologie di grano». Può sembrare un paradosso, ma mangiare pasta o pane sembra più simile ad addentare una bistecca che fare il pieno di carboidrati. Poi un glutine classificato poco tossico, che si adatta bene alle intolleranze, con la presenza di zinco, fosforo, potassio, ferro e integratori naturali che lo rendono un prodotto ambitissimo per i nutrizionisti. Ma ogni buon grano, per la trasformazione, ha bisogno del suo mulino. Dunque accanto all’agricoltura torna d’attualità la cultura dei mulini, con Moi e i suoi soci che hanno rimesso a posto un mulino in pietra a Onifai e stanno recuperando un antico mulino a Orosei. Economia del grano. Accanto a Moi, passo dopo passo nella sua impresa, c’è la Cna della Gallura e il suo presidente Benedetto Fois, che ha scoperto Lorenzo Moi e la sua passione per il grano e ne ha sposato in pieno il progetto. Nata TricuMonOro, la Cna ne ha subito individuato il potenziale e condiviso quella sorta di potenza creatrice che sta nella missione di un incubatore di imprese che sanno valorizzare prodotto e territorio.

«Abbiamo capito il valore del lavoro sui grani locali, attraverso il recupero delle antiche varietà che non vogliono tanto porsi in concorrenza con i prodotti internazionali e massificati, quanto creare qualcosa di locale, biologico, salutare e non contaminato – spiega Fois –. Incentiviamo le iniziative dei giovani in agricoltura, puntando su standard di eccellenza, come per esempio la tecnica del diserbo dei campi con false semine, che preparano il terreno con semi di erbe che si schiudono naturalmente per poi, dopo la pulizia del campo, riseminare con coltivazioni biologiche». Niente chimica, solo valore aggiunto dato dal lavoro e dalla passione. Piccolo commercio. Un’altra caratteristica di questi piccoli modelli di economia legata all’agricoltura è il vecchio detto del “non fare il passo più lungo della gamba”. Da Orosei i campi seminati si sono estesi fino a Riola Sardo in provincia di Oristano e naturalmente in Gallura, a Berchiddeddu.

«Quando nel 2016 sono rientrato in Sardegna ho deciso che quella della coltivazione e trasformazione del grano diventasse la mia attività principale – racconta Lorenzo Moi –. Abbiamo iniziato a piccoli passi e ora abbiamo un’estensione di circa 25 ettari, che contiamo di triplicare nei prossimi anni. Per ora vendiamo solo ai privati, ma ci stiamo organizzando per aprire uno spaccio nel nostro mulino di Onifai. Vendiamo farina, pane carasau e vari tipi di pasta fresca, dalla fregula ai malloreddus». Il marchio che sta cominciando a cavalcare anche l’onda lunga del commercio elettronico si chiama “I grani di Atlantide” e richiama il mito ma anche il concetto di terra fertile. Un grano che punta sul suo alto contenuto proteico e che previene la celiachia: come testimoniano le relazioni degli Istituti di Gastroenterologia delle università di Brescia e Federico II di Napoli.

«Mi piacerebbe che i miei coetanei seguissero il nostro esempio – conferma Moi –. Mi sono iscritto alla Cna per dare qualche consiglio a chi voglia iniziare un percorso come il mio». Inseguendo un modello che si spera fertile e fecondo come grandi distese di grano.

tratto da: http://www.lanuovasardegna.it/regione/2017/07/10/news/il-supergrano-del-futuro-e-nato-in-sardegna-diecimila-anni-fa-1.15597912

Se ancora non vi vergognate abbastanza di essere “umani”, ecco la storia dei cacciatori che sparano agli animali in fuga dagli incendi in Val di Susa…!

 

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Se ancora non vi vergognate abbastanza di essere “umani”, ecco la storia dei cacciatori che sparano agli animali in fuga dagli incendi in Val di Susa…!

 

LA STORIA DEI CACCIATORI CHE SPARANO AGLI ANIMALI IN FUGA DAGLI INCENDI IN VAL DI SUSA.

È notizia di queste ore la denuncia da parte di diverse associazioni animaliste su cacciatori che sparerebbero alla fauna in fuga dalle fiamme in Val di Susa.

Tutto è partito da un comunicato della Lipu-BirdLife Italia. «Gli incendi che divampano nelle vallate piemontesi da una settimana stanno mettendo a dura prova boschi ed ecosistemi montani, già messi in crisi dalla perdurante mancanza di precipitazioni. Roghi quasi sempre di origine dolosa (nel torinese i Vigili del fuoco hanno trovato inneschi), favoriti dalla perdurante siccità e dal vento dei giorni scorsi. Cui si aggiunge un fatto gravissimo: cacciatori che aspettano la fauna in fuga per sparargli».  Riccardo Ferrari, consigliere della Lipu spiega quanto questo aspetto possa esser pericoloso per il «rischio incolumità del personale che opera per contrastare gli incendi». Finora non ci sono testimonianze video, né immagini che possano confermare questa tesi. Sta di fatto che la polemica sta montando. Anche perché in queste ore ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA, SOS Gaia, chiedono la sospensione dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale. Ma cosa c’è di reale in questa notizia? Cosa si dovrebbe fare per tutelare di più un paradiso messo a durissima prova dagli incendi di questi giorni?

tratto da: http://www.giornalettismo.com/archives/2637500/val-susa-cacciatori-sparano-animali-incendi-live

Smile Mirror: lo specchio per i malati di tumore che funziona solo se sorridi.

 

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Smile Mirror: lo specchio per i malati di tumore che funziona solo se sorridi.

Tumori, uno specchio hi-tech che aiuti a sorridere. Un amico nuovo, un metodo diverso, per tirare su di morale i malati di cancro.  È questa l’idea di base di tale Berk Ilhan, designer che a New York inventa cose per “trasformare in positive esperienze spiacevoli”.

Lo “smile mirror” altro non è che un dispositivo plug-in, molto simile a una tavoletta, dotato di uno specchio, di una fotocamera integrata e di un software di riconoscimento facciale per indicare quando un individuo sorride. La tecnologia di riconoscimento del viso, in pratica, cattura l’espressione del volto e induce la superficie dello specchio a cambiare quando viene rilevato un sorriso.

Si può appendere al muro o appoggiarlo su un tavolo ed è un oggetto pensato principalmente per persone affette da tumore, per le quali, secondo Berk, dovrebbe servire come “terapia del buonumore”, dal momento che è ormai certo che anche un sorriso può dare un aiuto concreto al processo di cura: il paziente si sforza di sorridere e riceve di riflesso una sua immagine più serena.

Dopo aver assistito alla lotta di un suo parente contro un cancro e al calvario delle terapie tradizionali, Berk Ilhan ha infatti deciso di concentrare il suo lavoro principalmente su prodotti che potrebbero portare solo una ventata di gioia.

Le nostre espressioni facciali influenzano il modo in cui ci sentiamo – racconta Ilhan. Se noi ‘costringiamo’ i nostri muscoli facciali a sorridere, il nostro cervello pensa che qualcosa di buono sia accaduto e come risultato, [si sente] felice”.

Il designer ha trascorso due anni a progettare e sviluppare lo specchio con la sola idea che sorridere, anche quando ci si sforza di farlo, può davvero farci sentire meglio. Mentre studiava alla Scuola di Arti Visive di New York e consultava oncologi e pazienti affetti da tumore, una sola cosa gli è stata chiara: una risata migliora la funzionalità del sistema immunitario e fa vivere meglio e, d’altronde, molte sono le ricerche che affermano che ridere può sicuramente aumentare il benessere della propria vita, sostenendo anche l’ipotesi di una vera “terapia dell’umorismo”.

Ilhan sta attualmente producendo lo specchio in quantità limitate al prezzo di 2mila/3mila dollari, ma lancerà presto una campagna su Kickstarter con cui spera di raccogliere fondi sufficienti per portare il prezzo a 500 dollari, sperando anche di donare lo specchio agli ospedali.

 

fonte: https://www.greenme.it/tecno/gadget/25517-specchio-smile-mirror

GINO STRADA: il Nobel per la Pace? Lo restituirei al mittente un’ora dopo. Credo anzi che, visto i recenti premiati, ora dovrebbero chiamarlo Nobel per la Guerra !!

GINO STRADA

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Breve ontervista a Gino Strada di qualche anno fa, sempre attualissima.

GINO STRADA: il Nobel per la Pace? Lo restituirei al mittente un’ora dopo. Credo anzi che, visto i recenti premiati, ora dovrebbero chiamarlo Nobel per la Guerra !!

Si parla del Nobel per la Pace, ormai da un pochino di tempo. Che effetto le fa?
Non mi fa nessun effetto perchè il Nobel per la Pace lo restituirei al mittente un’ora dopo. Credo che dovrebbero cambiare persino il nome di quel premio lì. Visto chi sono stati molti dei premiati negli anni recenti. Direi che forse si dovrebbe chiamare il Nobel per la Guerra.
Dott. Strada, è vero che Renzi le ha offerto il posto di Ministro della Salute?
Ma no, non è vero.
Non le è mai arrivata questa offerta?
Assolutamente no.
Ma se fosse arrivata?
Io avrei risposto come ho risposto altre volte. Chiarendo benissimo qual’è la mia idea di sanità. Io sono assolutamente contro qualsiasi forma di profitto nella sanità. E farei questo anche in Italia. Eliminerei il profitto dalla sanità italiana. Siccome su questo non è d’accordo nessuno dei politici che attualmente dirigono la sanità, nè di quelli che l’hanno diretta negli anni passati, non capisco che senso abbia fare a me una proposta del genere. La facciano con chi è d’accordo con questo tipo di medicina che è quella che fa sì che oggi in Italia ci siano più di 10 milioni di persone che non riescono più a curarsi perchè non ce la fanno economicamente.

 Guarda il video: QUI