Attenzione – nuova data per la fine del mondo, e questa volta la questione potrebbe essere seria: il 19 gennaio 2038 tutti gli Smartphone potrebbero smettere di funzionare, allora sì che sarà l’Apocalisse!

 

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Attenzione – nuova data per la fine del mondo, e questa volta la questione potrebbe essere seria: il 19 gennaio 2038 tutti gli Smartphone potrebbero smettere di funzionare, allora sì che sarà l’Apocalisse!

Smartphone, lo studio: perché nel 2038 non funzioneranno più

dispositivi elettronici avrebbero ancora pochi anni di vita a disposizione. Secondo uno studio effettuato da Mikko Hypponen, un ricercatore dell’azienda F-Secure, i nostri smartphone potrebbero smettere di funzionare a gennaio 2038. La motivazione è molto semplice: sembra che i dispositivi che si basano sullo standard Unix, un sistema operativo, saranno in grado di processare il tempo fino al 19 gennaio 2038. Nel dettaglio fino alle ore 3, minuti 14 e secondi 7 di quel giorno. Stando alle dichiarazioni di Hypponen non si tratterà solo una questione di date. Si pensa che alcuni dispositivi computerizzati, come ad esempio gli smartphone, non saranno in grado di svolgere alcune semplici funzioni, come ad esempio quella di chiamare e ricevere i messaggi. Un nuovo millennium bug?

 

fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/scienze—tech/13262634/smartphone-2038-bug-smetteranno-di-funzionare.html

Il mistero della “Gioconda nuda”. Forse è di Leonardo!

 

Gioconda

 

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Il mistero della “Gioconda nuda“. Forse è di Leonardo!

E se ci fosse la mano di Leonardo Da Vinci (o della sua bottega) dietro “La Gioconda nuda” del Musée Condé del castello francese di Chantilly? Per risolvere il mistero, il piccolo disegno a carboncino con pigmenti bianchi è stato trasferito, in gran segreto, nei laboratori del Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France, che occupa un’ala del palazzo del Louvre.

La Monna Lisa ‘senza veli’, raffigurata su un doppio foglio incollato di 72 per 54 cm, si trova nei laboratori parigini da circa un mese, rivela il quotidiano “Le Figaro”, dove è stata sottoposta da un gruppo di ricercatori ed esperti ad una serie di analisi: riflettografia, raggi infrarossi, luce rasente, radiografia, fluorescenza ai raggi X. I risultati sono ancora da ufficializzare, ma confermerebbero “la mano di Leonardo da Vinci, almeno in parte”, sostiene il quotidiano francese.

Il disegno resterà nei laboratori del Louvre ancora un altro mese e sarà esposto nel 2019 in occasione dei 500 anni dalla morte dell’artista-scienziato del Rinascimento. Il disegno appartiene alla collezione donata nel 1897 da Henri d’Orléans, duca d’Aumale e finora non aveva mai lasciato il Musée Condé di Chantilly.

Le prime analisi con il radiocarbonio, riferisce “Le Figaro”, hanno accertato che il disegno sarebbe databile tra il 1485 e il 1638. Sono rilevati una serie dettagli che confermerebbero che si tratta di un originale e non di una copia, come supposto in passato.

I ricercatori del Louvre ritengono plausibile ipotizzare che il disegno di Chantilly sia stato realizzato nella bottega di Leonardo. C’è da accertare se l’opera sia anteriore o posteriore alla “Gioconda” del Louvre e se sulla superficie del carboncino ci sia stata anche la mano del genio toscano.

Nel mondo esistono circa una ventina di versioni della “Gioconda nuda” del secolo XVI, tra cui quella di Gian Giacomo Caprotti (detto il Salai), allievo di Leonardo.

 

L’ira di Dio nucleare nella terra di nessuno

nucleare

 

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L’ira di Dio nucleare nella terra di nessuno

 

Scrisse la biologa Rachel Carson decenni addietro a proposito di scorie nucleari smaltite in mare e sottoterra: gli errori che vengono compiuti ora sono compiuti per sempre. Questa è la storia di questi errori in quanto orrori biologici.

Mistero della fede lucana. Sì, ho effettuato attività di gestione di rifiuti nucleari per l’Itrec e avuto rapporti con uno noto esponente politico della zona e dirigenti E.N.E.A. A fare queste dichiarazioni davanti la Polizia Giudiziaria (PG, ndr) che indaga sui traffici illeciti di rifiuti radioattivi in Basilicata è stato un fisico nucleare esperto. Raccontò agli inquirenti il quinquennio ’85 -’90. Anni in cui, aveva riferito pure l’ex vice presidente dell’istituto di vigilanza E.N.E.A, le verifiche erano affidate a istituti privati che eseguivano solo controlli sommari agli automezzi che entravano e uscivano, rendendo possibili traffici non autorizzati. È una storia questa, che non poteva non cominciare come un giallo, e da un mistero in terra lucana a cui si può credere o no, quello delle scorie nucleari di mezza Europa fatte sparire in fondo allo Ionio e sotto la terra. In fondo la Basilicata è sempre stata terra di buchi sfruttati dall’ecomafia. In molti sostengono, accreditati da carte dei Servizi, che ciò sia avvenuto in combutta con un para Stato. Certo la PG relazionò alla D.D.A i presunti traffici di materiale nucleare con l’Iraq, e quei collegamenti tra un amministratore locale un dirigente dell’E.N.E.A e soggetti implicati a vario titolo in traffici di materiali radioattivi. Uno dei magistrati titolari delle indagini, coadiuvato dalla PG, ascoltò una persona che aveva lavorato presso il Centro Trisaia che gli aveva detto perché l’E.N.E.A era terra di nessuno. Era il secondo ad affermare ciò. Chiunque poteva entrare e uscire senza particolari controlli. Non c’era un registro di entrata e uscita di persone e mezzi ma venivano rilasciati permessi i cui originali successivamente erano distrutti. Disse che quando decise di mettere ordine a questo sistema organizzando un archivio per la contabilità dei rifiuti si verificò l’ira di Dio a Rotondella.

Notizie non attendibili e strane circostanze. La PG fornì tutto quello che aveva alla D.D.A, persino notizie considerate non attendibili, o non supportate da elementi oggettivi. Poteva essere importante sapere di quella condotta di scarico a mare usata per smaltire abusivamente reflui contaminati? Poteva importare di quelle strane attività eseguite alla Trisaia da una società con sede a Policoro? E dell’utilizzo da parte di ignoti legati al Centro Trisaia di Rotondella di un fondo di proprietà di una società con sede nella stessa Rotondella quale sito di abbandono di materiale nucleare? Presto questa storia nata come un giallo si trasformò in un noir farcito di enigmi tenebrosi e fuorvianti. Precisamente quando Mario Di Matteo, che del Comune di Rotondella era stato sindaco, cominciò a raccontare alla PG d’aver fondato una società che aveva eseguito bonifiche di rifiuti presenti in una fossa all’interno del Centro Trisaia, e di possedere su una memoria esterna PC una documentazione d’interesse investigativo. L’ex sindaco morì poco dopo in strane circostanze. Fu trovato in una strada vicino casa un’ora dopo il decesso, in pigiama. Per i medici si era trattato di infarto. Evidentemente è una storia importante questa, da batticuore. Forse perché i suoi tratti noir sono direttamente proporzionali al flusso di denaro veicolato dalla gestione di materiali scomodi per tutti, Stato compreso. Intanto la PG riferì alla D.D.A le indagini effettuate per individuare alcuni commercialisti con studio a Matera che, come affermato da un collaboratore di giustizia, si sarebbero messi in contatto con una famiglia della ‘ndrangheta per la gestione del traffico illecito di rifiuti nucleari. E guarda caso prestavano attività presso uno studio dove avevano sede due società che gestivano le aree a Terzo Cavone in agro di Scanzano Jonico dove avrebbe dovuto essere ubicato il deposito unico di stoccaggio delle scorie nucleari.

Carte e fusti spariti. È una storia questa, che passa dal giallo al noir alla spy story. Un magistrato titolare delle indagini verbalizzò il racconto di un noto esponente politico che diceva d’aver presentato ben due esposti alla Procura della Repubblica di Matera. Il primo riguardante la perdita di reflui liquidi provenienti dall’E.N.E.A da una tubazione al mare, il secondo sulla contabilità nucleare nel Centro. Aveva allegato una documentazione non più in suo possesso che era sparita persino dai fascicoli depositati presso la Procura di Matera. Ed è una spy story internazionale. Il nome in codice Billy, un altro dipendente E.N.E.A, aveva consegnato un volume contenente gli allegati di un’audizione alla Commissione parlamentare sulla Banca Nazionale del Lavoro (BNL, ndr) sulla utilizzazione dei finanziamenti concessi all’Iraq dalla filiale di Atlanta della BNL e altri documenti. Billy riferì le irregolarità nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti radioattivi, e la superficialità e assenza di controlli alla Trisaia. Ma perché la PG non poté esaminare tale documentazione e confrontarla con gli altri atti d’indagine? Altro mistero della fede lucano. Finalmente a giugno del 2005 L’Espresso pubblicò la testimonianza di Francesco Fonti, ‘ndranghetista collaboratore di giustizia su seppellimenti e affondamenti di rifiuti radioattivi in terra lucana. Spiegò come lo Stato pagava la ‘ndrangheta per farli sparire. “Partimmo con i 40 camion caricati a Rotondella verso le due di notte – raccontò – e un’ora dopo arrivammo con sette o otto di essi al fiume Vella dove era stata predisposta la buca che fu riempita con i bidoni e poi ricoperta. A preparare la fossa erano stati i macchinari messi a disposizione da Y, uomo di Musitano che abitava a Nova Siri, il quale procurò anche i fari per illuminare l’area”.

Servizi di pulizia segreti. Sanno chi è il signor Y, l’imprenditore di Policoro coinvolto anche successivamente in reati che hanno riguardato l’ambiente. E sanno chi sono le società e i commercialisti a Matera che ripulivano. Musitano invece, U’fascista, era uno ‘ndranghetista di Platì mandato in soggiorno obbligato in Basilicata a due passi dall’Itrec a cui un ingegnere dell’ENEA di Rotondella aveva comunicato l’esigenza di far sparire rifiuti che arrivavano da ogni parte d’Europa. Lo stesso ingegnere che aveva relazioni col Di Matteo trovato morto in pigiama per strada che mandava fax all’amministratore delegato e al presidente Sogin per parlare di appalti sui rifiuti all’Itrec. Di una delle operazioni curata in Basilicata nel ‘87 assieme a Musitano, perché di solito ci pensava una rete di imprenditori locali come emerso dalle indagini, Fonti disse di conoscere i luoghi di interramento perché il nipote di Musitano aveva fatto parte della manovalanza per sotterrarli e glieli aveva riferiti. Per la storia nucleare lucana quella del 2005 fu un’estate di fuoco. Entrò in scena il Signor X, soggetto collegato a servizi segreti deviati e organizzazioni criminali sottoposto a programma di protezione a cui era stata attribuita persino una nuova identità. Il Signor X disse che nell’alveo del Fiume Sarmento in agro di San Giorgio Lucano potevano essere stati interrati materiali radioattivi. Ma per dare informazioni più precise voleva la ricompensa e siccome per gli inquirenti già fruiva dei benefici di legge di preciso non si fece nulla. In autunno la PG trasmise all’antimafia una nota del Comando Provinciale C.F.S. di Matera con annotazione e documentazione su uno strano trasporto dall’E.N.E.A di Saluggia di piante dei manufatti presenti nell’E.N.E.A di Rotondella e di cesio e plutonio che a Rotondella non potevano trattare. Sulla copia della bolla di trasporto non era indicata la massa del plutonio trasportato ma solo quella del cesio. Che consegnassero fustini con residui radioattivi si sapeva però, anche da una nota del C.F.S. di Matera e da un permesso che autorizzava un trasportatore. E le rappresentazioni geometriche dei manufatti all’E.N.E.A a che servivano?

La storia infinita. Due anni dopo alla D.D.A il Capo Servizio Impianto Esercizio Itrec aggiunse ulteriori notizie a quanto già dichiarato. Un dirigente E.N.E.A contrario all’ingresso nel Centro di rifiuti provenienti dall’esterno gli aveva svelato che alla Trisaia non era mai stata presente una centrifuga per l’arricchimento dell’uranio, e parlò di attività di collaborazione svolte con tecnici provenienti da Pakistan, Cina, Iraq e Polonia. Se non si arricchiva uranio cosa si arricchiva? Plutonio in segreto? Certo sul mercato nero il valore di tali materiali per la fabbricazione di armi è rimasto a sette zeri. La D.D.A intanto seppe pure che sino al gennaio 2007 per fatti connessi al traffico internazionale di materiale radioattivo avevano indagato o indagavano le procure di Matera, Reggio Calabria, Udine, Torre Annunziata, Livorno, Milano, Roma e Asti. Emerse inoltre che a Rotondella erano stoccati sì ingenti quantitativi di rifiuti nucleari a bassa attività in adempimento alle norme vigenti (biomedicali, parafulmini ecc., ndr), ma che per conferirli i produttori, tra cui numerosi ospedali Siciliani e Campani, pagavano cifre irrisorie, alcune migliaia di lire a fusto, mentre per mettere in sicurezza e bonificare alcune fosse dove erano stoccati l’E.N.E.A, e cioè lo Stato, stava sostenendo ingenti spese. E mentre il direttore dell’impianto Itrec e il titolare della licenza di esercizio erano stati condannati perché non avevano realizzato il sistema di solidificazione dei residui liquidi ad alta attività provenienti dal riprocessamento del combustibile nucleare, finalmente è stato vinto l’appalto di 40 milioni di euro per realizzare l’impianto che dovrà solidificarli. A vincerlo un’associazione temporanea di imprese con un bel curriculum tra mazzette e relazioni criminali. Ma è un’altra storia questa, di quelle classiche, a incasso, una storia infinita. Ai lucani cosa resta?

fonte: http://analizebasilicata.altervista.org/blog/lira-di-dio-nucleare-nella-terra-di-nessuno/

PLATONE: “Ci sono due tipi di medicina: quella degli schiavi e quella degli uomini liberi” …leggi e rifletti.

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PLATONE: “Ci sono due tipi di medicina: quella degli schiavi e quella degli uomini liberi” …leggi e rifletti.

“Ci sono due tipi di medicina: quella degli schiavi e quella degli uomini liberi. Quella per gli schiavi, SINTOMATICA, prevede la rapida rimozione del sintomo, perché il soggetto possa tornare al più presto al lavoro. Quella per gli uomini liberi, EZIOPATOGENETICA, prevede la conoscenza e la comprensione del sintomo, il suo significato per la salute complessiva del corpo, per l’equilibrio della persona e per la sua famiglia.”
(Platone, filosofo greco IV secolo a.C.)

Senza parole. Chi direbbe mai che questo è un pensiero di 2400 anni fa? Basta sostituire “schiavi” con “povera gente” o “lavoratori” e il gioco è fatto…

Riflettete gente, riflettete…

by Eles

 

 

Gino Strada: “La guerra non è la medicina giusta. Non cura, uccide. E va abolita”

Gino Strada

 

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Gino Strada: “La guerra non è la medicina giusta. Non cura, uccide. E va abolita”

La guerra non è scritta nel destino dell’umanità. Abolire la guerra non è un’utopia, anzi, è qualcosa di molto realista. E non esiste la guerra giusta». È Gino Strada che parla, con passione, in una intervista esclusiva su Left in uscita il 12 dicembre. Il fondatore di Emergency, testimone diretto della disumanità della guerra che miete vittime tra i civili, lancia un appello alle Nazioni Unite. «Perché non sono mai intervenuti? Devono stabilire che la guerra è come la schiavitù e dobbiamo capire come liberarcene».Il medico chirurgo paragona la guerra al cancro: «Occorre cercare la soluzione. E la violenza non è la medicina giusta: non cura la malattia, uccide il paziente». Nell’ampio sfoglio dedicato al pacifismo di fronte alla violenza dell’Isis, Left pubblica un “Dialogo per pacifisti pieni di dubbi” tra il critico Filippo La Porta e lo storico Alberto Castelli, sul concetto di guerra “giusta”. Abbiamo poi scritto di pacifisti “concreti” che nella storia hanno evitato conflitti armati, quelli che alla crisi del pacifismo hanno risposto con la nonviolenza.  Infine le cifre: l’Italia spende per militari e armamenti 23,6 miliardi di euro all’anno, per la cooperazione allo sviluppo 3 miliardi e per la diplomazia 1,8 miliardi.

Dalla guerra al lavoro, o meglio alle dichiarazioni del ministro del Lavoro Giuliano Poletti che non sono banalità o provocazioni ma parte di un vero manifesto politico che ripete come fosse un mantra: lo studio è inutile, così come il tempo libero e la vita privata, conta solo la dimensione utilitaristica e produttiva. Poi il racconto di un fenomeno tristemente in ascesa e poco contrastato nel nostro Paese: la tratta di esseri umani. Left pubblica la “storia di G.” una ragazza nigeriana venduta da bambina ad una maman e arrivata poi in Italia. Giacomo Russo Spena è entrato in una delle prime Rems (Residenza per le misure di sicurezza detentive) e ci fa capire come vivono i “rei folli” dimessi dagli ex Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari).  Infine, un focus sul “mercato” delle fotocopie che un ddl prova a liberalizzare. Negli Esteri l’analisi del manuale del Terrore, La gestione della ferocia; la Spagna che si avvicina alle elezioni del 20 dicembre sempre più frammentata a sinistra e l’intolleranza della destra indiana che arriva a colpire le megastar di Bollywood.

La cultura apre con l’incontro con il premio Nobel Orhan Pamuk, lo scrittore turco racconta a Left il suo Paese martoriato ma svela anche i segreti dell’amore che attraversa il suo ultimo romanzo.  E ancora: Michela Murgia che parla del suo romanzo “politico” Chirù, mentre il regista Gianni Zanasi racconta il senso del suo film La felicità è un sistema complesso. Per la scienza, Pietro Greco ci racconta della ricerca sulle zanzare geneticamente modificate contro la malaria e Left lancia insieme all’associazione Amica un appello al ministro Lorenzin per la demedicalizzaizone dell’interruzione di gravidanza attraverso la corretta procedura della pillola abortiva Ru486.

 

tratto da: https://left.it/2015/12/11/gino-strada-la-guerra-non-e-la-medicina-giusta-non-cura-uccide-e-va-abolita/

Orso seduto tra i rifiuti che cerca cibo: la foto simbolo della natura che grida aiuto!

 

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Orso seduto tra i rifiuti che cerca cibo: la foto simbolo della natura che grida aiuto!

Seduto tra i rifiuti in fiamme di una discarica a cielo aperto. E’ un’immagine desolante quella di un orso fotografato in Canada da Troy Moth, che lascia l’amaro in bocca e mostra ancora una volta, il grido d’aiuto della natura distrutta dalla mano dell’uomo.

Una foto che ha fatto il giro del mondo, che fa tenerezza da un lato, rabbia dall’altro. Un orso con aria confusa e spaesata è seduto sopra un letto di immondizia. Una scena quasi surreale, dove bottiglie di plastica, sacchetti e rifiuti di ogni sorta lo circondano.

Alle spalle il bosco che brucia, lui rassegnato rovista in cerca di cibo. La scena è stata immortalata in una discarica a cielo aperto dal fotografo canadese, che si trovava in una comunità dell’Ontario, in Canada, per girare un documentario.

Troy Moth non si aspettava di trovarsi di fronte a una situazione del genere, infatti non è riuscito a scattare subito la sua foto.

“Una volta arrivato in quel luogo incredibile non sono riuscito a scattare. Il giorno dopo son tornato indietro, ero più preparato ad affrontare quella situazione”, scrive su Instagram.

Il fotografo canadese era, come dicevamo, in una comunità dell’Ontario per girare un documentario, ma ciò che l’ha colpito di più è stata un’intera vallata invasa dai rifiuti. Laddove doveva esserci una natura selvaggia c’era la distruzione più totale.

“Ho pianto quando ho scattato la foto, ho pianto quando ci ho lavorato. E di nuovo ho pianto tante volte quando ho ripensato a quel momento. E’ sicuramente la fotografia più straziante che io abbia mai scattato”, continua Moth.

Lo scatto è stato chiamato ‘Invisible Horseman – 2017’, ovvero il cavaliere invisibile, con un chiaro riferimento ai cavalieri dell’apocalisse., il perché lo spiega sempre in un post di Instagram.

“Il tema dell’apocalisse è molto evidente in questa fotografia. L’ho percepito quando ho preso la macchinetta e ho scattato la foto. Mi trovavo in un luogo isolato, non c’era nulla per miglia e miglia, solo rifiuti e natura. In quel momento ho realizzato come tutto quello fosse distante da noi, come tutto quello fosse in realtà invisibile agli occhi umani”.

E questa immagine tristemente ce ne ricorda altre, come quella degli scenari inquietanti del fotografo Nick Pumphrey che durante un viaggio a Nusa Lembongan, al largo della costa di Bali, ha visto da vicino il problema inquinamento da plastica o ancora quello di Justin Hoffman, tra i finalisti del prestigioso concorso Wildlife Photographer of the Year 2017: un cavalluccio marino intento a trascinare un cotton fioc rosa.

Scatti simbolo di un Pianeta che non ce la fa più.

Dominella Trunfio

Foto

Fonte: www.greenme.it

Sei vittima di un Vampiro Affettivo? Le caratteristiche per riconoscerlo e metterti in salvo!

Vampiro Affettivo

 

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Sei vittima di un Vampiro Affettivo? Le caratteristiche per riconoscerlo e metterti in salvo!

Chi e’ il manipolatore affettivo? Il manipolatore affettivo e’ una persona come tante, almeno apparentemente! 

Può essere sia un uomo che una donna, svolgere i lavori piu’ vari e appartenere al proprio ambiente familiare, lavorativo o sociale. Si puo’ facilmente non riconoscere perche’ nella maggior parte dei casi e’ molto abile a confondere il proprio interlocutore con ragionamenti simil logici e nel distorcere le situazioni a proprio vantaggio.

Il suo comportamento critico si innesta su personalità che tendono a colpevolizzarsi facilmente, le sue osservazioni si basano su un perenne bisogno di giustizia, si spaccia per essere vittima e non essere compreso da chi lo circonda, possiede una visione del mondo molto critica in cui lui/ lei sono si sentono sempre sotto accusa e avvertono di essere speciali, migliori degli altri.

Presenta una forte tendenza a vendicarsi poichè si sente vittima di ingiustizie, non e’ capace di costruire relazioni sociali di lungo termine, si lega a partner deboli e remissivi. Utilizza un tipo di comunicazione paradossale definita del “doppio legame” o “double bind” i cui messaggi sono in antitesi tra loro, per cui l’ascoltatore se ubbidisce ad uno contravviene all’altro trovandosi sempre nella posizione di essere svalutato e manipolato.

Perche’ il manipolatore viene definito “vampiro affettivo”?

La definizione vampiro affettivo richiama la leggenda di Dracula a cui puo’ essere assimilata la figura del manipolatore la cui vita dipende dalla facolta’ di “nutrirsi” del disprezzo degli altri.

Piu’ critica e svaluta piu’ si sente meglio e alimenta la sua grandiosita’ a cui corrisponde una latente idea di disistima e autosvalutazione. E’ geloso, invidioso, pur elargendo complimenti, mette sempre un confine perche’ non tollera l’eccessiva vicinanza, ricorre spesso all’autocommiserazione grazie a cui ipervaluta se stesso e disprezza la presunta incapacita’ degli altri. La sua comunicazione non e’ mai chiara, si nasconde dietro ad una comunicazione distorta e all’eccessivo uso della comunicazione virtuale (per es. what’s up) e non tollera il rifiuto e le critiche a cui reagisce in modo vendicativo, sentendosi nel giusto.

Come ‘ possibile riconoscere un manipolatore affettivo?

La terapeuta Isabelle Nazare-Aga ha evidenziato le trenta caratteristiche peculiari del manipolatore affettivo grazie a cui e’ possibile riconoscerlo, se se ne riconoscono almeno 14 su 30 ci si trova di fronte ad un manipolatore affettivo:

  1. Colpevolizza gli altri ricattandoli in nome del legame familiare, amicale, professionale ecc.
  2. Impone agli altri l’idea che bisogna essere perfetti e mai cambiare opinione
  3. Ricorre ai principi morali per soddisfare i propri bisogni
  4. Svaluta e critica chi lo circonda
  5. E’ particolarmente geloso
  6. Ricorre alle lusinghe ed e’ premuroso per gratificarsi
  7. Vuole essere compatito descrivendosi come vittima, esasperando i suoi vissuti
  8. Sfugge alle sue responsabilita’ e le riversa sugli altri
  9. Non esprime mai chiaramente i suoi bisogni
  10. E’ vago nelle risposte
  11. Cambia argomento quando non vuole rispondere
  12. Evita il confronto con piu’ di persone
  13. I suoi messaggi li recapita attraverso intermediari
  14. Ricorre alla logica per supportare le sue ragioni
  15. Intepreta e manomette la realta’ a suo piacere
  16. Non tollera le critiche e nega l’evidenza
  17. Minaccia apertamente o velatamente
  18. Crea situazioni di conflitto per controllare esternamente le persone
  19. Cambia idea a seconda delle situazioni
  20. E’ un gran bugiardo
  21. Vuole convincere gli altri della sua superiorita’ e correttezza
  22. E’ egocentrico
  23. Le sue azioni divergono completamente dai discorsi che fa
  24. Si riduce all’ultimo per chiedere o fare qualcosa per gli altri
  25. Non considera i bisogni e i diritti altrui
  26. Non ascolta le richieste
  27. Produce uno stato di malessere e non libertà
  28. Persegue i suoi obiettivi con efficacia e non si cura se le sue azioni vanno a discapito degli altri
  29. Induce a fare cose che probabilmente non si sarebbero fatte spontaneamente
  30. E’ oggetto di discussione delle persone quando non e’ presente

Cosa fare quando si incontra un manipolatore?

Se si ha la sensazione che qualcosa non va in un rapporto o non e’ chiaro, e’ meglio prendere tempo ed osservare anche se l’altro fa pressioni, per poi chiudere il rapporto prima di cadere nella trappola del ricatto e della manipolazione. Non dimentichiamo che l’unico modo per allontanare e sconfiggere un manipolatore e’ l’amore sano verso se stessi, libero da dipendenze affettive.


Bibliografia
I.Nazare-Aga, La manipolazione affettiva. Castelvecchi editore editore 2008

 

fonte: http://psicoadvisor.com/manipolatore-affettivo-30-caratteristiche-riconoscerlo-4485.html

Scienziati italiani sintetizzano molecole anticancro dal luppolo

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Scienziati italiani sintetizzano molecole anticancro dal luppolo

 

Scienziati italiani sintetizzano molecole anticancro dal luppolo

Nuovi derivati di sintesi dello Xantumolo, molecola contenuta nel luppolo della birra, sono in grado di contrastare l’angiogenesi, meccanismo alla base della proliferazione dei tumori

Pubblicato dalla rivista scientifica ‘European Journal of Medicinal Chemistry’ uno studio, tutto italiano, condotto dall’IRCCS MultiMedica di Milano, dall’Università di Pisa e dall’Università dell’Insubria di Varese su un gruppo di nuove molecole derivate da un fitocomposto contenuto nel luppolo della birra che avrebbero la capacità di ‘affamare’ le cellule tumorali, contrastando l’angiogenesi. La capacità preventiva dello Xantumolo (XN) – questo il nome della molecola base da cui sono state create le nuove formulazioni di sintesi – rispetto allo sviluppo delle cellule tumorali, consiste nel privarle dei ‘viveri’ dei quali si nutrono, inibendo i meccanismi grazie ai quali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo. Esercitano un’azione anti-angiogenesi che rappresenta una delle più diffuse strategie terapeutiche anti-tumorali che, spesso, viene affiancata alla chemioterapia. La ricerca è frutto di una collaborazione tra istituti di ricerca italiani: il laboratorio di Biologia Vascolare e Angiogenesi di MultiMedica, diretto dalla dottoressa Adriana Albini, il professor Armando Rossello del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa e il professor Douglas Noonan dell’Università dell’Insubria di Varese. Più nel dettaglio, lo studio, durato quattro anni, ha evidenziato in test sperimentali una capacità di riduzione dell’angiogenesi, da parte dei nuovi Xantumoli, dell’80 per cento.

Lo Xantumolo possiede anche un’azione antiossidante, anti radicali liberi, ed è in grado di combattere le cellule che presentano un alterato equilibrio ossidoriduttivo, come quelle tumorali. Di qui l’importanza di svilupparne una serie di varianti sintetiche con proprietà farmacologiche più spiccate. La dottoressa Albini, direttrice del laboratorio di Biologia Vascolare e Angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus illustra le fasi del progetto di ricerca che ha portato alla scoperta delle proprietà di queste nuove molecole: “Abbiamo intrapreso una collaborazione con un team di chimici farmaceutici del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, coordinati dal professor Armando Rossello, che hanno progettato e sviluppato modificazioni strutturali della molecola base contenuta nel luppolo, per renderla più efficace e utilizzabile a concentrazioni più basse. Si tenga presente che il luppolo è utilizzato nella preparazione della birra sin dal VII secolo, non solo per le sue qualità rinfrescanti e aromatiche, ma anche per la sua capacità di garantire una più lunga conservazione, caratteristica legata alle sue proprietà antibiotiche”. Per scoprire se la sostanza possa essere utilizzata per la terapia e la prevenzione di tumori, sia solidi che ematologici, dopo un’analisi dell’attività biologica dei singoli, i gruppi di ricerca sono riusciti a identificare due tra i 13 nuovi derivati dello Xantumolo da loro brevettati, che sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.

“Abbiamo testato i derivati neo-sintetizzati che sono risultati particolarmente efficaci nell’interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale, il mattone fondamentale che costituisce i vasi sanguigni tumorali, quali la proliferazione, l’adesione, la migrazione, l’invasione e la formazione di strutture simil-capillari. Lo studio – conclude la dottoressa Albini – apre la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemio-preventivi. Il passo successivo sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”. La ricerca è stata condotta da giovani ricercatori dei laboratori partecipanti (Antonino BrunoBarbara Bassani e Denisa Baci per l’IRCCS MultiMedica, Elisa NutiCaterina CamodecaLea RosaliaElisabetta Orlandini e Susanna Nencetti, per l’Università di Pisa, Cristina Gallo per l’IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova Reggio Emilia) ed è stata realizzata grazie al supporto di un finanziamento da parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc), di una Borsa della Fondazione Umberto Veronesi (Fuv) e di fondi di ricerca dell’Università di Pisa (Fondi di Ateneo 2009-2010 e PRA-Progetti di Ricerca di Ateneo 2016/27). (EUGENIA SERMONTI)

Sapevi di avere un sistema immunitario psicologico?

 

sistema immunitario

 

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Sapevi di avere un sistema immunitario psicologico?

Il sistema immunitario è l’insieme dei sofisticati meccanismi che difendono il nostro corpo dall’assalto di “invasori esterni” potenzialmente ostili, come virus, batteri o altre sostanze nocive che potrebbero danneggiare l’o rganismo anche in modo permanente.

È difficile accorgersene ma queste aggressioni sono un evento frequente della nostra vita quotidiana. Quando i sistemi di difesa intervengono rapidamente e riescono a sconfiggere l’invasore prima che riesca a diffondersi, non avvertiamo nessun cambiamento.

Ma quando l’attacco è particolarmente massiccio o le nostre difese non riconoscono immediatamente la natura del nemico, si scatenano una serie di sintomi che indicano che il corpo sta cercando di fronteggiare l’infezione.

Non è possibile controllare la nostra esposizione a virus, batteri e altri agenti patogeni, ma se abbiamo un sistema immunitario forte e sano, le nostre probabilità di ammalarci si riducono notevolmente.

Esistono molti modi con i quali possiamo indebolire il nostro sistema immunitario

Uno di questi è l’uso indiscriminato di farmaci, soprattutto antibiotici. Ma non solo! Anche il cattivo umore può indebolire il nostro sistema immunitario.

La paura gioca un importante ruolo nel coordinare l’attivazione del sistema simpatico

Già da molti anni è nota la stretta relazione tra psiche e sistema immunitario, una relazione che coinvolge fortemente anche il sistema nervoso e quello endocrino (è ormai famosa la sigla PNEI per indicare una nuova disciplina multidisciplinare: la psiconeuroendocrinoimmunologia).

Psicologi come Dan Gilbert della Harvard University, affermano, infatti che esista anche un sistema immunitario psicologico. E le persone che lo rafforzano possono affrontare meglio avversità e problemi senza che questi generino loro troppa ansia, depressione o disperazione.

Secondo questa teoria, allo stesso modo in cui ci sono persone praticamente immuni ai virus che raramente si ammalano, ci sono anche quelli che possono affrontare le peggiori tragedie con maggiore forza d’animo, mentre altri vanno in pezzi, si rattristano o si stressano di fronte ai problemi più insignificanti.

Ma la verità è che tutti noi abbiamo un sistema immunitario psicologico. Gli studi indicano che circa il 75% delle persone riesce a trovare un nuovo equilibrio che permette loro di essere felici circa due anni dopo aver vissuto una grande tragedia.

Il sistema immunitario psicologico si incarica di costruire una rete di sicurezza per proteggerci dagli effetti dello stress cronico e ci dà la forza di sopportare gli eventi più terribili. Mentre il sistema immunitario biologico ci mantiene in vita proteggendoci dalle malattie, il sistema immunitario psicologico attenua l’impatto dello shock emotivo e ci permette di andare avanti.

Sopravvalutarsi è una strategia per proteggere l’autostima

Il sistema immunitario psicologico mette in campo diverse strategie per proteggerci, una di loro consiste nell’evitare che ci odiamo per i nostri fallimenti. Per questo motivo tendiamo ad attribuire i problemi (dare la colpa) a fattori esterni, come il governo, un impiegato incompetente o semplicemente la malasorte.

In questo modo conserviamo la nostra autostima e ci sentiamo meno depressi, frustrati o senza speranza. Infatti, uno studio condotto presso la Virginia Commonwealth University ha scoperto che le persone inclini alla depressione hanno in realtà una visione più obiettiva del mondo e sono spesso più logiche e riflessive. Al contrario, chi ha un atteggiamento più ottimista è perché mette in pratica alcuni comportamenti che lo aiutano ad affrontare meglio la realtà.

Pertanto, non sorprende che, confrontandoci con gli altri, pensiamo di essere più intelligenti, avere meno pregiudizi, essere più corretti e che vivremo più a lungo.

Non si tratta di qualcosa di negativo. Infatti, gli psicologi della University of California sostengono che gli stati mentali di autoaffermazione positiva, incluse le illusioni positive, aiutano a ridurre lo stress. Questi ricercatori hanno visto che le malattie incurabili progredivano più lentamente nelle persone che nutrivano illusioni ottimiste, anche se queste erano irrealistiche, dato che hanno un effetto protettivo.

Da un punto di vista biologico, ciò è dovuto all’azione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che regola dalla digestione e la temperatura corporea fino all’umore, l’energia fisica e il sistema immunitario biologico. Questo asse modula anche la nostra risposta allo stress, così si è visto che le persone con una percezione positiva di se stesse hanno un asse ipotalamo-ipofisi-surrene più sano rispetto a chi ha una percezione più negativa di sé.

Dobbiamo solo assicurarci di non perdere troppo il contatto con la realtà e che queste illusioni non siano così irrealistiche da causarci sofferenza.

La nostra mente pensa automaticamente positivo

Diversi studi suggeriscono che le persone hanno una paura infondata degli eventi negativi. Noi tutti tendiamo a immaginare sempre le conseguenze peggiori e supponiamo che reagiremo molto male, ma in realtà, quando ci troviamo di fronte a questi problemi tendiamo a rispondere meglio di quanto pensassimo. Questo perché di solito sottovalutiamo la nostra resilienza. Di conseguenza, né gli eventi positivi e neppure quelli negativi cambiano la nostra vita tanto quanto pensavamo.

Infatti, quando si tratta di affrontare le avversità, è meglio lasciare che il nostro inconscio prenda le redini. Uno studio condotto presso l’Università Statale della Florida ha rivelato che quando ci vengono improvvisamente alla mente pensieri relativi alla morte, sia la propria o quella di persone che amiamo, il nostro cervello resta paralizzato molto a lungo nella negatività o nella paura, prima di iniziare a spostarsi verso pensieri più positivi.

Nell’esperimento, gli psicologi prepararono oltre 100 persone perché pensassero alla loro propria morte. A un altro gruppo venne chiesto di immaginare un evento spiacevole, come andare dal dentista. In seguito mostrarono loro alcune radici di parole da completare, come “go”, da cui potevano ottenere termini come “governo” o “godo”. In questo modo i ricercatori valutarono il loro stato emotivo inconscio.

Fu così che scoprirono che coloro che avevano pensato alla morte tendevano a scegliere parole più positive, come “godo”. Questo meccanismo che funziona a livello inconscio è il sistema immunitario psicologico in azione, cercando di mitigare gli effetti del dolore e della sofferenza, portandoci a vedere il lato positivo della vita, anche quando ci troviamo di fronte agli eventi più devastanti.

“Alla luce di queste ricerche interventi psicologici che favoriscano il ripristino di situazioni relazionali armoniche, consentendo un migliore adattamento alle sfide che pone la vita, sono destinati ad assumere una crescente importanza nelle strategie da adottare per il mantenimento e il recupero della salute”

Come rafforzare il sistema immunitario psicologico?

Il sistema immunitario psicologico è composto da due elementi essenziali: la resilienza, che implica affrontare le avversità senza cadere a pezzi uscendone rafforzati, e l’eudaimonia, che afferma che la felicità sostenibile non viene dal piacere, ma dal senso della vita. Pertanto, per rafforzare il tuo sistema immunitario psicologico devi:

Trova il senso della vita (della tua)

Le persone che sanno “per cosa vivere”, sono in grado di stabilire “come vivere” anche nelle situazioni più difficili. Se abbiamo una buona ragione per vivere le avversità ci colpiranno comunque ma ne usciremo rafforzati.

Impara a concentrarsi su ciò che è positivo

Le persone resilienti sono quelle che, anche nelle avversità, non crollano e sono in grado di trovare il lato positivo anche nelle situazioni più complicate. Ogni situazione, per quanto negativa possa apparire, racchiude sempre una lezione che si trasforma in un’opportunità per crescere.

Pratica il distacco

Significa considerare la vita come il flusso di un fiume, dove tutto viene e tutto va. In questo modo riusciremo ad accettare tanto le cose buone come le cattive, sapendo che non sono eterne e che, prima o poi, dolore e sofferenza spariranno.

Domina l’attenzione

David Kessler, specializzato nella morte e nella sofferenza, ritiene che la maggior parte delle malattie mentali siano causate da qualcosa che cattura la nostra attenzione in modo ossessivo. Quindi, se siamo in grado di dominare la nostra attenzione, svilupperemo un sistema immunitario psicologico più efficace. Infatti, il maestro indiano Shantideva disse al proposito: “una persona distratta vive continuamente nelle fauci delle afflizioni mentali.”

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fonte: http://psicoadvisor.com/sapevi-un-sistema-immunitario-psicologico-7030.html

L’argilla: l’antico, straordinario rimedio naturale troppo spesso “sottovalutato” dalla medicina ufficiale!

argilla

 

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L’argilla: l’antico, straordinario rimedio naturale troppo spesso “sottovalutato” dalla medicina ufficiale!

L’ argilla rappresenta uno dei più antichi rimedi naturali conosciuti, si dice che il suo uso risale ai principi dell’umanità, poiché l’uomo istintivamente, imitando gli animali che si rotolano nel fango, ne abbia conosciuto le proprietà.

Ha proprietà antinfiammatorie, purificanti, lenitive, antibiotiche, cicatrizzanti, antisettiche, idratanti, disintossicanti, decongestionanti, immunostimolanti, tonificanti, rinfrescanti e molto altro.

I vantaggi dell’argilla sono molteplici giacché è un efficace antibiotico, utile a disintossicare l’organismo, mantiene la salute dell’apparato digerente, arricchisce il sangue, assorbe le radiazioni nocive, distrugge le cellule malate, rivitalizza il metabolismo, stimola le funzioni della pelle, favorisce l’eliminazione dell’acido urico e tonifica in genere.

Tutte le argille hanno le stesse qualità ma in proporzioni diverse.

Benefici Argilla Verde

Utile negli impacchi come antinfiammatorio, analgesico e ingerita calma le ulcere dello stomaco e regola le funzioni intestinali. Ne va preso un cucchiaio in un bicchiere d’acqua e lasciato riposare in modo che l’argilla si depositi nel fondo, si beve al mattino appena svegli.

Stimola la circolazione di ossigeno, nutre e rigenera la pelle deteriorata e può essere usata anche come shampoo per capelli grassi.

Argilla Bianca Benefici

Questo tipo di argilla è più neutra e delicata ed è impiegata principalmente per uso interno.
Per uso esterno può essere applicata come cataplasmi e maschere, nei bambini si può applicare per la disinfezione. Può essere utilizzata anche come collutorio orale e borotalco per i bambini.

Rimedi naturali Argilla Rossa

E’ un’argilla utilizzata soprattutto a livello medicinale per la sua capacità di assorbire le ulcere gastriche, colite e gastrite. È utilizzata anche per bagni medicamentosi, problemi di pelle e inoltre è un ottimo tonico.

Tutte le tipologie del fango argilloso possono essere applicate in molti modi diversi interni o esterni ma è fondamentale che né il metallo né la plastica entrino in contatto con la sostanza.

Possiamo preparare l’argilla in modo naturale, o mescolandola con oli, infusi o tinture. Sempre in base all’impiego che ne dobbiamo fare.

Nelle ferite e nelle ustioni può essere messo direttamente una volta preparato con acqua se invece si tratta di fratture e distorsioni, possiamo anche miscelarla in un infuso di arnica.

Per la cellulite possiamo fare degli impacchi nelle zone da trattare, miscelando l’argilla con infuso di betulla o di centella asiatica.

In casi di febbre, possiamo fare dei cataplasma da applicare sull’addome e sostituendoli ogni volta che andrà a riscaldarsi, tendono ad assorbire il calore.

Il suo utilizzo può avere delle controindicazioni, e per tanto è sempre bene sentire il consiglio del proprio medico quando decidiamo di prenderla per via orale.

Fonte: https://www.ambientebio.it/rimedi-naturali/argilla-proprieta-e-benefici/