Quale paese ha conquistato le tavole di tutto il mondo? Lo straordinario primato Italiano

 

 

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Quale paese ha conquistato le tavole di tutto il mondo? Lo straordinario primato Italiano

“Il destino degli stati dipende da come si nutrono”, ha scritto Jean Anthelme Brillat-Savarin, un gastronomo francese del diciottesimo secolo. Oggi il prestigio di un paese dipende anche da quanto nutre il resto del mondo. Ne è una dimostrazione l’ascesa della cosiddetta diplomazia culinaria. Nel 2012 il dipartimento di stato di Washington ha messo in piedi una “formazione di cuochi” destinata a promuovere la cucina statunitense all’estero. Il governo tailandese manda i suoi chef in giro per il mondo a promuovere tagliolini e curry massaman attraverso il suo programma Global Thai. La Corea del Sud persegue la sua “diplomazia del kimchi”.

Ma qual è la cucina nazionale in cima alla catena alimentare globale? Un recente articolo di Joel Waldfogel dell’Università del Minnesota fornisce una risposta. Usando i ristoranti recensiti da TripAdvisor e i dati sulle vendite diffusi da Euromonitor, un’azienda di ricerche di mercato, Waldfogel ha valutato il “commercio” mondiale delle cucine di 52 paesi. Se il commercio tradizionale è misurato in base al valore di beni e servizi esportati, le stime dello studioso sullo scambio culinario si basano sul valore del cibo servito nei ristoranti. Per ogni paese il consumo di una cucina straniera è trattato come un “import”, mentre il consumo all’estero della propria cucina nazionale è trattato come un “export”. Il saldo determina quali sono i paesi che hanno la maggiore influenza sui palati del mondo.

I risultati non fanno la felicità del presidente statunitense, estimatore di McDonald’s e propagandista dei dazi doganali. Gli Stati Uniti sono infatti il più grande importatore netto di cucina al mondo, dato che spendono in piatti stranieri 55 miliardi di dollari in più rispetto alla popolarità all’estero dei piatti statunitensi (e se si escludono i fast food, la differenza sale a 134 miliardi). La Cina arriva dopo, con un deficit culinario di 52 miliardi di dollari; il Brasile e il Regno Unito hanno rispettivamente saldi negativi per circa 34 miliardi e 30 miliardi. L’Italia, invece, si posiziona come il più grande esportatore mondiale di beni commestibili. L’appetito del mondo per la pasta e la pizza, oltre al relativo disinteresse degli italiani verso le altre cucine, danno al paese un surplus a tavola di 168 miliardi. Anche il Giappone, la Turchia e il Messico vantano avanzi consistenti.

Waldfogel non tiene conto di ibridi culinari come il cronut – un incrocio tra un cornetto e una ciambella – o il Tex-Mex. Né considera più di tanto l’autenticità dei piatti: pochi napoletani considererebbero la Domino’s Pizza un vero piatto di casa. Eppure, alcune cucine esercitano chiaramente un fascino maggiore di altre in tutto il mondo. I buongustai che deridono gli involtini primavera a San Francisco o i cheeseburger a Chongqing dovrebbero ringraziare la globalizzazione. Una politica di dazi culinari potrebbe rendere la ristorazione davvero noiosa.

 

 

 

Ecco perchè il miele è più efficace degli antibiotici per curare la tosse secondo medici e scienziati…

 

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Ecco perchè il miele è più efficace degli antibiotici per curare la tosse secondo medici e scienziati…

È ufficiale: il miele è più efficace degli antibiotici per il trattamento della tosse, lo affermano gli scienziati.

Il miele è stato usato per secoli per trattare i sintomi del raffreddore e della tosse. Oltre ad essere delizioso, il miele non è altro che un tesoro liquido in termini di benefici per la salute. Antiossidante, antimicotico e antibatterico, è uno dei migliori antidoti naturalicontro molte malattie. Infatti, secondo il quotidiano Indipendent, gli esperti di salute hanno rivelato che il miele è più efficace degli antibiotici per curare la tosse.

Miele: il tuo primo alleato per curare la tosse

Gli esperti di salute hanno detto che per curare la tosse, il miele in combinazione con farmaci da banco è migliore degli antibiotici. Molte persone optano per la prescrizione degli antibiotici al primo sintomo di tosse e contrariamente a quello che pensano, questo automatismo non è assolutamente efficace.

Le nuove linee guida dell’Istituto nazionale di salute e cura (NICE) e della sanità pubblica inglese (PHE), hanno dimostrato che il miele può essere particolarmente efficace nel ridurre i sintomi di tosse acuta causata da infezioni del tratto respiratorio più alto. La tua tosse può quindi essere trattata in breve tempo senza l’uso di antibiotici.

La Dr. Tessa Lewis, presidente del NICE Antimicrobial Prescribing Guideline Group, ha dichiarato: “Se qualcuno ha il naso che cola, mal di gola e tosse, i sintomi possono andare via in due o tre settimane senza l’assunzione di antibiotici. Le persone possono controllare i loro sintomi chiedendo consiglio al loro farmacista”.

Tuttavia, il dott. Lewiss afferma che, dopo questo periodo, se i sintomi della tosse persistono o peggiorano e a ciò si aggiunge respiro corto o estremamente debole, è consigliabile consultare un medico. Inoltre, se una persona sviluppa una condizione preesistente come una malattia polmonare o fibrosi cistica, sarebbe meglio consultare un medico il prima possibile.

Secondo la bozza delle linee guida NICE, il miele, in combinazione con farmaci per la tosse, è una vera forza della natura e facilita la scomparsa dei sintomi della tosse.

Gli antibiotici possono essere efficaci nel trattamento delle infezioni causate da batteri. Tuttavia, la maggior parte delle tosse acuta è causata dai virus e non risponde agli antibiotici.

Gli antibiotici, oltre agli effetti collaterali, quando vengono utilizzati contro la tosse, non fanno alcuna differenza per quanto riguarda la gravità dei sintomi o la loro durata. Dovrebbero quindi essere usati solo quando l’infezione è batterica e non scompare da sola. Pertanto, gli antibiotici dovrebbero essere utilizzati solo quando assolutamente necessario in quanto i batteri sviluppano resistenza a questi farmaci, il che significa che più se ne prendono, più sono pericolosi per la salute.

La Dott.ssa Susan Hopkins, Assistant Director del Programma PHE per le infezioni associate all’assistenza sanitaria e la resistenza antimicrobica, ha dichiarato: “L’assunzione di antibiotici quando non ne hai bisogno mette a rischio te e la tua famiglia di contrarre un’infezione difficile da trattare”.

Invita inoltre i medici ad astenersi dal prescrivere antibiotici quando potrebbero non essere necessari.

Miele, perché è così prezioso e fa così bene?

Anche se le sue proprietà antibatteriche e antiossidanti sono molto efficaci,  in realtà è la natura appiccicosa del miele che fa la differenza. La sua viscosità lo rende un formidabile rimedio. È un lenitivo e un antimicrobico noto per alleviare le mucose irritate ed eliminare il sintomo della tosse.

Inoltre, secondo un altro studio sviluppato dal Dipartimento di Pediatria dell’Università della Pennsylvania,  il miele allevia i sintomi della tosse dei bambini, che si verificano di notte e allo stesso tempo curare i disturbi del sonno associato a un’infezione delle vie respiratorie nei bambini.

Come usare il miele per curare la tosse?

Ingredienti

· ½ limone, biologico

· 1 o 2 cucchiaini di miele puro, biologico

· Una tazza di acqua minerale

Preparazione

Bollire un pò d’acqua, riempire una tazza e spremere il succo di mezzo limone. Aggiungi uno o due cucchiaini di miele. Bevi il composto mentre è ancora caldo.

Puoi consumare questa bevanda la sera prima di andare a dormire.

 

tratto da: https://www.chedonna.it/2018/12/29/ecco-perche-il-miele-e-piu-efficace-degli-antibiotici-per-curare-la-tosse/

Le fantastiche proprietà del limone fermentato e la semplicissima ricetta per farlo in casa…

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Le fantastiche proprietà del limone fermentato e la semplicissima ricetta per farlo in casa…

Il limone è un alimento comune che tutti conosciamo ed utilizziamo in cucina. E’ spesso adoperato per condire insalate, per insaporire ed aromatizzare primi piatti, secondi ma anche i dolci. Spesso si usa il succo ma anche la buccia.

Possiamo berlo sotto forma di spremuta oppure assaporare il suo gusto acido e deciso semplicemente morsicandolo… In realtà è un frutto dalle mille proprietà benefiche che trova la sua utilità ed i suoi impieghi già nella tradizione popolare indiana là dove il limone è usato ottimizzando al meglio le sue caratteristiche e i suoi principi.

È risaputo che i limoni hanno tante proprietà preziose, in quanto ricchi di antiossidanti, enzimi utili all’organismo e vitamine. I loro benefici possono però essere aumentati ulteriormente, facendoli fermentare con il sale. Ecco come!

Prendete 4-6 limoni, ed eliminatene i piccioli qualora fossero ancora presenti. Poi, fateci sopra un taglio a croce, e versatevi dentro mezzo cucchiaino di sale grosso, premendo per farlo penetrare al meglio. Va bene il sale comune, ma è più indicato quello integrale.

Dopo prendete un contenitore e ricopritene il fondo con il sale. Man mano che i vostri limoni fermentati saranno “farciti”, disponeteli gli uni vicino agli altri.

Prima di preparare un altro strato di limoni, coprite quello che avete appena fatto con dell’altro sale. Una volta terminato, lasciate fermentare il tutto per tre giorni. Per merito della fermentazione, le proprietà benefiche dei limoni saranno amplificate.

A procedimento ultimato potrete usare le loro parti, dopo averle ripulite dal sale, ed il succo, per insaporire carne e pesce, oppure per arricchire succhi di frutta e di verdura. Questi limoni possono essere conservati in frigo per sei mesi.

La ricetta dei limoni fermentati deriva dalle tradizioni culinarie dell’India e del Nord-Africa, paesi in cui sono ben noti i suoi vantaggi.

Non solo, infatti assumendo i limoni fermentati quotidianamente il sistema digerente migliorerà le sue funzioni, la pelle diventerà molto più bella e il metabolismo più veloce.

In questo modo, poco per volta vi prenderete cura del vostro intestino e del vostro stomaco. Allontanerete i problemi di digestione e quei bruciori di stomaco che possono rovinarvi le intere giornate. Inoltre, grazie alla presenza di antiossidanti ed all’effetto amplificatore del sale, potrete assicurarvi una pelle radiosa, liscia e vellutata. Libera da sebo ed elastica da apparire più giovani e rilassati.

Ma non è finita qui: ne viene apprezzata la caratteristica di essere un antiemorragico e disinfettante, inoltre è un naturale ipoglicemizzante in quanto tende a far diminuire il glucosio nel sangue.

Ovviamente è un efficace battericido, antisettico, valido per abbassare la pressione arteriosa, utile per eliminare verruche, calli, gengive infiammate, per curare artrite e reumatismi, vene varicose, raffreddore ed influenza.

Infatti nei periodo estivi è opportuno utilizzare questi limone facendo delle tisane calde le quali vi aiuteranno a decongestionare le vie respiratorie. Vi basterà estrarre il limone dal vaso, lavarlo dal sale in eccesso e utilizzarlo tagliuzzandolo in piccole fettine.

Dietologi e medici concordi: mangiare pasta rende felici, aiuta a dormire e fa dimagrire…!

 

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Dietologi e medici concordi: mangiare pasta rende felici, aiuta a dormire e fa dimagrire…!

 

Mangiare pasta rende felici, aiuta a dormire e fa dimagrire

I 5 consigli dell’endocrinologa per un piatto in tutta salute.

“Basta con i falsi miti sulla pasta: non è vero che non si può mangiare la sera, e perché mai privarsi di una bella carbonara? Stimola la tiroide e fa bene anche all’umore”. La bella notizia arriva a ridosso della Giornata mondiale della pasta che si svolge il 25 ottobre dall’endocrinologa e nutrizionista Serena Missori e dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione.
Cinque i consigli dell’esperta per concedersi un piacere gastronomico che in molti guardano come ad un nemico giurato della linea.
Secondo la dietologa, è opportuno prediligere la pasta di grano duro, meglio se trafilata al bronzo e anche integrale. Meglio ancora gli spaghetti che hanno l’indice glicemico inferiore e sono adatti anche ai diabetici e a chi deve perdere peso.
Vietata la pasta scotta: deve invece essere assolutamente al dente perché dà più sazietà e ha un indice glicemico più basso.
Se capita di distrarsi, si può raffreddare sotto un getto d’acqua corrente.
Sì a una bella spaghettata saltata in padella con olio extravergine d’oliva e spezie, ma ogni tanto concediamoci anche una carbonara con uova e pancetta, per aggiungere un boost di proteine. Fra l’altro questa associazione stimola la tiroide: accompagnarla con della verdura amara riduce la ritenzione idrica.
La pastasciutta può essere consumata anche di sera, soprattutto se siamo stressati, se soffriamo d’insonnia, se siamo in menopausa e abbiamo le vampate o se soffriamo di sindrome premestruale. Questo perché la pasta favorisce la sintesi di serotonina e di melatonina facendo assorbire maggiormente il triptofano e quindi fa rilassare e favorisce il sonno. Se ci rilassiamo si riducono gli ormoni dello stress, fra cui il cortisolo, che favoriscono l’aumento di peso. Il biotipo nervoso cerebrale può concedersi una bella spaghettata a ogni pasto, il biotipo linfatico che deve perdere peso è meglio che non la mangi proprio tutte le sere, il biotipo bilioso e sanguigno, con moderazione e associando la pasta al consumo di verdure, può mangiarla sempre.
Per chi è celiaco o sensibile al glutine, ha la permeabilità intestinale, o soffre di colite o di malattie infiammatorie intestinali, via libera alla pasta di riso integrale, di quinoa e di grano saraceno, sempre con l’accortezza di consumarla al dente e associata a delle verdure amare, prima o dopo il pasto.

fonte: https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/alimentazione/2017/10/24/mangiare-pasta-rende-felici-aiuta-a-dormire-e-fa-dimagrire_2ce98d14-5448-4eaa-9d80-a928b821422a.html

Viviamo in un mondo dove 24.000 persone (tra cui 8.000 bambini) ogni giorno muoiono per fame, mentre la metà del cibo prodotto, anche se ancora buono, finisce nella spazzatura!

 

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Viviamo in un mondo dove 24.000 persone (tra cui 8.000 bambini) ogni giorno muoiono per fame, mentre la metà del cibo prodotto, anche se ancora buono, finisce nella spazzatura!

 

Vivi in un sistema progettato a tuo discapito – Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame – La metà del cibo prodotto nel mondo, finisce nella spazzatura, benché sia commestibile. Il dato, è stato rilevato dalla FAO.

Se i Tg o i giornali dessero queste notizie spazzerebbero via il senso di tutte le altre, non potrebbero tentare di commuovere qualcuno perchè è morto un disoccupato sulla Tuscolana. Quindi nella consapevolezza che ogni essere umano è giusto che si consideri in parte responsabile di tutto ciò che accade ma anche di ciò che non accade nel mondo, desidero diffondere queste due brevi notizie:

A) Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. I dati sono migliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa.(Secondo me perchè la popolazione è diminuita..sai quando non c’è cibo, capita).
Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d’età.

B) La metà del cibo prodotto nel mondo, circa due miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura, benché sia commestibile. Il dato, è stato rilevato dalla FAO.

Senza contare il cibo che viene gettato in mare per non far abbassare i prezzi,quello che scade e quello non vendibile perchè in scadenza, quello gettato via perchè non conforme allo standard .. dunque escluse tutte le assurdità occidentali..
Fatta 100 la quantità complessiva, a livello mondiale, di cibo sprecato nelle varie fasi della catena dalla produzione alle nostre tavole, ecco le stime della FAO sullo spreco nelle singole fasi, in percentuale e in milioni di tonnellate.

32% –> 510 milioni di tonnellate
si sprecano durante la produzione agricola
22% –> 355 milioni di tonnellate
nelle fasi immediatamente successive alla raccolta
11% –> 180 milioni di tonnellate
durante la trasformazione industriale
13% –> 200 milioni di tonnellate
durante la distribuzione
22% –> 345 milioni di tonnellate
li spreca il consumatore, a livello domestico
e nella ristorazione

fonte: http://anarchiaunicavia.altervista.org/vivi-un-sistema-discapito-circa-24-000-persone-muoiono-giorno-fame-la-meta-del-cibo-prodotto-nel-mondo-circa-due-miliardi-tonnellate-finisce-nella-spazzatura-benche-sia-co/

Jackfruit: il frutto gigante e supernutriente che potrebbe sfamare il mondo…

 

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Jackfruit: il frutto gigante e supernutriente che potrebbe sfamare il mondo…

Jackfruit. Chi ha viaggiato in paesi tropicali sicuramente l’avrà assaggiato o quanto meno notato. Si tratta di uno dei frutti più grandi del mondo dotato di una parte interna commestibile dalle caratteristiche molto particolari. Si pensa che proprio il Jackfruit potrebbe aiutare a combattere la fame nel mondo.

Il Jackfruit (Artocarpus heterophyllus), noto anche come Giaca o Català, è originario dell’India ma si trova disponibile anche in altri paesi del Sud Est Asiatico. Si tratta di un frutto molto particolare per via delle dimensioni (è il più grande al mondo a crescere su un albero) ma anche per le sue caratteristiche nutrizionali.

Immaginate un frutto dal diametro medio di circa 40 centimetri e un peso che si aggira intorno ai 30 chili, ecco questo è un jackfruit ma considerate che ne esistono anche di più grandi. La forma è ovale, il colore della buccia spinosa è verde mentre la polpa all’interno è gialla. Il sapore è dolce e ricorda quello dell’ananas e della vaniglia, ma una volta cotto c’è chi avverte un gusto simile a quello della porchetta (ma in versione un po’ più esotica).

Perché è così interessante a livello nutrizionale? La polpa carnosa di questo frutto contiene proteine, potassio, calcio e ferro, tutte sostanze fondamentali per il corpo. Un jackfruit singolo può produrre centinaia di piccoli bulbi gialli ognuno dei quali contiene un seme altamente nutriente. Il frutto in sé è una buona fonte di vitamina C, mentre i semi sono ricchi di proteine, potassio, calcio e ferro. Ma le sue potenzialità non finiscono qui.

Oltre al cibo, quest’albero da frutto ha molte altre potenzialità:

  • Le foglie possono diventare cibo per capre e altri animali da allevamento
  • La corteccia di colore arancione si utilizza tradizionalmente come colorante per gli abiti da monaco
  • Gli alberi producono una sostanza appiccicosa che si può utilizzare come colla
  • I tronchi si utilizzano come legname

Il Jackfruit sfamerà il mondo?

Viste le caratteristiche del jackfruit, e considerando anche il fatto che un solo albero ogni stagione può produrre addirittura 150 frutti, questo alimento potrebbe rivelarsi un cibo di qualità per milioni di persone nel mondo che attualmente soffrono la fame o sono malnutrite.

Un singolo frutto potrebbe nutrire una famiglia per un intero pasto. Questo è in parte dovuto alla sua dimensione, ma anche al fatto che questo frutto si può gustare in diversi modi all’interno di molte preparazioni. Si può mangiare sia maturo, quando è morbido e dolce ma anche quando è più acerbo e assomiglia un po’ ad una patata.

In Bangladesh e in altre parti del Sud Est Asiatico, il jackfruit viene servito in decine di modi. Sotto forma di curry, succo di frutta, patatine, gelati e dai semi essiccati, cotti e macinati si ricava anche una farina di notevole versatilità in cucina.
Mentre milioni di famiglie in Vietnam, Bangladesh, Malesia e in altre zone dell’Asia stanno usando sempre più il jackfruit nei loro piatti, l’India rimane riluttante. Fino al 75% dei frutti cresciuti in questo paese vengano infatti sprecati visto anche che il jackfruit si conserva solo per un paio di settimane.

Lo scoglio da superare in India sembrerebbe essere un fattore di tipo culturale, ovvero la “cattiva fama” che ha il jackfruit di essere un frutto dei poveri in quanto cresce ovunque in molte zone dell’India e dunque tutti lo hanno a disposizione.

L’opinione pubblica dovrebbe però essere sensibilizzata sul fatto che non solo il jackfruit è interessante per i suoi valori nutrizionali che lo rendono un alimento prezioso soprattutto nelle zone dove ci sono scarse risorse ma anche per le sue potenzialità extra che darebbero lavoro a tante persone che attualmente non lo hanno. In India la gestione di un solo albero di jackfruit potrebbe generare un profitto di circa $ 151 grazie alla versatilità degli utilizzi: frutti, corteccia, lattice e altro ancora. Tra l’altro si tratta di coltivazioni facili da gestire perché gli alberi non richiedono di essere ripiantati ogni anno né hanno bisogno di grandi cure.

Il Jackfruit riuscirà davvero a diventare una risorsa preziosa e contribuire a sfamare il mondo?

 

fonte: https://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/25360-jackfruit-fame-mondo

Orso seduto tra i rifiuti che cerca cibo: la foto simbolo della natura che grida aiuto!

 

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Orso seduto tra i rifiuti che cerca cibo: la foto simbolo della natura che grida aiuto!

Seduto tra i rifiuti in fiamme di una discarica a cielo aperto. E’ un’immagine desolante quella di un orso fotografato in Canada da Troy Moth, che lascia l’amaro in bocca e mostra ancora una volta, il grido d’aiuto della natura distrutta dalla mano dell’uomo.

Una foto che ha fatto il giro del mondo, che fa tenerezza da un lato, rabbia dall’altro. Un orso con aria confusa e spaesata è seduto sopra un letto di immondizia. Una scena quasi surreale, dove bottiglie di plastica, sacchetti e rifiuti di ogni sorta lo circondano.

Alle spalle il bosco che brucia, lui rassegnato rovista in cerca di cibo. La scena è stata immortalata in una discarica a cielo aperto dal fotografo canadese, che si trovava in una comunità dell’Ontario, in Canada, per girare un documentario.

Troy Moth non si aspettava di trovarsi di fronte a una situazione del genere, infatti non è riuscito a scattare subito la sua foto.

“Una volta arrivato in quel luogo incredibile non sono riuscito a scattare. Il giorno dopo son tornato indietro, ero più preparato ad affrontare quella situazione”, scrive su Instagram.

Il fotografo canadese era, come dicevamo, in una comunità dell’Ontario per girare un documentario, ma ciò che l’ha colpito di più è stata un’intera vallata invasa dai rifiuti. Laddove doveva esserci una natura selvaggia c’era la distruzione più totale.

“Ho pianto quando ho scattato la foto, ho pianto quando ci ho lavorato. E di nuovo ho pianto tante volte quando ho ripensato a quel momento. E’ sicuramente la fotografia più straziante che io abbia mai scattato”, continua Moth.

Lo scatto è stato chiamato ‘Invisible Horseman – 2017’, ovvero il cavaliere invisibile, con un chiaro riferimento ai cavalieri dell’apocalisse., il perché lo spiega sempre in un post di Instagram.

“Il tema dell’apocalisse è molto evidente in questa fotografia. L’ho percepito quando ho preso la macchinetta e ho scattato la foto. Mi trovavo in un luogo isolato, non c’era nulla per miglia e miglia, solo rifiuti e natura. In quel momento ho realizzato come tutto quello fosse distante da noi, come tutto quello fosse in realtà invisibile agli occhi umani”.

E questa immagine tristemente ce ne ricorda altre, come quella degli scenari inquietanti del fotografo Nick Pumphrey che durante un viaggio a Nusa Lembongan, al largo della costa di Bali, ha visto da vicino il problema inquinamento da plastica o ancora quello di Justin Hoffman, tra i finalisti del prestigioso concorso Wildlife Photographer of the Year 2017: un cavalluccio marino intento a trascinare un cotton fioc rosa.

Scatti simbolo di un Pianeta che non ce la fa più.

Dominella Trunfio

Foto

Fonte: www.greenme.it

Cinque comunissimi cibi da non riscaldare mai e poi mai nel microonde. Si rischia anche la vita!

 

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Cinque comunissimi cibi da non riscaldare mai e poi mai nel microonde. Si rischia anche la vita!

 

Non tutti i batteri che si sviluppano nei cibi già cotti possono essere abbattuti con il riscaldamento al microonde. Di seguito riportiamo la lista di cibi potenzialmente pericolosi stilata dalla Food Standards Agency, l’agenzia pubblica alimentare britannica.

Riscaldamento microonde: 5 cibi da non riscaldare

Vediamoli di seguito:

1. Pollo

La carne del pollo è ricca di batteri come la salmonella e il Campylobacter, che si possono abbattere del tutto solo con un calore forte e uniforme. Che non è quello emanato dal microode, che non penetra in maniera uniforme in tutte le parti della carne.

2. Riso

Se il riso viene conservato a temperatura ambiente, i batteri si moltiplicano, “producendo sostanze velenose che possono causare diarrea e vomito,” ci spiega Ilgiornale.it. E il riscaldamento al microonde può non bastare ad eliminarle.

3. Patate

Se dopo aver riscaldato le patate, le lasciamo raffreddare a temperatura ambiente, può crescere il “Clostridium botulinum” (il batterio del botulismo). E, come nel caso del riso, il riscaldamento al microonde non sempre uccide i batteri.

4. Funghi

Se non vengono conservati in modo adeguato, i funghi possono causare mal di stomaco quando scaldati al microonde.

5 – Spinaci e altre verdure

I nitrati contenuti negli spinaci e in alcune altre verdure con il riscaldamento possono trasformarsi nitriti e poi in composti organici chiamati nitrosammine, che sono cancerogene.

 

fonte: http://fortesano.it/2016/10/19/riscaldamento-microonde/

COLDIRETTI: IL SUCCO DI MELOGRANO È UN VACCINO NATURALE CONTRO L’INFLUENZA.

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COLDIRETTI: IL SUCCO DI MELOGRANO È UN VACCINO NATURALE CONTRO L’INFLUENZA.
Il succo di melograno rafforza il sistema immunitario,grazie ai suoi principi attivi pieni di vitamina c,che svolgono un’azione simile a quella di un vaccino.

Il succo di melograno è il vaccino naturale perfetto contro l’influenza: a dichiararlo sono stati gli esperti Coldiretti, che hanno individuato proprio in questo frutto il rimedio perfetto che la Natura mette a disposizione degli esseri umani per prevenire l’insorgere dell’influenza.

Infatti come citato sul sito della Coldiretti Puglia:

<<E’ il succo di melagrano il miglior vaccino contro influenza e raffreddore perché possiede il 40% del nostro bisogno giornaliero di vitamina C. Il frutto del melograno può essere impiegato non solo in campo alimentare ma anche in quello farmaceutico.>>

Stando ai dati presentati dai ricercatori infatti, un bicchiere di succo di melograno contiene circa il 40% del fabbisogno giornaliero consigliato di vitamina C, essenziale per riuscire a combattere fastidiose malattie stagionali come l’influenza ed il raffreddore.

Grazie alla vitamina C di cui è ricco, il melograno ha delle proprietà anti influenzali molto potenti, proteggendoci contro il raffreddore. Se credevamo che l’arancia riuscisse a proteggersi dall’influenza meglio di qualsiasi altro frutto, è arrivato il momento di ricredersi.

Si tratta comunque di una conclusione che non rappresenta certo una rivelazione per gli agricoltori pugliesi, che sono da tempo consapevoli delle straordinarie proprietà benefiche del melograno.

Infatti, in virtù di ciò Coldiretti, oltre a citare gli altri innumerevoli benefici di questo frutto della salute, specifica che negli ultimi 2 anni, in Puglia, la coltivazione del melograno è cresciuta addirittura del 422%, in seguito ad una esponenziale crescita della domanda e di una esplosione della sua popolarità.

Tuttavia questa situazione ha avuto anche risvolti negativi, perché numerosi agricoltori hanno deciso di cavalcare l’onda e speculare sulle richieste dei consumatori, spacciando partite di melograno provenienti dall’estero come made in Italy.
Infatti come dichiara il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele:

L’aumento della domanda di melograno alimenta le importazioni di prodotto oltre che dai paesi produttori dell’Europa del Sud, Spagna, Israele e Marocco, anche da Cile e Sudafrica, come al solito spacciati per ‘made in Puglia’. Oltre al prodotto fresco, sono i semi lavoratori ad essere importati perché destinati all’industria di trasformazione e alla cosmesi”. Oggi i paesi del bacino del Mediterraneo in cui la coltivazione è più diffusa, e si ha maggiore disponibilità di melegrane da commercializzare allo stato fresco, sono Israele e Spagna, ma altri Paesipossono diventare, in futuro, temibili concorrenti.

Sono proprio le melegrane importate dalla Turchia – commenta il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – al secondo posto dei cibi più contaminati da sostanze tossiche e il melograno importato da Israele sono al 9 posto dei cibi che inquinano maggioramene l’ambiente, dato che per raggiungere le tavole dei consumatori pugliesi percorrono 2.250 km, bruciando 1,3 chili di petrolio e liberando 4,05 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto

Quindi è un bene consumare succo di melograno, ma bisogna stare molto attenti nella scelta del made in Italy: molti spacciano le importazioni estere fatto da melograni contaminati per prodotti nostrani.

fonte: http://curiosity2015.altervista.org/coldiretti-il-succo-di-melograno-e-un-vaccino-naturale-contro-linfluenza/

Caffè, con quattro tazzine al giorno si riduce rischio mortalità del 60%

 

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Caffè, con quattro tazzine al giorno si riduce rischio mortalità del 60%

In una dieta salutare può trovare posto anche il caffè. Arriva dalla Spagna una nuova conferma dei benefici della tazzina: con quattro caffè al giorno la mortalità generale si riduce di oltre il 60%. È la conclusione di una ricerca presentata all’ultimo congresso della Società Europea di Cardiologia realizzato dall’Hospital de Navarra.  “Il caffè – ricorda l’autrice dello studio, la dottoressa Adela Navarro – è una delle bevande più consumate al mondo. Studi precedenti avevano suggerito che bere caffè potrebbe essere inversamente associato alla mortalità per tutte le cause ma la relazione non è stata approfondita in un Paese mediterraneo”.

Ecco che lo studio, di natura osservazionale, aggiunge nuove evidenze a questa relazione portando dati riferiti alla Spagna. Per questa ricerca sono stati analizzati i dati di un precedente studio avviato nel Paese iberico nel 1999. Le informazioni erano relative a 19 896 partecipanti la cui età media all’avvio dello studio era di 37,7 anni media.

Le informazioni facevano riferimento ad abitudini alimentari – quindi al consumo di caffè – allo stile di vita, alle caratteristiche sociodemografiche e alle condizioni di salute dei partecipanti seguiti in media dieci anni. Durante questo periodo sono morti 337 partecipanti.

 

Associazione più forte tra gli over 45

Dall’analisi dei dati è emerso che chi consumava almeno quattro tazze di caffè al giorno aveva un rischio di mortalità per tutte le cause ridotto del 64% rispetto a chi non lo bevesse mai o quasi mai caffè. Inoltre per ogni due tazze di caffè in più al giorno il rischio si riduceva del 22%.

I ricercatori hanno esaminato se il sesso, l’età o l’adesione alla Dieta mediterranea potesse influenzare l’associazione. Ebbene è stata osservata una significativa interazione tra il consumo di caffè e l’età: chi aveva almeno 45 anni aveva un rischio ridotto del 30% bevendo due tazze di caffè in più al giorno.

“Abbiamo individuato un’associazione inversa tra bere caffè e rischio di mortalità generale in particolare per i 45enni e oltre. Questo potrebbe essere dovuto a un’associazione protettiva più forte tra i partecipanti più anziani”, è il commento della ricercatrice.

Altre ricerche negli ultimi anni hanno approfondito i benefici sulla salute del consumo di caffè. Il merito sarebbe da attribuire agli antiossidanti che sono contenuti nella bevanda dal colore nero, importanti per offrire protezione contro diverse patologie tra cui quelle oncologiche.

fonte: http://salute24.ilsole24ore.com/articles/20222