Cruelty free, il marchio che salva gli animali

 

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Cruelty free, il marchio che salva gli animali

 

Negli ultimi anni molti siti internet sponsorizzano le campagne a difesa dell’ambiente e degli animali sensibilizzando i consumatori sulla scelta di prodotti che non nuocciano alla fauna, eppure fin tanto che non si comprenderà l’importanza di combattere contro le violenze sui nostri amici a quattro zampe, sarà sempre più ostico trovare sul mercato merci non testate sugli animali.

Se non si vuole smettere di mangiare carne e derivati di origine animale, come fanno in segno di protesta i vegani, è può iniziare a prestare attenzione a cosa si acquista, cercando sul retro delle confezioni il disegno di un coniglietto accompagnato dalla scritta “cruelty free”. Il popolo dei vegani e tutti coloro che appoggiano la causa animale chiedono alle grandi aziende produttrici la commercializzazione di prodotti, dal detersivo al cosmetico fino agli alimenti, non testati su animali ma su tessuti creati in laboratorio di origine sintetica che vantano caratteristiche del tutto simili a quelli organici.

E’ crudele pensare che in Italia si contino cifre impressionanti di allevamenti canini che basano la loro economia sulla vendita di animali destinati ai laboratori. Sarebbe troppo e troppo utopistico pensare di bloccare questi massacri, ma possiamo limitarne il flusso. Dal 1976 è in vigore una legge europea che impone la sperimentazione sugli animali per tutte le nuove sostanze chimiche, non limitandosi solo all’industria farmaceutica e a quella alimentare ma anche agli additivi per i tessuti sintetici, i cosmetici, i detersivi, i materiali plastici per gli elettrodomestici e molti, molti altri campi. Oggi sono tanti i prodotti che contengono sostanze animali nei loro impasti o che negli anni passati sono stati testati vivisezionando varie specie, ma fortunatamente sul web sono reperibili delle liste orientative di prodotti approvati dalla Vegan Society (sulla base delle documentazioni rilasciate dalle case produttrici) che permettono la diffusione di queste notizie e che orientano i consumatori verso i prodotti che riportano la sigla ICEA (Istituto Certificazione Etica Ambientale).

E’ doveroso che la tecnologia si sviluppi, è necessaria la ricerca per nuovi e sempre migliori farmaci, ma è altrettanto indispensabile rimboccarsi le maniche perché non siano gli animali e l’ambiente a pagare le conseguenze di questo processo evolutivo.

 

fonte: https://opinionedellacastagna.com/2017/11/03/cruelty-free-il-marchio-che-salva-gli-animali/