Buon compleanno Stanlio – Il 16 giugno del 1890 nasceva il mitico Stan Laurel, il nostro ricordo tra risate, curiosità e nostalgia

 

Stan Laurel

 

 

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Buon compleanno Stanlio – Il 16 giugno del 1890 nasceva il mitico Stan Laurel, il nostro ricordo tra risate, curiosità e nostalgia

Stan Laurel, pseudonimo di Arthur Stanley Jefferson (Ulverston, 16 giugno 1890 – Santa Monica, 23 febbraio 1965), è stato un attore, comico, regista, produttore cinematografico e sceneggiatore britannico.

Stan Laurel, meglio conosciuto per il ruolo di Stanlio del duo comico Stanlio & Ollio (Laurel & Hardy), «è considerato uno dei più grandi attori comici di tutti i tempi; agilissimo nella sua fisicità e geniale nell’invenzione comica, ha innovato profondamente il modo di recitare la comicità per le sue capacità di rendere ricco di particolari intriganti un individuo “apparentemente stupido”.» I suoi giochi di parole molto spesso erano frasi semplici, ma venivano espresse con variopinte e bizzarre combinazioni.

Stanlio e il Travaso del vino (da Noi siamo zingarelli, 1936)

Nel novero delle icone umoristiche in grado di affermarsi nell’immaginario popolare come geni artistici a tutto tondo, a Stanlio e Ollio è riservato un posto d’onore. Dietro allo step finale della risata si muovevano gli ingranaggi di un vero e proprio laboratorio artigianale, dove la scrittura e l’interpretazione si mescolavano alla regia e al montaggio. Pochi attori hanno saputo raccontare il popolo facendolo innamorare come loro:“Il mondo è pieno di persone come Stanlio e Ollio. Basta guardarsi attorno: c’è sempre uno stupido al quale non accade mai niente, e un furbo che in realtà è il più stupido di tutti. Solo che non lo sa” amava affermare più volte Hardy.
Il 1º maggio esce nelle sale italiane il film sul celebre duo comico interpretato sontuosamente da Steve Coogan e John C. Reilly, che si calano perfettamente nei panni di Laurel e Hardy senza mai scadere nella macchietta, mostrando delle eccellenti doti mimetiche. Un film di cui abbiamo parlato anche nella nostra recensione di Stanlio e Ollio che non assolve soltanto alla mera funzione nostalgica ma che riesce a raccontare ed entrare nel cuore di un’amicizia solida, profonda e imprescindibile per il successo professionale e che permise di superare momenti bui e i pochi attriti. In occasione dell’uscita del film di Jon S. Baird ricordiamo 10 curiosità su Stanlio e Ollio, ma prima vogliamo spendere due parole sul periodo e le circostanze in cui si svolge il film.

Nel 1950 Stan Laurel e Oliver Hardy stanno compiendo un viaggio in Europa. Si tratta di un breve tour per promuovere il loro prossimo film, Atollo K. Sarà l’ultimo lungometraggio a cui parteciperà la coppia. Nel corso di un’intervista, a Oliver Hardy viene chiesto del suo interesse verso lo stile slapstick della comicità, legato al linguaggio del corpo e alle gag, di cui Laurel e Hardy erano tra i più fulgidi esponenti:“È interessante ma ormai se ne vede poco. La gente vuole ridere ma la comicità di oggi è poco comica. I produttori vogliono il drammatico, non il comico. Anche perché è difficile fare un film comico”. Parole che scorrono all’interno di una conversazione qualunque ma che fotografano alla perfezione ciò che la comicità – e quindi gli stessi Laurel e Hardy – stava passando in quel periodo. Un passaggio di consegne generazionale che stava ormai modificando in maniera sostanziale le dinamiche umoristiche nel mondo dello spettacolo in relazione a ciò che il pubblico e l’industria cinematografica stessa richiedevano in quel periodo.

Dieci curiosità
1) DUE CARATTERI DIVERSI

Tra le differenze principali che caratterizzavano Stan Laurel e Oliver Hardy, la più evidente era il carattere. Lo schema ben definito dei personaggi di Stanlio e Ollio non ricalcava la personalità dei due interpreti. Entrambi perennemente in abito scuro con bombetta incorporata, i personaggi di Stanlio e Ollio si sono affermati come due icone immortali della comicità cinematografica. Corpulento, saccente, gentiluomo maldestro e costantemente impegnato nel dimostrare la superiorità intellettiva rispetto all’amico, Ollio si palesa ogni volta più sciocco di Stanlio; quest’ultimo, lagnoso, fisico minuto e longilineo, subisce inizialmente l’arroganza di Ollio, salvo poi uscire indenne da ogni situazione, contribuendo a mettere nei guai il compare. La dialettica, la mimica e l’uso del corpo di Stanlio e Ollio hanno innovato in maniera significativa il mondo della comicità. Ma nella vita l’indole di Stan Laurel e Oliver Hardy era profondamente diversa; Laurel era il vero regista e burattinaio della coppia, autore delle gag, artigiano tuttofare. Hardy era il braccio destro operativo, magistrale esecutore delle indicazioni dell’amico, che integrava con soluzioni altrettanto brillanti. Una differenza caratteriale che li ha spesso fortificati; la puntigliosità e l’impulsività di Laurel, noto per la sua complicata personalità, era compensata dall’atteggiamento maggiormente conciliante e diplomatico di Hardy.

2) VITA PRIVATA

I tumulti della vita privata hanno contraddistinto entrambe le vite private di Stan Laurel e Oliver Hardy. Nei film, Stanlio e Ollio sono spesso sposati con donne benestanti e dispotiche. Nella realtà Stan Laurel ha vissuto svariati e tormentati matrimoni, perfettamente in linea con il saliscendi emotivo che lo caratterizzava anche sul lavoro. Si sposò otto volte, ebbe due figli, e in alcuni casi le separazioni erano talmente repentine che rischiò di essere accusato di bigamia. Meno prolifica ma altrettanto altalenante la vita sentimentale di Oliver Hardy; in seguito al divorzio richiesto dalla prima consorte conobbe la futura seconda moglie sul set di The Flying Deuces, con la quale rimase sposato fino alla morte. La turbolenta vita privata di Laurel e Hardy fu uno dei motivi di dissidio con il celebre produttore Hal Roach, che mal sopportava questo genere di notizie in prima pagina.

3) IL DOPPIAGGIO ITALIANO

Altrettanto famoso in Italia è il doppiaggio italiano che ha caratterizzato i personaggi di Stanlio e Ollio. Le varie storpiature fonetiche tuttavia nascono dalla produzione multilingue che Hal Roach aveva espressamente richiesto per non perdere potenziali guadagni all’estero, soprattutto in nazioni dove l’inglese non veniva parlato. A questo proposito scelse di far ripetere in prima persona le battute agli attori con l’ausilio di madrelingua per la pronuncia corretta da utilizzare. Un lavoro piuttosto laborioso e complicato che contribuì involontariamente al successo del doppiaggio italiano, che decise di mantenere i vari errori d’accentazione senza modificarli, aumentando di fatto la fama di Stanlio e Ollio in Italia, grazie anche all’interpretazione vocale dei diversi doppiatori che si sono alternati negli anni.Tra i più noti si ricordano Mauro Zambuto e il suo caratteristico pianto in falsetto conferito a Stanlio e Alberto Sordi – che vinse un concorso indetto dalla MGM anche per le sue qualità canore – per Ollio, attribuendogli un registro vocale più basso rispetto a quello originale di Hardy.

4) GAG E STILE

Le avventure di Stanlio e Ollio, pur variando in base alle trame differenti nei vari film, mantengono lo stesso tipo di canovaccio. Soprattutto uno stile ben riconoscibile delle gag contribuisce a delineare maggiormente il profilo dei due personaggi. Solitamente Stanlio e Ollio sono due amici sposati a donne ricche e tiranniche, che tentano di uscire da una quotidianità che non li valorizza abbastanza, cercando di migliorare le proprie condizioni di vita, soprattutto a livello economico. Il risultato è quasi sempre disastroso. Una delle gag più riconoscibili è il camera look di Ollio: ogniqualvolta Stanlio esce indenne da una situazione critica il rimprovero dell’amico si traduce in uno sguardo sconsolato in camera, per coinvolgere ulteriormente lo spettatore e cercare consolazione dalle proprie disgrazie. Altre caratteristiche preponderanti sono il pianto esagerato di Stanlio, in seguito a qualche critica eccessiva di Ollio, e le risate contemporanee, un escamotage che nasce anche da situazioni malinconiche o tristi come ne Lo sbaglio e Frà Diavolo.

 

5) MUSICA E BALLETTI

Le sequenze musicali nei film di Stanlio e Ollio hanno impreziosito diverse avventure del duo, soprattutto mettendo in luce le doti canore di Oliver Hardy, dato il suo registro tenorile, e i balletti improvvisati in diversi film, con alcune musiche diventate dei cult per i fan. La canzone più ricordata è The Cuckoo Song, ideale colonna sonora simbolo delle peripezie di Stanlio e Ollio, composta da Marvin Hatley, presente per la prima volta nel film del 1930, I ladroni. Impareggiabile è il balletto in I diavoli volanti, dove Ollio si leva la bombetta e intona la canzone dal titolo Guardo gli asini che volano nel ciel, con Stanlio che improvvisa un comico passo di danza, in seguito supportato dall’amico. La canzone italiana è cantata da Alberto Sordi mentre in originale Hardy intona la famosa Shine On, Harvest Moon di Nora Bayes e Jack Norworth. Grazie a questo intermezzo musicale I diavoli volanti è tutt’oggi uno dei film più famosi della coppia.

6) GLI ESORDI CON CANE FORTUNATO

1921, sul set del cortometraggio diretto da Jesse Robbins, Cane fortunato. Stan Laurel e Oliver Hardy incrociarono per la prima volta le loro strade in quell’occasione. Stan era il protagonista designato del film, nei panni di uno sbadato giovanotto giramondo che viene tallonato da un corpulento bandito, interpretato da Oliver Hardy. Il corto è ricordato per essere l’esordio ufficiale di Stan Laurel e Oliver Hardy nello stesso film ma i due non lavoreranno più insieme fino al 1926, quando Stan Laurel avrebbe dovuto dirigere Get ‘Em Young, con Oliver Hardy nel cast. Un incidente domestico di Hardy costrinse Laurel a sostituirlo e lasciare la regia del progetto. La tensione del momento sfociò in ilarità quando la reazione goffa e arrabbiata di Laurel colpì il produttore Hal Roach, che nel 1927 decise di creare ufficialmente la coppia.

7) VINCOLI E LIBERTÀ

Proprio Hal Roach fu una figura fondamentale, nel bene e nel male, nella lunga carriera di Stan Laurel e Oliver Hardy. In particolare il rapporto con Stan Laurel fu piuttosto travagliato, con Roach che non sopportava il ruolo fin troppo invasivo di Laurel, che lavorava ai film non solo come interprete ma spesso anche come sceneggiatore, regista e montatore. La prima rottura avvenne nel 1935, quando Laurel venne licenziato e poi riassunto qualche mese dopo. Preludio alla rottura definitiva nel 1938, quando Roach e Laurel si divisero soprattutto per la mancanza di libertà di Stan in fase di scrittura. Nel periodo di lontananza di Stan Laurel dalla MGM, Hal Roach affiancò a Oliver Hardy una star del muto come Harry Langdon per il film Zenobia, senza ottenere i risultati sperati. La conseguenza fu il ritorno di Laurel con un contratto annuale nel 1939. Nel 1940 i rapporti terminarono definitivamente e Stan Laurel e Oliver Hardy firmarono un contratto con la 20th Century Fox ma i tempi erano ormai cambiati. Nella major Laurel sperimentò per la prima volta le ferree tempistiche del cinema formato industria, che lavora sulla quantità e sulla velocità di produzione.

8) STANLIO, OLLIO E LO SPETTATORE

Una delle peculiarità di Stan Laurel e Oliver Hardy era il rapporto magnetico che sapevano instaurare con lo spettatore, in maniera più solida e diretta rispetto ad altri grandi comici dell’epoca. Non solo l’espediente del camera-look ma anche l’ingenuità con la quale Stanlio e Ollio riescono a cacciarsi sempre nei guai aumentava il legame con lo spettatore; la semplicità delle gag, la spontaneità dei due protagonisti, in perenne disagio nei confronti del mondo che li circonda è un escamotage funzionale al coinvolgimento di chi assiste alle loro disgrazie dall’altra parte dello schermo. 
Un legame che funziona anche oggi, proprio grazie a queste caratteristiche.

9) L’AMICIZIA

Il film di Jon S. Baird approfondisce il legame affettivo, tra alti e bassi, tra Stan Laurel e Oliver Hardy. Un’amicizia che è durata nel tempo e non si è mai interrotta ma che sapeva adattarsi al differente carattere e allo stile di vita di entrambi. Totalmente dedito al lavoro, al punto di sacrificare il futuro della propria vita privata, Stan Laurel viveva costantemente immerso nei progetti cinematografici, una vera e propria ossessione. Al contrario, Oliver Hardy era un personaggio festaiolo, amante del golf e dei party. Le modalità diverse con le quali conducevano le loro vite mai impedirono di mantenere un’amicizia sempre molto salda.

10) UNA COSA SOLA

Oliver Hardy girò pochissimi film senza Stan Laurel. Oggi pensare a Laurel senza Hardy e viceversa pare quasi una forzatura. L’incredibile alchimia di Stanlio e Ollio nella lunghissima filmografia che li riguarda ha rafforzato l’immaginario di una coppia che rappresenta un’unica identità. Stanlio e Ollio cercano di arrivare a fine giornata in simbiosi, come simbiotica era l’amicizia fra Stan Laurel e Oliver Hardy. Quando Hardy venne colpito da un ictus nel settembre 1956, subì una semi paralisi che gli impedì di comunicare; l’amico non si perse d’animo e i due riuscirono a capirsi grazie al loro talento gestuale. Ragionavano come se fossero una cosa sola, Laurel e Hardy, tanto che Stan scrisse altri soggetti per la coppia anche dopo la morte di Hardy, nel 1957. Non recitò mai più, perché senza Babe, tutto era finito. Senza Ollio era morto anche Stanlio.

Guardo gli asini che volano nel ciel – Il famoso balletto di Stanlio & Ollio, da “I diavoli volanti” del 1939.

Stanlio e Ollio – 1956 – Ultimo filmato insieme. L’ultimo filmato che vede i due comici insieme girato in super 8 da un loro ammiratore

 

Un Cult: Il mitico balletto di Stanlio e Ollio sulle note di At the Ball, That’s All!

 

 

Stanlio e Ollio

 

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Un Cult: Il mitico balletto di Stanlio e Ollio sulle note di At the Ball, That’s All!

I Fanciulli del West nella prima versione italiana e Allegri Vagabondi nella successiva ridoppiata degli anni ’80 è un film straordinario del duo più amato al mondo che si segnala per trovate comiche godibilissime ancorché improbabili, come il pollice accendino di Stanlio che sfregandolo con le altre dita si accende gettando il compare nel più incredulo sconcerto possibile e per le bellissime esibizioni canore dei due.

Ma la scena cult del film è il mitico balletto sulle note di At the Ball, That’s All!

Questo balletto è un vero e proprio inno alla gioia, che riempie il cuore ogni volta che lo si vede…

Un 23 febbraio di 55 anni fa ci lasciava il mitico, unico, irresistibile, inarrivabile Stan Laurel… Un ricordo.

 

Stan Laurel

 

 

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Un 23 febbraio di 55 anni fa ci lasciava il mitico, unico, irresistibile, inarrivabile Stan Laurel… Un ricordo.

Stan Laurel ci lasciò alle 13.45 del 23 febbraio 1965, all’età di 74 anni, in un appartamento dell’Hotel Oceana a Santa Monica.

Stan Laurel è stato senza dubbio il re dei grandi clowns del Novecento. Un Pierrot sgangherato, un eterno bambino. Insieme all’amico e compagno inseparabile Oliver hanno ormai fatto ridere almeno cinque generazioni e tante, tantissime rideranno ancora

E’ stato un vero genio della risata, capace di trarre da ogni spunto elementi per destare ilarità. Ironizzava in modo intelligente e raffinato sulla gente, sul mondo e sulla vita, ma prima di tutto su sé stesso.

Si dice che egli, in punto di morte, si sia rivolto all’infermiera dicendole:

– “Mi piacerebbe essere in montagna a sciare in questo momento!”
– Infermiera: “Le piace sciare Signor Laurel?”
– “No, lo detesto… ma è sempre meglio che stare qui!”

…e ancora

“Se al mio funerale vedo qualcuno con il muso lungo, non gli parlerò mai più.”

L'ultimo video di Stanlio e Ollio insieme - Stan Laurel incontra per l'ultima volta il suo compagno di sempre un Oliver Hardy  ormai anziano e malato...

Chi era il grande Stan Laurel

Arthur Stanley Jefferson, meglio conosciuto come Stan Laurel (Stanlio in Italia), nasce ad Ulverston, nel Lancashire (Gran Bretagna), il 16 giugno del 1890. Il padre, produttore, attore e commediografo, Arthur J. Jefferson era il proprietario del Jefferson Theatre Group e una delle sue attrici era la bella Madge Metcalfe (che in seguito divenne sua moglie).

Quando il gruppo teatrale si trovò in difficoltà, la coppia andò a vivere con i genitori di Madge ad Ulverstone, nel Lancashire settentrionale a nord di Morecambe Bay, dove Arthur Stanley Jefferson nacque, il 16 giugno del 1890, cinque anni dopo il fratello Gordon. Più tardi, i genitori di Stan, gli diedero una sorellina di nome Beatrice nata, però, a North Shields dove, nel frattempo, la famiglia si era trasferita.

Qui, il padre di Stan fu nominato direttore del Royal Theatre.

Jefferson divenne ben presto uno dei più famosi impresari del nord dell’Inghilterra, così come il proprietario di una catena di teatri e direttore amministrativo della North British Animated Picture Company.

Il giovane Stan era particolarmente affascinato dall’ambiente teatrale, dove trascorreva la maggior parte del suo tempo libero.

Quando fu spedito a studiare in un, da lui odiato, collegio a Bishop Auckland, sfruttava ogni opportunità per visitare il teatro di suo padre a North Shields, distante dal collegio una trentina di miglia. I risultati negativi, in termini di studio non si fecero attendere ma il padre del futuro comico non fece nulla per scoraggiare in lui l’amore per il teatro, nella segreta speranza che un giorno l’avrebbe sostituito nel campo della gestione e amministrazione teatrale.

Dopo che il genitore perse una gran parte dei suoi averi in un infelice investimento nel New Theatre Royal a Blythe, vendette tutti i suoi teatri per andare a dirigere, nel 1905, il famoso Metropole Theatre di Glasgow. Stan, allora sedicenne, abbandonò gli studi per lavorare a tempo pieno nel botteghino del teatro ma, la sua vera ambizione era quella di lavorare sul palco, cosa che, dopo innumerevoli insistenze, puntualmente avvenne anche se con risultati davvero poco lusinghieri. Ma la testardaggine di Laurel era leggendaria e, malgrado i deboli riscontri, continuò per la sua strada.

Non molto tempo dopo, iniziò una tournée in Inghilterra con il Levy e Cardwell’s Pantomimes, nello spettacolo Sleeping Beauty. Con la paga di una sterlina a settimana, lavorava come direttore di scena e recitava nella parte di un “Golliwog”, un bambolotto negro grottesco. Dopo questi inizi, il primo grosso “colpo”, gli capitò quando gli venne offerta la possibilità di lavorare con la compagnia teatrale più famosa del paese, quella di Fred Karno, la cui stella sarebbe ben presto diventato Charlie Spencer Chaplin. Con la compagnia di Karno fece diversi spettacoli e non era facile emergere in un ambiente così saturo di talenti. Ad ogni modo, Laurel mostrava eccezionali qualità mimiche, riconosciute peraltro dal grande Marcel Marceau, che anni dopo ebbe motivo di scrivere: “Stan Laurel è stato uno dei più grandi mimi del nostro tempo.” Aveva trovato la sua strada.

Nel 1912 finito il contratto con Karno, come sostituto di Chaplin, Stan decide di tentare la fortuna negli USA. Nel 1916 prende moglie e nello stesso periodo cambia il proprio cognome da Jefferson a Laurel (unico motivo la superstizione: Stan Jefferson è lungo precisamente tredici lettere!). Nel 1917 viene notato da un piccolo produttore che gli permette di girare il primo film “Nuts in May”.

Sempre nel 1917 Laurel si trova a girare “Lucky Dog” nel quale incontra il giovane Hardy.

Nel 1926 Stan Laurel, nel ruolo di regista, gira “Get’em Young” dove Oliver è uno degli attori. Il film non parte molto bene, visto che Oliver si ustiona e viene sostituito,per volere di Roach, dallo stesso Stan che in questo modo perde la regia. Nel 1927, però, nascono i primi lavori della coppia Laurel & Hardy, anche se sono ancora ben lontani dall’essere protagonisti della pellicola.

Il primo film ufficiale della coppia è “Putting Pants on Philip”, anche se in questa pellicola non ritroviamo le caratterizzazioni dei personaggi a noi noti. Da questo momento comincia il ferreo sodalizio con Hardy.

Gli anni d’oro finiscono verso il 1940, quando cessa il rapporto con gli Studi Roach e Laurel & Hardy si rivolgono alla Metro e alla Fox; grandi case cinematografiche che non lasciano alla coppia molto controllo sulle pellicole.

Il successo in America comicia a calare e così Stan ed Ollie si recano in Europa, dove la loro fama è ancora grandissima; il successo è immediato.

Proprio in Europa girano l’ultimo film “Atollo K” una coproduzione italo-francese che purtroppo si rivela un fiasco (fra l’altro, durante le riprese Stan viene colto da un brutto malore).

Nel 1955 il figlio di Hal Roach ha l’idea di riproporre la coppia in una serie di comiche per la TV… ma la salute dei due attori è pessima. Nel 1957 il 7 Agosto, all’età di 65 anni muore Oliver Hardy e con lui una coppia irripetibile; Stan ne rimane sconvolto.

Negli ultimi anni della sua vita Stan viene gratificato con l’Oscar, ma si dispiace che il povero Ollie non possa vedere quel magnifico riconoscimento.
Il 23 febbraio 1965 all’età di settantacinque anni Stan Laurel, e con lui la sua irripetibile maschera, si spegne.

Guardo gli asini che volano nel ciel – Il ballo di Stanlio e Ollio sul motivo cantato dal mitico Alberto Sordi: 2 minuti che vi faranno tornare bambini e vi doneranno buon umore per tutta la giornata…!

 

Stanlio e Ollio

 

 

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Guardo gli asini che volano nel ciel – Il ballo di Stanlio e Ollio sul motivo cantato dal mitico Alberto Sordi: 2 minuti che vi faranno tornare bambini e vi doneranno buon umore per tutta la giornata…!

Guardo gli asini
che volano nel ciel
ma le papere sulle nuvole
si divertono
a fare i cigni nel ruscel
bianco come inchiostro
vanno i treni
sopra il mare tutto blu
e le gondole bianche
sbocciano nel crepuscolo
sulle canne dei bambu’
Du du du du du
Queste strane cose
vedo ed altro ancor
quando ticchete ticche
ticchete ticche
ticchete sento che e’
guarito il cuor
dall’estasi d’amor

 

 

STANLIO e OLLIO
Stan Laurel, 1890-1965, attore comico inglese e
Oliver Hardy, 1892-1957, attore comico inglese
Guardo gli asini che volano nel ciel
dal film I diavoli volanti, 1939
La canzone è tratta dalla versione doppiata in italiano del film I diavoli volanti,1939 (‘colorizzato’ nel 1991 e nel 2012).
Il motivo Guardo gli asini che volano riprende la melodia composta da Gino Filippini per la canzone del 1942 intitolata A zonzo (con testo originale di Riccardo Morbelli), uno dei primi successi di Ernesto Bonino.
Il nuovo testo è cantato da Alberto Sordi con parole probabilmente scritte dallo stesso attore che al tempo era doppiatore di Ollio.
Nel film in inglese la canzone originale, cantata da Oliver Hardy (Ollio) in persona, era Shine On, Harvest Moon (popolare brano del 1908 della coppia Nora Bayes e Jack Norworth).
Grazie anche a questo intermezzo musicale, accompagnato dai balli di Stanlio e Ollio, il film divenne uno dei più famosi del duo comico.
Impareggiabili.
E si torna bambini…