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Viva le quattro more: la vittoria delle nostre Pantere è un trionfo per l’Italia anti-razzista
Viva le Quattro more: la loro vittoria un trionfo per l’Italia anti-razzista
Loro sono brave belle e veloci. Velocissime come questo mondo che corre, comunica, si muove come non aveva mai fatto prima.
Le donne belle sono le donne libere e felici, quelle che vivono per un ideale, una passione. Loro sono il volto dell’Italia reale contro l’intolleranza xenofoba e la retorica dei ‘veri italiani’ bianchi che ricorda sinistramente le teorie della purezza della razza. Loro sono la migliore risposta alla negazione dello Ius Soli che discrimina ragazzi nati in Italia e che da noi vivono regolarmente, hanno fatto le scuole e parlano perfettamente (come è ovvio che sia) la lingua della terra dove sono nati. Loro sono brave belle e veloci. Velocissime come questo mondo che corre, comunica, si muove come non aveva mai fatto prima. Idee e persone entrano in contatto senza più ostacoli. Internet, i social, i mezzi di trasporto veloci. Come possiamo credere di fermare le persone, il loro desiderio di contatto e di riscatto? Un secolo fa un pastore della Sardegna poteva anche non aver mai visto il mare o Nuoro. Il suo razzismo, la sua paura del diverso era giustificabile. Oggi no. Oggi sappiamo cosa succede praticamente ovunque. Il lager nazisti non erano conosciuti dalla maggior parte dei tedeschi, i lager libici sappiamo invece che esistono. Abbiamo foto, video, racconti. Tutto in tempo reale. Non abbiamo più alibi, ci è rimasta solo la cattiveria.
Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo e la campionessa europea Libania Grenot hanno vinto la medaglia d’oro nella staffetta femminile 4×400 ai Giochi del Mediterraneo a Tarragona, in Spagna. Una vittoria nello stesso giorno in cui a Pontida è andato in scena un meeting pieno di odio, razzismo e egoismo nazionalista (nel senso deteriore della parola). Oggi il razzismo ha già perso perché nessuno potrà fermare questo esodo di persone, idee e culture. Non lo permetterà la tecnologia ma anche i ragazzi dell’erasmus, le nuove gerazioni che si sono mescolate per scelta, studio, lavoro.
Migliaia i tweet e i post per celebrare la vittoria delle quattro ragazze. Mentre ovviamente non sono mancati post polemici come questo in cui si chiedeva che “visto che 4 ragazze italiane di colore vincono la staffetta 4×400 non sia adesso il caso di far entrare tutta l’Africa in Italia, così giusto per dominare le future olimpiadi?”.
Ma chi sono queste donne meravigliose?
Libania Grenot, la più famosa del quartetto. Sempre dalle pagine Fidal si scopre che Libania “a Cuba era considerata un talento. Il papà Francisco è sindacalista, la mamma Olga giornalista. L’ultima apparizione con la maglia rossoblù e la stella è stata quella dei Mondiali di Helsinki 2005. Poi l’avventura italiana propiziata dal matrimonio, nel settembre 2006. Un anno di inattività praticamente completa, quindi la ripresa con il tecnico Riccardo Pisani a Tivoli. La cittadinanza è arrivata ad aprile 2008 aprendole la strada per il primo miglioramento del record italiano dei 400, da lei portato nel 2009 a 50.30. Dalla fine del 2011 si allena in Florida seguita dal tecnico statunitense Loren Seagrave. Nel 2014 la consacrazione internazionale con la vittoria agli Europei di Zurigo, mentre il 27 maggio 2016 è diventata primatista italiana dei 200 metri (22.56) a Tampa, negli Stati Uniti. Ha confermato il titolo continentale nel 2016 ad Amsterdam, dove ha conquistato anche il bronzo con la 4×400 azzurra, poi la sua prima finale olimpica individuale a Rio, seguita dal record italiano in staffetta”.
Ayomide Folorunso, 22 anni. Sempre la biografia della Fidal informa che “la sua famiglia è originaria del Sud-Ovest della Nigeria, ma “Ayo” dal 2004 si è stabilita con i genitori – la mamma Mariam e il papà Emmanuel, geologo minerario – a Fidenza: qui è stata notata nelle competizioni scolastiche dal tecnico Chittolini e affidata a Maurizio Pratizzoli. Non è riuscita a vestire l’azzurro nei Mondiali under 18 del 2013 pur avendo ottenuto il minimo in ben cinque specialità, perché ha ricevuto il passaporto pochi giorni dopo la rassegna iridata. A giugno del 2015 è stata arruolata in Fiamme Oro, proveniente dal Cus Parma. Nel 2016, agli Assoluti di Rieti, ha stabilito il primato italiano under 23 dei 400 ostacoli in 55.54 migliorando il personale di oltre un secondo, ritoccato a 55.50 con il quarto posto in finale agli Europei di Amsterdam. Semifinalista ai Giochi di Rio, dove ha realizzato il primato italiano con la staffetta 4×400 azzurra, nel 2017 ha conquistato il titolo europeo under 23 e anche l’oro alle Universiadi. Studentessa di medicina e aspirante pediatra, dimostra una personalità matura anche negli interessi culturali: appassionata di letture fantasy, non manca di approfondire quotidianamente anche le Sacre Scritture nella comunità pentecostale alla quale appartiene”.