Un racconto di Silvestro Montanaro: “Esiste una colla speciale per riattaccare i piedi?”

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Un racconto di Silvestro Montanaro: “Esiste una colla speciale per riattaccare i piedi?”

tratto da RAIAWADUNIAUn blog da seguire…

 

Esiste una colla speciale per riattaccare i piedi?

Dov’è il pallone?

Non riesco a vederlo…Per la verità non riesco a vedere nulla, solo ombre e mi scoppia la testa.

Devo riuscire a trovarlo.

Mio fratello me la farebbe pagare carissima se non glielo riporto. É l’unico pallone sopravvissuto qui nel nostro

villaggio. Vecchio, sporchissimo e mille volterattoppato, ma è l’unico. Vale più di un tesoro.

Me lo ha prestato dopo settimane di preghiere e mille piccoli favori. Ha pure preteso in cambio

l’uso permanente del mio temperino con il manico d’osso, un regalo del nonno. Poi mi ha

detto di aspettarlo e non cercare di scoprire doveandava. Eh, si, lo tiene ben nascosto il suo

tesoro.

Ci ho provato un milione di volte a trovarlo, ma niente. Quello, è davvero furbo..

Quando è tornato, lo aveva tra le mani. Mi ha fissato con occhi di fuoco.

<< Se si rompe….se te lo fai fregare…non tornare a casa perché, giuro, ti faccio a

pezzi…>>.

Poi me lo ha consegnato e ho sentito il cuore accelerare. L’ho stretto tra le mani e sono corso

fuori. Ho raggiunto i miei amici e l’ho sollevatoverso il cielo tra ululati di gioia.

Mi chiamo Samir ed ho 10 anni. Vivo in un piccolo villaggio non troppo lontano dalla

grande Aleppo, una delle città più belle del mio paese, la Siria. Da noi c’è la guerra. Non ho mai

capito perché, nessuno sa spiegarmelo. So solo che è una cosa brutta, bruttissima in cui viviamo

da tanti anni.

Ero piccolissimo e già c’era la guerra. E con la guerra mille problemi e tanta paura. Mangiare

poco e certe volte proprio niente. La scuola chiusa. Papà portato via da uomini armati che

hanno rubato tutto il possibile da casa nostra. Anche il televisore. É stato allora che Alì, mio

fratello, ha nascosto chissà dove il pallone.

Mamma dice che papà prima o poi torna, ma una volta l’ho sentita piangere con le sue amiche.

<< Lo hanno ucciso. Lo hanno fatto fuori come una pecora. Lo hanno sgozzato e lasciato

soffocare nel suo sangue…>>.

Era buono e simpatico il mio papà. Mi manca. Mi manca da morire. Alle volte guardo il cielo e

gli parlo…

Tutto quello che ricordo, in questo momento, è che stavamo giocando a pallone, con un pallone

vero e non con la solita lattina o con una palla fatta di stracci.

Eravamo felici, ma davvero felici. Nonostante la guerra, nonostante la miseria, nonostante la

paura. Ho segnato un goal. Poi un altro. Tutti e due di sinistro, il mio piede migliore. Sono il capitano

della mia squadra ed i miei compagni mi chiamano Maradona.

Poi è venuta la pioggia…

In cielo sono comparsi degli aerei. Non so dire se erano quelli del governo o quelli degli altri.

So solo che dalle loro pance sono usciti dei puntini che in pochi secondi sono divenuti

sempre più grandi e poi ancora di più.

<< Scappate, scappate! >>, urlavano tutti. << Le bombe…le bombe…>>.

Tutti fuggivano come impazziti, ma io sono rimasto.

Dovevo recuperare il pallone. Alì, altrimenti, mi avrebbe fatto a pezzi….

Poi…boom…boom…

La terra tremava, le esplosioni erano come i tuoni di cento tempeste messe insieme e sempre più vicine. E mi sono

sentito sollevare da terra e volare. Poi il buio, non so più per quanto tempo…

Poi solo ombre e suoni smozzicati…

Pian piano la strana nebbia si dirada. Ricomincio a vedere, ma il mondo non è più colorato. É tutto

bianco e nero. Vedo gente accorrere, tutta sporcadi polvere. E sento le urla e i pianti della loro

disperazione. Mi stropiccio gli occhi e cerco il pallone.

E  finalmente lo vedo accanto alle macerie della casa che prima si erigeva ad un angolo dello

spiazzo dove eravamo venuti a giocare ed ora non c’è più.

Provo ad alzarmi, a correre a riprenderlo e sento il dolore. Un male orribile, un pulsare di fitte

dolorose ad una gamba.

La guardo. É lì come sempre, ma ho il pantaloncino strappato. E rivedo il rosso. Quello

del mio sangue.

Il mio piede, il sinistro, il mio piede buono, quello alla Maradona, è un po’ più

in là, reciso come quello di una bambola fatta a pezzi.

Non capisco, è tutto così strano…

Provo a rimetterlo al suo posto, ma niente, non si attacca. Solo altro terribile dolore.

Esiste una colla speciale per riattaccare i piedi?

 

da COL CUORE COPERTO DI NEVE di SILVESTRO MONTANARO

fonte: https://raiawadunia.com/tutto-il-mondo-e-presepe-esiste-una-colla-speciale-per-riattaccare-i-piedi/

Un racconto di Silvestro Montanaro: “Esiste una colla speciale per riattaccare i piedi?”ultima modifica: 2019-01-01T12:27:31+01:00da eles-1966
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