Un ricordo – Buon Anno con lo spot di Asti Cinzano 1986 – Oh Happy Day

 

Oh Happy Day

 

 

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Un ricordo – Buon Anno con lo spot di Asti Cinzano 1986 – Oh Happy Day

Spot della Asti Cinzano che utilizzava quale propria colonna sonora “Oh Happy Day”; in Italia venne adottato come inno natalizio, anche se in realtà il testo è una celebrazione della Pasqua (“Oh Happy day, He washed my sins away”).

Oggi tutti i brindisi si fanno con lo spumante, quelli più raffinati con lo champagne. Sembra impossibile fare senza, eppure c’è stato un tempo in cui era perfettamente naturale brindare con quello che si era sempre bevuto: vino bianco o rosso più o meno dolce, e di solito non frizzante. Quel tempo era fino agli anni Ottanta.

Certo, il vino frizzante è vecchio come il mondo (vedi il lambrusco), ma se negli anni Settanta prendevi un francese o un siciliano e gliene facevi bere un bicchiere, ti chiedevano se ci avevi messo dentro l’acqua frizzante…

Ma non divaghiamo… Buon Anno con questo stupendo ricordo…

 

Domenica 27 dicembre 1908 – In edicola il primo numero del Corriere dei Piccoli – Nasce così il fumetto italiano.

 

Corriere dei Piccoli

 

 

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Domenica 27 dicembre 1908 – In edicola il primo numero del Corriere dei Piccoli – Nasce così il fumetto italiano.

Nasce il fumetto italiano: Nell’Italia di re Vittorio Emanuele III e del terzo Governo Giolitti apparve in edicola il Corriere dei Piccoli, supplemento settimanale illustrato del Corriere della Sera. Questa data venne considerata in seguito come l’inizio del fumetto italiano.

Fondato e diretto da Silvio Spaventa Filippi, che era partito da un’idea della pedagogista e scrittrice Paola Lombroso, il Corrierino (variante familiare usata dai suoi giovanissimi lettori) introdusse nel contesto italiano i personaggi dei fumetti americani, presentati all’interno di tavole illustrate, ognuna suddivisa solitamente in quattro strisce di due vignette ciascuna.

Ma in questo primo numero trovò spazio anche uno dei personaggi più popolari lanciati dal settimanale: Bilbolbul, un bambino africano protagonista di storie surreali. A disegnarlo fu Attilio Mussino che insieme ad Antonio Rubino (ideatore di Quadratino, altro personaggio storico) rappresentarono le colonne portanti del Corrierino fino agli inizi degli anni Cinquanta.

In questa prima fase le “nuvolette parlanti” (il termine inglese è balloon) erano rigorosamente vietate, perché ritenute diseducative. Al loro posto c’erano i sottotitoli composti da filastrocche in rima baciata, dal tono moraleggiante. Siamo certamente lontani dall’idea moderna di fumetto.

Le tavole illustrative erano permeate di valori pedagogici, patriottici e risorgimentali, in perfetta sintonia con la mentalità di allora che non ammetteva l’esistenza di libri per ragazzi concepiti esclusivamente per il loro intrattenimento. Tutto doveva avere un fine educativo, e ciò spiega perché la maggior parte dei contenuti fosse costituita da racconti, poesie e brevi testi teatrali.

Il successo del primo numero fu straordinario, al punto che venne stampato in 80.000 copie. Ciò lo rese subito un riferimento per bambini e adolescenti. Nel 1917 fu la volta di un altro protagonista storico di quegli anni: il Signor Bonaventura nato dalla matita di Sergio Tofano.

Dieci anni dopo, presero piede le nuvolette – che sul Corrierino si affermarono solamente a partire dagli anni Sessanta – grazie a nuove pubblicazioni che segnarono l’evoluzione moderna del fumetto made in Italy: dal primo numero di Topolino (edito nel 1932 da Giuseppe Nerbini) ai settimanali L’Avventuroso (che portò dagli Usa Mandrake e Flash Gordon) e Intrepido (che inaugurò il genere romantico e sentimentale).

Dopo il grande avvento, nel Dopoguerra, delle riviste dedicate a un singolo personaggio – il più amato fu Tex Willer di Sergio Bonelli, uscito nel 1948 – si arrivò agli anni Sessanta che portarono alla ribalta i “cattivi”, gli antieroi per eccellenza come Diabolik delle sorelle Giussani (1962), accanto a fumetti d’autore come l’insuperabile Corto Maltese, che Ugo Pratt lanciò in “Una ballata del mare salato”.

Pratt e Benito Jacovitti (padre del famoso cowboy Cocco Bill) furono gli artefici della stagione d’oro del Corrierino, vissuta dalla seconda metà degli anni Sessanta alla prima metà dei Settanta, suggellata dagli esordi di Lupo Alberto (pubblicato da Silver sul Corriere dei Ragazzi, nato come costola del Corriere dei Piccoli da cui si distaccò nel 1972) e di La Pimpa (creata nel 1975 da Altan e considerata il più fortunato fumetto italiano per bambini in età prescolare).

Gli anni ’80 coincisero con il periodo di crisi del settore, fortemente condizionato dall’avvento dei manga giapponesi in TV, che col passare del tempo presero il sopravvento anche nelle riviste di fumetti, la prima delle quali fu Zero (1990), interamente dedicata ai manga.

Nel 2008 venne celebrato un secolo di storia del fumetto, partendo dalla prima uscita del Corriere dei Piccoli che, sebbene avesse smesso le pubblicazioni da gennaio del 1996, venne celebrato come il periodico dedicato all’infanzia più longevo d’Italia.

tratto da: http://www.mondi.it/almanacco/voce/9206

L’intramontabile Last Christmas dei Wham compie 35 anni

 

Last Christmas

 

 

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L’intramontabile Last Christmas dei Wham compie 35 anni

L’avreste mai detto che sono passati ben trentacinque anni da quando i Wham! di George Michael e Andrew Ridgley hanno proposto uno dei brani più belli e indimenticabili legati al Natale? Ebbene sì, Last Christmas è stato pubblicato il 15 dicembre del 1984 e, ad oggi, è il pezzo del Natale più ascoltato e amato in ogni angolo del Mondo.

Un classico intramontabile

Era il 15 dicembre del 1984 quando due giovanissimi artisti di talento, George Michael e Andrew Ridgley, i Wham! proponevano uno dei brani più iconici di sempre, Last Christmas. Il successo del brano è stato così potente e travolgente che, ad oggi, si tratta di una delle canzoni natalizie più ascoltate di tutti i tempi. Per celebrare il trentacinquesimo anniversario della canzone, dunque, è stata pubblicata una ristampa  in edizione limitatissima della versione originale del singolo su vinile bianco da collezione. Il brano, inoltre, è anche nella colonna sonora dell’omonimo film con Emilia Clarke, uscito nelle sale proprio in questi giorni.

Il successo del pezzo è stato davvero incredibile: all’indomani della sua pubblicazione, ha raggiunto la posizione numero due della classifica di vendita, battuto solo da Do They Know It’s Christmas del charity supergroup ‘Band Aid’, a cui aveva preso parte anche lo stesso George Michael. Una curiosità per voi: Last Christmas è il pezzo più venduto a non aver mai raggiunto il vertice della classifica ufficiale dei singoli.

Ammettetelo, quante volte avete cantato Last Christmas nel periodo natalizio?

 

 

 

fonte: https://www.greenme.it/vivere/arte-e-cultura/last-christmas-nalale-35-anni/

Un esempio per i nostri ragazzi: Rhea, appena 11 anni, non ha i soldi per comprarsi le scarpe, crea a mano ‘Nike’ improvvisate e vince tre medaglie d’oro!

 

ragazzi

 

 

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Un esempio per i nostri ragazzi: Rhea, appena 11 anni, non ha i soldi per comprarsi le scarpe, crea a mano ‘Nike’ improvvisate e vince tre medaglie d’oro!

Questa giovanissima ragazza ha dimostrato che un’atleta per avere successo ha bisogna di determinazione, passione e anche un pizzico di fantasia quando le possibilità economiche sono limitate. Rhea Bullos, ha appena 11 anni e la sua immagine è diventata virale sui social perché l’atleta ha vinto ben tre medaglie d’oro nell’atletica leggera nonostante abbia corso con delle scarpe fatte a mano con bende e gesso.

Rhea è una studentessa della scuola elementare di Balasan nelle Filippine e non ha voluto rinunciare alla gara solo perché non aveva le scarpe. Così con l’aiuto della famiglia se l’è fatte da sé mettendoci tanto di brand Nike sopra. La foto è stata condivisa sui social dal suo allenatore Predirick B. Valenzuela e ha fatto il giro del mondo, diventando esempio di tenacia e voglia di superare i limiti.

Se non si nasce in una famiglia benestante, allora bisogna ingegnarsi per non rinunciare mai ai propri sogni. Così Rhea ha corso più che ha potuto, facendolo quasi scalza. Ha vinto così nella gara dei 400, in quella degli 800 e perfino nei 1500 nel torneo sportivo organizzato dal Consiglio di Iloilo.

Per la giovane atleta sono arrivati centinaia di commenti di congratulazioni e tantissimi si sono offerti di regalarle delle scarpe vere per le competizioni future. Rhea che sogna di gareggiare in futuro nei Giochi del Sud est asiatico, è diventata un esempio per tanti altri ragazzi della sua età e non solo, dimostrando che per inseguire i propri sogni ci si deve impegnare al massimo e che molto spesso non esistono limiti per superare le sfide.

 

fonte: https://www.greenme.it/vivere/sport-e-tempo-libero/non-ha-i-soldi-per-comprarsi-le-scarpe-crea-a-mano-nike-improvvisate-e-vince-tre-medaglie-doro/

 

 

 

Le notizie che i Tg dimenticano di dare – La Nostra fantastica Nazionale di Basket composta da ragazzi con sindrome di Down è Campione del Mondo!

 

Campione del Mondo

 

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Le notizie che i Tg dimenticano di dare – La Nostra fantastica Nazionale di Basket composta da ragazzi con sindrome di Down è Campione del Mondo!

La Nazionale Italiana Atleti di pallacanestro con sindrome di Down è campione mondiale per la seconda volta consecutiva dopo il titolo iridato conquistato nella scorsa edizione a Madeira.

Gli Azzurri hanno battuto in finale i padroni di casa del Portogallo con il punteggio di 36-22, bissando la vittoria del girone iniziale (40-4).

Davide Paulis, Antonello Spiga, Emanuele Venuti, Alessandro Ciceri, Andrea Rebichini, Alessandro Greco, sono loro i nostri campioni che, dopo il titolo iridato conquistato nella scorsa edizione a Madeira, fanno il bis grazie alla loro tenacia, l’impegno e il sacrificio. La gioia di giocare, ma anche tutta la voglia di vincere grazie anche al sostegno degli allenatori Giuliano Bufacchi e Mauro Dessì.

Sul podio finale, dietro l’Italia dell’oro, il Portogallo con l’argento e la Turchia con il bronzo.

Ricordiamo che nella prima partita del torneo, la Nazionale Italiana aveva battuto la Turchia per 26-11 con 16 punti realizzati dall’atleta (neo campione d’Italia) dell’Atletico Aipd Oristano, Davide Paulis. E da lì, gli azzurri non si sono più fermati, strappando la vittoria ai portoghesi.

E’ questo lo sport che ci piace, quello inclusivo e che dimostra che tanti limiti possono essere superati con la forza di volontà, il duro allenamento e la voglia di farcela. I sogni nel cassetto dei nostri azzurri si stanno realizzando uno dopo l’altro e l’Italia non può non essere orgogliosa di chi crede nello sport e porta in alto la bandiera tricolore.

“Complimenti alla nazionale italiana di basket composta da ragazzi con sindrome di Down. Un Dream Team che si è laureato per la seconda volta campione del mondo! Bravissimi. Applausi a scena aperta”, scrive su Twitter, il presidente del Cip, Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.

La notizia corsa in rete grazie alla Fisdir, Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali, ha fatto il giro del web e per i nostri campioni sono arrivati i complimenti da tutto il mondo. Tra i post, anche quello del presidente della Camera, Roberto Fico.

“La Nazionale italiana di basket con sindrome di Down si conferma campione del mondo. Orgoglioso dei nostri ragazzi che sono un superbo esempio di talento e passione”.