Un Cult – L’indimenticabile Carosello di Cimabue.

 

Cimabue

 

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Un Cult – L’indimenticabile Carosello di Cimabue.

Dom Bairo è uno storico amaro italiano a base di vino aromatizzato alle erbe molto apprezzato negli anni ’70 e ormai fuori produzione da tempo. L’amaro fu pubblicizzato, dal 1972 al 1976, da una nota serie di caroselli, Le avventure di Cimabue, realizzati gracamente da Paolo Piarerioper la Gamma Film.

Il protagonista delle animazioni era uno sfortunato fraticello di nome appunto Cimabue che veniva costantemente canzonato dai suoi confratelli ogni volta (sempre praticamente) commetteva qualche sciocchezza.

Le avventure di Cimabue” il titolo delle pubblicità dell’amaro  Dom Bairo.

“Oggi fu giorno di letizia per lo convento e per li frati tutti” così iniziavano gli spot con Cimabue che volonterosamente si prestava a fare ogni cosa non combinandone mai una giusta, tanto che i frati gli intonavano in coro: “Cimabue, Cimabue, fai una cosa, ne sbagli due”.

Lui non ci sta e reagisce: “Ma che cagnara, sbagliando si impara!”

Finchè il Frate Priore che è un intenditore tirò fuori un liquore al mondo raro. Anno di grazie 1452, nacque così Dom Bairo, l’uvamaro. Amaro di uva, bontà e benessere di preziose uve silvane ed erbe salutari…

Un Cult – Il mitico Carosello di Caballero e Carmencita

 

Caballero e Carmencita

 

 

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Un Cult – Il mitico Carosello di Caballero e Carmencita

Caballero e Carmencita – La serie è andata in onda dal 1965 al 1973, realizzata con pupazzi animati dall’agenzia Armando Testa.

Il Caballero Misterioso è un abilissimo pistolero che si muove “nella pampa sconfinata, dove le pistole dettano legge”. E’ in cerca della bellissima Carmencita, che però gli preferisce un altro uomo, con il “baffo che conquista”.

Caballero: Bambina, sei già? mia. Chiudi il gas e vieni via.
Carmencita: Pazzo! L’uomo che amo è un uomo molto in vista. E’ forte, è bruno e ha il baffo che conquista.
Caballero: Bambina, quell’uom son mì… Oh yeh yeh yeh yeh yeh, oh yeh!
Carmencita: Paulista! Amore mio…

Un mitico Cult Vintage: La Linea episodio 001…!

Linea

 

 

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Un mitico Cult Vintage: La Linea episodio 001…!

 

 

La Linea è il personaggio protagonista di un cartone animato ideato da Osvaldo Cavandoli. Il cartone animato è costituito da un uomo che percorre una linea virtualmente infinita e di cui è anch’esso parte integrante. Il personaggio incontra nel suo cammino numerosi ostacoli e spesso si rivolge al disegnatore (in un grammelot incomprensibile) affinché esso disegni la soluzione ai suoi problemi.

Storia

Nel 1969 Cavandoli propose questo personaggio (chiamato inizialmente Mr. Linea) ad alcune agenzie pubblicitarie che realizzavano filmati per il Carosello della RAI. Il personaggio piacque all’ingegner Emilio Lagostina, collezionista d’arte e titolare dell’omonima industria di pentole a pressione, che lo volle protagonista di alcuni caroselli per la sua azienda. La presentazione del personaggio, inizialmente chiamato Agostino Lagostina (il nome fu poi eliminato dopo la prima serie di Caroselli) fu questa: «Chi è Agostino? Un piccolo uomo vivace, dal naso realmente espressivo, con tutte le istanze e le preoccupazioni della vita moderna. Figlio di una matita e di una mano.»
Al personaggio venne associata la voce di Giancarlo Bonomi, che gli fornì una parlata onomatopeica dal vago accento milanese, e una colonna sonora vagamente jazz curata da Franco Godi e Corrado Tringali. Il personaggio divenne così protagonista di una serie di celebri spot pubblicitari, diffusi anche all’estero, dove sono anche stati prodotti dei DVD con le sue avventure.
Sull’onda del successo, nel 1972 La Linea divenne anche una striscia a fumetti che vinse numerosi premi internazionali. Ad essa seguirono poster, calendari e prodotti di merchandising.
All’inizio del 2007 la Lagostina ha cambiato il suo storico logo. Nel marzo dello stesso anno muore Osvaldo Cavandoli.

Il linguaggio de La Linea

Il borbottìo e le comiche imprecazioni del personaggio sono espresse in un linguaggio incomprensibile, una sorta di grammelot in cui non è difficile riconoscere alcune estemporanee espressioni in dialetto lombardo, i colori degli sfondi suggeriscono inoltre lo stato emotivo del personaggio, variando spesso e a seconda dei casi. Facile comprendere come questo non-linguaggio abbia molto aiutato la diffusione internazionale del personaggio, che non ha bisogno di alcun doppiaggio.

La Linea nel mondo

A partire dagli anni ottanta La Linea è stato testimonial, oltre che de Lagostina in Italia, anche di numerosi altri clienti in tutto il mondo.
Tra gli anni ottanta e novanta è stata protagonista di svariate campagne pubblicitarie, tra cui:
La carta di credito del Touring Club in Svizzera
La raccolta differenziata in Svezia
L’istituto di credito in Israele
Una società privata ospedaliera in Australia
Gli elettrodomestici Vestel in Turchia
Le bombolette a gas Twiny in Francia
La crema antiemorroidale Faktu in Germania
L’agenzia immobiliare Home in Danimarca
I telefoni cellulari Simplus in Polonia
L’agenzia di assicurazione Santam in Sudafrica.
Episodi de La Linea sono stati proiettati su schermi all’interno delle stazioni nelle metropolitane di Berlino, Francoforte e Colonia.
In Norvegia, a partire dal 30 giugno 2008, il giornale Dagbladet pubblica quotidianamente un episodio del personaggio di Cavandoli.
Nel 2012 la casa automobilistica statunitense Ford, adotta La Linea quale testimonial per la campagna pubblicitaria dell’automobile ibrida Ford C-Max Hybrid.

Influenze nella cultura popolare

La Linea è stata citata nel video musicale del singolo di Jamiroquai (Don’t) Give Hate a Chance (2005), in cui appaiono varianti tridimensionali del celebre personaggio oltre che mano e matita di un disegnatore.
Viene citata nella sigla finale dell’anime Itadakiman, facente parte della serie Time Bokan, in cui le silhouette che si muovono su La Linea sono quelle di tre personaggi della serie.
Le canzoni Bla Bla Bla e The Riddle di Gigi D’Agostino sono dedicate a La Linea, nei cui video musicali viene ripreso l’omino, modificato e animato a ritmo di musica.
Nel 2008 la rivista The Artist rende omaggio a Osvaldo Cavandoli e al suo personaggio con Cavandoli!, un fumetto disegnato da trenta autori umoristici italiani.

 

Un ricordo di Romano Bertola morto il 6 novembre di due anni fa. A lui dobbiamo tanti favolosi caroselli, dal Merendero (Miguel son mi) a Maria Rosa (Brava brava Maria Rosa) al gigante buono della nutella (E che, ci ho scritto Jo Condor?)…

 

Romano Bertola

 

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Un ricordo di Romano Bertola morto il 6 novembre di due anni fa. A lui dobbiamo tanti favolosi caroselli, dal Merendero (Miguel son mi) a Maria Rosa (Brava brava Maria Rosa) al gigante buono della nutella (E che, ci ho scritto Jo Condor?)…

 

A volte, portando a Lourdes un film muto, si mette a parlare.

I cigni mettono continuamente la testa sott’acqua per l’ossessione di avere le scarpe slacciate.

Un cane guardando un albero di Natale acceso: “finalmente hanno messo la luce in bagno”.

Romano Bertola

Inizia la carriera come scrittore nel 1958 con il romanzo “La stanza delle mimose”, che vince il premio Pavese.

Entra quindi nel mondo della pubblicità, scrivendo molti jingle e canzoncine per Carosello che riscuotono un successo straordinario, diventando in breve tempo un patrimonio della memoria collettiva: ricordiamo ad esempio Merenderos per la Talmone, cantata dal gruppo dei Los Gildos e con lo stesso Bertola che recita i versi Miguel son mi e Miguel son sempre mi.

Si dedica anche alla composizione di canzoni, riscuotendo un certo successo con Un diadema di ciliegie, presentata dai Ricchi e Poveri al Festival di Sanremo 1972, e con Torna a casa mamma, incisa da Memo Remigi con il figlio Stefano.

Ma il suo forte resta la pubblicità. Più recenti sono le canzoni per la merendina Fiesta (Fiesta ti tenta tre volte tanto, cantata dai Ricchi e Poveri), per i cioccolatini Pocket Coffee (Un pieno d’espresso, un pieno di sprint, Pocket Coffee), per il lievito Bertolini (Brava brava maria Rosa, ogni cosa sai far tu), per i biscotti della Maggiora (No no no, cara Baffina, questo non succede alle otto di mattina…), per le arance Birichin (Ma che paese straordinario, è il paese dell’incontrario…) e molte altre.

Collabora con Toni Pagot per la realizzazione del cartone animato Jo Condor per il famoso Carosello della Ferrero, dando la voce al condor protagonista della pubblicità (E che, ci ho scritto Jo Condor?).

Con la fine di Carosello riduce la sua attività in campo pubblicitario, pur scrivendo saltuariamente altre canzoni come, ad esempio, quella dell’Olandesina per i prodotti Mira Lanza (Mira mira l’Olandesina) e per alcuni spot radiofonici, come quello per i mobilifici Aiazzone e Granato.

Nel 1980 ottiene un altro grande successo come autore con La puntura, incisa da Pippo Franco; due anni dopo è la volta di Carletto incisa da Corrado (autore del testo) con Simone, figlio di Stefano Jurgens.

Negli ultimi anni si è dedicato a tempo pieno all’attività di scrittore, e nel 2012 ha pubblicato Caro Carosello, in cui ha raccontato i suoi ricordi legati all’attività di pubblicitario per la trasmissione.

Romano è morto il 6 novembre 2017 nella sua casa di Torino, all’età di 81 anni.

Stamattina alle 7 un vertiginoso silenzio mi ha svegliato. Mi sono girato verso mia moglie. Non c’era. Non era neppure in cucina né in nessuna altra stanza. Anche Camillo non c’era. Sono uscito sul balcone: strada deserta. Solo un giornale spinto dal vento. Con l’auto ho attraversato la città. Vie e piazze spopolate. I tram fermi o vuoti. In ufficio nessuno. Anche da Maniglia e da mio cognato Augusto non c’è nessuno. Gli appartamenti abbandonati. Ho puntato verso l’aeroporto. Un jet sulla pista. Fortuna di avere il brevetto di pilota. Mi sono levato in volo. Parigi. Atene. New York. Non un’anima. Vuoto. Deserto. Sul banco di un bar di Adelaide trovo una fotografia. Ci sono tutti. Cinque miliardi di persone che mi fanno ciao con la mano… Sotto, una scritta: “Addio, testa di cazzo!”. D’accordo, d’accordo…Però andarsene così…Senza dire niente… Che figli di puttana.

Mamma, lo sai chi c’è,
è arrivato il Merendero,
è arrivato col sombrero,
è arrivato, eccolo qua.
El Merendero!
L’è li, l’è là,
l’è là che l’aspettava,
l’è li, l’è là,l’è là che l’aspettava,
l’è li, l’è là,l’è là che l’aspettava,
l’è là che aspettava Miguel:
(Miguel son mi!)”