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Gli Italiani non si possono più permettere di pagare le cure mediche? Ecco la bellissima iniziativa di alcuni medici in pensione, quasi tutti ex-primari, anche di fama internazionale: un centro dove si cura gratis a chi ne ha bisogno…
Borgomanero: 23 specialisti in pensione visitano poveri e immigrati nel centro Auser
Borgomanero è un tranquillo paese in provincia di Novara, a due passi dal Lago Maggiore. Oggi gode di una rinnovata fama grazie a uno degli esperimenti sociali più interessanti degli ultimi anni. Merito di una associazione di volontariato, l’Auser, che in città è presieduta da Maria Bonomi, e da un gruppo di medici, quasi tutti in pensione, che hanno deciso di mettere a disposizione la loro professionalità per una nobile causa.
Ventitré medici specialisti in pensione, quasi tutti ex-primari e alcuni con fama internazionale, hanno scelto di proseguire nell’esercizio della loro professione mettendosi totalmente a disposizione di chi è economicamente in difficoltà e non può permettersi di pagare il ticket né tantomeno una consulenza medica privata.
È la storia del poliambulatorio di Borgomanero, in provincia di Novara, dove i volontari dell’Auser hanno offerto gratuitamente i locali e un pool di medici in gamba nelle rispettive competenze, affiancati da infermieri.
Sono 23 gli specialisti volontari che lavorano nell’ambulatorio Auser: dalla chirurgia all’urologia, dalla ginecologia alla pediatria, oltre a una decina di odontoiatri. Tra loro l’ortopedico Piero Frediani, il radiologo Carmelo Cavallaro, il dermatologo Giorgio Leigheb. I pazienti visitati vanno dai 1300 ai 1500 all’anno. Oltre alle visite specialistiche vengono effettuati esami ematici di laboratorio, elettrocardiogrammi, esami Holter, ecografie ed ecodoppler, tutto in maniera assolutamente gratuita. Gli assistiti sono essenzialmente rifugiati, senzatetto, anziani e persone bisognose in senso lato. All’ambulatorio vengono indirizzati dal medico di famiglia, molti sono anziani assistiti dall’Auser. Tra i pazienti anche persone che possono pagare la visita: ricevono assistenza medica in cambio di un contributo. L’effetto è multiplo: si aiutano le persone in difficoltà, si alleggeriscono le liste d’attesa del servizio sanitario pubblico e si conferisce una funzione sociale importante ai camici bianchi in pensione.
Le specializzazioni sono 17: c’è il chirurgo e il pediatra, il dermatologo e l’ortopedico, l’odontoiatra e il ginecologo. Ultimamente persino tre avvocati, un consulente amministrativo e una psicologa. E soprattutto c’è sempre un sorriso per tutti. E grazie alle donazioni di alcuni pazienti è stato possibile acquistare anche indispensabili apparecchiature diagnostiche.
«L’idea è nata otto anni fa in piena crisi economica – spiega Sergio Cavallaro, urologo e direttore sanitario dell’ambulatorio Auser – con alcuni medici in pensione abbiamo deciso di creare questo ambulatorio per sostenere le persone più indigenti, quelle che non ce la facevano a pagare il ticket, non solo quelle che avevano difficoltà economiche. Poi dato che la nostra è una zona dove ci sono molti rifugiati richiedenti asilo ho unito le cose e ci siamo dedicati a queste persone. All’inizio ho chiamato alcuni miei amici, poi altri sono venuti spontaneamente richiamati dal nostro obiettivo».
«All’inizio abbiamo dovuto faticare parecchio – racconta Cavallaro – abbiamo dovuto vincere molte resistenze da parte dei medici di famiglia, degli specialisti. Come si può immaginare non è stato facile. Però adesso siamo integrati sul territorio molto bene, collaboriamo con l’Asl e con i medici di famiglia, la cittadinanza ci sostiene. Una signora oltre a dare un contributo ci ha regalato un elettrocardiografo».