Il Toro si suicida terrorizzato dal fuoco sulle corna: godetevi la schifosa tradizione del “toro embolado”, la più disgustosa tra le corride… Io, come uomo e (cosiddetto) essere umano me ne vergogno…!

 

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Il Toro si suicida terrorizzato dal fuoco sulle corna: godetevi la schifosa tradizione del “toro embolado”, la più disgustosa tra le corride… Io, come uomo e (cosiddetto) essere umano me ne vergogno…!

 

Il Toro si suicida terrorizzato dal fuoco sulle corna: l’assurda tradizione del “toro embolado”

Una scena terribile. Il toro terrorizzato dalla fiamme che gli avvolgono le corna si lancia contro un paletto e si accascia morto sul colpo. Suicidato. Nessuna triste fatalità, ma la consueta e barbarica tradizione spagnola delle “feste” con i tori come vittime sacrificali.

Si chiama Toro embolado ed è forse la declinazione più crudele delle corride. Consiste nel prendere un povero toro, tenerlo legato a un palo posto al centro dell’arena il tempo necessario per mettergli sulle corna una tavola di legno con alle estremità due torce di stoppa imbevute di carburante e dargli fuoco, poi si libera l’animale mentre i partecipanti danno prova del loro “coraggio” tormentandolo.

Un’atrocità ancora molto diffusa specie in Catalogna e nella Comunità Valenciana. Il 22 luglio scorso, durante la festa del Toro embolado di Foios, cittadina a nord di Valencia, il bovino appena liberato, in preda ad un folle terrore, si è lanciato di corsa contro il palo a cui era legato fino a pochi istanti prima, morendo sul colpo e ponendo così fine alla sua agonia, tra la delusione degli astanti che avrebbero probabilmente voluto godersi lo spettacolo più a lungo.

Uno spettacolo che si basa sulla tortura, dove un toro viene terrorizzato e ustionato per il divertimento popolare. Terribile quanto ancora radicato nonostante le proteste che ogni anno accompagnano queste manifestazioni e le ripetute richieste di una messa al bando definitiva di questa tradizione di stampo medievale.

In alcune città, come a Valencia, la festa del Toro embolado è stata abolita, mentre in altri comuni spagnoli i tori in carne e ossa sono stati sostituiti con tori meccanici alle cui corna vengono fissati petardi e fuochi d’artificio. Al fine di salvaguardare il valore simbolico della tradizione, senza inutili crudeltà su altri esseri viventi.

Tuttavia in molte città questa forma di tortura continua ad essere esercitata. Una competizione, come tutte le corride, dove il Toro non vince mai. E alla fine dello spettacolo, se ancora vivo, viene condotto al macello per essere ucciso, dopo aver subito ustioni in buona parte del corpo.

 

tratto da: http://www.dolcevitaonline.it/il-toro-si-suicida-terrorizzato-dal-fuoco-sulle-corna-lassurda-tradizione-del-toro-embolado/

Vergognoso – Un’altra porcheria made in Spagna – Si chiama la Sokamuturra – toro cordato – Il Toro è legato ad una corda in piazza per fare spettacolo… Tutta la sofferenza dell’animale tra le bestiali risate della gente…

 

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Vergognoso – Un’altra porcheria made in Spagna – Si chiama la Sokamuturra – toro cordato – Il Toro è legato ad una corda in piazza per fare spettacolo… Tutta la sofferenza dell’animale tra le bestiali risate della gente…

Toro legato ad una corda in piazza per fare spettacolo

Si chiama la Sokamuturra, una forma di spettacolo con il toro in piazza, tipica del folklore dei paesi baschi in Spagna. Lo spettacolo consiste nel tenere legato un toro con una corda in una piazza pubblica. Le persone si possono avvicinare per sfidare l’animale.

guarda QUI il video

Purtroppo, questo sfruttamento arcaico del toro, ai fini dell’intrattenimento, che provoca sofferenza, ansia e stress all’animale viene ancora perpetrato nel XXI secolo.

E’ la denuncia che rimbalza sui social con i video pubblicati dal gruppo animalista Libertad Animal Navarra, mostrando l’orrore al quale sono sottoposti i tori che siano giovani esemplari o esemplari adulti.

In un filmato si vede chiaramente i pericoli ai quali sono esposti questi animali. Un giovane toro, un vitellino di pochi mesi scivola ripetutamente sul pavimento bagnato di una piazza, rischiando si spezzarsi un arto, cercando di difendersi dall’invadenza e dalla provocazione di alcune persone.

La scena è stata registrata ad Azpeitia. “Sono incapaci di vedere come soffrono queste creature che imparano preso cosa significa essere maltrattati. Educhiamo all’empatia, al rispetto e all’amore nei riguardi di tutte le creature viventi”, scrive il gruppo animalista, commentando il filmato.

 

A seguire: Sokamuturra 2017 (Elgoibar)

La corrida vista con gli occhi del toro – Le atrocità sulla corrida che tutti devono conoscere per capire l’idiozia delle bestie umane che si godono lo spettacolo…!

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La corrida vista con gli occhi del toro – Le atrocità sulla corrida che tutti devono conoscere per capire l’idiozia delle bestie umane che si godono lo spettacolo…!

Le atrocità sulla corrida che tutti devono conoscere e cosa è costretto a sopportare il toro, passo per passo.

La “corrida de toros” (corsa di tori) è uno spettacolo che consiste in un combattimento tra uomo e toro, diffuso principalmente in Spagna, ma anche in Portogallo, Sud della Francia e in alcuni paesi dell’America Latina (con denominazioni differenti).

Le gare in Spagna si svolgono fin dal 1800, ma venivano praticate anche precedentemente, a partire dal XIV secolo, da nobili che, a cavallo, combattevano contro tori per questioni legate al prestigio e all’onore.

Alla corrida partecipano: 6 toreri e 3 tori (provenienti da allevamenti specializzati) che si alternano; due picadores a cavallo, tre banderilleros e gli incaricati a ritirare il corpo del toro una volta che viene ucciso.

Prima della gara i partecipanti sfilano davanti al pubblico e ricevono dal presidente, e unico giudice, le chiavi della porta dalla quale usciranno i tori. La “toreada” è divisa in 3 parti, chiamate “tercios“.

Prima della gara

Il toro viene sottoposto a crudeltà per indebolire le sue forze: tenuto al buio, senza cibo e senza acqua, viene colpito ai reni con sacchi di sabbia, gli viene cosparsa trementina sulle zampe per impedirgli di star fermo, gli viene annebbiata la vista applicando vaselina sui suoi occhi, gli viene infilata stoppia nelle narici e nella gola per impedirgli la respirazione e gli vengono conficcati aghi appuntiti nel corpo. Prima ancora di entrare nell’arena è quindi drogato, sofferente ed impaurito.

Quando entra nell’arena
  • Prima parte: Tercio de Varas

Il toro esce dalla porta con un arpioncino conficcato nel garrese (il punto alto del dorso, tra collo e scapole) e compie un giro dell’arena alla ricerca di una via d’uscita.

Spesso tenta di tornare indietro, ma la porta è chiusa e inizia, così, a prenderla a cornate. Si sente, inoltre, frastornato dai rumori della banda e del pubblico.

Il torero entra in scena e comincia a caricarlo con il “capote“, il drappo di tela rosa acceso da un lato e giallo dall’altro. I picadores a cavallo domano il toro colpendolo con una lancia dalla punta in acciaio, modellata a piramide a tre lati e provvista di un arresto metallico alla base, che serve ad impedire che penetri anche il manico nella carne del toro. La legge prevede che il toro venga colpito nel muscolo del collo almeno due volte, ma spesso i colpi arrivano ad essere 5 o 6 perché alcuni tori, atterriti, continuano a caricare cavallo e picadores. Così, il cavaliere colpisce il toro con il manico della lancia, in modo da stordirlo, ma non così tanto da non poter continuare la gara.

L’intento di questa prima parte è capire la forza del toro e affaticarlo.

  • Seconda parte: Tercio de Banderillas

I 3 banderilleros (o il torero) caricano il toro con il corpo e infilano tre paia di banderillas con una grossa punta in acciaio nel suo dorso.

L’arpioncino è lungo circa 6 cm e largo 4 ed è creato cosicché, quando il toro si muove, questa spinga nella carne ed infastidisca continuamente.

Il toro inizia a dissanguare, a dare segni di cedimento e le sue cariche diventano sempre più brevi e sofferte.

  • Terza parte: Tercio de Muleta

Il torero comincia ora il suo spettacolo, osannato da tutti come una star. Sostituisce il “capote” con la “muleta“, un drappo rosso di flanella che stringe con una mano, mentre nell’altra maneggia una spada.

Il toro è molto stanco e debilitato dai colpi ricevuti, che gli hanno danneggiato i muscoli del collo. Si trova impossibilitato ad alzare il capo e tiene, quindi, la testa bassa. Il picador lo sottomette e lo mantiene in una condizione di inferiorità, così da agevolare il torero nel passo successivo: conficcare al toro la spada tra le scapole, raggiungendo il suo cuore.

Il toro comincia a vomitare sangue, soffoca e crolla.

La legge prevede che il torero uccida il toro entro il decimo minuto di questa fase, se questo non accade (perché il torero non ha colpito abbastanza in profondità o non ha reciso un organo vitale) viene emesso un avviso dagli spalti.

Se entro il tredicesimo minuto il toro è ancora vivo, viene dato un secondo avvertimento e il torero usa una piccola spada per dare il colpo di grazia al toro agonizzante.

Qualora, nuovamente, entro il quindicesimo minuto il toro non muore, verrà ucciso con un pugnale da uno dei peones e il torero verrà fischiato: avrà fallito.

Se, invece, avrà combattuto con destrezza e capacità, verrà acclamato dalla folla come se fosse un vero eroe.

Dopo la gara

Se il torero avrà fatto un buon lavoro, gli verranno offerte come ricompensa una o due orecchie, oppure la coda del toro.

Il toro viene portato via, agonizzante e paralizzato, ma cosciente; oppure viene accoltellato alla base del cranio, per spezzargli la colonna vertebrale e assicurarne la morte.

Nel caso in cui avrà lottato con onore verrà trascinato fuori dall’arena, tra gli applausi del pubblico, prima di essere macellato.

Se il toro avrà combattuto in maniera unica e straordinaria, si può decidere durante la gara di provare a salvargli la vita (indulto) una volta concluso lo spettacolo, così da farlo riprodurre in modo che tramandi le sue qualità.

Dopo l’eventuale indulto il toro riceve, quindi, cure mediche. I giorni più critici sono i primi 3, ma solitamente, data la gravità delle ferite, il toro non riesce a sopravvivere oltre i primi giorni.

“Ci vuole un formidabile potenziale sadico per pagare l’ingresso in un’arena in cui lo spettacolo consiste nel torturare un animale, farlo soffrire, ferirlo crudelmente, raffinare i gesti barbari, codificarli (come un inquisitore o un torturatore che sa bene fino a che punto bisogna arrivare per mantenere in vita il più a lungo possibile chi, in ogni caso, sarà messo a morte) e godere in modo isterico quando il toro è sfinito perché non vede più nessuna via d’uscita.”

L’apoteosi della vergognosa crudeltà umana – In questi giorni “El toro Jubilo” – “toro di fuoco” – Legano alle corna del toro materiale infiammabile. L’animale che impazzisce dal terrore e dal dolore corre disperato per il paese. Spesso si suicida incornando un muro. E le bestie umane si godono lo spettacolo…!

 

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L’apoteosi della vergognosa crudeltà umana – In questi giorni “El toro Jubilo” – “toro di fuoco”  – Legano alle corna del toro materiale infiammabile. L’animale che impazzisce dal terrore e dal dolore corre disperato per il paese. Spesso si suicida incornando un muro. E le bestie umane si godono lo spettacolo…!

In Spagna a Medinaceli ogni anno, il secondo sabato del mese di novembre, si esprime tutto il sadismo e la crudeltà del genere umano.

L’inferno del toro “jubilo” l’ennesimo torturato da una violenza gratuita e crudele viene seviziato fino alla morte.

Il toro viene condotto a forza all’interno del recinto, viene immobilizzato intorno ad un palo, e gli vengono legate intorno alle corna delle palle di materiale infiammabile. Le goccia di pece finiscono negli occhi accecandolo e bruciandogli il muso.

Quando inizia a bruciare la parte interna delle corna il dolore diventa lancinante, spesso i tori cercano di porre fine al dolore insopportabile lanciandosi contro i muri terrorizzati, per suicidarsi.

L’indicibile sofferenza dell’animale, termina al mattatoio, perché ovviamente, dopo essere stato ridicolizzato, brutalizzato, deriso e umiliato, alla fine viene anche macellato. Giustificare una simile violenza in virtù di arcaiche tradizioni è vergognoso.

Tra poco le sue urla squarceranno il cielo, coperte solo dalle risate e dalle grida isteriche di gente immonda.

Il delirio della tortura dei tori in Spagna è una tradizione. Lui, sarà solo l’ennesima vittima di una cultura specista e senza cuore.

UNA VERGOGNA…!

 

…Quella volta che vinsero i tori: Madrid, tutti i toreri incornati, corrida sospesa!

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…Quella volta che vinsero i tori: Madrid, tutti i toreri incornati, corrida sospesa!

Lo ammettiamo, la notizia è vecchia, risale al 2014. Ma non abbiamo resistito alla tentazione di strapparVi un sorriso. Per una volta hanno vinto i Tori. Per una volta hanno vinto i buoni!

Madrid, sospesa la corrida: incornati tutti i toreri

Nella plaza de toros “Las Ventas” è stato interrotto lo spettacolo per mancanza di matador, tutti finiti in infermeria. Non accadeva dal 1975

L’ARENA di Madrid intrisa di sangue, dei toreri stavolta. A 35 anni dall’unico precedente che si ricodi nella plaza de toros “Las Ventas”, ieri è stato interrotto lo spettacolo per mancanza di matador.  Alle otto della sera, dopo appena un’ora di corrida, gli altoparlanti dell’impianto hanno annunciato la fine anticipata: i tre toreri sono finiti in infermeria in sequenza, feriti quasi a morte da sole due bestie, neppure una a testa (di regola toccano due tori a ciascuno dei tre toreri). Non accadeva un fatto del genere dal 1975. Era sempre una corrida della festa di San Isidro, il patrono della capitale spagnola.

Non appena i clarinetti hanno segnato l’inizio della tauromachia, la tensione, tra il pubblico, è salita alle stelle. Il primo a esibirsi è stato David Mora, che ha atteso l’uscita di Deslìo  (così si chiamava l’animale che gli è toccato in sorte) in ginocchio di fronte alla porta dei torili, ma non è riuscito a ingannare la bestia con il capote (il panno grande) ed è stato incornato alla spalla e poi sbalzato in aria più volte come una pallina da tennis, fino a ricadere a terra con l’arteria femorale della gamba sinistra recisa (ha riportato una ferita di 30 centimetri al quatricipite e un’altra all’ascella).

Mentre il pubblico gridava inorridito, Deslìo si guardava attorno, probabilmente spaventato anche lui. Ad ucciderlo è stato il secondo matador del cartello, il sivigliano Antonio Nazarè, finito in infermeria poco più tardi. Il secondo torodella serata infatti, prima ha colpito Nazarè lesionandogli la rotula destra, poi ha incornato al petto il terzo matador,  Saúl Jiménez Fortes, un giovane torero di Malaga che è stato traffitto mentre si accingeva ad uccidere con la spada. Con i tre protagonisti tutti in infermeria, al presidente de “Las Ventas” non è rimasto altro da fare che sospendere la corrida a rimandarla a data da destinarsi.

fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/21/news/madrid_toreri-86762575/