Un Cult: Frankenstein Junior – A.B. Norme…

 

Frankenstein Junior

 

 

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Un Cult: Frankenstein Junior – A.B. Norme…

AB-Norme

Tutto ha inizio quando Igor (Marty Feldman), impegnato nel procurare un cervello umano al Dr. Frederick Frankenstein da inserire nella Creatura, rompe accidentalmente il barattolo selezionato, portando al dottore un altro cervello, quello di un tale “AB-Norme”…
La Creatura al suo risveglio dà però segni di violenza e follia, e ciò porterà inevitabilmente al celebre scambio di battute tra Igor (o Aigor, che dir si voglia) e Frankenstein qui di seguito.

Frederick: Aigor, posso parlarti un momento?
Igor: Certamente!
Frederick: Siediti, vuoi?
Igor: Grazie. [si siede a terra]
Frederick: No, no! Più su!
Igor: Oh! Grazie. [si siede su uno sgabello]
Frederich: Dimmi, quel cervello che mi hai portato era di Hans Delbrück?
Igor: No.
Frederick: Ah! Be’… Ehm, ti dispiacerebbe dirmi di chi era il cervello che gli ho messo dentro?
Igor: Non si arrabbierà, eh?
Frederick: No, io non mi arrabbierò!
Igor: A.B. qualcosa…
Frederich: “A.B. qualcosa”? “A.B.” chi?
Igor: A.B… Norme.
Frederick: “A.B. Norme”?
Igor: Sono quasi sicuro che era quello il nome.
Frederick: Vorresti dire che io ho messo un cervello “abnorme”… in un energumeno lungo due metri e venti… e largo come un armadio a due ante?! [comincia ad urlare] Canaglia! [inizia a strangolarlo come precedentemente aveva fatto il mostro con lui] È questo che vorresti dirmi?!

Il video

In lingua originale:

Una storia triste: mi sono fatto ibernare nel ’94 e mi sono risvegliato oggi…!

 

storia triste

 

 

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Una storia triste: mi sono fatto ibernare nel ’94 e mi sono risvegliato oggi…!

Ciclicamente vivo periodi di introspezione conditi da sprazzi di scarsa tolleranza nei confornti del prossimo. Giorni in cui mi sveglio e mi sento un alieno. Ecco la mia triste storia:

Corre l’anno 1994. Berlusconi, con Fini e Bossi, vince le elezioni ed io non posso accettarlo. Mi chiedo come sia possibile che la gente abbia cacciato a calci in culo dall’Italia uno come Craxi, perché rubava, ed accetti senza problemi il suo vassallo Silvio. Mi chiedo come sia possibile che in una nazione intelligente come la nostra, che per anni si è fatta guerra per unirsi sotto un’unica bandiera, possa vincere un partito secessionista come quello di Bossi. Mi chiedo come sia possibile che in una nazione che decenni prima aveva appeso a testa in giù un fascita come Mussolini dare di nuovo il proprio voto a gente dello stesso partito. Follia! Che problema ha la gente?

Internet è agli albori e Google ancora non esiste. La maggior parte delle persone non ha ancora un telefonino da mettere in tasca. La vecchia politica è oramai andata, i grandi eroi come Falcone e Borsellino sono passati a miglior vita. Si prospettano anni bui e per questo motivo contatto un mio amico negli Stati Uniti che anni prima mi aveva parlato di una tecnica criogenica messa a punto da alcune aziende americane:

– Ehi, ciao! Hai letto? Qui in Italia ce la passiamo un po’ male
– Yes cavolo, my friend, non vi invidio!
– Senti, ti ricordi di quando mi hai parlato di quelle società in cui è possibile farsi congelare in attesa che si trovi una cura alla propria malattia?
– Sure! È nella mia city! Ma why me lo chiedi?
– Perché non c’è cura alla mia orticaria, ai bruciori di stomaco e al giramento di palle che mi provoca il vivere in questa nazione! A condividere la stessa aria con questo popolo demente. Voglio ricorrere al trattamento criogenico e farmi risvegliare quando Berlusconi, Bossi e Fini non saranno più al potere!
– Cavolo, è una scelta drastica, ne sei sure?
– Cazzo, si! Mettimi in contatto con loro immediatamente!

Segue un lungo scambio di lettere tra me e l’azienda, spiego le mie forti motivazioni e loro accettano.
Passa ancora qualche mese, sento il suono del campanello di casa, apro e mi ritrovo davanti questi scienziati americani che mi avvertono di salutare i miei cari, di raccogliere solo il necessario e di seguirli al loro laboratorio.
Il cuore mi batte forte, finalmente il mio sogno si avvera!
Li seguo, entro in macchina, mi bendano come nei film. Segue un lungo viaggio, parlano tra di loro, non capisco un cazzo! Dannata inutile ora di inglese a scuola, dopo 10 anni so solo intrattenere conversazioni il cui soggetto sia la penna sul tavolo!
Il viaggio dura un bel po’’. Si fermano, mi fanno scendere, mi tengono per le braccia. Una strada sterrata seguita da scalini e poi in ascensore. Arriviamo al piano, mi tolgono la benda. Cazzo che luce! Non ci vedo più. Si avvicina a me un dottore, mi visita e da l’ok. Mi mostrano una specie di contentiore con tanti tubi intorno, mi dicono di spogliarmi e di stendermi all’interno. Lo faccio.
Passano alcuni minuti, arriva un nuovo scienziato che sa parlare italiano:

– Buongiorno Signor Christian
– Buongiorno
– Le diamo il benvenuto presso il nostro laboratorio. non si deve preoccupare, la criogenia è oramai una pratica sicura al 100%. La addormenteremo e il computer la risveglierà non appena ci sarà una cura per la sua orticaria e per il suo giramento di palle cronico. La sveglieremo come da sua richiesta presumibilmente quando Berlusconi and friends non saranno più al potere.
– Che dire? Grazie! Grazie per questa fantastica opportunità, grazie per avermi salvato la vita!

Il sarcofago si chiude, arriva il freddo, tanto freddo, la luce si spegne. Chiudo gli occhi. Che cazzo di freddo!

zzzzzzz…
zzzzzz…….
zz….
Tlin…tlin…beep…beep…beeeeeep!

Che cos’è questo rumore? Riapro gli occhi. Qualcosa secondo me non ha fuznionato. Il sarcofago si riapre, passati gli effetti della luce accecante riesco ad intravedere delle figure. La vista mi ritorna, “Cazzo, sono tutti più vecchi!”:

– Bentornato Sig. Christian e benvenuto nel 2018! Sono passati 24 anni!
– …eh? Ma cosa dice? Saranno passati si e no 10 minuti!
– Per Lei forse si, ma si fidi, sono trascorsi 24 anni!

Non ci credo, ma poi mi portano un giornale, è esattamente il 26 settembre del 2018, Grande Giove!

– Sig. Christian abbiamo una buona notizia! Berlusconi, Fini e Bossi non sono più al potere!
– Oddiooooooooooo, allora sono in paradiso!!!

Tutto il team ride.

Mi riaccompagnano a casa, i miei sono invecchiati, mio padre mi viene incontro e mi abbraccia.
Passati i convenevoli inizia a spiegarmi di come si sia evoluto il mondo:

– Internet è il luogo in cui è racchiusa tutta la conoscenza umana e tu puoi accedervi grazie allo Smartphone!
– Porca troia che bello!
– Si ma per la maggior parte del tempo lo userai con i giochini
– Ah…
– Hanno inventato dei luoghi in cui puoi dar sfogo a la tua rabbia, a tutte le tue frustrazioni e alle tue insicurezze. Si chiamano Social Network.
– Per la puttana miseria! Finalmente un mondo migliore!
– Per niente! È peggio di prima, prima se eri scemo te lo tenevi per te, adesso ne fai sfoggio senza vergogna
– Ma che cazzo dici?
– Si! È così, mi spiace! Oggi la gente crede di sapere tutto ma non sa un cazzo e se glielo fai notare ti offende
– Oddio…
– La TV tradizionale è quasi morta…
– …finalmente una buona notizia…
– Ma c’è gente che si arricchisce con inutili filmini amatoriali su Youtube
– Cazzo! Be’ almeno gli scienziati mi hanno detto che Berlusconi, Fini e Bossi non ci sono più…
– …nsomma…
– In che senso “insomma”?
– Ricordi Beppe Grillo?
– Chi, il comico?
– Si, ha creato un partito politico fatto da gente che non capisce un cazzo di politica e fa politica. Ha creato un partito di gente che non capisce un cazzo di medicina e parla di medicina…
– Ma papà, cosa stai dicendo? Mi stai facendo venire i brividi!
– I “presidenti del consiglio”…
– …guarda che secondo la Costituzione in Italia c’è un solo presidente del coniglio…
– …adesso ne abbiamo 2 in pratica…
– …ho paura, dimmi chi sono!
– Luigi Di Maio del partito di Beppe Grillo, prima di diventare un politico vendeva hot dog alle partite di calcio. Una garanzia per questo paese. L’altro è Salvini della Lega…
– …della Lega Nord?
– No, della Lega, ha cambiato nome così da prendere voti in tutta Italia. Infatti lo hanno votato pure al Sud. L’Italia ha molti più problemi di prima
– Papà mi stai mentendo, sto leggendo i giornali su internet e vedo che non esiste più la Mafia, almeno questa è una conquista!
– Non è che non esiste più, semplicemente non ne parlano più! Salvini e il suo partito danno, per ogni cosa, la colpa agli immigrati e ai rifugiati…
– …del resto il nero sta bene su tutto no?
– Fai lo spiritoso tu, ma puntano il dito verso chi è diverso solo per non parlare più di disoccupazione, corruzione, delle mafie. Hai fatto una scelta sbagliata, ti sei fatto congelare per metterti alle spalle anni che ti sembravano bui per ritorvare al tuo risveglio anni ancora più cupi. Oggi è uno schifo. Ti ricordi dell’Africa, della gente in fila per farsi vaccinare? Qui in Italia li consideriamo arretrati ma poi abbiamo il problema opposto, da qualche anno infatti ci sono i NOVAX, gente che si batte per non far vaccinare i propri figli. Ti rendi conto?
– Papà mi presti 3.000 Euro?
– Cazzo ci devi fare?

Adesso è il 28 settembre 2018, sono volato in Svizzera. Grazie ad Internet ho scoperto che esistono cliniche specializzate nell’eutanasia. Dentro è appena entrato il paziente numero 18, tra un poco tocca a me.

Addio.

 

fonte: http://www.conlecorna.it/una-storia-triste-mi-sono-fatto-ibernare-nel-94-e-mi-sono-risvegliato-oggi/

Un cult – Gigi Proietti è il Conte Armando Duval ne La Signora delle Camelie – La scena più divertente della storia del cinema Italiano…

 

Gigi Proietti

 

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Un cult – Gigi Proietti è il Conte Armando Duval ne La Signora delle Camelie – La scena più divertente della storia del cinema Italiano…

 

LA SIGNORA DELLE CAMELIE

commedia in un atto

adattamento curato dai Mortis’Attori dell’omonimo
episodio di Gigi Proietti tratto dal film “Un’estate al mare”


PERSONAGGI:
(contraddistinti da colori diversi per la stampa a colori
e dalle iniziali diverse per la stampa in bianco e nero)

P          Presentatore  presenta la scenetta e convince Gigi a recitare        

G         Gigi – Armando Duval attore-spettatore chiamato a sostituire l’attore ammalato che doveva impersonare Armando Duval

 M        Madame Margherita cortigiana malata di tisi, innamorata di Armando Duval

J           Josephine  cameriera di Margherita

S          Spartaco  suggeritore

C          Conte Duval    padre di Armando

D         Dottore       dottore

La vicenda si svolge nella camera da letto di Margherita

LA STORIA

Causa improvvisa defezione dell’attore protagonista, Gigi viene chiamato all’ultimo minuto a sostituirlo nel ruolo di Armando Duval nella commedia “La signora delle camelie”.
Non avendo avuto modo di prepararsi, si affiderà completamente al suggeritore Spartaco che reciterà al suo fianco. Essendo tuttavia un po’ sordo e corto di memoria traviserà ogni battuta trasformando la commedia tragica in tragicomica.

 

ATTO UNICO

Occhio di bue che segue il presentatore.
Palcoscenico con tende chiuse, il presentatore al centro annuncia la Commedia

 

P:      Signore e Signori siamo davvero lieti e orgogliosi
di presentare per la prima volta sul nostro Palcoscenico
una Commedia del Repertorio Classico: La Signora delle Camelie

 

      Questa famosa commedia, tratta dall’omonimo libro di Alessandro Dumas, parla della difficile storia d’amore tra il nobile Armando Duval e Margherita, la cortigiana più bella di Parigi.

Già dal primo incontro Armando si innamora di Margherita, chiamata da tutti  Signora delle Camelie perchè ogni volta che va a teatro porta con sè un mazzo di camelie, ma lei, sempre circondata da molti corteggiatori,  inizialmente ride della sua infatuazione.


Col passare del tempo, Margherita si accorge che sta buttando via la propria vita finchè un giorno scopre anche di essersi ammalata di tisi. Vorrebbe lasciarsi morire, ma pian piano il sincero amore di Armando la conquista e le da la forza per ritornare a vivere.

A questo punto interviene però il padre di Armando, che disapprova la relazione del figlio con la cortigiana e vorrebbe costringerlo a lasciare Margherita per non infangare il nome della famiglia.

Quello che vogliamo raccontare è proprio il seguito di questa storia d’amore …

La compagnia dei Mortisattori per questa occasione davvero unica
si avvarrà della collaborazione di un attore famosissimo, un vero maestro, che ha dato la propria disponibilità per questa serata.

 Da dietro il presentatore, tra le due tende del sipario chiuso si affaccia improvvisamente il viso dell’attrice che farà la parte Margherita, che sottovoce e con agitazione si rivolge al presentatore

 M:    No, aspetta… C’è un problema
Il maestro non viene…
Ci hanno appena avvisato che si è ammalato…

 P:     Rispondendo con lo stesso tono
Ammalato!?
E la sua parte?
    

M:    Purtroppo ha appena telefonato il suo agente
dicendo che il maestro si trova in ospedale con 40 di febbre

P:     E noi adesso cosa facciamo?
Chi lo dice a tutta questa gente che aspetta?
 

M:    Non saprei proprio cosa fare…
Servirebbe qualcuno che lo sostituisse…
Ma dove lo troviamo? Ormai è troppo tardi….
 

P:     Aspetta aspetta…
Fatalità ho visto in mezzo al pubblico un vecchio amico
che ha studiato recitazione
e che conosceva a memoria i classici più importanti,
tra cui anche “La signora delle camelie”
 

M:    Ma allora…
Potresti chiederlo a lui…!
 

P:     Hai ragione…
Perchè non provare…?
Tanto ormai, perso per perso…
 

M:    Tu allora cerca di convincerlo
che noi intanto ci prepariamo per andare in scena…!
 

L’attrice scompare dietro il sipario e il presentatore torna a rivolgersi al pubblico cercando di riprendere il tono tranquillo iniziale 

P:     Scusate, abbiamo un piccolo problema… 

 Scende dal palco e si ferma di fronte all’attore che per tempo si era seduto in prima fila 

P:     Ma allora non mi ero sbagliato…!
lo saluta con grande enfasi, facendolo alzare e abbracciandolo
Gigi carissimo, è una vita che non ti vedevo…
E’ la Provvidenza che ti ha mandato qui questa sera…
 

G:     Sorpreso e imbarazzato, non capendo dove l’altro vuole arrivare
No no, sono venuto di mia iniziativa… 

P:     Ascolta…
Mi dovresti fare un grosso piacere:
Abbiamo appena saputo che si è ammalato l’attore protagonista maschile.
So che questa parte tu l’avevi imparata quando studiavi recitazione.
Lo puoi sostituire tu?
Ti prego…
Non può dire di no…
Guarda quanta gente sta aspettando…
 

G:     Sorridendo per la richiesta spropositata, e rispondendo con grande imbarazzo
Ma no, ma ti rendi conto?
Sono tanti anni che non faccio questa parte, ormai ho dimenticato tutto…
Sono anche diventato…un po’ sordo
E poi mi manca…mi manca…
Come si dice quando non ti vengono in mente le cose…?

P:     Ti manca la memoria? 

G:     Sì, proprio quella… 

P:     Ma non c’è problema: noi abbiamo il suggeritore!!!!!
Spartaco, fatti vedere!
 

Dal sipario chiuso esce il suggeritore, portando in mano la giacca e il cappello per il ruolo da protagonista, e si presenta  

S:     Buonasera a tutti…
Sono Spartaco, il suggeritore…
concludendo con un inchino
Al vostro servizio!
Quindi si avvia giù dal palco per raggiungere gli altri due 

P:     Se non ricordi una battuta basta che lo chiami, e lui ti viene vicino e te la suggerisce…
Dai Gigi, facci questo dono prezioso…
 

G:     Beh…
Dopo una breve pausa di indecisione, cedendo alle insistenze del presentatore e battendo la mano sulla spalla del suggeritore che intanto li ha raggiunti
E va beh… Se c’è il suggeritore…
…Provamoce!
 

P:     Grazie, Gigi…
Grazie di cuore
 

S:     Spartaco porge giacca e cappello a Gigi
Guarda: ti ho portato la giacca e il cappello

G:     Grazie!
Inizia ad indossarli con l’aiuto di Spartaco
Però…!
Sono proprio della mia taglia!

S:     A vestizione di Gigi completata:
Perfetto! Un ottimo inizio!
Vieni che ti accompagno…

Spartaco fa cenno di avviarsi sopra il palco, ma Gigi lo ferma trattenendolo per il braccio 

G:    Mi raccomando, eh…
Guarda che non ricordo manco una battuta…
 

S:     Non preoccuparti: sono qua io…

G:    Come?

S:     (Spartaco si gira preoccupato verso il pubblico perché inizia a sospettare che Gigi sia veramente sordo, poi riprendendo ad avviarsi)
Ho detto: Non preoccuparti: sono qua io… 

G:    (fermando ancora Spartaco trattenendolo per il braccio)
Se non me arrivasse il tuo suggerimento,
io so fare una risata molto comunicativa…
(Gigi fa la risata per mostrarla a Spartaco)
Ah Ah
Ecco: durante sta risata tu mi ripeti il suggerimento…
Hai capito?

S:     Ok, va bene…

G:    Però me devi stà vicino…

S:     E come no?…Te stò attaccato!

G:    (ancora una volta Spartaco si avvia verso il palco, ma subito Gigi lo ferma per un  braccio)
Come hai detto che ti chiami tu?

S:     (ancora una volta Spartaco si gira preoccupato verso il pubblico perché inizia a sospettare che Gigi abbia veramente la memoria corta, poi riprendendo ad avviarsi)
Spartaco me chiamo, Spartaco…

Spartaco e Gigi salgono sul palco ed entrano nel sipario chiuso. Il presentatore, dopo averli seguiti a breve distanza, si ferma al centro e conclude la sua presentazione: 

P:     Dunque, Signore e Signori:
“La signora delle camelie”

Il presentatore si defila da un lato del palcoscenico

Stacco Musicale 4 (sinfonia 40 di Mozart) che sfuma prima che gli attori inizino a parlare

Il sipario si apre: in scena c’è Margherita che si alza dal letto, sta male e tossisce.
In un angolo in fondo, seminascosti da una mezza quinta, Gigi e Spartaco.
Josephine entra correndo a piccoli passi per dare assistenza a Margherita, e la chiama con enfasi e preoccupazione
 

J:     Madame…!
Madame…!
 

Margherita tossendo si volge verso Josephine e senza rendersi conto le sputa addosso. 

J:     risentita, fra sé
Questa me sputa tutto lo spettacolo… 

M:    con molto trasporto
Questa tosse che mi squassa il petto…!

J:     Non tema, madame…
La sua salute rifiorirà!
 

M:    Margherita volgendosi verso Josephine e sputandole addosso ancora senza rendersi conto
Pietosa bugia! 

J:     risentita, fra sé
Ridaje…

Coraggio, madame…
Sta per arrivare il conte Duval!
 

M:    Ah…!
l’uomo che amo….
Sì, che amo…
Di vero amore!
Presto! Aiutami a sistemarmi i capelli…

Margherita si siede davanti allo specchio e Josephine inizia a sistemarle i capelli con la spazzola

Intanto Spartaco si affaccia sul palco insieme a Gigi e gli da le indicazioni per impostare il personaggio

  1. Ecco… Tocca a te…
    Mi raccomando, aria da nobile: tu sei il conte Armando Duval
    Lei è una donna molto capricciosa…
    Tu entri e dici: Margherita
     

G:    In tono scherzoso, entrando in scena
Ma che è? Una pizzeria?
Capricciosa… Margherita…
 

Josephine uscendo dal palcoscenico incrocia Gigi e lo ferma un attimo per sussurargli

J:     Stia attento:
L’attrice sputa come un cammello…
Non la sopporto più!
 

Gigi, dopo un attimo di esitazione, entra e andando incontro a Margherita inizia a chiamarla 

G:    con molto trasporto
Margherita
 

M:    con molto trasporto
Armando
 

G:    Margherita 

M:    Oh, Armando 

G:    usando un tono sguaiato e volgendo leggermente la testa indietro per chiamare in aiuto il suggeritore
Spartaco!
riprendendo il tono iniziale di molto trasporto
Margherita 

M:    Armando 

G:    Spartaco! 

Spartaco arriva di corsa

S:     Eccolo

G:    Margherita 

M:    Armando

G:    rivolto a Spartaco in tono seccato
Era ora

Spartaco inizia a suggerire a Gigi: insieme alle battute c’è l’intonazione e la posizione del corpo

S:     leggermente sottovoce e con molto trasporto
La vostra vista sola…

G:    Non avendo capito bene, ride nel modo convenuto
Ah ah…
e volgendosi leggermente verso Spartaco chiede che gli venga ripetuto il suggerimento
Eh? 

S:     La vostra vista sola… 

G:    con convinzione
Un’ intervista sola… 

S:     …Mi piace, il cor consola 

G:    Vi piace il gorgonzola? 

M:    sorridendo imbarazzata, cerca di sorvolare sugli errori di Gigi
Ma cosa dite, Armando?
Io sono devastata dall’amore…
 

S:     L’amore è un perverso folletto… 

G:    L’amore è diverso sul letto, eh? 

S:     …E provoca lutti nel cuore… 

G:    E provoca rutti de core …
volgendosi leggermente verso Spartaco con un po’ perplessità
Sei sicuro? 

S:     E presso parenti e amici… 

G:    L’espresso fra Terni e Parigi… 

S:     Alberga una terza leggenda 

G:    Non avendo capito bene, volgendosi leggermente verso Spartaco chiede che gli venga ripetuto il suggerimento
Eh?
e ride nel modo convenuto
Ah Ah… 

S:     Alberga una terza leggenda 

G:    Alberta s’è persa l’agenda! 

M:    incredula, lasciandosi cadere di schiena tra le braccia di Giulio, per esortare Gigi ad attenersi al copione
Armando, parlate! 

S:     Non sembra voi siate malata 

G:    Non sempre vi siete lavata, eh? 

M:    scattando in piedi perché offesa
Sappiate che io sono mutante!
Oh sì, la mia essenza muta…
come il vento
 

S:     Vi adoro quando siete… 

G:    Vi adoro quando siete… 

S:     Così, in mutante essenza… 

G:    Con le mutande e senza 

M:    con imbarazzo, allontanandosi un poco
Armando, dite cose deliranti…
 

S:     Sono inerme e solitario… 

G:    Sono un verme solitario… 

Entrando di corsa la cameriera dice:

J:     Scusate, il signor conte… 

S:     Dicite ancella 

G:    Dicite
Dicite anc…
 

S:     Dicite Ancella 

G:    Dicite Ancella 

S:     Dicite ancella.. 

G:    Rimproverando il suggeritore perché non passa alla battuta successiva
Eh, l’ho detto…
e per significare “se vuoi te la canto anche” cantando sulle note della canzone napoletana
Dicite ancella, a sta cumpagna vosta… 

M:    Rimproverando Gigi
Ora cantate pure…!?

poi rivolgendosi alla cameriera che intanto le si era avvicinata
Cosa c’è Josephine?
 

J:     C’è il conte Duval che chiede udienza 

G:    sorridendo, con tono scherzoso, convinto ci sia un errore
Ma pofarbà, c’è un equinozio…
Il conte Duval son je, son me, so io
 

S:     No, no 

G:    ridendo
Come no? 
 

S:     No, no no 

G:    No? 

J:     Duval padre 

G:    per spiegare di aver chiarito l’equivoco
Aaaah! ……Padre Duval!
volgendosi verso il suggeritore e facendogli segno con le mani (come per indicare una persona noiosa) “due palle”, cioè “du bal”…
Du val…! 

S:     Padre

G:    Guardando in giro per capire da dove entra il padre
Dov’è?

Conte Duval padre entra sul palco da destra zoppicando

S:     Indicandolo a Gigi
E’ lui
 

G:    ripetendo il suggerimento di prima
Padre
 

S:     Padre 

G:    Padre 

Conte Duval padre si posiziona vicino a Gigi-Armando Duval e al suggeritore e continua a camminare sul posto zoppicando imitato da Gigi e Spartaco che zoppicano in sincronia con lui 

G:    Con rabbia, alzando la voce e gesticolando con le mani
Sappiate che io sono infermo nelle mie precisioni
 

S:     Sono serio e positivo 

G:    Sono siero positivo 

C:    Smettendo di zoppicare sul posto e rispondendo a Gigi con lo stesso tono
Basta!
Evitiamo le dispute!
Mi è sempre stato inviso il disputar!
 

S:     So bene di preciso 

G:    So bene di preciso 

S:     Come il disputar vi è inviso 

G:    Come sputarvi in viso
Travisando il suggerimento di Spartaco Gigi sputa in viso al Conte Duval 

Dopo essere rimasto immobile ed esterefatto per un istante, Duval padre si sposta zoppicando con rabbia vicino a Margherita (e a Josephine) e le dice alzando la voce e gesticolando con le mani 

C:    Per questa insana passione, mio figlio trascura il lavoro
I nostri terreni sono abbandonati
I nostri coloni irrompono nelle nostre case
 

S:     Io non permetto oltre… 

G:    Io non permetto oltre… 

S:     Che irrompano i coloni 

G:    Che rompano i …
prima di finire la frase Gigi si interrompe portando una mano alla bocca, mettendosi a ridere e girandosi verso il suggeritore

No, io questa non la dico
No, me vien da ridere…
No, io questa non la dico…

Poi, per cambiare discorso, girandosi verso Margherita, Josephine e Duval padre

Che se dice a Riva Ombrosa?
 

M:    Al colmo dello stupore, rivolgendosi verso Duval padre (e Josephine)
E’ impazzito!
Poi, riprendendo il filo della commedia, con tono deciso
E sia!
 

G:    Girandosi verso Spartaco con fare interrogativo, perché non ha capito bene
E zia?
 

M:    E sia! 

G:    E zia? 

M:    E sia, conte! 

G:    E zia, conte? 

M:    Mi sacrificherò…
Lascerò vostro figlio…

volgendosi verso Josephine, e senza rendersene conto sputandogli addosso
Josephine!

si lascia cadere sul letto, semisvenuta

Intanto Duval padre si sposta dalla parte di Gigi e Spartaco 

J:     Si?

tra sé, lamentandosi per lo sputo ricevuto
Vaff…

        con molto trasporto
Oddio, madame sta male!
Presto, un dottore!
 

D:    entrando con prontezza
Eccomi 

G:    rivolgendosi scherzosamente a Spartaco
Però, che velocità!
Che ASL,  Eh?
 

S:     Dottore, sentite se il cuore pulsa! 

G:    Dottore, sentite se… 

S:     Se pulsa… 

G:    Se puzza… 

D:    dopo avere auscultato il cuore per qualche istante, con tono professionale
Ancora pulsa 

G:    con stupore
Ancora puzza? 

S:     Dottore, ditemi tutta la verità 

G:    Ditemi tutta la verità 

S:     Parlate a cuor nudo… 

G:    Parlate, a cornuto 

D:    malcelando lo stupore per le parole di Gigi e mantenendo un tono professionale
Ha la tosse 

M:    Armando, esalo l’anima 

G:    volgendosi verso Spartaco
Che vol dire? 

S:     suggeritore e Duval padre insieme
More

 M:    Perdonami Armando se non conoscerai mai
la dolcezza del mio a… a… a…
 

G:    volgendosi verso Spartaco
Quante lettere? 

Margherita segna 5 con la mano 

G:    Ma che deve dì? 

S:     suggeritore e Duval padre insieme
Amore

M:    Margherita al culmine della tragedia, morendo
Amore

 S:     Sentito babbo? 

G:    rivolgendosi a Duval padre
Sentito babbo? 

S:     Non conoscerò mai la dolcezza di Margherita… 

G:    Non conoscerò mai la dolcezza di Margherita… 

S:     Che mi è ignota, e a me ignota resterà! 

G:    Che è mignotta e mignotta resterà!

Stacco musicale 5: (finale Traviata atto terzo “Ah, Violetta”)

Si spengono le luci da davanti e si accendono le luci da dietro i fondali e le quinte
(a significare che la commedia è finita).

Gli attori (in controluce e a microfoni spenti) sfogano scherzosamente la rabbia contro Gigi prendendolo a cuscinate e inseguendolo mentre fugge via.

Il sipario viene chiuso.

FINE

Guardo gli asini che volano nel ciel – Il ballo di Stanlio e Ollio sul motivo cantato dal mitico Alberto Sordi: 2 minuti che vi faranno tornare bambini e vi doneranno buon umore per tutta la giornata…!

 

Stanlio e Ollio

 

 

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Guardo gli asini che volano nel ciel – Il ballo di Stanlio e Ollio sul motivo cantato dal mitico Alberto Sordi: 2 minuti che vi faranno tornare bambini e vi doneranno buon umore per tutta la giornata…!

Guardo gli asini
che volano nel ciel
ma le papere sulle nuvole
si divertono
a fare i cigni nel ruscel
bianco come inchiostro
vanno i treni
sopra il mare tutto blu
e le gondole bianche
sbocciano nel crepuscolo
sulle canne dei bambu’
Du du du du du
Queste strane cose
vedo ed altro ancor
quando ticchete ticche
ticchete ticche
ticchete sento che e’
guarito il cuor
dall’estasi d’amor

 

 

STANLIO e OLLIO
Stan Laurel, 1890-1965, attore comico inglese e
Oliver Hardy, 1892-1957, attore comico inglese
Guardo gli asini che volano nel ciel
dal film I diavoli volanti, 1939
La canzone è tratta dalla versione doppiata in italiano del film I diavoli volanti,1939 (‘colorizzato’ nel 1991 e nel 2012).
Il motivo Guardo gli asini che volano riprende la melodia composta da Gino Filippini per la canzone del 1942 intitolata A zonzo (con testo originale di Riccardo Morbelli), uno dei primi successi di Ernesto Bonino.
Il nuovo testo è cantato da Alberto Sordi con parole probabilmente scritte dallo stesso attore che al tempo era doppiatore di Ollio.
Nel film in inglese la canzone originale, cantata da Oliver Hardy (Ollio) in persona, era Shine On, Harvest Moon (popolare brano del 1908 della coppia Nora Bayes e Jack Norworth).
Grazie anche a questo intermezzo musicale, accompagnato dai balli di Stanlio e Ollio, il film divenne uno dei più famosi del duo comico.
Impareggiabili.
E si torna bambini…

Un fantastico, esilarante, geniale Gigi Proietti in Nun me rompe er ca’…

 

Gigi Proietti

 

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Un fantastico, esilarante, geniale Gigi Proietti in Nun me rompe er ca’…

A fine articolo il video, ma prima il Testo…

Testo di Nun me rompe er ca – Gigi Proietti di Gigi Proietti

Verso le due,
le due meno venti di notte,
molto tardi…
due meno un quarto,
fra le due meno un quarto
e le due meno venti,
alle due meno diciotto
uno si preparava e…
tutto vestito di nero,
imitando i grandi cantanti
delle cave esistenzialiste…
scarpe nere, pedalini neri,
pantaloni neri, maglione nero,
mutande nere… tutto nero!
Diceva… il nero,
colore della gioia, della felicità…
sigaretta… l’occhio di bue…
che noi chiamavamo
occhio de bove…
sguardo piacionico…
piacionico sarebbe…
acchiappesco!…
… come a dire…
“poi te sdrumo!”…
facilmente intuibile…
… e partiva…
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
tu m’a rott’er ca’
tu m’a rott’er ca’
tu m’a rott’er ca’
tu m’a rott’er ca’
tu m’a rott’er ca’
tu m’a rott’er ca’
tu m’a rott’er ca’
tu m’a rott’er ca’
perscio’!
si me romp’er ca’
si me romp’er ca’
si me rooooomp’er ca’
E per un po’ non cantava,
ma parlava
esprimendo lo stesso concetto
espresso poco prima cantando,
triste, malinconico, definitivo,
esistenziale… amaro!
non, non, mais non,
non, cherie, non, non,
mais non, non,
non, non, non,
nun me romp’er ca’, non,
nun me romp’
er ca’, non,
non, non, non, non,
toi…
a moi…
nun m’a da romp’er ca’
non, non, non, non,
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me romp’er ca’
nun me roooomp’er caaaa’
E finiva sempre così
tu m’a rott’er ca’!!!

 

Un cult – Frankenstein Junior, Igor e Lupo ulula castello ululi…!

 

Frankenstein Junior

 

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Un cult – Frankenstein Junior, Igor e Lupo ulula castello ululi…!

 

Frankenstein Junior, di Mel Brooks, uno dei più grandi film umoristici della storia del cinema. Uscito il 15 dicembre 1974, un film che è diventato rapidamente un cult.

Anche per noi italiani il film è un diventato un culto, tanto che a 40 anni di distanza ci fa ancora ridere un sacco. Ma la causa del suo successo in Italia non è tanto della genialità di Mel Brooks, né del talento espressivo di Gene Wilder, ma, curiosamente, di un romano, Mario Cidda, conosciuto però con il nome di Mario Maldesi. Cidda, nato il 18 dicembre 1922 e morto nel 2012, fu il direttore del doppiaggio e dialoghista che lavorò al film di Mel Brooks e che decise di rimettere le mani sulla sceneggiatura proprio in fase di doppiaggio, trasformando una traduzione letterale e mediocre, in un capolavoro.

«La traduzione iniziale del copione», scrive Francesco Braun, uno studente di doppiaggio cinematografico che ha dedicato al tema la sua tesi, «fu affidata a Roberto De Leonardis, esperto traduttore di opere di grande successo che ne fece una traduzione troppo letterale, probabilmente influenzato negativamente dal Direttore Commerciale della Fox Italia che non previde l’enorme successo di questa pellicola».

Fu a quel punto che entrò in scena Mario Maldesi, il quale, spiega sempre Braun, aveva visto il film in America, divertendosi un sacco e capendo fino in fondo le potenzialità comiche della pellicola. Fu per quello che intuì che le potenzialità comiche del film di Mel Brooks rischiavano di essere distrutte nel passaggio dal testo originale a quello tradotto in italiano.

C’è una scena che spiega, meglio di altre, la straordinaria bravura e il perfetto senso del comico che permisero a Maldesi di sfruttare al meglio la potenzialità comica dei dialoghi originali. È la scena che è passata alla storia come quella del “Lupululà-Castellululì”: quella in cui Igor, che è appena andato in stazione a prendere il dottor Frederick Frankenstein, guida il carro verso il castello, mentre Inga, l’assistente bionda del dottore, sentendo dei lupi ululare, si spaventa. Segue un dialogo surreale tra il dottore e Igor, un dialogo che in inglese si basa su un gioco di parole che in italiano sarebbe stato intraducibile. È proprio in quel momento che si vede il genio di Maldesi.

Nella versione inglese, lo scambio di battute tra il dottor Frankenstein e Igor puntano sul gioco di parole tra la domanda di Inga «Where wolves?», e il fraintendimento del dottore, che capisce «Werewolves?» ovvero licantropi. Frankenstein si spaventa e chiede a Igor: «Werewolves????». In quel momento Igor, che interpreta il “Where wolves” come un modo strano di parlare, fa, in tutta risposta: «There». «What?», dice il professore che non capisce che diavolo stia dicendo Igor. «There Wolves! There Castle!».

In inglese, dunque, è un gioco di parole, nemmeno troppo esilarante in realtà. È Maldesi che, reinterpretando l’originale, la trasforma in un piccolo gioellino di umorismo all’antica, e si inventa il Lupululà Castellululì. Questo è il confronto tra l’originale e la traduzione, in corsivo:

Inga: Where Wolves? Lupo ulula…
Igor: There! Là!
Frankenstein: What? Cosa? 
Igor: There… wolf… and There… castle! Lupu… ululà e Castellu… ululì!
Frankenstein: Why are you talking that way? Ma come diavolo parli?
Igor: I thought you wanted to. È lei che ha cominciato. 
Frankestein: No, I don’t want to! No, non è vero! 
Igor: Suit yourself, I’m easy! Non insisto, è lei il padrone!
Ecco le due versioni, la prima, quella originale in inglese, e la seconda, quella tradotta in Italiano da Maldesi, che fa quasi più ridere.