Trilussa, dieci fantastiche poesie brevi e fulminanti

Trilussa

 

 

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Trilussa, dieci fantastiche poesie brevi e fulminanti

 

l 26 ottobre del 1871 nasceva a Roma il poeta e scrittore Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Salustri (salustri – trilussa), celebre per i suoi versi in dialetto romanesco e per lo stile satirico e dissacrante degli usi e dei costumi della borghesia e della piccola borghesia della sua epoca.

Le prime pubblicazioni di Trilussa, prevalentemente sonetti, risalgono agli anni intorno al 1890, soprattutto sul quotidiano romano Il Messaggero, col quale collaborerà per molti anni. La prima pubblicazione libraria è del 1889: “Stelle de Roma. Versi romaneschi”. Seguiranno poi moltissime raccolte tra cui “Quaranta sonetti romaneschi” (1894), “Favole romanesche” (1901), “Sonetti romaneschi” (1909), “Omini e bestie” (1914) e il celebre poemetto “La vispa Teresa” (1917). Durante gli anni del fascismo Trilussa non solo non prese mai la tessera del partito fascista, ma riuscì a non subire conseguenze per il fatto di dichiararsi sempre non-fascista (pure se mai si dichiarò esplicitamente antifascista) e pur non mancando mai tuttavia, neanche durante il regime, di continuare a satireggiare il potere così come la cieca obbedienza del popolo.

Trilussa morì nel 1950, poco dopo essere stato insignito del titolo di senatore a vita dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Ma poco prima di morire, pur non godendo di buona salute, pare che il commento al prestigioso riconoscimento, sempre nel suo irrinunciabile stile sardonico, sia stato: “Mi hanno nominato senatore a morte”.

Per ricordare insieme la grandezza di Trilussa vi proponiamo una selezione di 10 poesie molto brevi ma che sintetizzano efficacemente la capacità dell’autore di individuare anche solo in poche righe fulminanti ipocrisie e meschinità non solo borghesi, ma più universalmente umane.

Buona lettura!

 

Avarizzia

Ho conosciuto un vecchio
avaro, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda li quatrini ne lo specchio
pe’ vede raddoppiato er capitale.

Allora dice: quelli li do via
perché ce faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo pe’ prudenza…
E li ripone ne la scrivania.

 

La lucciola

La Luna piena minchionò la Lucciola:
– Sarà l’effetto de l’economia,
ma quer lume che porti è deboluccio
– Si – disse quella – ma la luce è mia!

 

Carità cristiana

Er Chirichetto d’una sacrestia
sfasciò l’ombrello su la groppa a un gatto
pe’ castigallo d’una porcheria.
– Che fai? – je strillò er Prete ner vedello

– Ce  un coraccio nero come er tuo
pe’ menaje in quer modo… Poverello!…
– Che? – fece er Chirichetto – er gatto è suo? –
Er Prete disse: – No… ma è mio l’ombrello!-

 

La tartaruga

Mentre una notte se n’annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
 la casa vortata sottoinsù.

Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste  scappatelle che costeno la pelle…”
– lo so – rispose lei – ma prima de morì,
vedo le stelle.

 

Accidia

In un giardino, un vagabonno dorme
accucciato per terra, arinnicchiato,
che manco se distingueno le forme.

Passa una guardia: – Alò! – dice – Cammina! –
Quello se smucchia e j’arisponne: – Bravo! –
Me sveji propio a tempo! M’insognavo
che stavo a lavorà ne l’officina!

 

Er Somaro e el leone

Un Somaro diceva: – Anticamente,
quanno nun c’era la democrazzia,
la classe nostra nun valeva gnente.
Mi’ nonno, infatti, per avé raggione
se coprì co’ la pelle d’un Leone
e fu trattato rispettosamente.

– So’ cambiati li tempi, amico caro:
– fece el Leone – ormai la pelle mia
nun serve più nemmeno da riparo.
Oggi, purtroppo, ho perso l’infruenza,
e ogni tanto so’ io che pe’ prudenza
me copro co’ la pelle de somaro!

Bonsenso pratico

Quanno, de notte, sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello,
tutta la folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co’ le braccia in croce.
Ma un vecchio restò in piedi, e francamente
voleva dije che nun c’era gnente.

Poi ripensò: “Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vede ch’è un lenzolo:
ma, più che di’ la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione”.
E pure lui se mise a pecorone.

A chi tanto e a chi gnente!

Da quanno che dà segni de pazzia,
povero Meo! fa pena! È diventato
pallido, secco secco, allampanato,
robba che se lo vedi scappi via!

Er dottore m’ha detto: – È ‘na mania
che nun se pò guarì: lui s’è affissato
d’esse un poeta, d’esse un letterato,
ch’è la cosa più peggio che ce sia!

Dice ch’er gran talento è stato quello
che j’ha scombussolato un po’ la mente
pe’ via de lo sviluppo der cervello…
Povero Meo! Se invece d’esse matto
fosse rimasto scemo solamente,
chi sa che nome se sarebbe fatto!

La statistica

Sai ched’è la statistica? È na‘ cosa
che serve pe  un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.

Ma  me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
 via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due.

Li nummeri

Conterò poco, è vero:
– diceva l’Uno ar Zero –
– ma tu che vali? Gnente: propio gnente
sia ne l’azzione come ner pensiero
rimani un coso vôto e inconcrudente.

Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.

È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.

 

fonte: http://diecibattute.altervista.org/trilussa-dieci-fantastiche-poesie-brevi-fulminanti/

Influenza: il succo di melograno è un vero vaccino naturale

 

melograno

 

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Influenza: il succo di melograno è un vero vaccino naturale

Secondo molti esperti bere regolarmente succo di melograno rende meno probabile ammalarsi di influenza. Per alcuni, infatti, può essere definito un vero vaccino naturale. Ecco perché

Influenza: il succo di melograno è un vero vaccino naturale – La stagione fredda è sempre più vicina e con lei arrivano tutti i malanni del periodo, compresa l’influenza. In questi giorni sull’argomento c’è una grande discussione. Ci si aspetta una diffusione del virus influenzale senza precedenti e per questo l’ordine dei medici si è già espresso invitando soprattutto le persone anziane e i bambini a sottoporsi al vaccino. Se, però, non ne avete intenzione, esiste un rimedio che secondo molti esperti agisce proprio come un vaccino ma è completamente naturale e si basa sul succo di melograno.

Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma il succo di melograno è un vero e proprio concentrato di vitamine, minerali e antiossidanti. La comunità scientifica, negli ultimi anni, ha focalizzato la sua attenzione sui benefici di questo prodotto e vari studi sono riusciti a dimostrare che questo prodotto, grazie ai suoi nutrienti come vitamina C, ferro, magnesio, sodio, manganese, rame, zinco, tannino, è una vera bomba in grado di rinforzare il sistema immunitario. Per questo si consiglia di consumarlo per in questo periodo per evitare di ammalarsi di influenza e degli altri malanni tipici della stagione fredda.

Oltre a prevenire la comparsa dell’influenza, il succo di melograno favorisce il lavoro del sistema cardiocircolatorio, previene l’arteriosclerosi, ritarda la progressione di alcuni tumori come quello della prestata del colon e del seno. Ottenere il succo di melograno è molto semplice: sarà sufficiente uno spremiagrumi.

Tratto da: www.centrometeoitaliano.it

Genocidio dei Nativi Americani – Perchè giorno e notte non possono abitare insieme!

 

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Genocidio dei Nativi Americani – Perchè giorno e notte non possono abitare insieme!

All’epoca del genocidio dei nativi americani il mercato degli schiavi era florido: si alimentava con uomini catturati in Africa e portati in America.

Non era più semplice utilizzare come schiavi chi già abitava quelle terre?

NO, e la ragione non è banale: NESSUNO È MAI RIUSCITO A RENDERE UN PELLEROSSA SCHIAVO.

Giorno e notte non possono abitare insieme

Lo sterminio dei nativi d’America è una delle pagine più vergognosamente nascoste, mascherate e crudeli della storia recente. L’industria del cinema l’ha tramandata secondo i dettami di chi la alimentava e per molte generazioni, compresa la mia, non è stato facile documentarsi con obbiettività anche se personalmente, da bambino ho sempre tenuto agli indiani.

Una delle cose che non mi erano sfuggite ai tempi in cui la tv era ancora in bianco e nero e i film sui cow boycostituivano un must, era che il mercato degli schiavi allora particolarmente florido, si alimentava con uomini catturati in Africa e portati in America.

Io mi chiedevo perché non venissero utilizzati come schiavi gli uomini che già abitavano quelle terre; la ragione non è banale: nessuno è mai riuscito a rendere un pellerossa schiavo. Milioni di nativi americani sono stati uccisi dal raffreddore, perché non avevano difese immunitarie che li proteggessero dai batteri che i coloni portavano con sé, altri ingannati e ridotti ad abusare dell’alcool che i bianchi distribuivano generosamente loro come in seguito e con altri avrebbero fatto con droghe e psicofarmaci, ma mai e poi mai abbiamo visto un “indiano” schiavo!

Gli ideali che hanno fatto di questo straordinario Popolo una delle leggende che abitano il nostro immaginario collettivo, sono monoliti che sopravvivranno alla Casa Bianca ed al Colosseo, perché probabilmente avevano raggiunto un armonia ed una comunione con il mondo ed il suo Spirito, dalla quale noi siamo ancora molto lontani.
Un’altra leggenda dice che il cuore di Cavallo Pazzo sia sepolto a Wounded Knee, (luogo ove si è perpetrato un crimine contro l’umanità intera, non solo nei confronti delle donne e dei bambini barbaramente trucidati) ed attenda il ritorno del suo popolo.

La realtà poi la conosciamo tutti, tutti sappiamo chi comanda oggi in America e dei nativi ci giungono notizie frammentarie e filtrate; sappiamo ad esempio che molti furono impiegati nelle costruzioni dei grattacieli perché non conoscono la paura della vertigine e che qualche volta manifestano perché non vorrebbero che un oleodotto attraversi le terre a loro sacre e che noi invece continuiamo a profanare in onore ad ideali decisamente più effimeri di quelli che animano le proteste di chi li difendono. Questo è il tempo che viviamo e di cui siamo, o siamo stati, inevitabilmente complici.

tratto da: http://www.dolcevitaonline.it/giorno-e-notte-non-possono-abitare-insieme/

La differenza tra un cacciatore bianco e un cacciatore indiano

cacciatore

 

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La differenza tra un cacciatore bianco e un cacciatore indiano

“Un tempo noi eravamo felici nella nostra terra e solo raramente eravamo affamati.

Creature a 2 e 4 gambe vivevano insieme in pace come fratelli, e tutti avevano più del necessario. Ma poi vennero i Wasichu, gli uomini bianchi e fecero delle piccole isole nella terra per noi (riserve) ed altre piccole isole per le creature a 4 zampe, e queste isole divennero sempre più piccole…

Io posso ancora ricordare quei tempi, quando c’erano così tanti bisonti , che noi non potevamo contarli. Ma vennero sempre più uomini bianchi e li uccisero, fino a che giacevano là, dove le mandrie di bisonti avevano pascolato, ormai solo mucchi di ossa sbiancate.

I bianchi non uccidevano per sostentamento, ma per l’oro, che li rende pazzi. Essi prendevano solo le pelli, per venderle.
Talvolta non prendevano neppure queste: 

Ammazzavano per il piacere di uccidere.
 

Quando noi andavamo alla caccia del bisonte, abbattevamo solo quel tanto che ci serviva per vivere. (Alce Nero – Stregone indiano).

IL CACCIATORE INDIANO SI RIVOLGE AL CERVO ABBATTUTO (preghiera):
 

Mi dispiace di averti dovuto uccidere, piccolo fratello.

Ma io ho bisogno della tua carne, perché i miei figli soffrono la fame. Perdonami piccolo fratello.

Io voglio onorare il tuo coraggio, la tua forza e la tua bellezza – guarda!

Io appendo le tue corna a questo albero, ogni volta che vi passerò davanti, penserò a te e renderò onore al tuo spirito.

Mi dispiace di averti ucciso, perdonami piccolo fratello.
Guarda, in tua memoria io fumo la pipa, io brucio questo tabacco.
Jimalee Burton

Trovi qualche differenza con l’andare a caccia dell’uomo bianco?

“Gli animali che il Grande Spirito ha posto in questa terra, devono andarsene. Solo gli animali domestici, gli animali addomesticati dall’uomo, sono autorizzati a vivere, per lo meno fino a che non li si conduce al macello.

Questa tremenda superbia dell’uomo bianco, che si arroga di essere più di Dio, più della natura!

Il bianco dice; “Io lascio vivere questo animale, perché mi frutta denaro” ed egli dice: “Quell’animale deve morire, non posso trarne alcun guadagno, il posto che occupa posso utilizzarlo meglio. Solo un cojote morto è un buon cojote.”

Cervo Zoppo
 
Infine alcune immagini della “caccia” dell’uomo bianco, una caccia che nulla ha a che fare con la sopravvivenza, ma che al contrario di quella indiana è impregnata d’odio, di violenza ingiustificata e di pura esibizione dei trofei:
Nella prima foto possiamo osservare un massiccio sterminio di bisonti da parte dei nostri antenati bianchi, quelli che vedete sono tutti teschi…
Agendo in questo modo barbaro, arrogante e perfido,  nostri antenati bianchi non solo si divertivano ad uccidere animali indifesi come passatempo, ma facevano in modo che i tanto odiati indiani non potessero più sopravvivere, in quanto i bisonti per gli indiani significavano cibo, abiti, utensili e pelli per costruire le loro tende.
 Risultati immagini per strage bufali
Qui un ricco uomo bianco espone fiero le sue vittime innocenti.
Immagine correlata
Qui una donna bianca, che in quanto donna, dovrebbe rappresentare la mente sensibile e amorevole, dimostra invece mancanza di sensibilità ed anch’essa va fiera della sua impresa tutt’altro che eroica.
Immagine correlata
Una bestia ha ucciso un’altra bestia…
Risultati immagini per trofei di caccia
Lo scopo del cacciatore bianco non è uccidere per sopravvivere, ma uccidere per divertirsi e quanti più animali egli abbatte, tanto più egli si sente fiero di sé.
Immagine correlata
Se il nostro “eroe” non avesse avuto in mano un fucile sarebbe finita diversamente.
Risultati immagini per caccia fagiano
Il culto della violenza e della fredda crudeltà viene passano in eredità fin dalla più tenera età, affinché i bambini trovino normale tutto questo.
Immagine correlata
Possiamo riassumere tutto questo con ASSENZA DI AMORE.
Assenza di Amore che, ci sta portando inevitabilmente verso la catastrofe, tutto ciò che accade oggi è conseguenza delle nostre azione, tutte le brutte notizie che sentiamo oggi sugli omicidi, sui suicidi, sulle violenze, sulle ingiustizie sono le cause del frutto avvelenato che ci è stato tramandato dalla nostra falsa civiltà.
Violenza genera violenza, e quando le nostre azioni sono malvagie noi stessi siamo destinati a perire a causa della nostra malvagità.
Il mondo oscuro d’oggi ne è l’esempio…
Stiamo semplicemente raccogliendo i frutti che abbiamo seminato.
Di Daniele Reale
tratto da: Il Nuovo Mondo

 

Elogio alla follia: un breve corto animato veramente fantastico!

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Elogio alla follia: un breve corto animato veramente fantastico!

Questo è un cortometraggio della Pixar che vinse nel 1997 un oscar ed è probabilmente una delle creazioni più geniali dello studio. In quattro minuti assistiamo ad una poesia visiva, con protagonista un vecchietto che potrebbe essere il nonno di chiunque il quale affronta la solitudine della vecchiaia mescolandola allegria a malinconia. Il gioco degli scacchi rappresenta l’infanzia del protagonista, che lo riporta in un mondo spensierato e felice. Il filmato inizia con il vecchietto che posiziona gli scacchi sulla scacchiera e successivamente si prepara ad affrontare una partita con un suo probabile alterego più giovane. L’epilogo finale della partita premia l’astuzia e la furbizia del vecchietto che fa valere sicuramente qualche anno di più sulla sua carta d’identità. Siamo certi che “Elogio alla follia” è un corto che vi farà sorridere e vi regalerà quattro minuti di spensieratezza!

 

Nove cose incredibilmente utili che molti non sanno su oggetti che usiamo tutti i giorni.

 

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Nove cose incredibilmente utili che molti non sanno su oggetti che usiamo tutti i giorni.

Ogni giorno, ci serviamo di tanti oggetti per svolgere diverse attività, alcuni hanno diversi utilizzi e altri invece non vengono adoperati come dovrebbero. O almeno non nella maniera più efficace.

Guardate bene questi nove oggetti e scoprite cosa avevano in mente gli inventori:

1. Manici di pentole e padelle

Il buco che trovate nel manico non serve solo per poterle appendere facilmente, vi potete lasciare anche il cucchiaio da cucina, in questo modo eviterete di posarlo direttamente nella pentola.

2. I segni sulla tastiera

Non si tratta di sistema braille o di un modo segreto per controllare il computer…

Questi segni si trovano sulla tastiera per permettere alle dita di posizionarsi. L’indice sinistro appartiene alla “F” mentre quello destro alla “J.”

Probabilmente avevate notato questi segni, ma non avevate trovato una risposta alla vostra curiosità, almeno adesso sapete a cosa servono.

3. Confezione delle Tic-tac

Vi era già capitato di notare che nella parte interna del cappuccio delle Tic-tac è stato ricavato uno spazio apposito che vi permette di prendere un confetto per volta?

Fatto in modo che non vengano fuori più caramelle di quelle che desiderate: perfetto.

4. Confezioni per il take away

In molti ristoranti asiatici in America, ma ormai anche in giro per l’Europa, se chiedete cibo da asporto, vi viene consegnato in queste scatole che venivano originariamente usate a Chicago, negli Stati Uniti, per le ostriche (su questo link potete leggere la storia in inglese).

A molti di noi è capitato più volte di mangiare da questi contenitori, ma lo sapevate che potete praticamente smontarlo in modo che risulti un comodo piatto? Qui un video con le istruzioni complete…

5. Carrello della spesa

A volte, su alcuni carrelli della spesa si possono trovare delle estremità ricurve. E c’è un motivo, non puramente estetico: potete mettere lì le buste, in modo da poterle estrarre più facilmente.

6. Gancio del metro

Alla fine dei metri in rullo, c’è in genere una parte metallica, che aiuta a posizionarli per prendere correttamente le misure.

Se li osservate meglio, noterete anche un buco, utile per fissare il metro alla testa di un chiodo o una vite.

7. Indicatore del livello di benzina

Se vi siete fatti prestare l’auto da qualcuno, o l’avete noleggiata – ma anche nel caso si tratti della vostra vettura – potreste non sapere da quale parte si trova il serbatoio.

Per evitare di scendere e dare un’occhiata, basta guardare con attenzione l’indicatore del livello di benzina. In molti modelli di vetture c’è una freccia che indica su quale lato si trovi il serbatoio. Comodo no?

8. Servispaghetti

Sono in molti a pensare che il buco nel centro del servispaghetti serva solo a fare passare l’acqua di cottura, in realtà risulta molto utile per misurare una porzione di pasta.

9. Carta igienica

Sapete qual è il modo corretto di appendere il rotolo di carta igienica? Dovrebbe scorrere verso l’esterno o verso l’interno? Se si consultano i documenti del brevetto, che risale al 1891, è facile capire quale fosse l’intenzione dell’inventore.

fonte:http://www.sagace.co

Persone false: come riconoscere i mille volti dell’ipocrisia

 

Persone false

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Persone false: come riconoscere i mille volti dell’ipocrisia

 

Per introdurre il concetto di falsità mi sono spirata a una bellissima citazione di Luigi Pirandeloo “Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti”

Alla domanda: qual è la caratteristica che apprezzi maggiormente in una persona, la risposta che ho sempre sentito dire è: “la sincerità”. A quanto pare, è la qualità che più ricerchiamo nelle persone che vogliamo al nostro fianco. Ma la realtà è che siamo circondati da troppa ipocrisia: le persone false e ipocrite esistono, inutile negarlo.

Quando cade la maschera e scopriamo il vero volto di colui o colei che credevamo un amico

Quando esce il vero volto di chi credevamo fosse un nostro amico, la delusione e il senso di tradimento possono essere devastanti, al punto di intaccare la fiducia in noi stessi, soprattutto se abbiamo investito molto in quel rapporto. Certo, a tutti capita prima o poi di fidarsi della persona sbagliata, ma dobbiamo essere in grado di prendere le distanze e non dare loro l’opportunità di ferirci ulteriormente.

Chi è l’ipocrita

Sembra una giustificazione ma non lo è: chi sente la necessità di indossare maschere su maschere con chi gli sta intorno è evidentemente qualcuno che ha seri problemi di relazione con se stesso e di conseguenza anche con gli altri.

Perchè dobbiamo ricercare l’autenticità nelle persone?

Perchè le persone autentiche non hanno bisogno di nascondersi dietro un comportamento finto e costruito e non cercano in alcun modo di usare “trucchi” o false parole di apprezzamento solo per compiacere qualcuno.
Perchè sono persone sensibili verso il prossimo; non ingannano nessuno né tradiscono la fiducia altrui
“L’ipocrita è un manipolatore dei sentimenti e del rispetto altrui, è uno che si mette la maschera del vincente per ottenere un vantaggio da non condividere”

Ma cosa significa essere una persona ipocrita?

Forse la migliore definizione di ipocrisia viene dal politico americano Adlai E. Stevenson: “ipocrita è il politico che abbatterebbe una sequoia e ne farebbe un palco sul quale pronuncerebbe un discorso sulla conservazione della natura”.

3 modi di mostrarsi ipocriti

1) PRIMO MECCANISMO

C’è chi ostenta continuamente regole ineccepibili, ma in realtà non agisce mai secondo quelle regole morali. Per esempio, una persona può evidenziare l’importanza di aiutare gli altri, ma quando arriva il momento di tendere la mano si volta dall’altra parte. Oppure può esaltare valori quali la lealtà e l’importanza di dire la verità, ma poi si rivela infedele al proprio partner.

2) SECONDO MECCANISMO

C’è chi ama mettere in evidenza il suo lato perbenista, ma applica un atteggiamento molto diverso quando viene coinvolto direttamente. Per esempio, si arrabbia tanto quando un conducente non rispetta un passaggio pedonale, ma quando lo fà lui, tira in ballo molte scuse per spiegare perché non si è fermato. E’ la classica persona che vede la pagliuzza nell’occhio del vicino, ma non la trave nel suo occhio.

3) TERZO MECCANISMO

C’è chi entra in conflitto con i suoi limiti ma non vuole ammetterlo; è il classico esempio di dissonanza cognitiva. Ecco un breve accenno sulla dissonanza cognitiva che potete approfondire nell’articolo “Cos’è la dissonanza cognitiva”

Narra la fiaba di Esopo di una volpe voleva mangiarsi dell’uva su un’albero, ma non riuscendo a raggiungerla saltando, se ne andò brontolando fra sé e sé: “Tanto era acerba“. La volpe mette in atto un autoinganno per ridurre la sensazione di fallimento e delusione. Il senso apparente della conclusione dell’astuta volpe sembra: ““beh, i grappoli non sono ancora maturi, non mi va di prenderli acerbi”.

Il ragionamento che però accade realmente, più o meno consapevole, è questo: “Quell’uva sembrava ben matura e succosa, ma dato che non sono riuscita a raggiungerla, per non sentirmi un’incapace mi convinco che fosse acerba”.

Qualche esempio per rendere meglio il concetto?

C’è chi parla sull’importanza di andare a votare, ma il giorno delle elezioni non ci va. In questo caso manca l’autocontrollo, magari lui crede veramente a quello che dice, ma quando deve metterlo in pratica non ha la volontà sufficiente per farlo! E anche se non ha il coraggio di riconoscerlo pubblicamente, continua a dare lezioni di morale.

6 comportamenti che tradiscono le persone false

In mezzo agli amici, purtroppo a volte si nascondono anche i falsi amici, quindi dovremmo fare molta attenzione. Ma come riconoscerli? È molto difficile riconoscerli SUBITO, anche perché l’ipocrita riesce a mascherarsi davvero molto bene, tanto bene che a volte potremmo dubitare sul nostro giudizio.

1.E’ sempre pronto a scagliarsi contro

I suoi “alti” standard morali lo portano sempre a puntare il dito contro qualcuno, al punto di umiliare pubblicamente quella persona. Per esempio: “Maria è troppo opportunista. Andrea è un parassita. Giovanna va a letto con un uomo sposato solo per interesse”

Se una persona che riteniamo nostra amica parla in questa maniera dei nostri altri amici o conoscenti, viene da chiedersi come parlerà di noi… non vi pare? Se la sua lingua può essere così spietata e tagliente, prima o poi taglierà anche noi, basta che giriamo la schiena. La sua è semplicemente un’abile strategia per concentrare l’attenzione sull’altro per non mettere in evidenza le sue discrepanze o comportamenti.

2. Ha un alone di superiorità morale

L’ipocrita tende a stare solitamente a metà strada tra il narcisismo e la superiorità intellettuale. Il suo livello di arroganza ci porta a sentirci inferiori, immaturi o non abbastanza buoni. E’ la classica persona che non esita a rimproverarci una qualsiasi delle nostre azioni, parole o atteggiamenti.

3. A lui o a lei tutto è concesso

Norme e regolamenti esistono, ma solo per gli altri. La persona falsa è convinta di essere al di sopra delle legge semplicemente perché a suo avviso h un senso innato del diritto e della morale.

4. Ha sempre una scusa a portata di mano

L’ipocrita non riconosce quasi mai i suoi errori, anche di fronte all’evidenza. Non chiede scusa o ammette la sua responsabilità, anzi, ricorre continuamente a delle scuse per giustificarsi. Per l’ipocrita, le circostanze sono sempre un fattore attenuante, e gli errori non dipendono mai da lui/lei.

5. Fai quello che dico ma non quello che faccio

Possiamo definirlo il classico motto che caratterizza la persone ipocrita. Le sue azioni non coincidono quasi mai con le sue parole. Questo perché il suo scopo principale è apparire bene e soddisfare le aspettative degli altri.

6. Fa dei complimenti a “doppio taglio”

Che bella la tua casa! Beh, anche se è così piccola!” “Quel vestito così attillato ti sta un amore.. quanto ti invidio che non te ne frega dei tuoi chili di troppo” Ecco una conversazione con un complimento abbastanza ambiguo. Così parla la persona falsa perché, che te lo dica o meno, non gli/le frega un bel nulla di quel che hai o fai. Anzi! La persona falsa è quella che ti ricorda qual è il tuo posto nel mondo. Hai un divorzio alle spalle? Stai certa che l’ipocrita non ti incoraggerà mai a voltare pagina perchè sarà sempre pronta a mettere in evidenza i tuoi fallimenti.

PER CONCLUDERE

L’ipocrita si sveglia, si fa bello per uscire al mondo e guadagnare confidenza, simpatia, gratificazione…ma cosa c’è di male in questo? A tutti piace guadagnare la considerazione e il rispetto degli altri! Vero, ma la considerazione il rispetto va guadagnata per ciò che si è davvero.

Quindi, il modo migliore per combattere l’ipocrisia è essere autentici. Non ci serve soddisfare le aspettative degli altri e nemmeno trasformarci in moralisti. Come dicono i saggi..”Vivi e lascia vivere”. A tal proposito vi dedico una poesia di Madre Teresa di Calcutta

“L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO

Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE

Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI

Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE

L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO ED ONESTO

Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI

Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA

Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE”

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fonte: http://psicoadvisor.com/persone-false-riconoscere-mille-volti-dellipocrisia-8626.html

Il Miele è l’arma contro i superbatteri antibiotico-resistenti. Dai test su diversi tipi di batteri, il Miele risulta sempre efficace

Miele

 

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Il Miele è l’arma contro i superbatteri antibiotico-resistenti. Dai test su diversi tipi di batteri, il Miele risulta sempre efficace

Il miele è un arma efficace contro la diffusione dei superbatteri antibiotico-resistenti, cause di infezioni che secondo le stime uccideranno attorno a 10 milioni di persone entro il 2050. I batteri infatti continuano a evolversi e gli antibiotici diventano inefficaci, ma una ricerca dell’University of Technology di Sydney, guidata dalla microbiologa Nural Cokcetin, dimostra che batteri e alcuni superbatteri sono incapaci di resistere alle proprietà medicinali del miele. “Il miele è conosciuto da millenni ma i batteri non hanno imparato a sviluppare resistenza”, ha dichiarato Cokcetin in occasione della Settimana della Scienza a Sydney. “Abbiamo dimostrato che in condizioni nelle quali svilupperebbero rapidamente resistenza agli antibiotici – ha detto Cokcetin, che studia da oltre 10 anni le proprietà antibatteriche e antimicrobiche del miele – in presenza del miele questo non avviene. Abbiamo sperimentato con diversi batteri, diversi antibiotici e diversi tipi di miele. I risultati sono stati coerenti”.

La studiosa e i suoi collaboratori sono tuttora impegnati nell’identificare, in uno studio su campione, le proprietà attive di oltre 1000 varietà di miele. L’efficacia del miele come medicinale dipende da differenti fattori fra cui il contenuto di zucchero, i livelli PH e la presenza di metilgliossale (MGO), il composto che si forma naturalmente nel nettare del fiore di Manuka ed è responsabile delle proprietà eccezionali del miele che ne deriva. Tra le altre proprietà benefiche del miele, osserva Cokcetin, il rafforzamento dei batteri ‘buoni’ nell’intestino e la rimarginazione di ferite croniche.

fonte: http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/cibo_e_salute/2017/08/22/miele-e-un-arma-contro-superbatteri-antibiotico-resistenti_bfadf26c-9691-438b-93e4-4d77558f8782.html

Orzo e avena: i cereali magici che spazzano via il colesterolo

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Orzo e avena: i cereali magici che spazzano via il colesterolo

Prima o poi tutti devono farci i conti.

C’è chi prende farmaci, ma la ricetta ideale per risolvere questo problema è mangiare i cibi che diminuiscono il colesterolo ed evitare quelli che lo aumentano.

In altri articoli abbiamo riportato i consigli di autorevoli siti come quello della Fondazione Veronesi, che raccomanda assumere più fibre, mangiare legumi almeno 2 volte a settimana, 2 porzioni di frutta al giorno e 2 o 3 di verdura.

E poi ci sono alimenti specifici dal potente effetto anticolesterolo come, ad esempio, spinaci, salmone fresco, noci, aglio e avocado. Ma non solo.

Di recente è stato rivalutato il ruolo di cereali come orzo e avena nelle diete per abbassare il colesterolo. Le sostanze benefiche contenute in questi 2 cibi sono i beta glucani, fibre solubili che, aiutano, e lo ha riconosciuto anche l’EFSA, a ridurre il colesterolo cattivo, purché se ne consumino almeno 3 grammi al giorno.

Orzo e avena, 2 cibi che diminuiscono il colesterolo

3 grammi di beta glucani, osserva la nutrizionista Carla Favaro sul Corriere della Sera, si trovano, per esempio, in una porzione di 85 grammi di orzo o di fiocchi d’avena:

“Stando a uno studio pubblicato sul Journal of Food and Nutrition Research , 3 grammi di beta glucani sono, ad esempio, quelli contenuti, in media, in circa 85 grammi di fiocchi d’avena o di orzo perlato. Secondo una meta analisi dell’ American Journal of Clinical Nutrition , in cui sono stati analizzati 28 studi che prevedevano il confronto fra diete con almeno 3 grammi quotidiani di beta glucani e diete povere di beta glucani, i ricercatori hanno osservato che le prime comportavano una riduzione media del colesterolo LDL («cattivo») di 9.6 mg/dL (corrispondenti a circa il 7%), con un effetto maggiore nelle persone con livelli di colesterolo più elevato e nei diabetici. «I beta glucani, grazie alla loro viscosità, riducono l’assorbimento del colesterolo nell’intestino e non è escluso agiscano anche in altri modi» commenta Domenico Sommariva, vicepresidente della Sezione lombarda della Società italiana studio dell’arteriosclerosi”.

E bisogna stare attenti a non eccedere la dose raccomandata in quanto “superandola non si ottengono ulteriori benefici, come se l’organismo reagisse alla riduzione dell’assorbimento di colesterolo aumentandone la produzione”.

tratto da: http://fortesano.it/2016/09/12/cibi-che-diminuiscono-il-colesterolo/

Jamie Depuis, l’artista che suona “The Sound of Silence” con una chitarra a 18 corde – preparatevi a un momento magico…

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Jamie Depuis, l’artista che suona “The Sound of Silence” con una chitarra a 18 corde – preparatevi a un momento magico…

La musica addolcisce, si dice. Soprattutto quando viene suonata alla perfezione. Conoscete uno strumento chiamato “chitarra-arpa”?

Qualunque sia la vostra risposta, rimarrete affascinati dal video qui a seguire. L’artista si chiama Jamie Depuis. Questo musicista canadese suona uno dei successi piú grandi di Simon & Garfunkel, la mitica “The Sound of Silence.”

Tuttavia, la suona con uno strumento particolare, la chitarra-arpa a 18 corde. Questo strumento è come una chitarra ma possiede corde aggiuntive. Non sono parallele, ma fissate direttamente sul telaio, come vedrete nel video.

Uno strumento assolutamente originale per un’interpretazione ipnotizzante. Jamie Depuis si trova nel cuore della foresta, in un’atmosfera di grande pace e tranquillità, perfetta per questa canzone. Noi siamo affascinati.

‘The Sound of Silence’ è stata composta da Paul Simon e Art Garfunkel, e rilasciata nel 1964. È una delle canzoni preferite di sempre e la versione di Jamie Depuis, esclusivamente strumentale, ne è un tributo favoloso.

L’artista ha suonato molti altri pezzi sul suo canale Youtube, ogni volta lascia senza parole. Ha un talento straordinario, merita di essere conosciuto da tutti!