Ecco come i Nativi Americani stanno salvando il bisonte dall’estinzione voluta dalla crudeltà, dalla scelleratezza e dalla meschinità dell’uomo bianco

 

Nativi Americani

 

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Ecco come i Nativi Americani stanno salvando il bisonte dall’estinzione voluta dalla crudeltà, dalla scelleratezza e dalla meschinità dell’uomo bianco

Nella foto: Una montagna di teschi – Con crudeltà, scelleratezza e meschinità, l’uomo bianco voleva l’estinzione del bisonte per affamare i Nativi Americani…

Leggendo qua e là

…L’Esercito non aveva tra i suoi compito quello di accompagnare i ricconi dell’est a cercare emozioni nelle battute di caccia, ma era molto interessato a tutto ciò perché era tra i suoi interessi quello del controllo dei nativi americani e, se possibile, del loro annullamento e questo era possibile raggiungerlo anche attraverso il controllo dei bisonti che erano fonte primaria di cibo e di mille altre cose per gli indiani…

“Uccidi tutti i bufali che puoi! Ogni bufalo morto è un indiano in meno”.

…Oggi può sembrarci assurdo, eppure al tempo del west i coloni ed i cacciatori americani uccisero bisonti senza sosta fino quasi a portare quella specie animale alla quasi completa estinzione. I turisti dell’est fecero la loro parte, sparando agli animali dai finestrini dei treni come se il massacro potesse durare per sempre…

 

Da GreenMe:

I nativi americani stanno salvando così il bisonte dall’estinzione

Le tribù native americane stanno salvando il bisonte dall’estinzione. Questo mammifero, oltre ad essere una forma di sostentamento, svolge un ruolo fondamentale nella spirituale della tribù, ecco il perfetto equilibrio che si è stabilito nel Nord America.

5mila ettari di praterie non arate nel nord-est del Montana e centinaia di bisonti selvaggi che vagano. Ma questa mandria non si trova in un parco nazionale o in un santuario protetto, ma bensì nelle terre ancestrali delle tribù di Assiniboine e Sioux di Fort Peck Reservation.

Proprio qui c’è il più grande allevamento di bisonti e solo grazie ai nativi. Fino a centinaia di anni fa, sulla Terra vivevano 30milioni di bisonti, un mammifero ricordiamolo, sopravvissuto anche all’Era glaciale, ma non all’intervento dell’uomo.

Dopo il viaggio di Colombo, i colonizzatori bianchi per occupare i territori dei nativi utilizzarono ogni mezzo, compreso quello del massacro dei bisonti, prima fonte si sostentamento delle tribù. Aggiungendo a questo i cambiamenti climatici, nel giro di poche decine di anni, il bisonte è passato da decine di milioni all’orlo dell’estinzione.

Vogliamo riportare questi importanti bisonti nella loro dimora storica delle Grandi Pianure”, dice Jonathan Proctor, direttore del programma di Rockies and Plains dell’Ong Defenders of Wildlife , che lavora accanto alle tribù per salvare questo animale.

Dopo il massacro del 19esimo secolo, erano sopravvissuti solo 23 bisonti in una remota valle di Yellowstone. Oggi la mandria è di 4mila e questi animali vivono allo stato brado, non sono addomesticati né stati fatti accoppiare con altro bestiame, mantenendo così la purezza genetica.

Da anni, le tribù difendono i mammiferi dalla legislazione del Montana che è anti bufali. Ma per i nativi questi animali giganteschi sono una risorsa.

Grazie a loro, abbiamo visto l’ecosistema rivivere. Gli uccelli delle praterie sono tornati, le erbe autoctone prosperano. Li accogliamo con gioia e aspettiamo i benefici che portano nelle nostre terre tribali”, dicono.

Grazie a un trattato con il governo, l’anno scorso, Blackfeet Reservation, sempre nel Montana, ha ricevuto 89 bisonti geneticamente puri da Elk Island in Canada. Adesso le tribù stanno negoziando con i funzionari statali per consentire a questi bufali, che sono sani e senza la temuta brucellosi, di recarsi liberamente nel parco nazionale del ghiacciaio e persino, si spera, un giorno a nord del parco nazionale dei laghi di Waterton.

“Le tribù delle pianure settentrionali sono la guida giusta per il ripristino dei bisonti selvatici in questo momento”, ha detto Proctor.

E tra 50 anni, la comunità di conservazione spera di avere almeno 10 mandrie di bisonti con mille animali.

Per non dimenticare quanto la razza umana possa fare schifo – Non vi potete sbagliare, la CAROGNA non è il bellissimo e rarissimo esemplare di giraffa nera ammazzato…!

 

razza umana

 

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Per non dimenticare quanto la razza umana possa fare schifo – Non vi potete sbagliare, la CAROGNA non è il bellissimo e rarissimo esemplare di giraffa nera ammazzato…!

Leggi anche:

Ricordate l’Agente Smith in Matrix? “L’essere umano è un virus, è un’infezione, una piaga, un cancro su questo pianeta” …Forse aveva ragione: Abbiamo cancellato dal Pianeta il 60% delle specie animali in soli quarant’anni…!

 

 

Lo scorso anno, aveva sparato e ucciso una giraffa in Sud Africa. Nei giorni successivi la cacciatrice, originaria del Kentucky, in memoria delle crudeli gesta ha pubblicato la foto sul proprio profilo Facebook. E il mondo dei social non è rimasto a guardare. Nel giro di qualche ora, le foto sono diventate virali e sono arrivati migliaia di commenti di insulti.

In posa con il cadavere dell’animale, Tess Thompson Talley, 37 anni, aveva inizialmente caricato le foto scattata dopo una una battuta di caccia avvenuta un anno fa, a giugno 2017. Il suo post è stato cancellato, ma le foto sono state ampiamente condivise online.

Il giornale Africlandpost ha condiviso le foto il 16 giugno, in un tweet diventato virale, in cui la donna è stata accusata di avere ucciso “una rarissima giraffa nera per gentile concessione della stupidità del Sud Africa”. Il tweet è stato condiviso oltre 45.000 volte.

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AfricaDigest@africlandpost

White american savage who is partly a neanderthal comes to Africa and shoot down a very rare black giraffe coutrsey of South Africa stupidity. Her name is Tess Thompson Talley. Please share

Eppure, non c’è indicazione che la battuta di caccia di Talley fosse illegale. La donna ha addirittura detto che uccidere la giraffa abbia contribuito agli sforzi di conservazione.

“La giraffa che ho cacciato era la sottospecie sudafricana della giraffa. Il numero di questa sottospecie è in realtà in aumento dovuto, in parte, ai cacciatori e agli sforzi di conservazione pagati in gran parte dalla caccia grossa” si è difesa.

È emerso che la giraffa uccisa non era del tutto rara ma ciò non toglie che ucciderla e vantarsene sia stato un gesto crudele.

Talley ha pubblicato ulteriori commenti sulla sua pagina Facebook, alcuni da rabbrividire, sostenendo che gli animali, in quanto tali, non hanno diritti.

Purtroppo finché la caccia non sarà resa illegale, i cacciatori potranno agire indisturbati e condividere le loro gesta sui social.

Le belle notizie che ci piace darvi: Chiude il macello di carne di cane più grande del mondo – Ogni anno vi venivano ammazzati 2 milioni di animali!

 

carne di cane

 

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Le belle notizie che ci piace darvi: Chiude il macello di carne di cane più grande del mondo – Ogni anno vi venivano ammazzati 2 milioni di animali!

Chiude il complesso di Taepyeong-dong, nella città di Seongnam, la struttura che ospitava sei macelli di cani. La tradizione di consumare carne canina è ormai in discesa: il 70% dei sudcoreani non li mangia più e il 40% è convinto che la pratica dovrebbe essere vietata.

Smantellata in due giorni, l’area sarà trasformata in un grande parco. Da lager per cani quindi a luogo pubblico. Taepyeong-dong che si trova a sud di Seoul ospitava sei macelli e diverse centinaia di cani che venivano macellati per poi essere serviti nei ristoranti di tutto il Paese.

Nel 2016 aveva chiuso il mercato di Moran in cui veniva venduto circa un terzo della carne di cane consumata nella Corea del Sud, adesso questo smantellamento viene considerato come un momento storico e una vittoria per le associazioni animaliste che da anni si battono per evitare che i cani finiscano nel piatto.

Ma in generale le cose stanno cambiando. Secondo un sondaggio, il 70% dei sudcoreani non mangia più cani e circa il 40% ritiene che la pratica dovrebbe essere vietata. Il 65%, invece, ritiene necessario allevare e macellare gli animali in condizioni migliori, ma sull’argomento non ci sono leggi.

La sua chiusura è un evento storico e speriamo possa incentivare la dimissione di altri macelli illegali in tutto il Paese. Abbiamo fatto sforzi costanti per chiudere questo macello, grazie alle indagini e alle pressioni sulla provincia di Gyeonggi e su Seongnam”, scrive in una nota Humane Society International.

Sempre secondo l’organizzazione nell’ex macello, gli animali vivevano in condizioni precarie. I cani venivano uccisi con scariche elettriche dopo aver passato la loro breve vita in gabbie ristrette e tra le carcasse di altri simili.

Ricordiamo comunque che attualmente la legge coreana non vieta la vendita di carne di cane, ma solo la macellazione in pubblico, ma già lo smantellamento dell’ex mattatoio ci sembra un grande passo in avanti.

Corea del Sud: il destino di cani e gatti

La Corea del Sud è l’unico stato dove di fatto esiste un sistema di allevamento intensivo di cani da macello. Qui gli animali sono obbligati a subire privazioni e torture inimmaginabili dalla nascita fino al giorno della macellazione, i cani trascorrono la loro vita imprigionati in gabbie rialzate, sporche e strette, esposte alle intemperie. Non fanno movimento e non ricevono acqua, compagnia né cure mediche, e non sono mai a contatto con il terreno. Spesso a questi poveri animali vengono perforati i timpani in modo da renderli meno rumorosi.
CANI e GATTI vengono mangiati dopo essere stati sadicamente TORTURATI in vari modi affinché le loro carni, per azione dell’adrenalina in circolo a causa del dolore e della paura, diventino più “saporite”. La credenza vuole che PIÙ GRANDE È LA SOFFERENZA INFLITTA ALL’ANIMALE, PIÙ TENERA E GUSTOSA SARÀ LA CARNE e le sue proprietà salutari “mitiche” ne risulteranno incrementate, rendendo gli uomini più virili.
Gli animali per lo più vengono colpiti alla testa con un bastone, picchiati a morte, impiccati, altrimenti sgozzati e fatti dissanguare, o tramite elettrocuzione. In molte occasioni gli animali NON muoiono subito, perdono coscienza per alcuni secondi risvegliandosi poco dopo perfettamente VIGILI. Succede spesso che gli animali vengano BOLLITI, BRUCIATI e SCUOIATI (alcuni usano apposite centrifughe) quando sono ancora VIVI e COSCIENTI.
Con i cani vengono realizzati soprattutto hamburger e zuppe, mentre i gatti diventano perfino parte di bevande “toniche”, realizzate spesso lanciando i gatti VIVI nell’acqua bollente.
A volte gli allevamenti si trovano vicino alle scuole, dove i bambini devono sopportare le grida dei cani che vengono macellati.
La Corea del Sud è tristemente famosa per una festa rituale e tradizionale nota come “Bok Nal”, ovvero i “giorni del cane”, che ha luogo nei giorni più caldi dell’estate tra luglio e agosto. In questo periodo si calcola che UN MILIONE di CANI vengano UCCISI per essere MANGIATI, in nome di una tradizione secondo la quale la carne di cane “rinfresca e rinvigorisce” e attraverso la quale l’uomo potrebbe assorbire la gioia di vivere e la festosità che caratterizzano queste meravigliose creature. I CANI non sono gli unici animali a soffrire pene inimmaginabili, infatti anche i GATTI subiscono le stesse torture.
Ma il massacro di questi innocenti non si limita ai Bok Nal, bensì dura tutto l’anno estendendo la tortura e la macellazione ad un numero spaventoso di animali. Nonostante la Korea Food & Drug Administration riconosca come cibo qualsiasi prodotto commestibile, ad eccezione delle droghe, nella capitale Seoul l’amministrazione locale ha approvato un regolamento che classifica la carne di cane come ‘cibo ripugnante’. Purtroppo, a quanto ci risulta, questo provvedimento non viene quasi mai applicato.
In Sud Corea la carne di cane viene consumata da persone di ogni età, genere, religione, classe sociale e livello culturale, in parte a causa della loro educazione, forse senza conoscere le sofferenze che causano. Il vescovo cattolico Sung-Hyo Lee ha affermato infatti: “Il mio cibo preferito è la carne di cane. Il mio hobby è costringere i preti stranieri a mangiarla, soprattutto quelli francesi”. – Kyeongin Ilbo, 16.05.2011.
Se la classe dirigente afferma sui mezzi di comunicazione che mangiare carne di cane è bello, e i governi non fanno nulla al riguardo, le persone sono meno inclini a chiedersi cosa ci sia di male nel commerciare questa carne.
Chi smarrisce il proprio cane ha sempre il timore che gli sia stato rubato per finire nelle pentole di qualche ristorante. In Corea del Sud i cani possono essere allevati per svariati motivi, ma ogni razza di cane può finire in tavola. Una volta che la carne è cotta, i consumatori non possono sapere da quale tipo di cane proviene. Potrebbe essere stato anche l’animale da compagnia di qualcuno.
Succede spesso che le persone vogliano sbarazzarsi di esemplari domestici “cresciuti troppo” ma molti canili non possono accoglierli tutti e così la questione del randagismo trova un diverso e più crudele esito nei mercati. Qualche canile li rivende come animali da macello per ridurre i costi nella somministrazione di cibo o farmaci, o perché non vuole spendere per praticare l’eutanasia. Nel 2010, un canile nella città di Gumi è stato colto in flagrante mentre macellava e mangiava gli animali che aveva “salvato”. Si contano oltre 400 canili in tutto il paese, la maggior parte dei quali manca delle più elementari norme igieniche e dei necessari controlli, ragione per la quale è facile che diventino oggetto di un commercio crudele e illegale.
Per sfamare i cani degli allevamenti, la Corea del Sud utilizza un terzo dei rifiuti di cibo, una pratica questa assolutamente illegale nei paesi avanzati del mondo. Immaginate di mangiare animali nutriti con scarti di cibo infestati da mosche, larve, topi e germi infettivi. Le condizioni igieniche nelle quali vengono tenuti gli animali dovrebbero destare serie preoccupazioni, considerando il modo in cui si propagano virus e patologie canine, filaria, colera, trichinellosi, che possono direttamente compromettere la salute umana.
È letteralmente impossibile distinguere fra i vari allevamenti, e la destinazione d’uso degli animali ivi rinchiusi: un cane incustodito può sempre diventare carne da mangiare per qualcuno. I cani in Sud Corea sono gli unici animali ad essere allevati sia come compagni nelle case della gente sia per la loro carne. La logica che i cosiddetti MEAT DOG (carne di cane ovvero cane da mangiare) siano diversi dai PET DOG (cane domestico ovvero cane da amare) è solo una strategia utilizzata da chi è mosso da meschini interessi per promuovere il consumo di carne, e mangiare così la specie animale più amata in Corea.
Nella Corea del Sud oltre 2 MILIONI di cani vengono uccisi ogni anno per la loro carne. Sono 30 MILIONI i cani che vengono macellati e mangiati ogni anno in Asia, in merito ai gatti non si ha una stima precisa.
Fonti:
https://www.greenme.it/abitare/cani-gatti-e-co/29583-carne-di-cane-macello-chiuso
https://www.facebook.com/notes/giustizia-animalista/corea-del-sud-il-destino-di-cani-e-gatti/1610678295888764/

Importantissimo – Ecco cosmetici e prodotti NON testati sugli animali: tutti i nomi delle aziende CRUELTY FREE…

 

CRUELTY FREE

 

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Importantissimo – Ecco cosmetici e prodotti NON testati sugli animali: tutti i nomi delle aziende CRUELTY FREE…

Cosmetici e prodotti non testati sugli animali: tutti i nomi delle aziende cruelty free

Cosmetici e prodotti non testati su animali. Quali sono e dove si possono trovare? Fortunatamente con la legge 11 marzo 2013 in Europa è entrato in vigore il divieto di test su animali per gli ingredienti dei cosmetici: shampoo, bagnoschiuma, make up, crema da barba, sapone, creme di ogni tipo. Ecco la lista aggiornata delle ditte che rispettano i nostri amici animali.

Vent’anni di battaglie che hanno portato a un grande risultato: salvaguardare gli animali che venivano trattati in laboratorio e su di essi venivano testati i prodotti che normalmente poi arrivano nelle nostre case.

Prima della legge, un nuovo ingrediente poteva venir sottoposto ad alcuni test su animali se eseguiti in laboratori al di fuori dell’UE. Come spiega VIVO – Comitato per un Consumo Consapevole / NOVivisezione erano test molto invasivi per gli animali, sempre letali.

Parliamo di tossicità ripetuta (agli animali vengono somministrate basse dosi di sostanza da testare per periodi di tempo lunghi, anche per tutta la vita dell’animale); tossicità riproduttiva (la capacità della sostanza di creare difetti nella prole, quando somministrata a un animale in gravidanza); tossicocinetica(come la sostanza raggiunge le cellule e gli organi e causi eventuali danni biologici).

Grazie al nuovo divieto, ora in Europa non possono essere venduti prodotti che contengono ingredienti, sviluppati appositamente per il campo della cosmesi, che siano stati testati su animali, in qualunque parte del mondo, dopo l’11 marzo 2013. Naturalmente non diventano fuorilegge gli ingredienti testati prima di questa data.

Di seguito la lista delle aziende che rispettano lo Standard Internazionale cruelty-free ovvero si impegnano a:

  • Non testare su animali il prodotto finito, né commissionare questi test a terzi
  • Non testare i singoli ingredienti, né commissionare i test a terzi
  • Dichiarare che i test svolti dai suoi fornitori sulle materie prime usate sono avvenuti prima di un dato anno a sua scelta (per esempio, 1995)

Il che significa non usare più alcun ingrediente (chimico, di sintesi) nuovo, ma solo ingredienti completamente vegetali o ingredienti di sintesi già in commercio prima dell’anno scelto. Così facendo, non si incrementa di fatto la sperimentazione su animali.

MARCHI E PRODOTTI NON TESTATI SUGLI ANIMALI
Igiene e cura della persona
  • Agronauti Cosmetics, Alchimia Natura, Alkemilla, Allegro Natura, Altromercato, Argital, Artha,
  • Bakel, Biofficina Toscana, Biomethodique, BioOut, Bjobj, Body Shop, Bottega Verde, Camorak,
  • Delibel, Derbe, Diva International, Dr. Taffi, Ecor, Fantastika, Floralia, Flora-Primavera,
  • Gala, Helan, Insium, I Provenzali,
  • La Saponaria, Lefay, Lenerbe, Lepo Line, L’Erbolario, Liquidflora advanced organic make-up, Lush, MGA,
  • Montagne Jeunesse, Naturaequa, Naturerb, Natyr Altromercato, Officina Naturae, Omia,
  • Pasticceria da bagno, Pedrini, Puravida, Qualikos,
  • Rebis, Regenè, Remedia, San.Eco.Vit, Saponificio Gianasso, Seres, Speziali Fiorentini,
  • Tea Natura, Vaneda, Verdesativa, W.S. Badger, Zoè Cosmetics.
Assorbenti
  • Nuvenia,
  • Natracare
  • Organyc
Pulizia della casa e bucato
  • Aequa equo-solidale, Argital, Avaverde,
  • Bioermi, Brillor, Casa Verde Bio,
  • Ecoblu, Ecoland, Ecor, Ecosì, Ekos, Folia,
  • Happyclean, Higen,
  • Naturerb, Officina Naturae,
  • Pierpaoli, San.Eco.Vit., Solara,
  • Talybe, Tea Natura,
  • Verdevero, Winni’s.
Igiene degli animali
  • Aniwell, Argital, BjoBao (Bjobj),
  • Dodo (Officina Naturae)
  • Mifido, Pet Benefit, Pet in Pharma (Diva international)

 

fonte: https://www.greenme.it/consumare/sai-cosa-compri/29510-cosmetici-non-testati-lista-aggiornata

 

 

Maltrattamento di animali: che cosa fare e come denunciare crudeltà nei confronti degli animali…

 

animali

 

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Maltrattamento di animali: che cosa fare e come denunciare crudeltà nei confronti degli animali…

Se hai un cuore buono e un’anima tendente a sentimenti come compassione ed empatia, sai che nel nostro mondo non c’è assolutamente posto per la crudeltà nei confronti degli animali. Eppure, succede proprio dietro l’angolo: in ogni città, stato e nazione. Ci sono padroni che trascurano, maltrattano e addirittura abbandonano i propri animali; animali che vengono scuoiati vivi per farne pellicce; cani che vengono uccisi perché non sono abbastanza veloci nel correre; animali d’allevamento che subiscono amputazioni e tagli a parti del corpo, ecc.

Fermare i maltrattamenti nei confronti degli animali è un tema mondiale e se ti stai domandando cosa puoi fare per aiutare a trovare una soluzione, ti offriamo una breve guida con varie possibilità a tua disposizione. Credici, puoi aiutare in maniera significativa anche senza donare migliaia di euro in beneficenza o indossare la maschera di un supereroe per combattere i cattivi in prima persona. Esistono molti altri modi, molto più semplici.

Come fermare i maltrattamenti di animali

Prima di tutto, è importante sapere che anche tu potresti sottoporre ad abusi il tuo animale. Spesso i padroni non si rendono conto che la crudeltà nei confronti degli animali si presenta in forme diverse e una di queste è l’incuria e il maltrattamento. Sei sicuro di dedicare al tuo amato compagno animale cure adeguate e buone condizioni di vita? Diversi rapporti indicano che circa la metà dei proprietari di animali domestici in America sono autodidatti. Oggi si possono trovare molti servizi, compresi corsi e centri di formazione, dove è possibile migliorare le proprie conoscenze e diventare bravi “genitori” per il proprio animale. Inoltre, potresti anche voler dare un’occhiata alle leggi sulla protezione degli animali.

Segnali di abuso

A volte riconoscere la crudeltà nei confronti degli animali può essere difficile, altre è chiaramente evidente agli occhi di tutti. Si possono notare segnali di violenza diretta, come i seguenti:

  • ferite aperte e non curate;
  • svariate cicatrici;
  • difficoltà a camminare (ad esempio, lo zoppicare);
  • segnali psicologici (nascondersi dalla gente, camminare con la testa bassa o la coda tra le gambe, ecc.).

I segnali di trascuratezza verso un animale sono più sottili e, sfortunatamente, molto diffusi:

  • malattie non curate;
  • misere condizioni di vita (limitazione nei movimenti, oggetti pericolosi nelle vicinanze, ecc.);
  • segni di inedia e/o disidratazione (estrema magrezza e ossa visibili);
  • infestazioni parassitarie (zecche, pulci e altri parassiti);
  • mancanza di igiene.

Naturalmente, si può anche essere testimoni di crudeltà nei confronti di animali che si verificano proprio sotto i nostri occhi: qualcuno potrebbe fare fisicamente del male ad un animale (calci, percosse, ecc.). È importante intervenire immediatamente ed avvertire le autorità il più in fretta possibile. Ricorda: il maltrattamento di animali è quasi sempre segno di altri, anche maggiori, schemi di violenza che possono essere indirizzati anche contro il prossimo. Non sorprende che arrecare consapevolmente danni agli animali per piacere sia considerato uno dei tre principali prerequisiti del comportamento psicopatico.

Come denunciare abusi sugli animali

Se sei testimone di un sospetto episodio di abuso su animali, puoi chiamare le forze dell’ordine e segnalarlo. Esistono anche numeri di organizzazioni locali specializzate in ogni città. Il consiglio principale è molto semplice: fornisci informazioni accurate, poiché ciò è fondamentale per il loro pronto intervento. Potrebbe essere utile seguire i consigli qui sotto:

  1. Se credi che l’animale sia in pericolo imminente e sei a conoscenza del punto esatto in cui si trova, chiama il dipartimento di polizia della zona.
  2. Scrivi una dichiarazione concisa e concreta di ciò che hai visto, con date e orari, se possibile. Inoltre, specifica il problema principale (disidratazione, inedia, mancanza di cure mediche, ecc.) e non dimenticare di indicare le tue informazioni di contatto.
  3. Puoi presentare una segnalazione anonima. Prendi in considerazione, però, la possibilità di fornire i tuoi dati, perchè è più probabile che il caso riceva attenzione se c’è almeno un testimone attendibile disposto a testimoniare in tribunale.
  4. Puoi anche ottenere dichiarazioni scritte da altri testimoni.
  5. Se possibile, scatta foto del luogo e dell’animale che ha bisogno di aiuto. Ricorda: non metterti MAI in pericolo.
  6. Non consegnare mai documenti e foto senza averne prima fatte delle copie.
  7. Se trovi abusi su animali online, hai diverse possibilità. Prima di tutto, controlla l’origine del sito usando www.whois.net. Poi, puoi contattare le autorità locali, dove per “locali” si intende la zona di origine del sito, non la tua zona. Puoi anche contattare rifugi per animali, la Protezione Animali, o anche media locali e nazionali, perché a volte possono avere più potere delle autorità.
Come curare un cane che ha subito abusi

Se hai trovato un cane abbandonato e hai deciso di portarlo a casa, devi tenere in considerazione le seguenti informazioni. Dato che i cani randagi, soprattutto quelli che hanno subito abusi, non si fidano degli sconosciuti, è importante apprendere alcuni consigli per mantenersi al sicuro e per non fare del male all’animale:

  1. Prepara una zona sicura in casa, appositamente per il cane. Deve essere una zona tranquilla.
  2. Non alzare mai la voce. Un tono basso trasmette fiducia e sicurezza.
  3. Non colpire mai il cane ed evita di fare mosse improvvise.
  4. Non forzare il cane a fare qualcosa che non vuole. Lascia che l’animale si ritiri nel suo spazio, se si sente spaventato.
  5. È importante organizzare una precisa routine quotidiana. Il cane deve avvertire stabilità e uno dei modi migliori per fornirgliela è stabilire degli orari per dargli da mangiare e uscire per le passeggiate.
  6. Durante le lunghe passeggiate, i cani producono endorfine, gli ormoni della felicità. Ma ricorda: un cane pauroso può scappare via, quindi un guinzaglio lungo, in questo caso, è la scelta migliore.
  7. Curare le ferite può richiedere molto tempo. Quindi, abbi pazienza! Tuttavia, se hai la sensazione che ci siano stati pochissimi progressi o addirittura nessuno, puoi sempre consultare uno specialista. Un etologo canino sa come aiutare i cani abbandonati e maltrattati e molto probabilmente potrà aiutare il tuo amico.

Si può trattare di un lungo viaggio, ma ne vale assolutamente la pena. Il legame che si crea tra un essere umano e il suo fedele amico è semplicemente inestimabile. Tuttavia, se non sei sicuro di volerti assumere una tale responsabilità, puoi sempre segnalare qualsiasi animale randagio o episodio di maltrattamento di animali. Ricorda: in un determinato momento potresti essere l’unica persona in grado di salvare l’animale. Dopotutto, se noi uomini siamo davvero superiori, dobbiamo prenderci cura di coloro che dipendono da noi.

 

fonte: https://fabiosa.it/lbwkr-ctani-rseln-aueln-trecc-pbjst-maltrattamento-di-animali-che-cosa-fare-e-come-denunciare-crudelta-nei-confronti-degli-animali/

La corrida vista con gli occhi del toro – Le atrocità sulla corrida che tutti devono conoscere per capire l’idiozia delle bestie umane che si godono lo spettacolo…!

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La corrida vista con gli occhi del toro – Le atrocità sulla corrida che tutti devono conoscere per capire l’idiozia delle bestie umane che si godono lo spettacolo…!

Le atrocità sulla corrida che tutti devono conoscere e cosa è costretto a sopportare il toro, passo per passo.

La “corrida de toros” (corsa di tori) è uno spettacolo che consiste in un combattimento tra uomo e toro, diffuso principalmente in Spagna, ma anche in Portogallo, Sud della Francia e in alcuni paesi dell’America Latina (con denominazioni differenti).

Le gare in Spagna si svolgono fin dal 1800, ma venivano praticate anche precedentemente, a partire dal XIV secolo, da nobili che, a cavallo, combattevano contro tori per questioni legate al prestigio e all’onore.

Alla corrida partecipano: 6 toreri e 3 tori (provenienti da allevamenti specializzati) che si alternano; due picadores a cavallo, tre banderilleros e gli incaricati a ritirare il corpo del toro una volta che viene ucciso.

Prima della gara i partecipanti sfilano davanti al pubblico e ricevono dal presidente, e unico giudice, le chiavi della porta dalla quale usciranno i tori. La “toreada” è divisa in 3 parti, chiamate “tercios“.

Prima della gara

Il toro viene sottoposto a crudeltà per indebolire le sue forze: tenuto al buio, senza cibo e senza acqua, viene colpito ai reni con sacchi di sabbia, gli viene cosparsa trementina sulle zampe per impedirgli di star fermo, gli viene annebbiata la vista applicando vaselina sui suoi occhi, gli viene infilata stoppia nelle narici e nella gola per impedirgli la respirazione e gli vengono conficcati aghi appuntiti nel corpo. Prima ancora di entrare nell’arena è quindi drogato, sofferente ed impaurito.

Quando entra nell’arena
  • Prima parte: Tercio de Varas

Il toro esce dalla porta con un arpioncino conficcato nel garrese (il punto alto del dorso, tra collo e scapole) e compie un giro dell’arena alla ricerca di una via d’uscita.

Spesso tenta di tornare indietro, ma la porta è chiusa e inizia, così, a prenderla a cornate. Si sente, inoltre, frastornato dai rumori della banda e del pubblico.

Il torero entra in scena e comincia a caricarlo con il “capote“, il drappo di tela rosa acceso da un lato e giallo dall’altro. I picadores a cavallo domano il toro colpendolo con una lancia dalla punta in acciaio, modellata a piramide a tre lati e provvista di un arresto metallico alla base, che serve ad impedire che penetri anche il manico nella carne del toro. La legge prevede che il toro venga colpito nel muscolo del collo almeno due volte, ma spesso i colpi arrivano ad essere 5 o 6 perché alcuni tori, atterriti, continuano a caricare cavallo e picadores. Così, il cavaliere colpisce il toro con il manico della lancia, in modo da stordirlo, ma non così tanto da non poter continuare la gara.

L’intento di questa prima parte è capire la forza del toro e affaticarlo.

  • Seconda parte: Tercio de Banderillas

I 3 banderilleros (o il torero) caricano il toro con il corpo e infilano tre paia di banderillas con una grossa punta in acciaio nel suo dorso.

L’arpioncino è lungo circa 6 cm e largo 4 ed è creato cosicché, quando il toro si muove, questa spinga nella carne ed infastidisca continuamente.

Il toro inizia a dissanguare, a dare segni di cedimento e le sue cariche diventano sempre più brevi e sofferte.

  • Terza parte: Tercio de Muleta

Il torero comincia ora il suo spettacolo, osannato da tutti come una star. Sostituisce il “capote” con la “muleta“, un drappo rosso di flanella che stringe con una mano, mentre nell’altra maneggia una spada.

Il toro è molto stanco e debilitato dai colpi ricevuti, che gli hanno danneggiato i muscoli del collo. Si trova impossibilitato ad alzare il capo e tiene, quindi, la testa bassa. Il picador lo sottomette e lo mantiene in una condizione di inferiorità, così da agevolare il torero nel passo successivo: conficcare al toro la spada tra le scapole, raggiungendo il suo cuore.

Il toro comincia a vomitare sangue, soffoca e crolla.

La legge prevede che il torero uccida il toro entro il decimo minuto di questa fase, se questo non accade (perché il torero non ha colpito abbastanza in profondità o non ha reciso un organo vitale) viene emesso un avviso dagli spalti.

Se entro il tredicesimo minuto il toro è ancora vivo, viene dato un secondo avvertimento e il torero usa una piccola spada per dare il colpo di grazia al toro agonizzante.

Qualora, nuovamente, entro il quindicesimo minuto il toro non muore, verrà ucciso con un pugnale da uno dei peones e il torero verrà fischiato: avrà fallito.

Se, invece, avrà combattuto con destrezza e capacità, verrà acclamato dalla folla come se fosse un vero eroe.

Dopo la gara

Se il torero avrà fatto un buon lavoro, gli verranno offerte come ricompensa una o due orecchie, oppure la coda del toro.

Il toro viene portato via, agonizzante e paralizzato, ma cosciente; oppure viene accoltellato alla base del cranio, per spezzargli la colonna vertebrale e assicurarne la morte.

Nel caso in cui avrà lottato con onore verrà trascinato fuori dall’arena, tra gli applausi del pubblico, prima di essere macellato.

Se il toro avrà combattuto in maniera unica e straordinaria, si può decidere durante la gara di provare a salvargli la vita (indulto) una volta concluso lo spettacolo, così da farlo riprodurre in modo che tramandi le sue qualità.

Dopo l’eventuale indulto il toro riceve, quindi, cure mediche. I giorni più critici sono i primi 3, ma solitamente, data la gravità delle ferite, il toro non riesce a sopravvivere oltre i primi giorni.

“Ci vuole un formidabile potenziale sadico per pagare l’ingresso in un’arena in cui lo spettacolo consiste nel torturare un animale, farlo soffrire, ferirlo crudelmente, raffinare i gesti barbari, codificarli (come un inquisitore o un torturatore che sa bene fino a che punto bisogna arrivare per mantenere in vita il più a lungo possibile chi, in ogni caso, sarà messo a morte) e godere in modo isterico quando il toro è sfinito perché non vede più nessuna via d’uscita.”

L’apoteosi della vergognosa crudeltà umana – In questi giorni “El toro Jubilo” – “toro di fuoco” – Legano alle corna del toro materiale infiammabile. L’animale che impazzisce dal terrore e dal dolore corre disperato per il paese. Spesso si suicida incornando un muro. E le bestie umane si godono lo spettacolo…!

 

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L’apoteosi della vergognosa crudeltà umana – In questi giorni “El toro Jubilo” – “toro di fuoco”  – Legano alle corna del toro materiale infiammabile. L’animale che impazzisce dal terrore e dal dolore corre disperato per il paese. Spesso si suicida incornando un muro. E le bestie umane si godono lo spettacolo…!

In Spagna a Medinaceli ogni anno, il secondo sabato del mese di novembre, si esprime tutto il sadismo e la crudeltà del genere umano.

L’inferno del toro “jubilo” l’ennesimo torturato da una violenza gratuita e crudele viene seviziato fino alla morte.

Il toro viene condotto a forza all’interno del recinto, viene immobilizzato intorno ad un palo, e gli vengono legate intorno alle corna delle palle di materiale infiammabile. Le goccia di pece finiscono negli occhi accecandolo e bruciandogli il muso.

Quando inizia a bruciare la parte interna delle corna il dolore diventa lancinante, spesso i tori cercano di porre fine al dolore insopportabile lanciandosi contro i muri terrorizzati, per suicidarsi.

L’indicibile sofferenza dell’animale, termina al mattatoio, perché ovviamente, dopo essere stato ridicolizzato, brutalizzato, deriso e umiliato, alla fine viene anche macellato. Giustificare una simile violenza in virtù di arcaiche tradizioni è vergognoso.

Tra poco le sue urla squarceranno il cielo, coperte solo dalle risate e dalle grida isteriche di gente immonda.

Il delirio della tortura dei tori in Spagna è una tradizione. Lui, sarà solo l’ennesima vittima di una cultura specista e senza cuore.

UNA VERGOGNA…!

 

Ricordate l’Agente Smith in Matrix? “L’essere umano è un virus, è un’infezione, una piaga, un cancro su questo pianeta” …Forse aveva ragione: Abbiamo cancellato dal Pianeta il 60% delle specie animali in soli quarant’anni…!

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Ricordate l’Agente Smith in Matrix? “L’essere umano è un virus, è un’infezione, una piaga, un cancro su questo pianeta” …Forse aveva ragione: Abbiamo cancellato dal Pianeta il 60% delle specie animali in soli quarant’anni…!

 

Prima di leggere l’articolo, ecco cosa dice l’agente Smith a Morfeus…

La popolazione mondiale continua a crescere, le foreste abbattute per creare campi agricoli, abbiamo riempito il pianeta di pozzi, raffinerie, impianti chimici, plastica nel mare, abbiamo causato cambiamenti climatici, abbiamo praticato la pesca irresponsabile, tollerato i bracconieri nelle foreste, ci siamo avvelenati con i pesticidi e tutti vogliono vivere come gli occidentali, portando al consumismo sfrenato a livello planetario.

Siamo oggi a 7.5 miliardi di persone, il doppio di 40 anni fa.

Trecento specie di mammiferi sono in via di estinzione perche’ ne mangiamo troppi.

Abbiamo usato energia, terra ed acqua piu di quanto non potessimo permetterci.

Dal 1950 ad oggi abbiamo tirato su dal mare 6 miliardi di pesci, grazie alla pesca industriale, sostiutendoli con plastica.

Il 90% dei coralli a livello mondiale e’ a rischio di estinzione.

Abbiamo abbattuto le foreste per farci piantagioni di soya o di olio di palma.

Nella savana tropicale ogni due mesi scompare un area grande quanto Londra.

Le meta’ delle orche assassine morira’ per inquinamento chimico nel mare.

Il risultato di queste nostre azioni e’ del tutto consequenziale: il numero di animali che vivono allo stato selvaggio e’ in declino, con la scomparsa del 60% delle specie animali nel corso degli scorsi 40 anni.

Sono cifre impressionanti, rilasciate dal WWF mondiale Living Planet Report 2018. 

Lo studio ha coinvolto 59 scienziati in tutto il pianeta ed ha concluso che noi uomini stiamo distuggendo gli equilibri che in milioni di anni ci hanno permesso di sviluppare la nostra civita’, basata su acqua pulita e aria respirabile.

Sono stati studiati gli impatti dell’attivita’ umana su popolazioni di mammiferi, uccelli, pesci, anfibi e rettili, dal 1970 al 2014, e l’analisi ha riguardato 4,005 specie animali distinte, con 16,704 esemplari in totale. di Appunto, il 60% delle specie selvagge e’ andato estinto.

Le popolazioni di rinoceronti sono calate del 63% fra il 1980 e il 2006 a causa del mercato illegale delle loro corna.

Le popolazioni di orsi polari, gia’ in declino, caleranno del 30% entro il 2050 a causa dello scioglimento delle nevi.

Le popolazioni di squali nell’oceano indiano e in quello pacifico sono scese del 63% negli scorsi 75 anni.

Le popolazioni di pappagalli grigi africani nel Ghana sono calate del 98% fra il 1992 e il 2014 a causa della perdita di habitat.

Le popolazioni di pulcinelle di mare, uccelli acquatici, in Europa caleranno del 79% fra il 2000 e il 2065.

Le specie piu a rischio sono nei Caraibi e nell’America centrale e meridionale, con il declino dell’83% delle specie animali selvagge e dei pesci, dal 1970 al 2014. A rischio oranghi-tanghi, rinoceronti, elefanti, e altre specie della foresta tropicale.

La cosa importante da ricordare e’ che le foreste non sono terra sprecata, di nessuno, oppure un qualche cosa di carino, ma tutto sommato nonesseniziale. La natura ci consente di vivere, e’ il nostro habitat.

Le foreste mantengono un sacco di equilibri climatici, con gli alberi e l’assorbimento di CO2. Ma gli alberi sono la casa di tante specie animali che vivono in simbiosi con lei: gli animali fertlizzano la terra, e aiutano a diffondere i semi; estinti gli animali, la foresta ne soffre, e viceversa, senza foresta gli animali selvatici non hanno casa.
Perche’ non ne parliamo troppo della diversita’ che continua a declinare? Perche’ e’ un processo incerementale, che accade lontano. Non ce ne accorgiamo, gli squali e gli orsi sono fuori dagli occhi, fuori dal cuore.

E invece occorrerebbe ripensare lo status quo, smettere il sovrasfruttamento del pianeta e dei costi in tutto quello che facciamo. Le risorse naturali, si calcola, se dovessero essere quantificate in una cifra economica sarebbero $125 trillioni di dollari.

Tutto quello che abbiamo cercato di fare finora, non e’ stato sufficente ed occorre fare di piu’.

Si e’ gia’ parlato della sesta estinzione di massa, causata da noi uomini.

Perche’ la cosa migliore e’ mangiare meno carne? Perche’ la deforestazione e’ dovuta alla produzione di soya spesso esportata per dare da mangiare a maiali e a galline. Anche i corpi d’acqua, fiumi e laghi sofforono perche’ l’acqua viene usata a scopi di irrigazione per queste enormi piantagioni.
Il mondo parlera’ di tutte queste cose nel 2020, ad un meeting all’ONU per discutere ancora, di cambiamenti climatici, di oceani e biodiversita’.
Chissa’ quante altre specie saranno perse in questi due anni che ci stanno avanti.  Chissa’ quante parole nel frattempo.
tratto da: https://dorsogna.blogspot.com/

 

Se non vi vergognate già abbastanza di far parte della “razza umana”, leggete un po’ questo: “Leoni allevati in Sudafrica per diventare ingredienti di dolci, vino e medicine”

 

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Se non vi vergognate già abbastanza di far parte della “razza umana”, leggete un po’ questo: “Leoni allevati in Sudafrica per diventare ingredienti di dolci, vino e medicine”

 

In Sudafrica succede che animali selvatici come leoni vengano allevati per poi commercializzare le loro ossa. Nonostante l’indignazione internazionale da parte delle organizzazioni per la conservazione, tutto ciò continua ad accadere. Ecco cosa viene denunciato in due report.

Nel 2017, il ministro dell’Ambiente sudafricano, Edna Molewa aveva fissato a quota 800 il numero di leoni da abbattere, ma nel 2018 lo stesso ministro ha quasi raddoppiato a 1500 e il Dipartimento per gli affari ambientali non ha mai specificato i motivi su cui stabilire o espandere la quota.

 A denunciarlo sono due ricerche investigative che raccontano il triste mondo dell’allevamento di leoni in cattività in Sudafrica dove gli animali selvatici ‘servono’ per il commercio di ossa, legale e illegale, in Asia.

Il primo report è The Extinction Business curato dalla EMS Foundation con BAN, Animal Trading, il secondo è The economics of captive predator breeding in South Africa prodotto dal South African Institute of International Affairs (SAIA).

Secondo i report si stima che tra 7mila e 8mila leoni vivano in cattività in 300 strutture, letteralmente sono allevati per la cosiddetta ‘caccia in scatola’, ovvero per le loro ossa che vengono poi utilizzate nella medicina cinese.

In realtà, le ossa di leone sono spacciate nel mercato nero come ossa di tigre che secondo i cinesi, avrebbero il potere di curare reumatismi e impotenza. Vengono poi utilizzate per produrre un dolce, una barretta fatta anche con guscio di tartaruga e il vino di ossa di tigre che conferirebbe a chi lo beve energia e vigore.

Il tutto è documentato nei report dove si sottolinea che nessun altro paese, oltre il Sudafrica è autorizzato ad esportare le ossa di leone. C’è poi da dire, denunciano i report, che non esiste un database, quindi non si sa neanche quante strutture ci siano o un numero reale dei leoni in cattività.

“Sono decisamente costernato perché non esistono legittime motivazioni scientifiche per esportare gli scheletri”, dice Luke Hunter, direttore della conservazione di Panthera, gruppo internazionale per la conservazione dei grandi felini.

Come funziona?

Lo scheletro di un leone può arrivare a costare fino a 1500 dollari, le ossa sono vendute a quasi 800 dollari al chilo. Queste vengono importate in Asia e poi rivendute a peso d’oro. Una relazione di CITES sostiene che nel 2017 sono stati esportati 3469 scheletri.

 

tratto da: https://www.greenme.it/informarsi/animali/29089-leoni-ossa-sudafrica

A partire dalla Cina, è boom del traffico di pelle di elefante – La carogna umana è riuscita a trovare il modo più rapido per far estinguere questa stupenda specie…!

 

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A partire dalla Cina, è boom del traffico di pelle di elefante – La carogna umana è riuscita a trovare il modo più rapido per far estinguere questa stupenda specie…!

Gli esemplari vengono uccisi soprattutto in Birmania, ma anche in Laos, Tailandia e Malesia. I bracconieri uccidono i pachidermi con arco e freccia intrise di pesticidi, provocando la morte dell’animale in tempi rapidi ma tra atroci sofferenze. E il commercio avviene anche online, senza nessun controllo

Il commercio illegale di pelle di elefante sta aumentando. Vertiginosamente. Nel rapporto Skinned: The growing appetite for Asian Elephants, frutto di anni di ricerche sul campo e contatti diretti con i trafficanti, l’ong inglese Elephant Family ha acceso i riflettori sul fenomeno, in costante crescita a partire dal 2010. E lo ha fatto alla vigilia della conferenza sui traffici illeciti di specie animali protette che si terrà a Londra la prima settimana di ottobre.

Teatro di questo traffico è soprattutto la giungla birmana, ma casi simili sono stati riportati anche in Laos, Tailandia e Malesia. La Birmania vanta la seconda più numerosa comunità di pachidermi asiatici dopo quella tailandese. Solo nell’ultimo anno nel triangolo d’oro, la zona di confine tra Laos e Tailandia, sono state ritrovate 59 carcasse di elefante, un numero che mette a rischio estinzione i circa 2000 esemplari rimasti in cattività in Birmania. Da lì i carichi entrano in Cina transitando per Mong La, piccola cittadina e ormai avamposto cinese in Birmania ed epicentro di attività illegali sulla via per Kunming.

Il traffico pelle di elefante è molto più insidioso di quello di avorio, questione a cui la Cina, dopo essere finita nell’occhio del ciclone, ha di recente cercato di porre rimedio. Solo gli esemplari maschi dell’elefante asiatico sono dotati di zanne quindi, benché grave, il danno è limitato e non ha conseguenze significative sulle comunità di elefanti che sono poligame. Il traffico di pelle invece non discrimina per sesso od età, mettendo egualmente in pericolo maschi, femmine e giovani esemplari e rappresentando “il modo più efficace per portare una specie all’estinzione nel più rapido tempo possibile”, come ha affermato il biologo dello Smithsonian Institute Peter Leimgruber. In più, causa delle severe leggi birmane sul possesso di armi da fuoco, i bracconieri uccidono i pachidermi con arco e freccia intrise di pesticidi, provocando la morte dell’animale in tempi rapidi ma tra atroci sofferenze.

Da sempre utilizzata nelle zone tribali del Sud est asiatico come unguento per curare l’eczema, la destinazione del traffico di pelle di elefante oggi è però un mercato ben più vasto e complesso, quello cinese. Nella medicina tradizionale la pelle di elefante è essiccata e ridotta in polvere come ingrediente per preparati contro i problemi di stomaco e della pelle. Ma viene anche impiegata nella fabbricazione di gioielli e oggettistica in generale: monili, suppellettili fino alla scoperta di gioielli fatti di perline di pelle di elefante dal caratteristico e ricercato colore rosso sangueper via dei vasi sanguigni presenti nello strato più superficiale dell’epidermide degli animali.

Un fenomeno quello del commercio di parti animali che si inscrive nella logica del wenwan, letteralmente “giocattoli di cultura”. Si tratta di un hobby con le caratteristiche ormai della sottoculturain Cina. Il possesso di oggetti rari, esotici, vietati e quindi costosi e di difficile reperibilità rimanda a un ideale di sofisticatezza e unicità nel gusto che molti nuovi ricchi perseguono. In questa logica, il prestigio dell’oggetto e la sua desiderabilità vanno di pari passo con le difficoltà nel procacciarselo. Il cultore del wenwan si riferisce alla triade “nero, rosso, bianco” per indicare: il ricercatissimo corno di rinoceronte, il becco rosso del bucero dall’elmo e il bianco dell’avorio degli elefanti come aspirazione massima.

Il commercio di pelle di elefante si nutre di sistemi di collusione interni al territorio birmanotrafficanti e guide conniventi e trova nelle piattaforme di e-commerce come Baidu  ma anche Amazon le vetrine ideali, senza l’ombra di un controllo.

Nel frattempo il WWF ha creato una squadra di ranger in grado di bloccare i bracconieri e il governo di Yangon, da anni sotto i riflettori internazionali per la questione della minoranza musulmana dei Rohingya e di recente per l’arresto dei giornalisti della Reuters, è stato ben contento di dare il proprio appoggio alla campagna, progettando un piano di intervento per la conservazione delle specie animali in pericolo da implementare quanto prima.

Di ChinaFiles per ilfattoquotidiano.it

 

tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/09/cina-traffico-di-pelle-di-elefante-e-boom-il-modo-piu-rapido-per-estinguere-la-specie/4641584/